sabato 28 febbraio 2009

Ancora su musica [che palle!!!]

SANREMO 2009 & MARCO CARTA



Ora che finalmente m'è tornata la connessione internet a casa (maledetta Telecom, maledetta Alice!!!) posso finalmente postare il pezzo su Sanremo 2009, che è da domenica scorsa che aspettavo di farlo. Non è passata nemmeno una settimana, e sembra già un botto di tempo fa.

Dunque: Marco Carta.
Ha vinto lui la 59° edizione del Festival della Canzone Italiana. Roba da non credere. Che poi a me Marco Carta non mi ha mai fatto niente di male, e anzi personalmente - a pelle - mi sta pure simpatico (e sta simpatico a Fiorello a "Viva Radio 2", e sta simpatico a Pippo Baudo a "Domenica In", e sta simpatico a Linus a "Deejay chiama Italia", e bla bla bla). Ma non è un cantante. Non ha tecnica, non ha estensione vocale, non ha stile, a malapena ricorda le parole delle canzoni che interpreta, anche tralasciando per un attimo la pronuncia stessa della lingua italiana. Eppure ha vinto Sanremo.

Facciamo allora un passo indietro. Perchè Marco Carta (che ripeto e sottoscrivo: durerà poco) era anche il vincitore della scorsa edizione di "Amici" (ed è l'unico motivo per cui è stato inserito nella categoaira "big" di Sanremo anzichè nelle "giovani proposte"); ma non è questo che mi interessa, visto che ho già sostenuto che anche ad "Amici" si trovano ragazzi con talento, quindi non sto attaccando la trasmissione in alcun modo. Il punto è che Marco Carta non avrebbe nemmeno dovuto vincere "Amici", perchè nella stessa edizione in cui partaecipava lui c'erano almeno una mezza dozzina di persone con dieci, venti, cento volte più capacità, voce e carisma di lui.
Come la stessa Karima, per fare un esempio. Che era presente anche lei a questo Festival secondo Bonolis, e che ha portato un pezzo infinitamente più valido di quello del suo ex-compagno di scuola (d'altro canto la classe non è acqua, e il pezzo di Karima era firmato da Burt Bacharach), interpretandolo - peraltro - infinitamente meglio di lui. Ma tant'è: lei dietro le spalle non ha la Sardegna, non ha il fan-club di Marco Carta, non ha decine di migliaia di ragazzine deliranti.

Ecco che ci avviciniamo alla questione.
Nonostante la F.I.M.I. siano diversi anni che cerca di convincere la Rai a NON utilizzare il televoto per Sanremo, il famigerato televoto continua imperterrito la sua corsa. E Marco Carta (buon per lui, sia chiaro) ha sfruttato PERFETTAMENTE questo meccanismo, applicando a Sanremo la stessa tecnica utilizzata per vincere "Amici". Come dire che - in un certo senso - li ha fottuti tutti!!!
Roba che i funzionari Rai - quei vecchi dinosauri incollati alle proprie poltrone, se non gli fosse basato invitare Maria De Filippi alla serata finale del Festival e trovarsi Marco Carta vincitore e quindi, di fatto, REGALARE una promozione senza eguali ad "Amici" (per un mega-spot che, pagato, sarebbe costato miliardi a Mediaset) - molto probabilmente nemmeno si sono resi conto di COME questo Marco Carta abbia vinto Sanremo sotto ai loro occhi!!!
Tra l'altro, se proprio non si poteva fare a meno di spendere denaro pubblico (che poi sarebbe il nostro) allora tanto valeva invitare Simona Ventura e Giusy Ferreri e fare questa mega-marchetta ad "X-Factor", che quantomeno è un programma Rai!!! Bah.

