domenica 13 febbraio 2011

Camminando ai confini dell'Impero.



Dove il titolo del post, ovviamente, è da intendere solo come un mio gioco di parole.
Perché il titolo di questo bellissimo serial TV della HBO si riferisce al celebre "struscio" di Atlantic City, la passeggiata interamente realizzata in legno che si estende per circa 5 chilometri affacciandosi sull'oceano, dalla quale Enoch "Nucky" Thompson (modellato sulla reale figura del politico/criminale Enoch L. Johnson) ha costruito il suo "Impero del crimine", ingrassandolo ulteriormente con l'entrata in vigore del proibizionismo nel gennaio del 1920.
Inutile sottolineare la produzione di Martin Scorsese, che ne firma la regia del primo (straordinario) episodio, così com'è superfluo elogiare ancora l'interpretazione di Steve Buscemi: "Boardwalk Empire" è una serie di altissimo livello, che - non appena cominci a seguire - ti cattura e ti impressiona anche per la grandiosità dei suoi set, delle scenografie, delle ricostruzioni d'epoca. E' quindi facile supporre budget stratosferici, quasi da cinema. Roba che - per l'appunto - può permettersi giusto la HBO, che è dietro a tutti i più imponenti serial televisivi degli ultimi anni (da "I Soprano" a "Sex and the city", fino a veri e propri kolossal come "Band of Brothers" o "The Pacific", ma anche a prodotti più furbi come "True Blood").

Esistono però anche tanti network "minori" (nella stessa misura in cui una Dark Horse può stare a Marvel o DC) che - cifre alla mano - una serie come "Boardwalk Empire" non potrebbero fisicamente produrla. Eppure è proprio dove manca il denaro che spesso possono subentrare talento e creatività a colmare il gap...

Prendiamo ad esempio la FX Networks.
Non ha la potenza di una HBO (che conta su circa 38 milioni di abbonati!) nè tantomeno quella di altre majors quali ABC o NBC, eppure - sarà un caso? - è proprio dalla FX che provengono i miei serial preferiti.
Merito degli autori? Delle penne, delle idee NUOVE, di sceneggiature solide, di dialoghi serrati ed avvincenti? Non saprei.
Fino a qualche anno fa non seguivo regolarmente nessun serial TV. Non avevo SKYMediaset Premium (che forse ancora non esistevano, a parte Tele+) e i telefilm si seguivano sui canali in chiaro, soprattutto su Italia 1.
Eppure già in quel momento (senza nemmeno sapere chi fossero i network americani alle spalle dei rispettivi serial), mi colpì moltissimo "Nip/Tuck", che seguii settimana dopo settimana, appassionandomi soprattutto alle sue prime stagioni.
Sempre grazie ad Italia 1, qualche tempo dopo arrivò la folgorazione con "The Shield". E in quel momento non sapevo provenisse anch'esso dalla FX Networks. Due su due, accidenti. Tra i miei preferiti. Altro che "Buffy" (e qui apriti cielo!).
Anni dopo, oramai giunto ad una piena Era di Consapevolezza, ecco arrivare "Sons of Anarchy", altra PERLA proveniente da quella televisione, da quegli autori.

Mentre scrivevo il mio libro su "The Shield" (cioè "Strade violente, polizia corrotta", che potete trovare ancora in libreria) ho avuto l'opportunità - ed il piacere! - di intervistare Shawn Ryan, il creatore della serie, e Michael Chiklis, l'attore che interpreta il protagonista Vic Mackey.
Proprio Chiklis, parlando della loro produzione a proposito delle importanti partecipazioni di fuoriclasse come Forest Withaker o Glenn Close, mi diceva: "Attrici straordinarie del calibro di Glenn Close giungono sul set e lo trovano il migliore in cui abbiano mai recitato. E vanno via talmente entusiaste da volere una loro serie personale su FX"…

