domenica 1 maggio 2011

Napoli 2011.


• Scorcio della città dalla ringhiera della funicolare di Montesanto.
Courtesy of Ottokin.


Caro diario,
ieri insieme a Paolo sono andato a Napoli. Per la precisione al Comicon, come ogni anno. Siamo partiti alle 8:00 dal bar e siamo arrivati a Castel Sant'Elmo alle 10:40, compreso di macchina parcheggiata al Vomero, che già di per sè è un'impresa.
A proposito: anche andare a Napoli con la macchina di Paolo, da passeggero, è qualcosa di davvero nuovo per me, ma magari ne riparliamo un'altra volta.

Ritirati gli accrediti e fatto un primo giro di saluti (che tanto in quei corridoi quasi vuoti era facile incrociare chiunque), abbiamo deciso di scendere alla Fiera d'Oltremare, che l'anno scorso non avevamo fatto in tempo. O non ne avevamo voglia? Non ricordo. Comunque sia, abbiamo preso la funicolare che arriva a Montesanto e da lì un trenino per la Fiera, che sta proprio di fronte allo Stadio San Paolo!
Devi sapere, caro diario, che questo trenino era quello che negli anni '50 collegava Trinidad a Cienfuegos, in quel di Cuba; poi Fidel Castro l'ha venduto al Comune di Napoli.

Giù alla Fiera ci aspettavano Roberto e Mariagrazia. Abbiamo fatto un giro in mezzo a librerie, stand di dolciumi e cosplayers. Ero convinto di spendere tanti soldi per comprarmi parecchie cose Marvel e DC agli stand della Planeta e della Panini, e invece alla fine ho preso solo "Young Liars" di David Lapham.
Nel frattempo mi hanno raggiunto anche Valeria e un paio di Andrea, ovverosia tre dei quattro Ottomani.

Dopo un po' ci siamo stufati e siamo tornati su al Castello. Prima di rientrare, abbiamo pranzato insieme, anche se nel chiacchierare con Paolo, Rob e Mariacosa mi sono dimenticato che avevo detto anche a Valeria e i suoi soci che avrei pranzato con loro!
Ma sai com'è: alla mia età ci si scorda sempre di tutto. Pazienza.

Alle 15:00 siamo andati all'incontro in Aera Pro sul fumetto digitale. Oltre al nostro Roberto, c'erano Marco Marcello che è stato per tutto il tempo attaccato al suo cellulare (anche maleducatamente, a volerla dire tutta), poi anche Piero, una signora della Mondadori di cui non ricordo il nome, un signore francese che però parlava in inglese, con Claudio e Stefano a fare da moderatori. Interessante, si. Ma non del tutto convincente. Riparleremo anche di questo, promesso!
Peraltro doveva finire per le 16:00 e invece si è protratto fino alle 17:00. Sicchè sono giunto con molto ritardo al mio stand, cioè la sempre più mitica Tunuè... soprattutto se consideriamo che avevo detto loro che mi sarei messo a disegnare alle 14:00 ;)

Allo stand c'erano Max, Concetta, Renato, Antonio, David, Daniele, Luca, Marina, Niccolò e tutti gli altri della banda. Come sempre una bellissima atmosfera, allegra e positiva. Tante dediche, tanti disegni e tanto charme generosamente elargito dal sottoscritto! C'è da dire che dentro alla Tunuè - a livello di autori - ci sono i Maestri e i Cialtroni (tra i quali nuovamente il sottoscritto); abbiamo quindi deciso che entro la prossima Lucca Comics, realizzeremo delle spillette metalliche da attaccarci addosso in modo che passanti occasionali e/o lettori abituali possano riconoscere gli uni dagli altri.
Visto che giocavo in casa, mi son preso "Gaia Blues" di Gud, "L'inverno del disegnatore" di Paco Roca e "L'uomo Bonsai" di Fred Bernard.

