domenica 2 maggio 2010

after Comicon.


Ho conosciuto e frequentato assiduamente, in passato, autori che "a me i fumetti Bonelli mi fanno schifo" (quando magari io parlavo di Nathan Never, che all'epoca leggevo). Oggi disegnano per lui, tessendo continuamente le sue lodi. Tempi oramai lontani, quei favolosi anni '90, nei quali erano INVASATI di fumetti della Image, delle loro colorazioni digitali, delle muscolature ipertrofiche, quando io magari sostenevo che secondo me DC Comics e Vertigo stavano facendo cose migliori, forse meno appariscenti ma - nella sostanza - ben più all'avanguardia. Eh si, quella stessa Vertigo dove ora - guarda un po' - stanno migrando uno ad uno.
Ho conosciuto e frequentato assiduamente autori che sputavano veleno sulle riviste d'autore, o su ogni altro progetto che tentasse di proporre fumetto ALTRO sotto forma di contenitore. Oggi pubblicano su fighettisimi mensili autoriali/sperimentali, magari per un editore sul quale pochi mesi prima ti avevano messo in guardia, solo perché tu forse - e dico forse! - stavi preparando qualcosa per lui.
Questi autori, che conosco ancora ma che frequento poco o niente, oggi siedono sulle poltroncine dell'Area Pro con quell'aria e addirittura - è incredibile! - quella stessa identica POSTURA di coloro che erano venuti prima, quelli che (quando si era piccoli rivoluzionari) bisognava detronizzare. E no, non sto parlando di te, caro Giorgio Santucci. Che "tu sei uno bravo"… ma come, andate già via? Si, torniamo a Roma. E la festa di stasera? 'Sticazzi. Che festa? Al Madre. Che? La festa di tua madre?
Ma "la rivoluzione non verrà trasmessa in televisione", cantavano i Piombo a Tempo. E l'unica rivoluzione possibile, oramai, è uno stato mentale, ma di questo parleremo un'altra volta. Mentre l'OMOLOGAZIONE, quella si, che viene trasmessa quotidianamente su tutti gli schermi. Anche su quelli sponsorizzati dalla Fornarina, che solo chi era al Comicon può capire.

Questo ho visto a Napoli.
Questo, un po' amaramente, e MOLTO altro ancora, grazie a Dio.
Ben più divertente e CORROBORANTE.

Una fiera divisa in due. Qualcosa che nell'anno che ci separa dalla prossima edizione bisognerà analizzare approfonditamente. Mi dicono che giù alla Mostra d'Oltremare fosse un bolgia (mantenendo cioè i numeri abituali del Comicon), ma io non ho nemmeno avuto il tempo di andarci, vista la mia "toccata e fuga". Ma l'atmosfera a Castel Sant'Elmo era proprio strana. Piacevole, scorrevole, serena, quasi soffusa, senza spadoni di cosplayers tra le palle, senza file estenuanti giù in pizzeria per pranzare o ai bagni. Piacevole, si, eppure anche così MOSCIA. Rispetto al caos degli anni scorsi, sembrava di essere in quattro gatti, e ci si incontrava ogni tre per due. In mezz'ora te la giravi tutta, e ricominciavi daccapo. Finendo regolarmente a fumare in terrazzo o a cazzeggiare nell'Area Pro (ma Claudio deve proprio spiegarmi come mai la birra fosse offerta gratuitamente prima delle 14:00 e dopo le 18:00, ma andava pagata in quelle quattro ore nel mezzo?!?).

Che dire? Senza falsa modestia (anche perché io non ho fatto nulla al proposito) lo stand più bello in assoluto era quello della Tunuè, e vorrei davvero sfidare chiunque sano di mente a poter sostenere il contrario. Allegro e frizzante come sempre, pieno zeppo di autori ben più simpatici (e meno "sfigati") di quelli Coconino! Tiè ;)
La tripletta Max/Pelato/Concy funziona sempre alla grande, il loro rodaggio è veramente da manuale. Ma poi che spettacolo vedere uno accanto all'altro Alfred, Bastien Vivès a Anne Simon (brava e mooolto bellina, yeah) disegnare e acquerellare per i lettori del loro "Napoli, sguardi d'autore" che la Tunuè presentava in anteprima proprio lì al Comicon, che peraltro risulta partner di questo bel libro.

Chiacchiere, sorrisi, pacche sulle spalle, saluti, birrette, altre chiacchiere e "tu sei bravo" per tutti, che fossero semplici conoscenti o amici di sempre. Ma il vero senso della mia giornata di ieri, l'essenza stessa del concetto di INCONTRO, la luce che quest'anno ha illuminato la "mia" Comicon, ha un viso. E un nome. Che chiameremo T per Tradurre.
E se io fossi fuoco, arderei lo mondo.
Se fossi editore, la farei mia.

3 commenti:

Unknown ha detto...

Chissà se un giorno tu&lui ci spiegherete che diavolo è accaduto... io ero rimasto ad una Lucca di un paio d'anni fa quando tornaste insieme in auto...

S3Keno ha detto...

calcola che non so di chi parli...

Destabbio ha detto...

Miticoooooooooooooooooooooooooooo