Alchè non ho fatto altro che (ri)mettere in moto il Mulo.
Ed anche "Damages" è entrato da subito tra i miei preferiti. Una figata tanto ironica quanto cinica, con una grande Glenn Close ma anche una grande Rose Byrne, attrice bella/brava (e gelida) che francamente non conoscevo. Senza nemmeno saperlo, scopro che molti episodi di questa serie sono diretti da Mario Van Peebles, che ho amato per un certo periodo della mia vita (parlo di "New Jack City", di "Posse", di "Panther") che tra l'altro interpreta anche la piccola parte di un agente dell'FBI che vuole incastrare l'avvocato Patty Hewes. Nella seconda stagione, entra nel cast un altro calibro da 90 come William Hurt, che a rivedere lui e la Close sullo schermo, nella stessa stanza, sembra di essere tornati a "Il grande Freddo", film di culto di metà anni '80 che ho letteralmente adorato insieme a "St. Elmo's Fire", a "Breakfast Club" e a qualche altro generazionale del genere ;)

Quando il lavoro e/o la mia bimba me lo permettono, la sera (o meglio: la notte) mi piace sbragarmi sul divano seguendo almeno un episodio del mio serial del momento. Attualmente, alterno un episodio della prima stagione di "Boardwalk Empire" ad uno della seconda di "Damages". Sono due cose diversissime tra loro, lo so bene. Le seguo entrambe con piacere, ma - nonostante la più che probabile superiorità del primo - se devo proprio tifare per qualcuno, visti i miei gusti tiferò sempre per la FX Networks.
Perchè è piccola e agguerrita, come piace a me.
In qualsiasi campo: dalla televisione al cinema, dalle etichette discografiche alle case editrici. Perché - aldilà delle pianificazioni, degli stanziamenti di budget, della strategie di marketing o quant'altro - si basano, vivono e sostengono la forza delle idee.

4 commenti:

ottokin ha detto...

Certo che ci vuole coraggio adefinire la FOX "piccola e agguerita" eh :)
da come lo dici sembra la lotta di Teletuscolo contro Canale 5...

la Fox :)

adriano ha detto...

no, ottokin: se tu avessi cognizioni di finanza, sapresti che ogni società, anche appartenendo a holdings affermate, ha comunque i suoi budget annuali stanziati, dai quali non possono uscire per una questione stessa di bilanci.
un telefilm prodotto dalla fox rientra nei bilnaci della fox, capo-testata del gruppo (per usare termini comprensibili a tutti) ma un telefilm prodotto dalla fx networks deve rientrare nei bilanci della fx networks, che non sono quelli della fox tutta, ne tantomeno paragonabili a quelli della hbo.
sarebbe come sostenere che la dc comics può usufruire di tutto il capitale della warner bros, ma non è così.

S3Keno ha detto...

Ecco, Paolo.
Probabilmente lui te l'ha spiegato meglio di quanto potessi fare io. Qui nessuno sosteneva che alla FX Networks muoiano di fame! Ma ti basterebbe ascoltare le parole di Shawn Ryan (nei numerosi contenuti speciali dei cofanetti di "The Shield") per capire QUALI e QUANTI problemi di budget abbiano per i loro serial, in confronto a tanti altri. O di come ogni settimana debbano "inventarsi i draghi" per far quadrare i conti.

La FX Networks, pur se di proprietà della Fox, non fa parte delle cosiddette Grandi Cinque (ecco perchè facevo un paragone tra Dark Horse e Marvel/DC, visto che nemmeno alla Dark Horse - pur non essendo una major - nessuno muore di fame)... ma resta un dato di fatto che serie come "Roma" o "The Pacific" la FX non può oggettivamente produrle, e te le potrebbe sicuramente confermare CHIUNQUE lavori lì dentro. Punto.

Unknown ha detto...

Condivido il post, a parte il passaggio sarcastico su Buffy, ma ti pongo all'attenzione un altro canale che a mio parere ha delle chicche spettacolari: Showtime. The Closer è il miglior poliziesco attualmente sulla piazza.