venerdì 30 maggio 2008

Vasco live • Roma 29.05.08

[anche per cambiare post].

Altro che quelle menate di "Vasco Comics"!!! Vasco dal vivo rimane l'unico vero grande credibile Vasco, che nemmeno in studio vale tanto...
Fino all'altro ieri nemmeno immaginavo di andare al suo concerto romano all'Olimpico, anche perchè i biglietti erano introvabili da mesi, e quelli che ancora i potevano trovare (bagarini, ebay, etc.) avevano prezzi ingiustificabili. Ma le vie di Emergency sono infinite (o meglio, le loro RISORSE!!! Bella per Tere, stavolta) e all'improvviso ci siamo ritrovati con due biglietti ad un prezzo che possiamo definire "equo e solidale" (venti euro, per la cronaca) che peraltro sarebbe andato interamente all'associazione. Bene, allora si va!!!

Nonostante la pioggia, nonostante la tangenziale bloccata, nonostante gli scleri (e parlo di VERI SCLERI, di quelli che ti fanno dire "Mai più!!!") per trovare un parcheggio intorno all'Olimpico arrivando troppo tardi, nonostante mi fossi pure perso mia moglie che nel frattempo era andata a ritirare suddetti biglietti, alla fine siamo entrati... e lo spettacolo che ci si è presentato davanti agli occhi - signori miei - è di quelli da togliere il fiato: un'intero stadio pieno che canta parola per parola ogni sua canzone, un palco che sembra un'astronave ultra-tecnologica atterrata in curva sud. E lui, Vasco, mattatore assoluto del suo popolo, che canta, corre, salta, suda, esce, rientra, urla, ride, gioca con la sua band. Ecco: la sua band, sempre la migliore, quella che segna la differenza.

Andare ad un concerto di Vasco Rossi significa andare ad ascoltare la miglior line-up rock che probabilmente esista in Italia. In tanti anni, Vasco dal vivo l'ho visto diverse volte, dal mio primo concerto ("C'è chi dice no", tour 1987) allo "Stupido Hotel" del 2001, passando dallo storico "Fronte del palco" (1990) al tour de "Gli spari sopra" (1993)... e OGNI VOLTA - non lo nascondo - è una GRANDE emozione, anche se non è certo il mio artista preferito, e sono parecchi anni che non lo seguo più a livello di album.
Però dal vivo la sua musica è espressa al massimo, potente e pulita, piena di energia e di chitarre (Maurizio Solieri e Stef Burns) in una scaletta sempre ottima (per due ore e mezza di concerto) accompagnata dalla voce dello stadio, decine di migliaia di persone che cantano all'unisono. Roba da brividi, dico davvero.
Roba da andare assolutamente a vedere, almeno una volta. Che poi - in realtà - non si tratta di "vedere", ma di PARTECIPARE.

giovedì 29 maggio 2008

[post]AZIONE


Maledetto Thomas Magnum (dai, lo sai che te vojo pure bene, Fabrizio) che m'ha nominato nell'ultima delle catene che circolano, dalla quale oramai speravo fossi scampato.
L'ho già detto che ODIO le catene, vero?

Beh, il tema di stavolta è: "Fotografa la tua abituale postazione di lavoro (o le tue, nel caso ne hai più di una) indicando sommariamente cosa c'è e cosa ti serve. Poi invita alla catena altre cinque persone e sacrifica un numero di Kill Killer alla del Kalì"...
E tenete presente che non so nemmeno cosa sia 'sto Kill Killer!!!

Ora, mettiamo subito in chiaro tre cose:

1) NON BARERO'.
Zero farloccate. Ne parlavo qualche giorno fa pure con Ottokin... chissà quanti si "sistemano" la scrivania per renderla più figa prima di scattare la foto, tirando fuori gli oggetti più cool... libri, stampe, tazze, edizioni limitate, accessori e cazzate varie, crogiolandosi poi nel proprio disordine (farlocco pure quello) e poter dire "Scusate il disordine" che però fa così tanto artista pazzerello!!!

2) NON LA TIRERO' LUNGA.
Zero collezioni. Zero copertine appese. Zero modellini, giocattolini, giocattoloni, riproduzioni, robot, toys o quant'altro. L'intolleranza avanza: io odierò pure le catene, ma qualsiasi NERD degno di questo nobile appellativo a questo punto odierà me!!!

3) LA FERMERO' QUI.
E mi venga pure a cercare la dea Kalì.