Ma torniamo al discorso principale.
La vittoria di Marco Carta a Sanremo è una sorta di bluff.
Non posso dire una TRUFFA, perchè la meccanica della votazione - discutibile o meno che sia - si è comunque svolta in modo (presumibilmente) legale... ma QUASI una truffa, quantomeno a livello di percezione di "me medesimo" come "fruitore di musica": Marco Carta è stato votato da un TOT di milioni di telespettatori, come quando vinse "Amici", ma se andassimo ad analizzare quella cifra, scopriremmo che circa il 90% di quei voti arrivava dal sesso femminile, che circa la stessa percentuale di quel sesso apparteneva ad una fascia d'età compresa tra i 13 e i 18 anni, che almeno la metà di essi arrivavano dalla Sardegna, ma soprattutto che il totale di quei voti non corrispondeva ad altrettanti numeri telefonici, ma è una cifra raggiunta grazie a voti che arrivavano dagli STESSI numeri telefonici... capite?
Esistono sondaggi/votazioni in rete dove, una volta votato, non si può votare nuovamente perchè dall'altra parte riconoscono il nostro IP (si, lo so, anche in questo caso esitono modi per aggirare il problema). Nelle televotazioni televisive invece questo non succede, non esiste nessun tipo di filtro (sarà perchè dietro ci sono gestori telefonici che ci guadagnano una barca di denaro, che dite?). Tu puoi votare - al costo di circa un euro - quante volte vuoi. Quindi se le 500mila ragazzine infoiate del tuo fan-club (agguerritissime, organizzatissime, cellular-dipendenti come tutta la generazione cui appartengono) si comprano una ricarica telefonica da 20 euro e votano 20 volte l'una, ecco che improvvisamente fioccano 10 MILIONI DI VOTI... cifre che nemmeno il più valido dei cantanti/cantautori in gara riuscirebbe mai a raggiungere, anche per un tipo di pubblico differente, più adulto, più composto, che al massimo ti da' un voto dal telefono di casa, sempre che ti dia quello (a me per esempio piace molto Dolcenera, ma in vita mia non alzerei mai la cornetta di un telefono per dare un televoto a chicchessia!!!).

Forse da qualche parte avete già letto cose simili a quelle che sto sostenendo. Forse le leggerete tra qualche settimana, quando (forse) si farà un po' di dietrologia. Non saprei. Di certo la maggior parte dei media, soprattutto quelli di maggiore visibilità nazionale (da Vincenzo Mollica sul TG1 a Mario Luzzato Fegis sul "Corriere della Sera") si guardano bene dal fare analisi di questo tipo (cioè scomode), tantopiù quando sono in qualche modo legati/collegati alla Rai. Che per prima non ammetterebbe mai una DISTORSIONE del genere.

In qualsiasi caso sono dieci milioni di voti LEGALI, come dicevo poco fa.
Che personalmente trovo comunque "scorretti", o meglio non equi, non rappresentativi di un bel niente.
Un'analisi analoga potrebbe essere fatta anche sulla quantità di voti "territoriali" (immaginate una Sardegna combattiva, campanilistica ed orgogliosa, così come può esserlo una Napoli alla stessa maniera, vedi il caso Sal Da Vinci, che proviene da una specie di micro-universo musicale come quello napoletano dove certi loro artisti locali vendono più copie del proprio album di quante non ne vendano altri noti cantanti nazionali in tutta Italia), che sulla quantità di voti "familiari" (non a caso, anche durante la scorsa edizione di "Amici" vennero fuori diverse polemiche di questo tipo proprio tra gli studenti, che si accusavano l'un l'altro di ricevere voti dalle proprie famiglie che arrivavano a spendere anche 7.000 euro in televotazioni).

E la musica, come sempre, non c'entra più niente.
Lo stesso Marco Carta, dopo la vittoria (nelle numerose ospitate dei giorni seguenti) a chiunque gli chiedesse come mai - secondo lui - così tanta gente lo aveva votato, rispondeva che probabilmente è "perchè sono un ragazzo semplice, simpatico, sempre sorridente". Se lo chiedevano alle fans accorse in massa ad ogni trasmissione nella quale lui fosse presente, urlavano "perchè è trooooooppo cariiinoooooo!!!"...
Cioè, chiariamo un po' la cosa: questo prende milioni di voti perchè è carino, simpatico e sorridente?
Ma non si trattava di una gara canora?
Allora forse non avrebbe dovuto partecipare ad "Amici" o al Festival di Sanremo, quanto piuttosto alle selezioni per la pubblicità della Durban's, o a qualche concorso per Mister Simpatia, Mister Dolciotto o Mister Carino-come-una-paperella... no?!?

Marco Carta, insomma, già "prodotto della televsione", già esempio perfetto di quella (nuova) generazione di artisti dello show-biz la cui "gavetta" sono i reality, ha vinto Sanremo 2009 utilizzando al 100% le regole di un talent-show. Che in fondo non è nemmeno una colpa, perchè egli stesso è un segno del suo tempo, un figlio di questo modo di fare spettacolo e intrattenimento. L'unico modo che conosce, l'unico che gli hanno insegnato.

