venerdì 30 settembre 2011

Il tennis, il nuoto, l'amore comune per lo sport, la passione, l'agonismo e tu.



Bene, stavolta parlo con te. Io che in questo blog non uso MAI la seconda personale al singolare rivolgendomi a chi legge. Ma si, proprio tu.
Tu che in più luoghi e più occasioni - vuoi con altri, vuoi con me - continui a reiterare un concetto che ha senso solo se interpretato dal tuo punto di vista, senza nemmeno considerare l'idea che ce ne possa essere un altro.
Allora proverò a chiarirtelo UNA VOLTA PER TUTTE e te lo spiegherò come se lo stessi spiegando a mia figlia, che non ha nemmeno compiuto tre anni.

Immagina due amici d'infanzia. Stessa scuola, stesso muretto, stessa comitiva: li chiameremo Mario e Sandrino.
Immaginateli pischelli nei primi anni novanta, pieni di entusiasmo, energia, voglia di fare e dimostrare. Entrambi grandi amanti dello sport.
Spesso giocano a pallone insieme; a volte dalla stessa parte, altre volte schierati nelle due squadre contrapposte, ma sempre nello stesso campetto. Amano le attività sportive all'aria aperta, amano tenersi in forma, ma - nonostante le loro partitelle - non necessariamente il calcio: Mario ha una grande passione personale per il tennis. Sandrino per il nuoto.
Capita che Sandrino possa scambiare due racchettate con Mario. Così, per stare un po' insieme, anche se non gli piace il tennis.
O che Mario vada in acqua con Sandrino. Così, per il semplice piacere della compagnia, anche se non gli piace nuotare.
Ma comunque sia, resta sempre chiaro ai due amici che uno ama il tennis e l'altro il nuoto.
Ed entrambi amano lo sport.
Lo amano molto.

Mario vuole diventare tennista, vuole praticare il suo sport preferito a livello agonistico.
Sandrino invece vuole nuotare liberamente, che sia in piscina o al mare.
Un amore comune per l'attività sportiva, ma due approcci differenti ad essa.

Passa il tempo, ed è oggi.
Il Mario adulto - con passione, tenacia e sacrificio - ha giocato e vinto le provinciali, le regionali, le nazionali. Ha partecipato ai migliori tornei internazionali, vincendone qualcuno. E' diventato un atleta di altissimo livello, considerato uno dei dieci tennisti migliori del mondo!
Il Sandrino adulto invece - con la stessa passione, la stessa tenacia e lo stesso sacrificio - ha costruito altro. Non è diventato un nuotatore professionista, non ha partecipato a nessun grande evento sportivo e non è andato alle Olimpiadi. Ma non ha mai smesso di nuotare.
Sono passati tanti anni, ed entrambi amano ancora lo sport.
Lo amano molto.

Mario è un campione riconosciuto, e l'attività amatoriale di Sandrino generalmente lo fa sorridere. Ovviamente per lui - per la carriera sportiva professionistica che ha scelto - esiste solo il tennis: solo e nient'altro che il tennis. Se va in piscina o al mare, lo fa per prendere il sole o giocare a racchettoni in spiaggia.
Allo stesso modo, Sandrino il tennis se lo guarda raramente pure in televisione, che quelle lunghe partite lo annoiano e finisce sempre che si appisola. Conosce quei quattro o cinque campioni di cui parlano tutti, tra i quali il suo amico Mario.

Che, fondamentalmente, continua a non capacitarsi di come sia possibile che Sandrino possa non essere interessato allo sport in cui lui eccelle.

S. "Non posso farci niente, Mario. E' che il tennis non mi appassiona più di tanto. Ma lo hai sempre saputo, no?"

M. "Certo, ma è solo perché non lo conosci e non vuoi capirlo. Cosa vuoi che sia nuotare, al confronto? Il tennis è concentrazione, è rigore, è disciplina"…

S. "D'accordo. Cioè, no, in effetti non sono affatto d'accordo col tuo confronto tra i due sport. Ma è che non mi interessa, tutto qui"

M. "Eddai, Sandrino: in fondo lo dici solo perché non ti va di guardare le mie partite… e forse solo perché tu nuotando non sei mai arrivato ai livelli che io ho raggiunto con il tennis!"

