mercoledì 13 ottobre 2010

"In defense of Savannah"

… che non c'entra niente (essendo il titolo di un vero cult dell'hard-core del 1991) mentre qui casomai si "difendono" solo le virtù di Alessandro e Giovanni!!!



Stamattina, mentre stavo in macchina, ho beccato del tutto casualmente J. Ax e Neffa ospiti a Radio Deejay da Linus e Nicola Savino. Hanno parlato di un sacco di cose, di come le loro due rispettive storie umane e professionali - così differenti eppure così simili - li abbiano portati negli anni ad essere amici, poi rivali, poi nuovamente amici, fino alla loro attuale collaborazione. Una storia che risale ai primi anni '90, quando gli capitava di uscire insieme la sera per le strade di Milano. Fino agli Articolo 31 e ai Sangue Misto (anche se il percorso artistico di Neffa, di qualche anno più grande, ebbe inizio nella scena punk come batterista dei Negazione). Di come in un determinato momento storico, anche nella discografia che "scopriva" un genere mai sentito prima come il rap, le scelte differenti, gli stili differenti, gli entourage differenti, le città differenti (con le scuole di Milano e Bologna a contrapporsi l'una all'altra) li avessero portati ad "essersi tanto odiati". Sono partite le note di "Solo per te" (tratta dal primo album degli A31, cioè "Strade di città" del 1993, con 90mila copie vendute) e di "Cani sciolti" (tratta da "SXM" del 1994), fino al pop/rock di "Deca Dance" per Ax e alle raffinatezze di "Passione" (scritta per la colonna sonora del "Saturno Contro" di Ozpetek) per Neffa, per arrivare al 2010, all'attuale "Faccia come il cuore".

Hanno parlato di come entrambi abbiano conosciuto trionfi e sconfitte, di come ognuno dei due - per motivi diversi - abbia dovuto combattere i propri demoni. Per ritrovarsi più adulti, ancora musicisti. Poi la fatalità di un incontro recente, nel backstage di un concerto, durante il quale l'erba buona offerta dai comuni amici Sud Sound System ha portato pacificazione, fino all'idea di un pezzo da scrivere insieme. Che poi sono diventati due. Che poi sono diventati un intero mini-album, quello dei Due di Picche.

Di questo progetto ne avevo già parlato qui. Non molto bene, in effetti. Perché personalmente non mi convince molto. Ma non è della validità o meno di "C'eravamo tanto odiati" che volevo parlare, quanto di loro due: di J. Ax e Neffa!

So infatti che qualche settimana fa sono stati ospiti a "X-Factor", e chi segue un minimo questo blog sa quanto la mia posizione sia assai critica verso questo genere di talent show televisivi.
Il giorno dopo quella puntata, un altro caso volle che - chiacchierando con Ottokin - mi dicesse "quanto gli fanno vomitare quei due". Poco dopo, leggevo lo spassoso resoconto del buon Cajelli (perché nonostante tutto, le sue cronache di "X-Factor" sono divertentissime, come "la presenza della Tatangelo e della Pina nella stessa inquadratura fa morire i delfini a distanza"!!!) nel quale anche lui si scagliava contro 'sti maledetti Due di Picche nelle sue "cose che preferisco fare piuttosto che ascoltarli".
OK, d'accordo. Possono non piacere e lo capisco. Non è nemmeno questo il punto.

Il punto è che secondo me, nonostante i nostri gusti personali, la storia di J. Ax e Neffa parla per loro. Che entrambi sono sulla scena dai primi anni '90, che entrambi rappresentano un percorso (molto lungo) fatto di tenacia, di carisma, di crescita. Rappresentano l'artista/musicista che davvero comincia dalle cantine, dai piccoli locali, dai centri sociali e disco dopo disco, concerto dopo concerto, anno dopo anno, si guadagna UNO AD UNO i suoi ascoltatori - prima decine, poi centinaia, poi migliaia - con le proprie forze, le proprie capacità, i propri artigli… non si trova cioè 4 milioni di telespettatori preconfezionati, già pronti ad ascoltarlo, solo perché è stato selezionato da una giuria che lo infila DENTRO ad un format che quei 4 milioni di ascolti ce li avrebbe lo stesso, nonostante ci sia lui lì a cantare o meno. Capite cosa intendo?

Che se oggi J. Ax e Neffa vengono invitati ad "X-Factor" come OSPITI, è perché evidentemente se lo meritano.
Se lo sono guadagnato con le loro mani, indipendentemente dalla bontà del disco che hanno fatto insieme o da quanto antipatici possano risultarvi. E potrei aggiungere che se loro oggi sono diventati OSPITI - cioè personaggi che vengono invitati come esempio di una reale carriera musicale/discografica - è perché non hanno mai fatto i concorrenti di nessun talent show!!!
Perché tocca proprio vedere se chi vince oggi un "X-Factor" (e parlo solo dei vincitori, sia chiaro, tenendo conto che tutti gli altri concorrenti vengono praticamente dimenticati già alla fine dell'ultima puntata) verrà invitato come OSPITE tra 15 anni in un programma televisivo o in uno dei più importanti network radiofonici. Si, certo: tocca proprio vederlo.

1 commento:

Anonimo ha detto...

come si dice in gergo..."lurko"(?)ma commento poco.da appassionata ex-fly (perché,sigh!si cresce nella vita)io amo neffa e amo j-ax, anche perché il primo ascolto degli articolo31 -all'epoca della spaghetti funk- mi ha poi aperto alla curiosità per l'hip hop...che dire?ti appoggio in tutto.ho preso anch'io l'album alla cieca, in piena fiducia( da"la mia ragazza mena" e tutto l'ultimo neffa, per dire,non mi hanno mai delusa)ma...ci sono rimasta di sasso!!!potevano tirare fuori qualcosa di assolutamente migliore, quei due!mannaggia...mi chiedo perché, se sia solo davvero una manovra economica o se avevano tempi stretti o se...ma??con le loro capacità mi aspettavo qualcosa di grande, e, sì, anche che neffa non si riducesse al ruolo di corista.
però condivido in pieno ciò che hai scritto,loro sono arrivati in alto con le capacità,il talento,non si può che rispettare ciò che hanno dato in questi anni.
(ri-ascolto "lo straniero" e sospiro)
*Vale