Concludendo...
Ci sono canzoni la cui vita dura esattamente il tempo di un Festival di Sanremo: cinque giorni.
Questi sono artisti che salgono sul palco, cantano, scendono e dei quali non sentirete più la loro canzone, perchè non verrà nemmeno passata dalle radio.
Ci sono canzoni che vivono anche DOPO il Festival, che hanno riscontro, che vendono qualche disco, che godono di airplay radiofonico. Il feedback positivo in certi casi scema velocemente, in altri dura diverso tempo. In realtà bisognerebbe tirare le somme almeno dieci mesi dopo (cioè anche con un'estate di mezzo ed un eventuale tour) per capire se è stato un fuoco di paglia o qualcosa che ha realmente attecchito (ricordate "Salirò" di Silvestri? Ecco).
Ci sono poi canzoni e artisti che durano per sempre.
Le cui vite lasceranno una traccia indelebile nella musica italiana, indipendentemente dai propri gusti personali.
Perchè per quanto mi riguarda Marco Carta avrà pure vinto Sanremo, d'accordo, ma rimarrò seduto in riva al fiume per vedere se tra dieci anni qualcuno si ricorderà ancora di lui (come Tiziana Rivale? Come i Jalisse?). O c'è davvero qualcuno che crede ad un domani in cui il suo nome potrà affiancarsi a quelli di Zucchero Fornaciari, Vasco Rossi, Laura Pausini o Eros Ramazzotti?!?

Bene: e ora che le Sara Rossini di tutta la nazione (brrr) mi sparino pure addosso!!! ;)

martedì 24 febbraio 2009

Wired + Riccardo.


E' da domenica che sono senza collegamento internet a casa ('fanculo Alice) quindi - anche approfittando di questo wi-fi - non so se gli altri amici e/o colleghi fumettari abbiano già segnalato quanto sto per postare...

E' finalmente uscito in edicola il primo numero della versione italiana della prestigiosissima "Wired", per conto della Condè-Nast (guarda un po' il mio stesso editore di "Vanity Fair") e - sfogliandolo - tra stupore e incredulità, trovo il nostro Burchiellone nazionale tra "i 24 personaggi italiani da tenere d'occhio: 24 mondi, mestieri, saperi, per scoprire un Paese che ha il coraggio (e l'orgoglio) di cambiare", un lungo reportage firmato da Silvia Ballestra e Luca Sofri.

Ventiquattro, su - quanti? - tipo sessanta milioni di italiani.
Dentro ci sono l'oggi e il domani; ci sono scuola, robotica, archeologia, biologia, alimentazione, software, salute, volontariato, chimica, televisione, cinema, editoria, filosofia, informazione, musica, ecologia, economia e... fumetto!!! ;)
Che figata...
Bella, Riccardo, sei un grande!!!

venerdì 20 febbraio 2009

Facciamoci del male, su...



Bello e struggente il pezzo di Phil Collins (del 1984). Bello, avventuroso e romantico l'omonimo film dell'omonimo anno - in Italia intitolato "Due vite in gioco" - di Taylor Hackford* con Jeff Bridges e Rachel Ward (uno di miei sogni erotici di quando ero 14enne, nonostante - rivista oggi - ci sarebbe da incarcerare il suo parrucchiere di scena!). Ma soprattutto bello, bellissimo, ogni ricordo legato a questa canzone, per noi che facciamo i duri ma siamo cresciuti ballando lenti alle feste in casa negli anni '80...

* che poi è anche il regista di altri celebri film come "Ufficiale e gentiluomo", "Il sole a mezzanotte", "Proof of life - Rapimento e riscatto" o "L'avvocato del diavolo"...

mercoledì 18 febbraio 2009

Ancora su musica e discografia.

Cattive abitudini [1]: deluxe editions.



Dopo le personalissime bordate su "X-Factor", torno a parlare di musica ricollegandomi ad una delle tante derive che potevano partire proprio da quel post, e cioè certe "cattive abitudini" delle case discografiche. In questo caso, parlo delle "edizione deluxe" degli album, quelle che escono qualche mese DOPO la prima edizione del nuovo CD di un artista, che solitamente contengono quattro/cinque tracce in più, inedite.

Fondamentalmente il discorso è che trovo questo escamotage discografico in qualche modo "offensivo" verso l'acquirente della prima edizione, ovverosia (nella maggioranza dei casi) il VERO fan. Le case discografiche rieditano gli album nella speranza di spremerci un paio di singoli in più, per ridargli un po' di ossigeno nella loro posizione su Billboard, per rivitalizzarlo nell'airplay radiofonico che magari comincia ad essere debole... si, insomma: per venderne quattro copie in più!!! Secondo i loro esperti di mercato, questo è un modo per combattere la crisi delle vendite (oltre che scatenare inutili guerre contro la pirateria, internet, il peer to peer, la generazione del web 2.0, ma questa sarebbe a sua volta un'altra lunghissima deriva). E' ridicolo. Non è così che si combatte una crisi.