S. "Non mi interessa il tennis"

M. "Si, come no! Tipica risposta di uno che in realtà sta rosicando, di uno che vorrebbe essere al mio posto tra i dieci migliori tennisti del mondo. La tua è solamente INVIDIA… vorrei proprio vedere se avendone la possibilità non vorresti essere al posto mio"…

S. "Oh, Mario… ma non ci vuoi proprio sentire da quell'orecchio? A me il tennis MI FA CAGARE!!!"

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Detto questo, oggi parto per la Bosnia per cercare di fare "qualcosa" (?) che difficilmente un campione di tennis farebbe mai. Temendo - che so? - di potersi lesionare un muscolo o un tendine del braccio che gli dona quel favoloso rovescio!
Ma ora non sto più nemmeno parlando di te, tranquillo ;)

martedì 27 settembre 2011

Eron • Forever and ever.

Nei secoli dei secoli.



Senza parole!!!

sabato 24 settembre 2011

Jill Scott.



"So in Love" featuring Anthony Hamilton, estratta dal quarto album di Jill Scott "The light of the sun", rilasciato lo scorso giugno (in versione CD, su etichetta Blue Babe/Warner solo attraverso l'import).
Quattro album in undici anni.
Quattro perle nere.

giovedì 22 settembre 2011

L'alba del Pianeta delle Scimmie.

• il film e la colonna sonora



Visto che io stesso ero molto scettico al riguardo, al di là di qualsiasi pregiudizio si possa avere nell'entrare in sala per vedere il lungometraggio del quasi/esordiente Rupert Wyatt (che ricordo solo per "The Escapist" del 2008) "L'alba del Pianeta delle Scimmie" è sorprendentemente un film davvero molto valido, soprattutto in termini narrativi, che oggi come oggi sembrano davvero carenti nella maggior parte degli ultimi kolossal hollywoodiani.

Piuttosto che calcare la mano sull'aspetto estetico del film o comunque su quegli effetti speciali necessari in pellicole del genere, Wyatt costruisce un solido impianto narrativo lavorando su sceneggiatura, dialoghi e interazioni tra i personaggi per un crescendo emozionale che in alcuni passaggi risulta anche piuttosto commovente. Sicuramente un merito che va conferito anche al bravissimo Andy Serkis (già straordinario Gollum nella trilogia de "Il Signore degli Anelli") che con la sua mimica, le sue espressioni, i suoi abili movimenti e i suoi sguardi fusi ad una tecnica di motion capture sempre più avanzata, ci restituisce lo scimpanzé Cesare - vero protagonista del film - come il più umano tra gli umani, anche nel suo cambiamento, nella sua trasformazione senziente.

Ecco: "L'alba del Pianeta delle Scimmie" non è un film d'azione, nè propriamente di fantascienza. E' piuttosto un percorso di crescita nel quale lo spettatore si riflette a livello empatico.

Ovvio che sul finale acceleri il ritmo (esagerando con qualche scena spettacolare di troppo), perché - facendo comunque parte di una saga - deve portarci ad una inevitabile fuga e ad un'altrettanto inevitabile "ribellione" delle scimmie verso il genere umano. Ma lo fa con una logica conseguenziale.

Coscienza e intelligenza animale contro crudeltà ma soprattutto avidità dell'uomo. Fino ad un finale che svela, anche nei titoli di coda, come sarà possibile che un Pianeta delle Scimmie possa realmente prendere il sopravvento sull'umanità, lì dove anche coscienza e intelligenza non dovessero bastare!
Da qui, tutto ciò che verrà è aperto ad ogni possibile interpretazione, anche volendo riallacciarsi alla saga vera e propria e all'immaginario (cinematografico) che suscita in ognuno di noi.

Di pari passo, il possente original music score del film - firmato del Maestro Patrick Doyle - accompagna ogni passaggio visivo e narrativo con le stesse vibrazioni, con lo stesso crescendo emotivo della pellicola.
Il compositore scozzese (forse meno popolare di altri qui in Italia, ma comunque uno dei più apprezzati dall'industria cinematografica) ha scritto decine di colonne sonore, collaborando molto con Kenneth Branagh, passando da film considerati di culto come "Carlito's Way" o "Donnie Brasco", fino al recentissimo "Thor" della Marvel o all'imminente "Brave" della Disney/Pixar, peraltro di ambientazione celtica.