E dunque, detto questo la mia "postazione" (se così si può definire) è assai semplice.
Avendo un portatile, mi sposto. A seconda del tempo e dell'umore.
Se sto dentro casa, pur avendo uno studio, non lavoro MAI nello studio (che peraltro presto diventerà una cameretta, no?). Mi piace stare sul tavolo del soggiorno, anche perchè è la stanza più luminosa, e volendo ci sono sia il mio impianto stereo che la TV. Quando devo disegnare, SE devo disegnare, chiudo il Mac, lo sposto e tiro fuori il materiale (fogli, matite, gomme, squadre, pennarelli, etc.). Nella foto - lato sx - sul tavolo si vede che sbuca solo lo scanner, e sopra c'è la custodia dell'album "Carnival Vol. II - Memories of an immigrant" di Wyclef Jean (tra l'altro assai bello!) ma solo perchè lo stavo ascoltando mentre ho scattato la foto.
Dietro si intravede la libreria dove tengo la "roba buona" (fumetti, libri, cd, dvd).

Quando ci sono le belle giornate, mi piace invece spostarmi a lavorare sul terrazzo. Nella foto - lato dx - sbucano solo le Lucky Strike e il posacenere, anche perchè non ho bisogno d'altro.
Se devo disegnare, idem come sopra.

Credo sia tutto.
Perdonate la pochezza, se potete.

lunedì 26 maggio 2008

OK, lo dico...


A causa di un maledetto quanto improvviso IMPREVISTO, da qualche giorno mi ritrovo a smanettare con un Macintosh nuovo di zecca. Volendo vedere il bicchiere mezzo pieno, direi che alla fin fine sono pure contento (anche se in questo momento non era davvero in programma il suo arrivo). Essendo uno che con il Mac CI LAVORA DAVVERO, piuttosto che un giocattolo da fighetti come l'Air mi sono concesso il top della gamma: un MacBook Pro 17" 2.5 ghz Intel Core 2 Duo, con 2 GB di ram e 250 GB di hard-disk (e Multi-Touch)... passando così - finalmente! - all'OS X Leopard. Nei prossimi giorni completerò il tutto con l'aggiunta del Time Capsule, così che non mi accadano più "imprevisti" come quelli di cui sopra.

Bene. Detto questo, aldilà di qualsiasi menata tecnologica e/o "invasamento" da Apple-maniaco (che tutto sommato a me di tutte le altre cose che fa la Apple oltre ai Macintosh, me ne frega davvero poco) sono diversi anni che questa macchina fa campare - anche piuttosto bene - me e la mia famiglia.
Mi colpì molto un commento del buon Mastro Pagliaro sul blog di Ottokin (quando ha annunciato che sta per diventare papà) che diceva: "A me l'idea che con la creatività, uno riesca non solo a mangiarci, ma a crescerci pure un figlio, mi fa venire le lacrimucce dalla gioia"...

Eh eh eh...

Questo per dire... si, insomma... i miei amici più caro lo sanno già, ma il MacBook non è l'unico bambinello in arrivo in questa casa!!! Diciamo che il prossimo gennaio ne arriva un altro, davanti al quale QUALSIASI ALTRA COSA passa in secondo piano. Ecco, l'ho detto.
Che poi in realtà non vedevo l'ora!!!
Yeeeah :)

giovedì 22 maggio 2008

Al parco con Emergency

Domenica 25 maggio 2008

• Per ingrandire la locandina, cliccateci sopra

Mi stavo (quasi) dimenticando di dirvi che domenica prossima - cioè il 25 - c'è questa bella giornata interamente organizzata da Emergency.
In pratica è un INVITO :)

Se abitate a Roma, se avete bambini, o una bici o anche una fidanzata o un cane da portare a spasso, il Parco degli Acquedotti è l'ideale (confidando nella clemenza del tempo, che però per domenica dicono essere buono).
Ci saranno diverse attività all'aperto, come le visite guidate o l'animazione per i più piccoli (vedere la locandina - peraltro realizzata dal sottoscritto - per programma, orari e numeri di telefono per le info)... è tutto assolutamente GRATUITO, salvo la vostra eventuale voglia/bontà di acquistare una t-shirt, un libro o una spilletta agli appositi banchetti.
Vi aspettiamo.

P:S: = Io domenica mattina partecipo pure al torneo di calcetto con una squadra appositamente messa su da noialtri "over 35" di Palocco, quasi una reunion... immaginate un po' che spettacolo!!! Eh eh eh ;)

martedì 20 maggio 2008

a little bit of PROUD

Della serie: in fondo un po' di SANO orgoglio ce l'abbiamo tutti!!!


