mercoledì 18 gennaio 2012

A.C.A.B. - [facciamo un passo indietro].

E potrei risultare un po' saccente, lo so. Ma c'è davvero troppa IGNORANZA intorno a noi: troppa!!! Allora con il pretesto del film di Stefano Sollima in uscita, traccio quantomeno un percorso... d'accordo?



Perché lo scorso 15 ottobre, quando la manifestazione pacifista degli Indignados qui a Roma si è - ahimè - trasformata in uno scenario di guerriglia urbana (a piazza San Giovanni), quotidiani e telegiornali di mezzo mondo hanno pubblicato/trasmesso SOLO le immagini degli scontri, utilizzando come apice simbolico di questa violenza il blindato dei Carabinieri che è stato assalito, deturpato e incendiato. Su quel blindato - oltre a CARLO VIVE! - campeggiava la scritta ACAB.
Usciamo quindi dalla nostra irreale bolla di consapevolezza e conoscenza.
Nei giorni seguenti, non avete idea di quante persone NON SAPESSERO cosa volesse dire, o piuttosto lo scoprissero solo in quel momento grazie a presunti giornalisti che - potete scommetterci! - erano appena andati a cercarselo su Google.
Gran bel mestiere, vero?
- "ACAB? E che vor dì?"
Nel migliore dei casi, da qualcuno leggermente più colto:
- "ACAB? Che c'entra il Moby Dick di Melville con quei pazzi furiosi?"
Si, certo... il Capitano Achab ;)

Facciamo allora un breve passo in avanti.



Perché il prossimo 27 gennaio esce nelle sale italiane un film che probabilmente farà molto discutere: "A.C.A.B.", acronimo che sta per All Cops Are Bastards, letteralmente: tutti gli sbirri sono bastardi.
Un po' come il nostro modo di dire guardie infami, no?
Sulla carta, ha tutti i numeri per essere un successo: prodotto da Cattleya e Rai Cinema, diretto da Stefano Sollima (lo stesso regista di "Romanzo Criminale - La serie", tanto per dire) e interpretato da una serie di attori uno più bravo dell'altro: Marco Giallini (che personalmente trovo un fuoriclasse), Pierfrancesco Favino, Filippo Nigro e Andrea Sartoretti, che sicuramente tutti ricordano nel ruolo del Bufalo.
Isipirato all'omonimo libro di Carlo Bonini, nel raccontare le vicende di questi "celerini bastardi", gli sceneggiatori - che annoverano anche Leonardo Valenti - si sono presi molte libertà: se nel libro, che di fatto ha un registro quasi giornalistico, esistono due "protagonisti" (?) principali come Drago e lo Sciatto, nel film il secondo dei due è stato eliminato (a favore di Adriano, inventato per l'occasione, interpretato dal promettente Domenico Diele) mentre il primo è stato scomposto/diviso in tre ruoli (Cobra/Favino, Mazinga/Giallini e Negro/Nigro, tre "reduci" del G8 di Genova) come fossere tre aspetti diversi della psiche di un celerino. Staremo a vedere. Non è questo il momento di analizzare la pellicola, perché casomai vorrei recensirla adeguatamente dopo l'anteprima per la stampa a cui cercherò di partecipare.
Intanto godetevi il trailer ufficiale del film:



Ora però facciamo un passo indietro.



Nel 2009 il giornalista Carlo Bonini (inviato abituale del quotidiano La Repubblica) pubblica per Giulio Einaudi Editore il libro A.C.A.B. (nella collana Stile Libero, di cui volendo potete leggerne il prologo QUI). Raccontando/descrivendo i metodi di questo reparto della Celere, basandosi su storie reali, Bonini non fa che adottare uno slogan già molto radicato in determinati ambienti: la cultura skinhead, gli hooligans e/o in generale gli ultras* delle curve europee, i movimenti politici anarco-insurrezionalisti. Uno slogan, quindi, addirittura trasversale, che nel suo messaggio tanto chiaro e diretto unisce estrema destra ed estrema sinistra!

* Nota: soprattutto nel resto d'Europa, gli ultras per evitare di avere una t-shirt con scritto esplicitamente A.C.A.B. (che comunque spesso indossano anche così) usano sostituirla con la sigla numerica 1312 sul petto!

Ad ogni modo, il libro ebbe un buon successo di vendite; potremmo quasi definirlo un best seller.
Certamente una lettura imprescindibile per gli ambienti di cui sopra, un must. E sicuramente letto da chi ABITUALMENTE legge libri, da chi (per attitudine) è ATTENTO a certi fenomeni sociali, culturali o anche solo editoriali.
Eppure, anche avesse venduto ventimila copie (che in Italia significherebbe già essere un best seller), tenete conto che gli italiani sono sessanta milioni: ciò vuol dire che per la stragrande maggioranza del Paese questo libro è passato totalmente inosservato... e A.C.A.B. - per l'appunto - non l'ha mai nemmeno sentito nominare! L'ignoranza avanza.
Ma potete scommettere che il film farà da traino ad immediate ristampe con gli attori in copertina, ad una nuova ondata di vendite, che improvvisamente - come fu per "Gomorra" - apparirà in maniera molto cool nei salotti e negli scaffali delle librerie di (quasi) tutti, nevvero? ;)

Facciamo allora un altro passo indietro.