Torniamo quindi al concetto di "offesa": il VERO fan, che solitamente è anche un appassionato/collezionista/pollo (un po' come noi che magari abbiamo in libreria quattro edizioni diverse del "Dark Knight" di Miller, no?) nonostante qualsiasi crisi economica acquista il nuovo album del proprio artista preferito non appena esce nei negozi, decidendo che in fondo può permettersi di spendere quei 16 euro per avere la copia originale del suo CD da mettere accanto alle altre della discografia completa. Assai probabile che aspetta da tempo l'uscita di quel disco, proprio in quanto fan.
Sei mesi dopo nei negozi esce la famigerata "edizione deluxe" di quello stesso album. Qualche nuovo acquirente c'è, è ovvio (ma una riedizione, guarda caso, non diventa mai un platino da sola, a meno che non si vada a SOMMARE alle vendite della sua edizione originale); il VERO fan se lo compra di nuovo, e - di fatto - la casa discografica lucra due volte sulla stessa persona, proprio su quella che è stata il suo primo vero supporter. Roba che gli artisti stessi, in un mondo migliore, dovrebbero avere la sensibilità di capire una cosa del genere, questo concetto di vera e propria SPECULAZIONE sui propri fans, lo "zoccolo duro" che li rende ciò che sono. Ma evidentemente non gliene può importare di meno, di fronte al denaro.

Non solo (alzo il tiro): roba che ogni volta che acquistiamo un album originale, dovremmo ricevere una sorta di codice cliente tramite il quale - se esce una "edizione deluxe" - la casa discografica spedisce a casa di tutti coloro che hanno acquistato la prima edizione un mini-CD con quelle quattro/cinque tracce in più contenute nella nuova edizione (una sorta di disc 2), quasi a PREMIARE la fedeltà di chi ha investito subito in quel prodotto, FIDELIZZANDOLO come cliente e APPAGANDOLO come fan. Ma questa è pura fantascienza, non è vero?

Questa cattiva abitudine è MOLTO diffusa nel genere rap/R&B, che - ricordiamocelo - negli Stati Uniti (cioè quello che rimane il mercato discografico più grande del mondo) è tuttora saldamente il genere più ascoltato e venduto. Ultimamente le case discografiche sembrano farlo con OGNI nuovo album di OGNI loro artista. Dopidichè avvengono anche strani paradossi: l'ultimo album di Rhianna*, per esempio ("Good girl gone bad", Def Jam/Universal) è stato pubblicato nel 2007 con 12 tracce, 5 delle quali sono diventate singoli (dopo la hit mondiale "Umbrella"). Quasi un anno dopo, è uscita una nuova versione denominata "Reloaded" con qualche remix e 3 tracce in più, 2 delle quali sono diventate nuovi singoli per PROLUNGARE la sua vita in classifica (erano "Take a bow" e "Disturbia" con i Maroon 5). Oggi, a distanza di quasi due anni dalla sua prima pubblicazione, radio e televisioni musicali stanno trasmettendo il nuovo, ennesimo, singolo (e relativo videoclip) tratto da quell'album, ovvero "Rehab" con il feat. di Justin Timberlake... ma questo pezzo era contenuto nella tracklist originale!!! Che senso ha? Mah :(

* [apro una breve parentesi su Rihanna, la più perfetta macchina discografica musicale degli ultimi anni. Io infatti non riesco davvero a capacitarmi di come una ragazza così giovane, brava e bella bella bella come lei, che - solo volendo - avrebbe migliaia di pretendenti/gentiluomini in tutto il pianeta Terra pronti a fare la fila per portarla su un piedistallo d'argento come fosse la loro Principessa, possa invece decidere di mettersi insieme ad un idiota senza talento che la corca di botte!?! Fine parentesi].