Tra le varie cose con cui sono tornato a casa dalla recente Napoli Comicon, ho finalmente riletto questo bel redux di "Lost Kidz" ad opera delle Edizioni Arcadia (testi di Roberto Recchioni, disegni di Walter Venturi, € 6,00) di cui mi ha gentilmente fatto omaggio lo stesso Rrobe.
Aldilà del puro piacere nel rileggere il fumetto vero e proprio, che vuoi o non vuoi ha fatto parte della mia storia con la Factory, e aldilà della belle confezione editoriale oggi addirittura migliorata nella colorazione (che già all'epoca - dieci anni fa - era avanti!!!) ho trovato molto carina la parte finale, soprattutto l'intervista a Roberto e a Walter.
Anzi, mi correggo: "carina" sarebbe riduttivo.
L'ho trovata piacevolmente ONESTA.

Bene. Detto questo c'è un però.
(perchè "c'è sempre un però", come diceva il vecchio Paz).
Qualcosa che tra le righe era venuto fuori anche nel momento del famoso FACT! (quando Roberto aveva il suo forum personale) ma che anche lì - tra numerose polemiche di altro tipo - si era un po' perso nel nulla: le vendite degli albi Factory.
So che è un argomento DELICATO, soprattutto perchè sono perfettamente consapevole che riguarda la sfera dei ricordi (e su questo, ognuno - volendo - ha i propri) e che quindi certe cose siano dette in assoluta BUONA FEDE, sull'onda di emozioni tipicamente amarcord.

Continuo insomma e sentire che albi come "Zelda" o "Lost Kidz" fossero i best-seller della Factory.
E sono anni che questo concetto viene reiterato, anche in questa nuova edizione di "Lost Kidz".
In parte è pure vero, sia chiaro. I ricordi (piacevoli) di tutti si basano sulle fiere, e - di fatto - quei titoli vendevano di brutto, grazie anche all'assidua e costante presenza di Flavia e Walter allo stand, che si spaccavano la schiena per ore a disegnare per il pubblico. Rendo loro onore e merito di questo.
Io invece - mea culpa! - ero (e sono ancora) pigro. Disegno poco, mi defilo, scappo al bar o a cazzeggiare in giro.
Tutto vero, però... però... ecco il però.

Non farò numeri (ma CE LI HO).
Diciamo che alla fine delle fiere, si contavano le famigerate "X" segnate sul quadernone quadrettato, perchè bisognava dividere la cassa, ed ognuno a quel punto si prendeva i propri soldi. Un albo come "Zelda" - che superava tutti - chiudeva a TOT copie in prima battuta (dopo una Lucca Comics e un Expocartoon di Roma messe insieme); il Massacratore chiudeva - diciamo - ad UN TERZO di quelle copie (e sto generosamente ragionando per difetto, dato che proprio in FACT! si era stabilito fossero all'incirca la metà).

Ma se è vero che il buon Luca si occupava della contabilità (?) non si dice MAI che io mi occupavo della comunicazione/promozione e soprattutto del rapporto con i nostri DISTRIBUTORI. Che spedivano i fax con i loro ordini a me. A casa mia. Le cui paginette sbiadite ho tuttora conservate nella "cartellina Factory", come fossero un archivio storico. E che dicono - nero su bianco - che il Massacratore aveva il QUADRUPLO degli ordini di ogni altro nostro albo. Idem anche per i riordini.
Ecco il mio però: con certi dati alla mano, sarebbe quantomeno opinabile stabilire quali fossero realmente suddetti best-seller, capite?

Il Massa viveva "di rendita", ereditata dalla precedente serie regolare (e sia chiaro: sarebbe stata la stessa cosa anche per "Capitan Italia", se fosse entrato in Factory); i distributori ne acquistavano a priori - solo sul titolo e "sulla fiducia" - una quantità ENORMEMENTE più alta. Che però - per dovere di cronaca - già nella stagione '98/'99 (cioè l'annata Factory) cominciavano ad essere ridicoli rispetto agli anni precedenti. Si, perchè fino a qualche tempo prima si facevano dei numeri oggi impensabili, sia con il Massa che con il Capitano (che probabilmente ne faceva anche di più).

Beh, tutto qui.
Anzi, no.
Anche io nasco come fumettaro, ma poi si - assolutamente si! - divento giornalista e grafico mercenario, piuttosto che creativo. Pensate che basta cliccare si internet per saperlo, ma d'altronde oggi con il computer si fa tutto! Meditate, gente, meditate... ;)

E bella per la riedizione di "Lost Kidz"!!!

giovedì 15 maggio 2008

Renoir/Brunori.