"Rise of the Planet of the Apes - Original Motion Picture Soundtrack" sono dunque ventiquattro tracce interamente strumentali - pubblicate da Varèse Sarabande/Universal - e interamente eseguite dalla Hollywwod Studio Symphony (con il supporto corale dell'African Choir) per un'ora di musica adattissima tanto agli estimatori che avrà il film, quanto a chi ama le colonne sonore di respiro epico e le grandi composizioni orchestrali.

mercoledì 21 settembre 2011

Smokin' €uro bling bling



Ed ecco che sono aumentate nuovamente le sigarette, di 20 centesimi. Che - se fate un rapido calcolo - non corrispondono di certo all'un per cento di € 4,30… nevvero? Per quanto mi riguarda, significa un ennesimo aumento del costo della mia vita (di fumatore da un pacchetto al giorno) di circa 6 euro al mese, ovverosia di 72 euro all'anno.
Che poi un vero fumatore incallito certi calcoli sarebbe pure meglio che non se li faccia. Ma tant'è.

Facciamo conto che - come me - in Italia ci siano altri dieci fumatori da un pacchetto al giorno. Per lo Stato sono già 720 euro in più all'anno. Ma potrebbero essercene altri cento, e allora sarebbero 7.200 euro in più. Potrebbero addirittura essercene altri mille, e allora sarebbero 72mila euro. Supponiamo siano diecimila, comincerebbero ad essere 720mila euro, accidenti!
Ipotizziamo invece ce ne fossero altri centomila, allora inizierebbe ad essere la considerevole cifra di 7 milioni e 200mila euro all'anno. E se in tutta Italia fossero un milione i fumatori da un pacchetto al giorno? Cazzo… sarebbero 72 milioni di euro in più!!!
Vere cifre da manovra finanziaria, eh?

Ora, è ovvio che si sta giocando.
Sappiamo bene che sono MOLTI di più di un milione.
Ma per fare l'esempio andava bene anche così. Perché comunque ce la vogliono imbastire, alla fine della fiera SIAMO SEMPRE NOI a fare i numeri, non certo quella ristretta elite di 35mila italiani che superano i 300mila euro di reddito annuo, di cui però si stanno preoccupando così tanto. Poverini.

"Non fumare più", direte voi.
Alla fine è solamente un vizio, un aumento del costo della tua vita relativo a qualcosa di superfluo, a differenza di tanti altri problemi molto più seri (la casa, il cibo, i servizi, la benzina, i pannolini o quant'altro) a cui gli italiani devono fare fronte. E' vero, avete ragione.
Ma infatti non vi sto mica chiedendo di pagarmi le mie sigarette.
E' un vizio mio, che mi pago con i soldi che faticosamente mi guadagno.
Non come taluni che si caricano una decina di mignotte su un aereo di Stato e FANNO PAGARE A VOI i loro vizi!!!
Che poi "a voi" come dire a tutti noi, come dire anche a me.
Che già mi pago le sigarette.

Dovrei smettere non per evitarmi un cancro, ma SOLO per fargli dispetto, tiè ;)
Li' mortacci loro.

sabato 17 settembre 2011

Black LEGENDS


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So... WHAT'S GOING ON?

mercoledì 14 settembre 2011

The Art of Justin Bua.

For those who loves hip hop and street art, the urban artist Justin Bua is a must!!!


• THE BLOCK


• 1981


• THE POPPER


• NOCHE DE MUSICA


• THE DJ


• GREEN STREET

If you like them, see also:
Justin Bua Official website

lunedì 12 settembre 2011

genio/capolavoro

o anche: di due neuroni.



Se c'è una cosa che mi lascia sempre perplesso - o che mi fa sorridere, a seconda dei casi - quando leggo certi siti, certi blog, certi forum ma soprattutto i commenti della gente che li frequenta e ci scrive (anche su Facebook) è la quantità esagerata di volte in cui viene usato il termine "geniale".

Non c'è articolo, recensione, pensiero, analisi o battuta di qualche autore (anche quando si commentano l'uno con l'altro) a cui non venga puntualmente commentato: "Geniale!!!""Ma sei un genio""E' davvero una genialata" e via dicendo.
Andate pure a controllare, poi tornate.


