
E li vedo, io.
Si, li vedo. Uomini di merda. Amici dei miei amici (ma non per questo MIEI amici). Gente della tredicesima, ma non solo. Fasci cresciuti a suon di ignoranza, luoghi comuni, bar e curve (sia nella Nord che nella Sud, che oggi oramai sono la stessa marmaglia). Cresciuti negli ex movimenti politici di estrema destra di Ostia. Che si riempiono continuamente la bocca di parole come onore, lealtà, rispetto e nobiltà. Che dovrebbero sciacquarsela quella bocca. Che oggi hanno 30, 35 e più anni e che sono le stesse merde. Magari hanno aperto un ristorante, o fanno gli architetti. Ma sono sempre le stesse merde!!!
Che davanti alle loro ipotesi di donne vogliono apparire santi e integri, sbandierando i valori morali della loro fede (politica o calcistica?); valori che peraltro comprendono la famiglia e la fedeltà, ma anche l'assoluta condanna alle droghe.
Poi però finita la prima parte della serata, la pantomima, quelle donne, fidanzate e mogli le riportano a casa, come fossero pacchi postali da riconsegnare. Ed escono con il loro branco. E si sfondano di alcool e di ganja, pippano autostrade di coca, vanno a puttane.
Vogliono distinguersi dalla massa, ma sono prigionieri del loro stesso clichè. Omologati peggio degli altri, ragionano in gruppo, non sono capaci di un pensiero individuale. E se ti trovi a tavola con loro devi stare attento ad ogni parola che dici, ad ogni termine che usi. Perchè - senza saperlo - potresti involontariamente colpire il loro onore, la loro lealtà, il loro rispetto, la loro nobiltà.
Eppure se fossi a tavola con dei VERI amici non avresti di questi problemi. Con i tuoi veri amici puoi dire tutto quello che vuoi, senza alcun timore, in completo sciallo, senza doverti preoccupare se "sbagli" un termine o un concetto.
Uomini di merda.
Vigliacchi.
E - come certi editori che ben conosco - anche loro forti con i deboli e deboli coi forti...