Ieri sera sono stato alla mostra di Pierre-Auguste Renoir al Complesso del Vittoriano.
Come lo scorso dicembre per Gauguin (ne parlavo qui) anche stavolta si trattava di una serata speciale, con il museo aperto "fuori orario" e una guida privata esclusivamente per noi. E - come lo scorso dicembre - alla fine del percorso ci aspettava anche un bel ricevimento/buffet nel roof garden della terrazza panoramica!!!
Il titolo della mostra - inaugurata lo scorso 8 marzo e in programma fino al prossimo 29 giugno - è "La maturità tra classico e moderno", ed è dedicata proprio alla cosiddetta seconda fase del pittore francese, quella avvenuta DOPO il suo viaggio in Italia nel 1881, dopo il quale cambiò modo di dipingere, abbandonando ogni tecnica ed estetica impressionista.
Nonostante possa provare un certo orgoglio nel fatto che Renoir sia stato così profondomante influenzato dalla nostra pittura, personalmente non condivido molto l'idea (comunemente diffusa) che questa fase della sua vita artistica venga definita quella "più matura" rispetto al periodo impressionista, dato che trovo la sua numerosa produzione legata all'Impressionismo (che in buona parte ho avuto modo di ammirare a Parigi, al Musèe D'Orsay) davvero fantastica, se non addirittura migliore.
Vedere ad esempio il celebre Ballo al Moulin de la Galette o anche La colazione dei canottieri.

Ma - lo so bene - non sono un critico d'arte.
E volevo solo agganciarmi ad un altro argomento...

Mentre eravamo ancora all'ingresso ad aspettare il nostro momento di entrare, all'altezza del corner con i cataloghi in vendita delle mostre in corso, mi casca immediatamente l'occhio su di un nome: Enzo Brunori.
C'è un'intera mostra a lui dedicata in un'altra ala del Vittoriano, cominciata lo scorso 24 aprile e che durerà fino al prossimo 16 giugno. E' intitolata "Una poetica del colore nel secondo Novecento". Accidenti, nemmeno lo sapevo...
Ma che strana emozione.

Dovete infatti sapere che Enzo Brunori è stato il MIO professore di pittura all'Accademia di Belle Arti di Roma. Era peraltro il titolare della più prestigiosa cattedra di pittura di via Ripetta, uno che metteva in soggezione anche gli altri professori, che quando lo incrociavano per i corridoi dell'Accademia lo salutavano con un "buongiorno, Maestro", abbassando lo sguardo, con riverenza. Perugino, classe 1924, morì nel 1993 qui a Roma, mentre io stavo ancora frequentando il terzo anno.
Il nostro rapporto fu estremamente conflittuale: io nell'arroganza dei miei vent'anni, lui nella tipica saccenza egocentrica dei grandi Maestri. Non riuscivamo davvero a comunicare, io e lui. Ero arrivato ad odiare i suoi maledetti quadratini colorati!!! Ricordo che nella mia stessa classe (nello stesso anno) c'era anche l'artista romano Cristiano Pintaldi, che - come me - non riusciva ad avere alcun confronto con lui. E mi sembrava quasi "consolatorio", in quel momento, come se non fossi solo io quello pazzo.
Probabilmente, ripensandoci oggi, non avremmo dovuto cercare un confronto (che poi diventava scontro), ma apprendere e basta, con maggiore umiltà.

Brunori guardava con un certo disprezzo i fumetti.
Noi fumettari all'Accademia eravamo chiamati "pupazzettari", e bastava un suo solo sguardo (casuale?) su una mia tavola per leggerne il più totale disinteresse, forse anche il disgusto.
All'epoca non riuscivo ad accettare questo snobismo.
Oggi, con qualche anno in più sulle spalle - e diversa esperienza - mi rendo conto che era una persona anziana, e che le nostre visioni erano così lontane non solo in termini artistici, ma anche (e soprattutto) generazionali.

A quindici anni dalla sua morte, essere in un luogo così autorevole, sfogliare il catalogo a lui dedicato (pieno di immagini dei suoi straordinari lavori), rendersi conto di che personaggio si trattasse nel contesto della pittura italiana contemporanea... non so, mi emoziona... capisco - adesso come non mai - che Brunori è stato realmente l'ultimo vero grande pittore che l'Accademia di Roma abbia avuto ad insegnare nelle proprie aule.

martedì 13 maggio 2008

Jews komikz


Il primo è "Fagin l'ebreo" di Will Eisner, Fandango Libri, € 20.
Il secondo è "Un gangster ebreo" di Joe Kubert, Planeta DeAgostini, € 9,95.
Due fumetti molto simili, eppure in realtà assai diversi l'uno dall'altro.
Due splendide graphic novels da due grandi Maestri.