Torniamo al discorso principale.
Un altro esempio curioso, che però in questo caso mi ha colpito abbastanza positivamente, è quello dei Coldplay. Personalmente, non ho mai seguito più di tanto la band di Chris Martin, ma devo dire che il loro ultimo "Viva la Vida" (Capitol/Emi, 2008) l'ho trovato veramente un album molto bello. Del quale, in seguito, è uscita un'edizione extended con un secondo CD contenente altre 8 tracce (in questo caso, il concept di base del progetto prevedeva una propria identità, con un proprio titolo a parte: "Prospekt's March"). Se io mi fossi comprato la prima edizione, mi sarebbero girate le palle nel non avere il secondo CD per una differenza di prezzo di soli pochi euro (perchè nei negozi, inizialmente, si trovavano entrambe le versioni). Ma i Coldplay, insistendo con la propria casa discografica, hanno rilasciato anche una versione "singola" di questo secondo disco, un "ep" confezionato in cartoncino, e che - a questo punto - i fans/acquirenti della prima edizione possono comprarsi senza bisogno di riacquistare nuovamente tutto "Viva la Vida/Prospekt's March". E' pur sempre una speculazione, lo so (nel senso che i doppi album sono SEMPRE una speculazione!) e non saranno certamente i livelli di fantascienza che ipotizzavo poco fa... ma è già una gran bella differenza, no?

Le case discografiche, dunque, dovrebbero capire che la crisi del mercato non si combatte con stupide guerre contro internet o con speculazioni ai danni dei consumatori, mancando di rispetto proprio a coloro che ancora comprano dischi. Ben venga quindi l'esempio (tutto italiano) di J.Ax, che proprio in questi giorni esce con il suo nuovo album "Rap'n'roll" (Sony/Bmg) al prezzo di 9,90 euro, senza bisogno di allegarlo ad un qualsiasi giornale. E' il VERO costo che dovrebbe avere un CD inedito quando arriva nei negozi. E' ciò che farebbe tornare la gente a comprare dischi. E' così che si combatte una crisi e che si rispettano i propri fans.

lunedì 16 febbraio 2009

San Valentino 'sta cippa.


Il mio San Valentino è cominciato alle 6:30 del mattino. Non che io l'abbia mai festeggiato in vita mia, sia chiaro (e devo ammettere di aver sempre avuto la fortuna di avere accanto compagne che la pensano come me, compresa mia moglie). Che lo festeggino gli altri, i pischelli, gli smielati, gli eterni fidanzatini, i finti romantici con rose cioccolatini profumi gioielli che poi però magari di nascosto, la notte, vanno a zoccole.

Dobbiamo portare Giulia all'ospedale pediatrico Bambin Gesù, vicino San Pietro. L'ennesima visita specialistica, nella speranza che possa stare meglio. Alle 8:00 siamo già lì. Numerino, fila, un boato di altri bambini di tutte le età (poveri cuccioli) in sala d'aspetto, poi il prelievo del sangue, e alle 9:30 abbiamo fatto. Dobbiamo aspettare le 12:30 per l'appuntamento con la dottoressa, una volta avute in mano le analisi.
"Non rimanete qui in sala d'aspetto, ci sono troppi bambini malati e troppi virus in circolo, la vostra bimba ha solo un mese, ci manca solo che si prenda pure una bronchiolite", ci dicono. OK, d'accordo. Dobbiamo solo aspettare tre ore senza poter fare nulla. Andremo un po' a spasso con la carrozzina, nella giornata più fredda che Roma ricordi in tutto questo inverno. Ci siamo alzati alle 6:30, dopo essere andati a dormire non prima delle 3:30... che problema c'è? Cosa sarà mai un po' di sonno arretrato? E ora fuori ci sono 4 gradi, ma cosa sarà mai un po' di freddo? Almeno c'è il sole.

Camminando camminando, un caffè a via della Conciliazione e arriviamo in piazza San Pietro. Alzo gli occhi verso l'alto, faccio anche un segno della croce, e tra me e me prego (con il pensiero rivolto a Giulia): "Signore, su, dacci una mano!!!"

Il tempo sembra non passare mai, ma tra un pianto, una poppata "randagia" in macchina nel parcheggio multipiano Terminal Gianicolo, un altro paio di caffè ed un cambio del pannolino ecco arrivare le 12:30 (la visita andrà abbastanza bene, i valori sono regolari, ma il riflusso sembra che ce lo teniamo e basta); tra una cosa e l'altra risaliamo in macchina verso le 14:00.
La mamma di Tere, visto che è sabato e non lavora, ci dice al cellulare se vogliamo portare la bimba da lei (che in effetti non vede l'ora) così almeno noi ci riposiamo un po'. Recuperiamo le forze, ce ne andiamo a dormire un paio d'ore. Accettiamo nella frazione di un secondo. Va bene: il tempo di mangiare un boccone per strada, di arrivare a Torre Angela dal centro. Un'oretta e siamo lì.