Poi ci sono state pure le premiazioni, ma io non ci sono andato. Salvo entrare in sala un paio di minuti per assistere proprio in quel momento alla premiazione di tale MP5 e chiedere, forse un po' troppo ad alta voce: "Ma chi cazzo è MP5?!?"
Subito dopo, per riprendermi, ho puntato il primo stand accanto alla porta di suddetta sala e ho acquistato "Tigre! Tigre! Tigre!" di Scott Morse (Bao Publishing) che magari provo pure a leggerlo a Giulia.

Insomma, caro diario mio…
Potrei scriverti altre mille cose sulla bella giornata di ieri, ma ce n'è una in particolare che vale la pena confidarti.
E cioè che ogni volta che vado al Comicon (e non mi succede nemmeno a Lucca!) mi torna una gran voglia di disegnare i fumetti. Non so per via di quale inspiegabile energia, ma è così.
Quindi devo assolutamente dare un giro di vite e rimettermi SERIAMENTE al lavoro su "Kuore e la notte più buia di Roma".
A love storytelling.

8 commenti:

luca ha detto...

vorresti farci credere che ti sei pure messo a disegnare??????

AKAb ha detto...

mp5 ti spacca il culo.
se ti fossi degnato di andare al forte negli ultimi 10 anni lo sapresti benissimo chi è.
e ti aviteresti ste figure miserrime.
andava detto
ma senza rancore, nè

S3Keno ha detto...

ah ah ah... e meno male che t'avevo appena detto che ti vedevo tranquillo, Gabrie'... evidentemente t'è sfuggita la S.O.T.T.I.L.E ironia di tutto il pezzo... che so benissimo chi sia Maria Pia (e a casa c'ho anche "Acqua storta") senza bisogno di andare al Forte Prenestino come fosse un ghetto culturale... che magari - se mi va, quando mi va - ci vado per altri motivi (più musicali che fumettistici) e cmq gli street artist della scena romana alla fin fine li conosciamo un po' tutti, sai?

Poi a "spaccare il culo" a me sul foglio da disegno ci vuole davvero poco, su... eh eh eh ;)
Stai sereno...

Niccolò Storai ha detto...

Tiratela meno Gabriè!

AKAb ha detto...

ironia?

AKAb ha detto...

se essa era fonte di sofisticata ironia ( a me incomprensibile) chiedo venia.
ma ella merita tutto il nostro plauso e sostegno.
ecco il perchè del mio ardore.
pace e bene

Niccolò Storai ha detto...

Tiratela di meno Gabriè!

21 Tyson ha detto...

(cit.) "L'ironia (dal greco antico εἰρωνεία; eironeía, ovvero: ipocrisia, falsità o finta ignoranza) può avere a propria base e scopo il comico, il riso e finire nel sarcasmo"...

… allora si, il pezzo di Stefano strappa un sorriso: è comico, è ironico [quindi nulla di così "sofisticato" da dover interpretare].

Già da quel "caro diario" e dal tono semplicistico/adolescenziale con cui viene scritto, che è farsesco (cit: "qualunque forma espressiva volta verso l'eccesso buffonesco") in quanto non abituale stile del Piccoli, che però forse non leggi o non conosci.
A proseguire con i trenini cubani, gli orari slittati, i nomi propri delle persone senza mai un cognome, l'uso eccessivo del "poi" e quanto altro.

Allora anche io - caro AKAB [?] - che pur avendo letto il "Moby Dick" di Melville non so davvero chi tu sia, potrei dire: "Ma chi c@##o è 'sto Akab?" pur non togliendo nulla al tuo eventuale talento, sempre che tu ne abbia uno. Capisci?
Ma in questo caso sarei meno ironico.

D'altro canto, non per niente:
"Diverse tattiche, ognuna con un peso,
prova ad abbattere ventuno Tyson,
sei sopra al ring dei pesi massimi,
non puoi sbagliarti, hanno strumenti per convincerti"…