sabato 14 giugno 2014

JamMentality

Che mi sia decisamente perso il contatto con la nuova scena hip hop italiana è cosa nota. Ho parlato più volte di questo "distacco" dovuto in gran parte dall'ovvio gap generazionale (nell'ascoltare - una volta superati i quaranta - rime di pischelli con argomenti da pischelli) che poi mi porta inevitabilmente a rimanere ancorato solo alle crew, i dj's o gli mc's con cui sono cresciuto. Ad ascoltare solo determinate cose, peraltro sempre le stesse e sempre più rare.
Cose preziose, come direbbe Kaos.

Questo per dire che, rispetto ai tempi di BIZ Magazine, tra me e l'underground italiano c'è una voragine. Decine, centinaia, di piccole produzioni indipendenti che continuano ad uscire mese dopo mese. Che spesso vedo/leggo solo di sfuggita su quei soliti quattro siti specializzati in rap. Nomi di gruppi, di singoli rappers, titoli di EP o di interi album che non mi dicono assolutamente nulla. Che non conosco né riconosco.

Poi però succede che per motivi assolutamente NON legati alla musica, mi arrivi tra le mani questo "JamMentality" della crew romana Luci Soffuse. Succede che lo metta nel mio lettore mentre guido, e che - ascolto dopo ascolto - ne rimanga davvero sorpreso.

Credo dipenda principalmente da un fattore (non affatto casuale, in virtù della premessa che ho fatto): cioè il suo sapore assolutamente old school. Tanto nelle rime, quanto nelle basi, che - a differenza di tanti altri album - fa si che me lo ascolti fino in fondo, muovendo la testa a tempo, cosa oramai quasi più unica che rara.

In effetti che fossero "cresciuti" rispetto al loro precedente EP me ne ero già accorto dal video di "Dove restiamo", il primo singolo estratto da questo album. Soprattutto nel suono, più asciutto e pulito. Un merito da attribuire a Brasca Produzioni (che firma 4 tracce su 13), ma non crediate che le produzioni di Zero siano da meno. Anzi.

Grigio, Dunk, Brama, El Gabro e Zero - ensemble sangue & oro con una storia che lo porta da Colli Albani al Corviale, passando per Piramide, ora affiliato Grimlock UniversityGrimlock Records - ci consegnano un disco prepotentemente GENUINO; una valanga di rime - dal flow tipicamente romano - senza tregua e senza concessioni, pregne di argomenti CREDIBILI e di storytelling (cioè l'antitesi della superficialità di un certo rap milanesotto e patinato che ben conosciamo); con basi POTENTI e looppatissime, proprio come piaceva a noi. Come certe cose dei Gang Starr, oserei dire.
Una questione di attitudine e di mentalità, allora.
Di (jam)mentality, per l'appunto.

Tredici pezzi tra cui - dovendo sceglierne qualcuno - oltre a quello che titola l'intero album, segnalerei sicuramente "Cosa conta", "I'm a good man" (forse la mia preferita in assoluto, dal sample ipnotico), "La melodia del rapper serio" con il feat. di Lord Madness (una nostra cara vecchia conoscenza), "Feeling Bad" con il feat. di Phedra (una delle poche mc's che si distinguono davvero nella scena femminile) e "Nessuna risposta", che poi è anche il secondo singolo - con relativo video - estratto da "JamMentality".

Se questo disco non mi fosse piaciuto, credetemi se vi dico che non ne avrei nemmeno parlato.
Invece eccoci qui, dando a Cesare ciò che è di Cesare.
Perché ci sono tante cose della scena capitolina contemporanea che non amo per niente (e parlo soprattutto di contenuti, non di tecnica o stile), mentre è quando ascolto un disco come questo che poi mi ricredo, rendendomi conto che - grazie al Cielo - c'è sempre qualcuno che raccoglie "nel modo giusto" il Testimone che gli è stato passato da questa Cultura.
E Luci Soffuse rendono onore e merito al rap di Roma.

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