Verso le 15:00 entriamo a Torre Angela dal suo accesso principale, cioè via di Torrenova. Stiamo già pregustando l'anelato sonnellino pomeridiano sotto al piumone. Inutile dire cazzate: siamo congelati fino alle ossa e distrutti dalla stanchezza, snervati non solo per la mancanza effettiva di sonno ma anche e soprattutto dalle preoccupazioni. Tra poche centinaia di metri saremo sotto casa dei miei suoceri, evvai...

... non fosse per quel ragazzo su quella Honda Hornett gialla. Quello lì, si, quello che viene verso di noi, in senso contrario. Che improvvisamente perde il controllo della sua moto. Me lo vedo tutto "in diretta", in pochi secondi: cade da solo, senza un apparente motivo, il suo corpo lanciato sulla strada, alla mia sinistra, scivolando via diverse decine di metri (senza che si farà un graffio, incredibile)... la sua moto invece DRITTA DRITTA ADDOSSO A NOI, investendo frontalmente la mia Fiesta, anche se io avevo frenato prima ancora che ci prendesse in pieno!!!

Nel tardo pomeriggio, dopo che mio suocero mi ha riaccompagnato a casa per prendere la Peugeot 106 di Tere (nel senso che attualmente sono SENZA macchina) mentre guido per raggiungerli a cena, il mio pensiero torna a quella stessa mattina, e alzando nuovamente gli occhi al cielo, mi esce spontaneamente dal cuore: "Ehi, Signore... io ti avevo chiesto di darmi una mano, NON DI DARMI UNA MOTO!!!"

Sabato 14 febbraio 2009.
Tere, comunque stanca, ha deciso di restare a dormire dai suoi con la bimba.
E mentre probabilmente là fuori migliaia di categorie come quelle di cui sopra sono freneticamente in giro a festeggiare il loro ammmore, io sono a casa mia, di sabato sera, da solo... si, FINALMENTE da solo!!!
Con la musica in sottofondo, la quiete che non ricordavo più, disegnando.
E che si fotta San Valentino!!!

mercoledì 11 febbraio 2009

The "X" Factor?!?


Premessa: premesso che io "X-Factor" non lo guardo a priori, perchè a priori MI RIFIUTO di seguire qualsiasi programma con Simona Ventura al suo interno, che tanti anni fa mi era pure simpatica (quando faceva "Mai dire gol" o "Le iene") ma adesso NON LA SOPPORTO PIU', con quel suo atteggiamento da funzionario Rai onniscente ed onnipresente, con quella sua aria di infallibilità, saccenza e strapotere, di colei che tutto sa e tutto può, e che per me attualmente "X-Factor" resta una bella serie a fumetti scritta da Peter David... beh, premesso questo, vado col pezzo.
E non me ne voglia il buon Diegozilla ;)


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Fosse uno, lo capirei.
E invece sono due, tre, dieci e via dicendo. Tutti a dirmi: "Si, però almeno in questo programma c'è il talento", come se la sola parola TALENTO bastasse a giustificare qualsiasi boiata ci voglia propinare la televisione. Eh no, signori miei, il talento (anche là dove ci fosse realmente) non basta. Perchè allora - con lo stesso presupposto - anche alcuni ragazzi della scuola di "Amici" di Maria De Filippi hanno innegabile talento. Ma non giustifica dirette di tre ore e passa, delle quali ben più della metà tra litigate, processi, polemiche e polemichette varie... che poi non a caso questo tipo di trasmissioni si assomigliano sempre di più, perchè azzuffarsi - anche tra docenti o giurati che siano - alza gli ascolti, e gli autori lo sanno bene (che certe litigate sono studiate a tavolino, con tanto di copione, e il pubblico lì che se le beve come fossero vere)...
Il telespettatore medio di "X-Factor" (che poi è proprio quello che fa i numeri) ha "scoperto" Morgan un anno fa, senza averlo mai sentito nominare prima (i più appassionati di gossip forse solo per la sua storia con Asia Argento) eppure trovandolo così originale, anticonformista ed acuto. Chi invece ha sempre seguito Morgan, dal primo album dei Bluvertigo in poi, e che gli ha sempre riconosciuto una cifra stilistica colta ed eclettica, pensa che con "X-Factor" si stia solo sputtanando di brutto!!!

Ma tornando al talento (quello in nome del quale il grande pubblico si sente giustificato alla visione) io non andrei al cinema a vedere un film dei Vanzina solo perchè nella loro ultima pellicola hanno convinto Harvey Keitel a interpretare una parte (magari coprendolo di denaro): lui è un grande talento, d'accordo, ma il contesto rimane pur sempre un film dei Vanzina con Boldi e De Sica!!! Un concetto chiaro, no?