Eisner riscatta il personaggio di Fagin dallo stereotipo con cui ce lo consegnò Charles Dickens nel suo celebre "Oliver Twist".
In una delle tavole finali, Fagin - proprio nel rivolgersi a Dickens che è andato a visitarlo in carcere - gli dice: "Verità?!? Indicare un uomo riferendosi solo alla sua razza è verità? O lo è usare "ebreo" come sinonimo di "criminale"? O è forse verità ritrarre un ebreo sulla sola base del pregiudizio?"...

Quello di Kubert è invece un vero e proprio romanzo di formazione, la storia dell'adolescente Ruby Kaplan che per sopravvivere sceglie giocoforza la via del crimine organizzato del quartiere ebraico nella New York della Grande Depressione, tradendo - senza nemmeno rendersene conto - quelli che sono i valori ricevuti della propria famiglia.

Acquistateli e leggeteli, prima che il nuovo governo li renda vietati... ma soprattutto (per chi come me vive a Roma) prima che Alemanno ne faccia sequestrare OGNI copia esistente dalle librerie di fumetti e di varia di tutta la città!!!

venerdì 9 maggio 2008

Badabum cha cha


Fondamentalmente, tra le majors discografiche che si interfacciano con il rap e la cultura hip hop in generale, la Universal è sempre stata quella che ci riesce meglio (forse anche grazie all'innegabile intuito di Paola Zukar, per dare a Cesare ciò che è di Cesare); dopo Fabri Fibra, quindi, ecco entrare in scuderia questo Marracash.
Al secolo Fabio Rizzo, l'mc in questione gravita nell'area della Dogo Gang (cioè Club Dogo e compagnia bella) ed è prima di tutto un b.boy CREDIBILE, nato in Sicilia ma cresciuto nel quartiere popolare Barona di Milano.

Non ho ancora avuto modo di sentire l'album (che mi dicono uscirà a fine maggio) ma il primo singolo - ragazzi miei - spacca di brutto!!!
"Badabum cha cha" ti entra nella testa per la forza rettilinea dei suoi quattro quarti, per il beat potente, per il refrain ossessivo, per quel sapore etnico (arabo, africano) e cupo dei suoni, per le trombe da stadio, che sembrano annunciare un allarme bomba, se non addirittura l'apocalisse...
Poco altro da dire: non avrà le finezze espressive di Caparezza o i virtuosismi musicali del suo "Eroe, storia di Luigi delle Bicocche" (tanto per fare un esempio recente di cui avevo parlato qui sul blog) ma - ripeto - secondo me è POTENTE come poca altra roba!!!

• Nota: il bel videoclip chiassoso e delirante (che suppongo dal budget nemmeno tanto ridotto, eh?) è opera di Laura Chiossone, che l'ha diretto prorio in quel di Barona. Noterete che appare anche J.Ax, che non a caso firmerà un featuring nell'album imminente di Marracash.

mercoledì 7 maggio 2008

It's time to RE-START!!!


Si riparte, gente!!!
Si riaprono le votazioni della Classifica del Massacratore, che ricomincia esattamente da dove l'avevamo lasciata.
A questo punto tocca nuovamente A VOI!!!
Su, che aspettate? Se siete già arrivati qui a leggere - e quindi siete davanti allo schermo del vostro computer - lasciate in sospeso per un minutino qualsiasi cosa stiate facendo e correte a votare con un semplice click!!! E' rapido (il tempo di un commento), è divertente... ed è quasi un dovere morale ;)
E' tempo di nuovi massacri...
... time to RE-START!!!

lunedì 5 maggio 2008

Letture, suoni e visioni.

Ma più che altro riflessioni...