Ora, sia chiaro: io non sto mettendo in dubbio la qualità di quell'articolo, di quella recensione, di quel pensiero, di quell'analisi o di quella battuta (che spesso in effetti è una buona battuta, una frase ben articolata o un'intuizione davvero azzeccata) ma proprio questo fiorire di commenti con cui si attribuisce GENIO in gran profusione!

Non nego che la sensazione è che in determinati ambienti (non solo digitali) tendenti al piatto, è sufficiente esprimere un'idea perché - nel confronto con i contenuti zero - risulti immediatamente come qualcosa di GENIALE.
Come dire: l'incontro ben riuscito di due neuroni, già implica GENIALITA' ;)


Per una strana associazione, mi vengono in mente certi compagni di scuola che - quando studiavano sul libro di storia, di italiano o di arte (ma calzerebbe anche per un saggio o un romanzo) - invece che sottolineare i passaggi più incisivi, quelli da ricordare con maggiore attenzione, evidenziavano praticamente TUTTO il libro: ogni capitolo, ogni pagina, ogni colonna di testo.
Evidentemente per loro quel libro era interamente GENIALE!!!

Il nocciolo del discorso però è un altro.
E cioè che un certo modo di esprimersi, con certi termini, in fin dei conti sono propri del web. Non hanno una reale attinenza con il comune modo di esprimersi e di parlare nella vita quotidiana, in famiglia, al lavoro, con amici e conoscenti, per strada o all'interno di un negozio.


Fateci caso.
Anche nei cosiddetti ambienti creativi: immaginate una riunione di lavoro, seduti intorno al tavolo con il proprio titolare, un dirigente della proprietà, un cliente e/o altri colleghi (copywriters, grafici, animatori o designers che siano); se preferite, immaginate una riunione con il proprio editore, un caporedattore, un supervisore e/o altri autori con cui si sta lavorando ad un progetto comune. Una riunione in cui potrebbero essere presenti - che so? - un Oliviero Toscani*, un Sergio Bonelli*, uno Stefano Pastorelli* o un Iginio Straffi* qualsiasi...
Quand'è che - nel momento in cui tu parli e dici qualcosa - stanno tutti lì a dirti quanto sia GENIALE ciò che hai appena detto, che GENIALATA sia la tua idea, quanto tu sia UN GENIO ad esprimerla in quel certo modo?
Eddai, su ;)

* che certa gente, se fa un velato complimento è già oro che cola!!!


Potrei allargare il discorso all'altrettanto abusatissimo termine "capolavoro".
Che - escludendo per un attimo cinema e narrativa - anche parlassimo SOLO di fumetti, in quarantun'anni di vita avrò letto dieci capolavori, a voler essere generosi!!!
Si, esatto: non più di dieci.


Che, come media, è effettivamente assai più bassa dei capolavori lasciatici - nel solo ultimo secolo - da cinema e letteratura. Perché, sempre in termini di media, il fumetto è evidentemente più CARENTE rispetto ad altre forme di comunicazione visiva e narrativa. Mi dispiace dirlo (che poi affermazioni del genere, nella loro stessa impopolarità, non fanno altro che attirare l'indignazione del settore) ma è proprio così, probabilmente per quella forma di autoreferenzialità che non riesce mai a scrollarsi di dosso!
Leggete bene tra le righe: questa "carenza" non è quindi da attribuire al fumetto/forma-espressiva in quanto tale (che per l'appunto, potenzialmente può raggiungere/superare qualsiasi livello) ma da ricercare in chi lo fa, cioè nei cosiddetti autori. Sono loro ad essere sempre e comunque autoreferenziali.

Qualcosa di analogo a coloro che si ostinano ad affermare che il fumetto è arte.
Il punto è che può esserlo, è ovvio.
Ma non in base al suo essere fumetto/forma-artistica o meno.
Un acquerello di Hugo Pratt può essere considerato arte, nello stesso modo in cui una tela di Pablo Echaurren può non esserlo (e tiro in ballo Echaurren perché accanto a picchi di bellezza, ha realizzate anche grandi cagate!!!).
Il discorso però sarebbe molto lungo, e ad approfondirlo troppo rischierei di scrivere qualcosa di… ehm… GENIALE? ;)


Perché, in ultima battuta, sia chiaro anche questo.
(prima che fiocchino facili commenti, che poi lo so bene)…
Io non mi sono MAI sentito un genio.
E non ho MAI prodotto alcun capolavoro!

venerdì 9 settembre 2011

Ah, la Vigilessa!