"X-Factor", dunque, sarebbe un programma che scopre nuovi talenti della musica. Un format che sta funzionando in diversi paesi oltre al nostro (cosa che invece non avvenne qualche anno fa con "Operazione Trionfo", che nella sua versione italiana fu un vero flop). Eppure la musica - non solo per chi ci lavora - è altra roba. E' roba molto più seria. E non sarà certo Rai 2 a farmi "scoprire" nuovi talenti. O meglio: lo farà per la massa nazional-popolare a cui è diretto, quei milioni di persone che ogni giorno - attraverso i grandi network radiofonici e/o televisivi - ascoltano musica in maniera passiva.

La Ventura, ma anche Mara Maionchi (che sarebbe una discografica) e Morgan, barano.
E con "X-Factor" mentono sapendo di mentire, soprattutto quando parlano alla gente di professionalità, carriera e discografia.
Stanno lavorando, strapagati dalla Rai, ma sono i primi a non credere al telento di questa gente che fa la fila per i provini, presentandosi a migliaia. Sono i primi, proprio loro, a sapere che una carriera musicale si costruisce su altre basi, certamente non passando da qui.
Il talento non arriva dalla televisione. Il talento, quello vero, scaturisce quasi da solo. Sgorga in maniera spontanea. Qualche volta è lui che trova te. Altre volte, da ascoltatore ATTIVO, sei tu che trovi lui. E non certo il lunedi sera su Rai 2, ma nei live-club, in certi negozi di dischi, nei festival indipendenti, nelle trasmissioni radiofoniche specializzate, in internet, nelle nicchie di settore. Con le antenne sempre accese, le orecchie sempre aperte, la curiosità a palla, la sete continua di nuove voci, nuovi suoni, nuovi stimoli creativi (ecco perchè Morgan è doppiamente ipocrita: perchè - aldilà dell'ingaggio che ha ricevuto - la pensa anche lui così).

Allora ti rendi conto che in Italia, ogni anno, escono tante cose validissime, veri esempi di talento musicale. Che vengono pubblicati album straordinari come quelli di Diego Mancino o Patrizia Laquidara (per fare due esempi recenti) senza bisogno che "X-Factor" ci faccia scoprire una Giusy Ferreri qualunque, proponendoci per talento un prodotto OMOLOGATO il cui risultato sono grandi vendite nei megastores dei centri commerciali, superclassifiche da "TV sorrisi & canzoni", sovraesposizioni radiotelevisive, come sindromi da fast-food (e da sfrantumamento di coglioni). Si, certo: USA E GETTA!!! Perchè la televisione da' un grande successo immediato, grande visibilità e popolarità, ma con la stessa velocità consuma e distrugge. I vincitori di determinati format musical-televisivi (?) pubblicano subito un disco che vende molto, perchè il pubblico di quei programmi è numeroso. Le case discografiche hanno l'opzione "da contratto", quasi sempre per un solo album. Poi masticano, gettano via e dimenticano, perchè nel frattempo quello stesso programma da cui hanno attinto l'artista di turno è arrivato all'edizione successiva, quindi bisogna spingere l'artista successivo e battere il ferro finchè è caldo.

Marco Carta o Giusy Ferreri dureranno poco. Perchè vengono dalla televisione come le Lollipop di "Popstars". Perchè potrebbero anche avere talento (o forse solo delle belle voci?) ma non hanno CREDIBILITA'. Televisione e discografia sono due cose ben distinte, tenetelo ben presente. Perchè l'industria discografica è spietata. Non crede ai fenomeni televisivi: li usa. Sapendo bene (anche nell'opportunismo che gli è proprio) che la credibilità di cui sopra si costruisce in maniera diversa, nelle cantine, nelle salette prove, negli studi di registrazione, nei locali, nelle radio, suonando dal vivo in lungo e in largo per lo stivale... insomma: non vincendo una trasmissione televisiva!!! E lo stesso crudele meccanismo non vale solo per le case discografiche, ma anche per la critica, la stampa specializzata, i promoter, i management, etc... cioè tutte quelle realtà professionali che - pur nelle loro logiche perverse (a cui potremmo dedicare un altro intero post) - fanno DAVVERO girare la musica, creandone sì il mercato, ma anche supportandola e facendola durare nel tempo.
Chi opera dietro le quinte di questo settore, chi ha davvero occhio lungimirante e punta su investimenti a lungo raggio, crede in altre cose. Non a caso TUTTE le più valide realtà musicali italiane degli ultimi dieci/venti anni, leggere, pop, rock, impegnate e/o alternative che siano (che proseguono album dopo album, che hanno decine di tour all'attivo) NON provengono dalla televisione, ma da ben altro tipo di gavetta...