• TORPEDO Vol.5
I primi quattro volumi me li ero BEVUTI non appena acquistati. Questo quinto ed ultimo libro (Edizioni BD) mi era invece rimasto sul tavolo per diverso tempo, senza motivo. Non trovavo mai l'occasione per aprirlo e godermelo con la dovuta calma. Alla fine ce l'ho fatta, e - come sempre - ne è valsa sia la pena che il suo (ottimo) prezzo. In questo libro trovano la pubblicazione ben due storie "lunghe" (da 46 pagine l'una) di Torpedo. La prima - "Cuba" - è semplicemente un gioiello.
La seconda - "Brutti, immondi e cattivi" - mi ha dato da pensare. Non parlo della trama vera e propria, che - nella sua semplicità - è come sempre spassosa, cinica e irriverente. Parlo del fatto che contiene un paio di elementi su cui riflettere: per vendicarsi di una pupa che lo ha fatto già tribolare in passato, Torpedo assolda un paio di brutti ceffi affinchè la violentino fino ad ucciderla e, se non bastasse, assolda pure un PEDOFILO affinchè sodomizzi il bambino che la tipa ha avuto nel frattempo!!!
Ora, vi rendete conto di cosa erano capaci di scrivere/disegnare/pubblicare Abuli e Bernet in quegli anni?
Riuscite a immaginare qualcosa di analogo nell'attuale mercato fumettistico, con tutte le piaghe realtive alla pedofilia, al turismo sessuale, agli abusi sui minori che sono venute a galla nell'ultima decade? Con la relativa ondata di indignazione (spesso purtroppo solo perbenista) dell'opinione pubblica e dei media? Con tutta una serie di ovvii "paletti morali" dell'editoria davanti ai quali anche un Milo Manara - ogni qual volta gli viene ripubblicato "Il gioco" (compresa l'ultima versione del Sole 24 Ore) - preferisce "saltare" le pagine con la scena dell'amica di Claudia che masturba il figlio davanti a tutti per farlo calmare/addormentare?

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• BLADE RUNNER
Di questo cofanetto ve ne avevo già parlato QUI. Non vedevo l'ora di averlo. Me l'hanno regalato i miei brothaz qualche settimana fa, per il mio compleanno. Cinque dischi con "Dangerous Days (la realizzazione di Blade Runner)", la Copia Lavoro, un sacco di contenuti speciali e soprattutto le tre versioni differenti del film culto di Ridely Scott. A completare la confezione (roba da nerds, lo so) un libretto di 16 pagine, una "lettera" del regista, un oggettino olografico assai carino (girandolo, scorre una scena) e una collezione di stampe molto belle con gli studi di scenografie ed elementi di scena del disegnatore Syd Mead... vabbè, OK... torniamo al film che è meglio!!!
A parte quando lo vidi al cinema da piccolo, è LA PRIMA VOLTA che posso godere di questo capolavoro in 32 pollici e tecnologia HDMI su dvd (restaurato e rimasterizzato sia nell'audio che nel video). Un vero spettacolo. La prima versione, quella del 1982 con Deckard narrante (che - lo ripeto - è la mia preferita e non era MAI stata pubblicata in dvd) anche vista oggi è straordinaria nella regia, nelle scenografie, nella fotografia, nei dialoghi, nelle numerose metafore che il film stesso rappresenta. Anche dopo venticinque anni, "Blade Runner" è estremamente attuale e MODERNO, non accusa il minimo colpo davanti ai più recenti blockbusters fantascientifici. Anzi, è migliore della maggior parte di essi. Sia in termini di contenuti che di semplice estetica.
"Ricordi il ragno in quel cespuglio davanti alla tua finestra? Il corpo arancione, le zampe verdi... lo guardasti fare la rete tutta l'estate, e un giorno ci vedesti un grosso uovo. L'uovo si schiuse, e centinaia di ragnetti ne uscirono... e la divorarono!".

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• DMZ
E' davvero un gran bel fumetto. Avvincente nella trama. Splendido nei disegni. Lode e merito, quindi, sia a Brian Wood che al nostro Riccardone Burchielli nazionale.
Il secondo TP pubblicato in Italia - intitolato "Il corpo di un giornalista" - me lo sono goduto molto di più. Perchè? Perchè nel frattempo sono stato a New York!!! Tornato relativamente da poco (un paio di mesi), ce l'ho ancora impressa negli occhi, strada per strada, quartiere per quartiere. E visto che la narrazione di Wood è molto dettagliata nella descrizione dei vari luoghi di Manhattan (con tanto di mappe e cartine, di riferimenti reali, etc.) leggerlo adesso è una vera figata. Conosco e RICONOSCO i posti. Come la doppia splash-page di pagina 102, per fare un esempio: gli Usa decidono di bombardare nuovamente l'isola di Manhattan. Nella doppia tavola, in basso a destra, si vede un molo con scritto PIER 17: ci sono stato, so cos'è. E' il South Street Seaport, e il PDV di quella doppia tavola è dalla sponda di Brooklyn proprio all'altezza dell'imbocco del ponte!!! Yeah :)