In macchina sulla Tuscolana, direzione Cinecittà, tornando a casa.
Non bastasse il semaforo rosso, poco prima dell'incrocio si restringono le corsie causa qualche misterioso lavoro in corso: transenne, lampade arancioni intermittenti, segnalazioni di strettoia. Ovviamente si crea un minimo di rallentamento già da una ventina di metri prima. Un minimo di fila, anche perché a ridurre la carreggiata già stretta, c'è anche una volante della Municipale, con tre Vigili Urbani che - chiacchierando tra loro - guardano gli operai al lavoro.
Dei tre Vigili, due sono donne.
Delle due donne - beh, salta subito all'occhio! - una è davvero una gran bella gnocca.

Giovane, bionda, con i capelli lunghi, sciolti.
Una di quelle che deve avere appena vinto l'ennesimo concorso per entrare nella Polizia Municipale di Roma.
Gran corpo: due gambe lunghe, snelle, e la gonna blu con qualche strategico centimetro in meno (ne sono CERTO) rispetto all'uniforme di ordinanza. Capisci a me.

Insomma: io sto lì, in fila, con la musica accesa, i finestrini aperti, la sigaretta in mano.
E con l'occhio clinico che mi ritrovo di default, vuoi che non la guardi?
E' davvero bella, è OVVIO che la guardo!

Lei se ne accorge.
Evidentemente si stranisce, la bionda Vigilessa.
Mi fa cenno con la paletta rossa: "Prego", mi fa.
Io, dal finestrino aperto: "Scusi?".
Lei: "Cos'ha da guardare tanto?".
Io: "Guardo lei. E' bella e la stavo guardando".
Lei: "Sta intralciando la circolazione, non vede?".
Io: "Se lei non mi avesse fermato, io sarei già ripartito".
Lei: "Vada, vada"

Sarò malato di Batman, ma nella frazione di un secondo mi torna in mente una scena del'Anno Uno di Miller e Mazzucchelli. Vado a memoria: c'è Gordon che - parlando di femminilità - dice qualcosa del tipo "Camminare sui tacchi, un'arte dimenticata"… o una roba del genere, che sembra non c'entri niente e invece c'entra.

Quindi nel ripartire, le dico: "Voi donne dovreste imparare nuovamente ad apprezzare i complimenti".
E vado via col verde.

Mi arriverà una multa?

lunedì 5 settembre 2011

Just an illusion.



Fino a nove giorni fa, avrei voluto parlare di tante cose - sempre più difficili da sopportare! - che avrebbero preso spunto da quanto successo recentemente in rete nel simpatico ambientino dei fumetti. Avrebbero preso spunto, si. Ma per arrivare ben oltre. Avrei certamente parlato di gente come Andrea La Provitera e Niccolò Storai (in quanto autori in crescendo) e dell'eco creata ad hoc da altra come Roberto Recchioni e Diego Cajelli (in quanto autori già affermati); avrei parlato della Becco Giallo (in quanto editore) ma anche di personaggi come Paolo Interdonato, Daniele Barbieri, Michele Ginevra o Alessandro Di Nocera (in quanto esponenti di una critica che si dovrebbe supporre autorevole) fino ad altri come Giorgio Messina e Alessandro Bottero (in quanto esponenti di un'informazione web che - seppur discutibile o faziosa - si dovrebbe comunque considerare come libera opinione), divertendomi con arditi collegamenti tra fatti che avvengono trasversalmente, ma sempre con lo stesso modus operandi, e sempre nella stessa direzione. Cioè a senso unico.

Fino a nove giorni avrei voluto farlo, dico davvero.
Poi però, ieri, ho fatto un salto a Narnia Fumetto.
Ci sono rimasto nemmeno un paio d'ore: ho incontrato certe persone, chiacchierato con certe altre, incrociato certi visi noti (e certi atteggiamenti), visto quel che c'era da vedere ma soprattutto notato quel che c'era da notare, sempre che uno si prenda la briga di volerlo fare… e improvvisamente m'è passata qualsiasi voglia di scrivere altro!!!
Piuttosto, me ne vado a Medjugorje.
E non sto scherzando.
Amen.

venerdì 2 settembre 2011

Mos Def • Ms. Fat Booty



QUESTA è roba!!!
Altro che.
Era il 1999: standard ancora insuperati.