Perché lo slogan All Cops Are Bastards deve la sua popolarità (che abbiamo visto assai relativa) ad un pezzo del gruppo punk Oi! inglese The 4-Skins, pubblicato nel 1982 all'interno del loro primo album "The Good, The Bad & The 4-Skins" (Secret Records). Che poi a me personalmente questo brano faccia piuttosto cagare è un altro discorso, ma - di fatto - resta una pietra miliare del movimento.
Se volete comunque saperne di più, leggetevi QUESTO OTTIMO PEZZO firmato da Jacopo Prada.
Eppure sarebbe sbagliato attribuire anche a loro la paternità di questo acronimo.
A.C.A.B. risale ancora a prima!

Facciamo ancora un ennesimo passo indietro.



Le strofe di quel pezzo sembrano infatti risalire ad una vecchia canzone popolare inglese del dopoguerra. Arrivano dunque dalla cultura operaia (alcune fonti fanno risalire lo slogan al 1940, agli scioperi dei minatori del Regno Unito) e non solo. Perché A.C.A.B. era giù in uso come tatuaggio tra i carcerati, e si dice che - quando uscivano di galera - se incontravano uno sbirro che glielo vedeva (spesso tatuato sulle mani, con una lettera per ogni nocca) per evitare qualsiasi problema gli rispondevano che significava "Always Carry A Bible", ovvero "Porto sempre una Bibbia"... sarà vero? ;)

Aggiungo comunque una vera nota da intenditori: proprio a questo retaggio popolare fa riferimento il nostro caro John Constantine nel numero 16 della serie originale di "Hellblazer" (all'epoca nemmeno Vertigo) nella terza parte della saga "The fear machine", cioè "Rough Justice". Solo per dire: questo albo venne pubblicato nel febbraio del 1989!!!
Nella prima didascalia di pagina 9, John (tramite lo scrittore Jamie Delano) recita: "Sembra il massacro di Wounded Knee, vero? Ora ho capito perchè facevo sempre il tifo per gli indiani. Una canzone popolare londinese del dopoguerra fa come ritornello Tutti gli sbirri sono bastardi... mi accorgo che la sto canticchiando, mentre attraverso dolorante il campo devastato".

A QUESTO PUNTO, VOI AVETE ALTRO DA AGGIUNGERE?

Io no, credo di aver detto proprio tutto.
Ma chiudo con una carrellata di bellissime fotografie (scattate da Emanuele Scarpa) gentilmente concesse dall'ufficio stampa del film...










domenica 15 gennaio 2012

Della serie: non si finisce mai di imparare...



Perché c'è davvero sempre qualcosa da imparare dai post o dai semplici scambi di battute, se a farli è gente come Dee' Mo, David Nerattini o Dj Stile. Come questo LP del nostro Tullio De Piscopo nazionale - "Suonando la batteria moderna" (Vedette Records VPA 8179) del 1974, cioè di quasi quarant'anni fa!!! - un disco/guida la cui tracklist è composta esclusivamente da esercizi di stile in chiave rock, afro, samba, swing e jazz.

Insomma: dalla traccia "Medium Rock" di quel vecchio vinile un certo Dj Shadow ci ha interamente costruito "Guns Blazing - Drum of death part 1" (contenuta all'interno dell'album "Psyence Fiction" a nome del collettivo U.N.K.L.E.) che volendo potete ascoltare QUI

Anche se sono quasi certo che certe batterie le abbia usate anche nel suo capolavoro "Introducing/endtroducing", ma devo (ri)ascoltarmelo meglio e scavare più a fondo.

mercoledì 11 gennaio 2012

Stalag III



Nel frattempo lo Stalag è ancora lì.
Immobile nello spazio e nel tempo. Cemento armato tronfio della sua stessa immobilità, come fosse sinonimo di stabilità. Mentre crepe insidiose - al pari di qualunque altra simile realtà - stanno minando silenziosamente le sue fondamenta.

Immobile, lo Stalag, come le anime che si trascinano nei suoi lunghi corridoi, nelle sue stanze buie. Individualità oramai svuotate, annichilite, piegate alla resa. Rassegnate agli umori dei loro carcerieri, come se quella stessa rassegnazione - che per giustificarsi considerano ineluttabile - non fosse semplicemente altro che una loro scelta.

Immobile, lo Stalag, come il cuore nero di chi dirige il suo forno, di chi alimenta giorno dopo giorno il fumo denso delle sue ciminiere. Un orgoglio giudeo - tanto presuntuoso quanto arido - che sembra così facilmente aver dimenticato la propria Storia, che nella sua stessa avidità non ricorda più nemmeno la Shoah, quando un carceriere era il Nemico. Di cui però ora emula i metodi.