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• JOHN LEGEND
Lo amo molto. Lo considero uno dei migliori artisti della scena soul degli ultimi anni. Sapevo che stava per uscire un suo album live, in doppia versione cd o dvd. Personalmente non mi sono mai interessato più di tanto ai dvd musicali, che di solito sono semplici raccolte di videoclip (quindi dei singoli) o - per l'appunto - concerti particolarmente suggestivi, come questo di Philadelphia. Se devo ascoltare un concerto, mi piace ascoltarlo dal vivo (vedi post precedente). Mi piace ESSERCI. Altrimenti - piuttosto che piazzarmi davanti allo schermo - preferisco sempre e comunque ASCOLTARE un cd (quando disegno, quando lavoro al Mac, quando guido).
Ora non parlerò del disco vero e proprio, che è assai piacevole ma non fondamentale.
Vi racconto un piccolo aneddoto.
In un negozio di musica del centro, un bel giorno vedo che è finalmente uscito "Live from Philadelphia" (Sony/Bmg) di John Legend. Decido di chiedere alla casa discografica se me ne manda una copia. Mi interessa "solo" la versione in cd, come spiegavo prima. Mando la solita mail alla tipa (non faccio nomi) dell'ufficio stampa in Sony/Bmg che storicamente si occupa dei loro prodotti Columbia. Lei mi risponde testualmente (copio e incollo): "Caro Stefano, Live from Philadelphia è un dvd che è stato spedito in automatico solo per le riviste che coprono recensioni di dvd. Mi dispiace veramente ma non posso aiutarti"...
Cioè, vi rendete conto?
In quell'ufficio non sanno nemmeno che esiste il cd di questo concerto!!!
E poi dicono che non parlo mai bene degli uffici stampa italiani. Gente che invece che lavorare "per la stampa" (cioè nella promozione dei propri prodotti attraverso i media, ciò per cui sono stipendiati) sembra sempre che stia lì a farti un favore, quando non addirittura a metterti i bastoni tra le ruote (spesso, per l'organizzazione delle interviste); gente quasi sempre INCOMPETENTE, che nemmeno conosce il catalogo dell'etichetta discografica per cui lavora, e che a volte non sembra nemmeno amare la musica.
Noi che spesso ci lamentiamo della poca professionalità nel settore dell'editoria a fumetti... eh già... ma vi è mai capitato ad una fiera di chiacchierare - che so? - con Pasquale o Alessio allo stand della Magic e sentirli rispondere "boh" alla vostra domanda se esistono edizioni differenti - brossurata e cartonata, tanto per dire - di "300" di Miller?!? Mah...
Il giorno dopo sono andato da Mediaworld, me lo sono comprato per quindici euro, e via.

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• 100 BULLETS
Il mio debole per la saga noir di Brian Azzarello ed Eduardo Risso (veremente un grande!) è cosa nota. La Planeta DeAgostini, dopo un serie di TP con gli episodi inediti, recupera in un volume - "Sei piedi sotto il grilletto" - gli episodi dal 37 al 42 della serie regolare, già pubblicati in Italia dalla Magic Press sul fu "Vertigo presenta". Non si tratta del solito arco narrativo (quello che i più fighetti chiamano run) raccolto in volume, ma di 6 episodi autoconclusivi che Azzarello inserì per altrettanti mesi - come fosse una parentesi - all'interno della trama principale. Ottimi episodi, tutti e 6, che si soffermano ognuno sull'approfondimento di uno dei personaggi già incontrati nei primi 36 numeri.
Su tutti, splende particolarmente "Audizione d'ambizione", dedicato al boss della famiglia Medici e a suo figlio Benito, che si svolge interamente nella Little Havana di Miami (ehi, sono stato anche lì!!!) e più precisamente nella celebre Calle 8. Che dire? Un capolavoro. Di quelli che si trovano raramente all'interno di un seriale mensile. Fantastico nelle atmosfere, nei disegni, nei dettagli, negli sguardi, nelle situazioni, nei dialoghi.