Ridendo e scherzando, io sono undici anni che scrivo (professionalmente) di musica.
Certi giochetti, ciclicamente, li ho visti proporre (anche scrivendone) più e più volte.
E finiscono tutti, sempre, nello stesso identico modo.
Non credete? Magari ne riparliamo tra qualche tempo.
Sarò sempre qui a poter fare il punto.

giovedì 5 febbraio 2009

[classifica]: Yes we can!!!


Stavolta, non lo nego, non è che l'avessi semplicemente "trascurata". No, stavolta l'avevo proprio DIMENTICATA* lì. Ma sapete com'è, no? Tra dicembre e gennaio, ho avuto leggermente da fare tra monitoraggi, ospedali, reparti maternità, culle, poppate e svariate notti insonni!!! ;)

Eppure la Classifica del Massacratore va avanti.
E finalmente l'ho aggiornata.
Ma l'unica vera nota degna di essere segnalata è l'ingresso in settima posizione di Barack Obama, il neo Presidente degli Stati Uniti. Una new-entry che mi ha sorpreso (cinismo, ironia o entrambe le cose?) e che trovo MOLTO interessante; non mi dispiacerebbe affatto dovermi inventare una storia che risulti divertente e allo stesso tempo anche credibile (?) su di lui... ma il 28 febbraio è ancora lontano, e i giochi potremmo chiuderli soltanto allora. Quindi continuate a votare, mi raccomando!!!

Che altro dire?
Che il Massa contro "XL" la scelsi io per lanciare il ritorno della Classifica, che con i guidatori di Smart mi sono divertito, che con il Rrobe nazionale (anche se non avrei voluto) alla fine credo di aver tirato fuori qualcosa di buono... ma per il resto - nonostante io tenti sempre di fare appello alla CREATIVITA' di chi vota - c'è da farsi venire due palle così!!! Cazzo, sembra che l'unica cosa che faccia avvelenare la gente siano i personaggi della TV (che in realtà basterebbe solo spegnerla). E invece presentatori, vip, imprenditori e showgirls sono tutti lì, alti in classifica, come fossero il male peggiore della nostra Italietta. Mentre anche solo andando a leggere le votazioni "a quota uno", ci trovo idee molto più stimolanti ed interessanti. Ecco perchè a volte mi prende male.

* Probabilmente non ho la testa (e i mezzi?) per stare dietro a 'sta cosa come si deve. Magari dopo la conclusione di quest'ultima petizione ancora in corso la fermo una volta per tutte. O magari APPALTO il tutto (classifica e tavole centrali dell'albo) a qualcuno con più testa della mia. Mah, poi vedremo...

lunedì 2 febbraio 2009

[consciousness] • Back to school


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Ne parlavo, mi pare, proprio venerdi scorso con Ottokin: a me certe menate di stampo S/M, bondage o burlesque che siano (non a caso il discorso partiva da alcune discutibili foto di Dita Von Teese), nonostante sembrino così trendy e alternative-chic, mi hanno sempre fatto cagare!!! Non so, è qualcosa completamente al di fuori delle mie corde. Sono gusti, è ovvio, come chi in gelateria preferisce il limone al cioccolato. Ma tant'è: mascherine, collari, pelle nera, catene, frustini, manette e corde varie le trovo tutte grandi minchiate, e fondamentalmente il loro grado di potenziale arrapamento sul sottoscritto è meno di zero.

Se davvero ognuno di noi ha un proprio immaginario erotico, il mio (sarò antico?) è decisamente più sul genere teen. Anche lì però, a voler essere pignoli, si aprono altre mille scuole di pensiero. Non amo le anonime ninfette da web stile "ragazza della porta accanto" (che poi voi avete mai avuto lolite del genere come vicine di casa?); sono più sul genere Jenna Haze in versione candida/perversa collegiale (quindi, in fondo, uno stato di conscious fiction) e se poco poco l'azione si sposta - che so? - in biblioteca, negli spogliatoi della palestra o nel dormitorio in compagnia delle sue amichette, beh... apriti cielo!!! ;)

P.S. = Nel frattempo, nonostante nel post precedente ne parlassi decisamente male, non riesco a spiegarvi perchè continui ad ascoltarmi ripetutamente il disco di Kanye West!!! Forse è per questo che ad un certo punto, nel descriverlo, usavo proprio l'aggettivo "ipnotico"?