Ma i combattenti più puri - quelli che ambiscono ben altri campi di battaglia, quelli che credono ancora che la libertà valga molto più di trenta monete - se ne sono andati uno ad uno. Sono fuggiti via da quel luogo, hanno abbandonato le sue mure grigie.
Ne rimane soltanto uno da salvare.
Come Fratelli nella notte, un'alba gloriosa attenderà anche lui.

Tutti gli altri, invece, meritano di marcire lì dentro.

lunedì 9 gennaio 2012

Lanterne Verdi.



"Nel giorno più splendente,
nella notte più profonda,
nessun malvagio sfugga alla mia ronda.
Colui che nel male si perde,
si guardi dal mio potere,
la luce di Lanterna Verde!"


M'è sempre piaciuto Lanterna Verde, sin da piccolo.
Anche se non leggo abitualmente i suoi fumetti.
Eppure, per qualche strana ragione, nel giro di un paio di giorni mi sono sparato due pellicole dedicate alle Green Lanterns della DC Comics.

Visto che non ero andato al cinema a vederlo, ho recuperato il recentissimo film diretto da Martin Campbell propriamente dedicato ad Hal Jordan, con tanto di origini, Abin Sur, Guardiani di Oa, Sinestro (con le prime avvisaglie della sua conversione al male) e spiegoni vari che abbiamo letto e riletto in tutte le salse possibili!
Il protagonista, cioè l'attore Ryan Reynolds, nemmeno lo conoscevo. Invece la bella Blake Lively (che interpreta Carol Ferris) si, anche perché pochi giorni prima m'ero visto "The Town" di/con Ben Affleck, dove il caso vuole ci fosse proprio lei. Ma credo che negli States sia famosa soprattutto come protagonista del serial "Gossip Girl", che personalmente non ho mai seguito.
Ad ogni modo è un film divertente, un intrattenimento che si propone come tale (senza altra ambizione) sin dalla semplicità della sua trama. Se non fosse per alcune scene più oscure (come quella di apertura, dove Parallax per liberarsi dalla sua prigionia "succhia" via l'essenza del coraggio da alcuni esploratori alieni) o per la mostruosità di alcune Lanterne di altri mondi, sarebbe ottimo per i bambini. E se uso il condizionale è proprio perché alcuni amici con figli dai sei ai dieci anni, m'hanno detto che si sono spaventati sin dalle prime sequenze e non hanno più voluto vederlo!
Che altro dire?
Molto "fumettoso" (dove la nostra Lanterna Verde magari non userà enormi guantoni da boxe come nei comics degli anni '70, ma fa atterrare un elicottero in panne accomodandolo DENTRO ad una enorme macchina/giocattolo con la pista tipo quelle della Hot Wheels). Sicuramente molto colorato. E molto verde ;)

A seguire "Lanterna Verde - I cavalieri di smeraldo", che fa parte dei DC Universe Animated Original Movies, cioè lungometraggi animati realizzati appositamente per il mercato home video (che insomma escono direttamente in Blu-Ray e dvd). Credo che questo sia solo il secondo con il doppiaggio italiano, dopo "Batman - Il Cavaliere di Gotham", eppure varrebbe la pena poterli vedere tutti, perché sono davvero ben fatti. Beh, ovvio che possiamo comunque vederceli in lingua originale ;)
In questo caso, una minaccia di anti-materia che rischia di distruggere Oa richiama all'appello TUTTO il Corpo delle Lanterne Verdi, che dovranno sventare l'incombente minaccia. Il plot principale diventa però un pretesto narrativo durante il quale Hal Jordan - affiancando la giovane recluta Arisia - gli racconta una serie di storie relative all'eroismo di grandi Lanterne del passato. Si tratta quindi di un film ad episodi (comunque ispirati a diverse storie apparse nei fumetti), che - uno ad uno - non fanno che alimentare la leggenda stessa del Corpo, la sua forza di volontà, il coraggio delle sue imprese e la sua grandezza!
In alcuni passaggi, ho trovato un po' forzato l'uso della grafica digitale (per le astronavi, o per alcune "carrellate" panoramiche) ma in linea di massima un bel cartone animato, soprattutto per chi - come me - ama senza alcun motivo la Lanterna Verde come simbolo, per il suo impatto iconografico. Di fatto, una t-shirt con il logo dell'Anello è l'unica che indosserei tra tutte quelle che esistono dedicate ai supereroi, e non so nemmeno perché.

Se volete vedervi entrambi i film in ottima risoluzione audio e video:


"Lanterna Verde" diviso in parte 1 e parte 2


"Lanterna Verde - I cavalieri di smeraldo" in un unico file

venerdì 6 gennaio 2012

La befana vien di notte...



Da tre anni a questa parte, a casa mia il 6 gennaio non è più la Befana (o l'Epifania cristiana)... ma il compleanno di Giulia!!!
Quindi TANTI AUGURI AMORE MIO :)

martedì 3 gennaio 2012

Buoni propositi...



... per un anno pregno di buoni film, tanta pheega, musica che spacchi e bei fumetti!!! ;)