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• IAN RANKIN
Ho sul tavolo questo nuovo romanzo di Ian Rankin.
Quando finisco di leggere un libro (e ne ho appena terminato uno) di solito ne comincio subito a leggere uno nuovo. Di solito però me lo scelgo. Per autore o per argomento. Ma stavolta non sono andato in libreria, non ne ho ancora acquistato uno nuovo. Stavolta mi hanno regalato questo "Dietro quel delitto" (Longanesi) e io NON CONOSCO nè l'autore nè l'argomento. Al massimo posso capire il genere. Volendo, potrei anche consultare Google e Wikipedie varie... ma quattrocentosettantasette pagine da leggere di qualcosa che forse nemmeno mi piace (e che comunque non ho scelto io) mi lasciano giocoforza un po' perplesso. Quindi continuo ad osservarlo titubante.
E dunque: qualcuno di voi lì fuori conosce questo autore? Ha letto questo libro? E' un bel libro? O è meglio accannarlo a priori e leggere qualcos'altro?

venerdì 2 maggio 2008

Primo Maggio "dal vivo"?


Ieri era il Primo Maggio, festa del lavoro, che - per chi come me vive a Roma o zone limitrofe - da tanti anni significa mega concertone rock in piazza San Giovanni, organizzato da CIGL, CISL e UIL. Vinco a forza la mia "borghese" pigrizia (che suppongo inevitabile per uno che si avvicina ai quaranta) e decido di andarci anche quest'anno.
Beh, sia chiaro: se dovessi buttarmi in mezzo alla calca, ai frikkettoni, agli avvinazzati, ai punkabbestia, agli studenti fuori sede, etc. etc... se dovessi passare otto ore in mezzo a questa vera e propria marea umana che mai come quest'anno è stata spaventosamente numerosa (parlano di un milione di persone, che - di fatto - ne fa il più grande evento live europeo!!!) probabilmente non mi reggerebbe la pompa, e abbandonerei a priori l'idea.
Allora fortuna che mi viene incontro il famigerato PASS STAMPA, unica ancora di salvezza in eventi di questo tipo (a tale proposito ringrazio la gentile Mary Cavallaro dell'ufficio stampa MN Italia).

Dopo pranzo, dunque, si va...
Metro comoda e funzionale, per l'occasione aperta fino all'una e mezza di notte.
Il solo raggiungere il punto accrediti è già di per sè un'impresa, di quelle che ci arrivi già sudato. Credo che quest'anno ci sia così tanta gente grazie ad una scaletta davvero appetitosa: Subsonica, Elio e le Storie Tese, Tiromancino, Giuliano Palma & The Bluebeaters, Caparezza, Afterhours, Linea 77, Baustelle, Piero Pelù, Marlene Kuntz, Sud Sound System e tanti tanti altri.
La musica amplificata arriva fino alle fermate metro di Re di Roma e di Vittorio Emanuele, i bassi potenti anche oltre. Claudio Santamaria conduce la maratona. Quando arriviamo noi hanno appena finito di suonare i Bisca e sta per cominciare Raiz. Finalmente entriamo. Dopodichè la grande delusione.

Ora - sarà che sono un cagacazzi, d'accordo - ma per me la musica dal vivo DEVE essere "dal vivo"... o sbaglio?
Insomma: quei geni dell'organizzazione hanno piazzato l'area stampa/ospitalità DIETRO al palco, con un grande schermo led per seguire il concerto!?! Non nego che la situazione è anche ben strutturata: gazebo, ombrelloni di tela bianca, tavoli e sedie, un notevole catering (con salumi di prima qualità, formaggi, porchetta, fave e pecorino, ottimi vini, acqua e caffè) ma - cazzo! - una piccola zona transennata d'acceso vicino al palco no, eh?
Non dico proprio sotto (come al Cornetto Free Music Festival) ma quantomeno su uno dei due lati.
Così invece magari mangi pure bene, magari ti siedi pure comodo, ma alla fine - comunque la si voglia mettere - ti vedi il concerto sullo schermo... si, insomma, sei fisicamente a San Giovanni, ma è come se lo stessi vedendo alla tivvù!!!
Non è ASSURDA una cosa del genere?
Facevo prima a guardarmelo da casa, allora. Sciallato sul mio divano, al fresco, con tanto di fave pecorino e vino, se proprio ne avessi avuto voglia. Tra l'altro non ho nemmeno fame (ci siamo già abbuffati a pranzo in una bella tavolata da dodici) quindi prendo un paio di bottigliette d'acqua e me ne vado via con Teresita.

Eravamo usciti per un concerto, e poco dopo ci ritroviamo a passeggiare per il centro, in una Roma comunque straordinaria, con via dei Fori Imperiali chiusa al traffico, un cielo azzurro che preannuncia l'estate, e un altro mare di gente a spasso che forse nemmeno sa che - ad un paio di chilometri da lì - ci sono un milione di persone che stanno ascoltando musica rock...