sabato 11 luglio 2009

Sognando contromano.



Quando si parla di Neffa è sempre necessario fare una premessa, anche dopo parecchi anni. Perchè il suo PECCATO, la sua unica COLPA, è stata quella di aver raggiunto i più alti livelli del rap italiano, per poi abbandonarlo. Qualcosa che fu interpretato come un vero e proprio TRADIMENTO da tutta la scena nazionale. Qualcosa che ancora oggi lascia l'amaro in bocca a molta gente, che resta lì babbiona*** con i suoi "era meglio quando rappava" (in molti casi senza nemmeno aver ascoltato tutto ciò che ha prodotto dopo). Eppure il suo percorso artistico lo ha già fatto arrivare ad un QUINTO album "da cantante", contro i tre e mezzo da rapper. Il giro di boa l'ha superato da un pezzo, no?
*** Non ci credete? Digitate "Neffa" sulla finestra di ricerca di Facebook e guardate quanti gruppi sono stati fondati sul genere "rivogliamo Neffa rapper"!!! Bah.

Io lo incontrai proprio al lancio di "Arrivi e partenze" del 2001, il disco della sua svolta musicale (o meglio: del suo cambiamento), quello che conteneva il singolo/tormentone "La mia signorina" e che spiazzò tutti. Lo incontrai per farlo parlare (per farlo anche SFOGARE, in un certo senso), per dare voce alle SUE ragioni. Quella famosa intervista (realizzata per BLACKmagazine.it, che volendo trovate ancora qui) fu linkata da OGNI sito italiano che si occupasse di hip hop e/o di musica generica, con il risultato che creò un traffico di decine di migliaia di collegamenti. Cosa che peraltro fece piacere anche a lui, suppongo.

E quindi dopo i Sangue Misto e la loro pietra miliare "SXM", dopo due capolavori hip hop come i "Messaggeri della dopa" e i "107 elementi", dopo il più criptico ep "Chicopisco", Giovanni Pellino in arte Neffa prese un'altra strada. Inizialmente segnata pesantemente da soul, funk e swing (perchè la musica nera, come ripeto spesso, è alla base di tutto), poi piano piano sempre più "libera" da questo retaggio, per certi versi anche più raffinata. Da "Arrivi e partenze" a "I molteplici mondi di Giovanni, il cantante Neffa" (2003), da "Alla fine della notte" (2006, che fu platino superando le 100mila copie) alla colonna sonora del "Saturno contro" di Ferzan Ozpetek, fino al suo greatest hits del 2007 che inaspettatamente intitola "Aspettando il sole", come il suo primo successo discografico (inserendo nella tracklist anche i suoi migliori pezzi rap). Ed eccoci infine a questo nuovo "Sognando contromano" (Sony/Rca).

Probabilmente - lo ammetto - se il Neffa cantante non fosse stato il Neffa rapper, io stesso non gli avrei dato chances (come non gliene hanno date in molti). Data la sua mediocre voce, lo avrei considerato l'ennesimo cantautorucolo italiano che pubblica un disco e lo lancia nel marasma generale del mercato. Non gli avrei dato attenzione. Non lo avrei ascoltato. Ma rispetto a tanti "fieri b.boyz" (e a tanti "mangiatori di merendine", come direbbe lui) che dopo il rap lo hanno "cancellato", io ho voluto applicare il processo inverso: se sei stato un rapper/musicista tanto capace, allora forse hai ancora qualcosa da dire - musicalmente - di altrettanto valido. Forse.

Resta comunque un dato di fatto, che quasi sicuramente lui stesso non sottovaluta: numericamente parlando, per ogni estimatore "perso" con l'abbandono del rap, ne ha trovati parecchi altri in più (pubblico generico, radioascoltatori, acquirenti di dischi) con le sue canzoni. A livello di numeri - sia in termini di vendita che di presenze ai concerti - il Neffa cantante ha "allargato" moltissimo il suo pubblico. "Aspettando il sole" fu una hit, è vero. Ma l'unica del suo periodo hip hop. Mentre dal 2001 ad oggi, sono già parecchi i singoli che hanno ottenuto successo radiofonico/discografico: da "La mia signorina" alla funkettonissima "Prima di andare via", da "Il mondo nuovo" alla splendida "Cambierà". Disco dopo disco, la sua cifra stilistica l'ha dimostrata pienamente con "Passione", tema principale del film di Ozpetek. Un artista/musicista a tutto tondo, anche nelle bellissime musiche che ha composto per tutto il resto della pellicola.

Oggi siamo a "Lontano dal tuo sole". La prima volta che l'ho sentita per radio mi ha lasciato perplesso. Ho pensato: "Ma questo è Neffa?". Dopodichè, CD alla mano, l'ho ascoltata e riascoltata un mucchio di volte. Entrandoci dentro, ipnoticamente. Un testo amaro e malinconico (nel quale reitera il concetto stesso della mia premessa, quando dice: "Troppa gente alza il dito e poi lo punta su di me. Nessuno mi crede davvero innocente, ma non per questo io non vivo più") che sembra quasi creare una dualità tra l'uomo e l'artista, perchè conoscendolo per come è non ti aspetteresti mai delle parole tanto ciniche e arrendevoli. E poi la base, accidenti: se riuscite a "scindere" il cantato dalla base, se riuscite ad ascoltare SOLO la partitura musicale (e l'arrangiamento), scoprite che è una produzione straordinaria, fresca e moderna, emozionale, di rara maestria.

Registrato interamente a casa sua (si, proprio a casa sua, escludendo solamente le parti orchestrali) "Sognando contromano" è un album maturo, completo, elegantissimo, molto intimo. Un grande album di musica italiana con ottime ispirazioni/contaminazioni: dentro questo disco ci sono soul blues e Motown che rimangono sempre validi punti di riferimento, d'accordo, ma c'è anche un certo richiamo al songwriting americano d'autore (come "Qualcosa di più" o "The Hill", una on-the-road ballad che sul finale si trasforma in pura ambient) quando non veri e propri rimandi al country (come le chitarre di "In un sogno"); ci sono dosi massicce di rock progressivo (ascoltate la suite strumentale che parte dal 3° minuto di "Giorni d'estate") e qualche spruzzata psichedelica tipicamente seventy (con tanto di flauti trasognanti, come in "La mia stella"), senza dimenticare la grande lezione del nostro cantautoriato italiano fusa alla miglior pop britannica degli anni '60 ("Bellissima").

Per quanto mi riguarda io questo album lo promuovo a pieni voti.
Dietro quella sua aria perennemente scazzata e paracula, non finirò mai di stupirmi di quante e quali dosi di TALENTO siano state concesse alla "confusione di 'sto guaglione"...

Nessun commento: