martedì 24 marzo 2009

I miei U2 • 1984/88


Leggo dovunque recensioni entusiasmanti sul nuovo album degli U2, "No line on the horizion". Dicono che sia "il loro grande ritorno al rock", con una grande produzione di Brian Eno e Daniel Lanois, e con un Bono più in forma che mai (cit: "Al centro della scena la voce di Bono, recuperata dagli abissi dov'era andata a perdersi. Gli strumenti gli fanno aria intorno, lucine noise la decorano come una cometa e in più di un brano è un'emozione ritrovare quella intensità e struggimento da qualche parte tra la testa e il cuore").
Non saprei: dicevano quasi lo stesso per lo scorso "How to dismantle an atomic bomb" (2004) eppure dopo un po' di ascolti - per quanto mi riguarda - è passato nel dimenticatoio.
Io ho appena finito di scaricare illegalmente "No line on the horizon" e devo ancora ascoltarlo come si deve, quindi non posso azzardare giudizi che sarebbero prematuri. In qualsiasi caso - se fosse davvero valido come dicono - andrò a comprarmi il CD in un negozio, promesso.

Ma i "miei" U2 - quelli che ho amato davvero - hanno un periodo ben preciso, cioè da "The Unforgettable Fire" del 1984 a "Rattle and Hum" del 1988, con "The Joshua Tree" (del 1987) come apice della mia passione. Tutti rigorosamente in vinile, ovviamente (compreso il doppio "Rattle and Hum", la cui sola confezione mi mandava in un brodo di giuggiole!!!). Se includessi anche "War" dell'83 e il successivo live "Under a blood red sky" mentirei, perchè ero troppo piccolo, avevo tredici anni e - facendo due calcoli - chiunque della mia età vi dicesse una cosa del genere lo farebbe solo per atteggiarsi a rockettaro, quando probabilmente si ascoltava ancora le sigle dei cartoni animati (va da sè che quegli album, insieme a "Boy" e "October", casomai li ho "recuperati" in seguito).

Ma il periodo 1984/88 l'ho vissuto veramente, e quando gli U2 suonarono allo Stadio Flaminio con il loro tour di "The Joshua Tree" (a Roma, nel 1987) io ero lì. Un'emozione che non dimenticherò mai. In realtà li ho visti nuovamente al Flaminio anche nel '93, per il tour relativo a "Zooropa" (mi avevano regalato i biglietti Rebecca e Alessandra, me lo ricordo ancora) ma la band era già entrata nel periodo elettronico, che non ho mai amato particolarmente. Infatti i due concerti a cui ho assistito in quell'arco di anni erano completamente diversi l'uno dall'altro: il primo con un palco enorme ma sobrio, con chitarre, basso, batteria, tastiere, amplificatori e microfoni; il secondo un marasma confusionario di luci e schermi led, messaggi subliminali, computer e campionatori a profusione, un'apoteosi al limite della techno!!! (e ad aprire il loro concerto in veste di supporter, una band semi-sconosicuta che rispondeva al nome di Pearl Jam, eh eh eh)...

Ad ogni modo, quando sento dire che gli anni '80 dal punto di vista del rock non hanno dato nulla, io rispondo sempre: "Come no? E gli U2?"
Che poi, tra l'altro, non sono nemmeno gli unici.

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