sabato 28 maggio 2011

Pregiudizi POP • [episodio.03]

o anche: del mio debole - nemmeno troppo recente - per Dolcenera.



Mi piace, Dolcenera.
Mi è sempre piaciuta Dolcenera - al secolo Emanuela Trane, classe '77 - sin dalla prima volta che la ascoltai al Festival di Sanremo del 2003. Pensai: "Cazzo, questa è brava!"… e non solo per la sua voce, per come la modula, per come canta. Ma anche - attenzione! - per come suona il pianoforte.
E, più tardi, avrei scoperto anche per come scrive e compone.

A quel Sanremo lei partecipò con "Siamo tutti là fuori" e lo vinse nella categoria Nuove Proposte. Terminato il Festival, mi feci in quattro per conoscerla e intervistarla il prima possibile, perché - lo ripeto - mi aveva colpito molto (insieme a Patrizia Laquidara, che partecipava nella sua stessa categoria). Poi, su, una che come nome d'arte aveva scelto l'omonima canzone di De Andrè già la diceva lunga, no?

In seguito (non lo nego) l'ho seguita più o meno distrattamente.
Non ho i suoi primi album, quindi la mia era più che altro un'attenzione radiofonica, quando capitava e SE capitava. La consideravo molto brava, d'accordo, ma ero preso da altre cose. Francamente, rimasi pure un po' allibito quando nel 2005 la vidi partecipare ad un reality show (che peraltro vinse), prigioniera volontaria di un modello televisivo che non può che stritolarti. Ma tant'è: ognuno fa le proprie scelte, che non necessariamente devono corrispondere a quelle che faresti tu.

Bisogna però arrivare al 2009 (e ad altri due dischi pubblicati nel frattempo) prima di "Dolcenera nel Paese delle Meraviglie", quarto album della cantautrice pugliese/toscana. Che quell'anno presentò nuovamente a Sanremo con il singolo "Il mio amore unico", sfoggiando un nuovo look (che se già la trovavo bella, ora era pure donna!) e una presenza scenica inaspettata, abituati a vederla sempre seduta al suo pianoforte!
Non vi nascondo che non solo ho quell'album, ma l'ho CONSUMATO nel lettore della mia macchina a furia di ascoltarlo! L'attitudine rock di Dolcenera - pur restando fortemente legata alla tradizione del cantautorato italiano - si fa sempre più evidente. Pezzi della portata di "Come un sole splendido" (che trovavo fantastica) o "Date a Cesare" dimostrano chiaramente la maturità che sta raggiungendo sia come interprete che come autrice.
Ma di fatto, non è certo la breve esperienza televisiva che l'ha formata.
Lei canta e suona da tutta la vita, ha studiato/sudato a testa bassa sui tasti del pianoforte, ha solcato centinaia di palchi, ha fatto da supporter a diversi tour di altri artisti prima di poter cominciare a farne di suoi, a proprio nome, partecipando poi a grandi eventi musicali insieme ad artisti come Vasco Rossi, Zucchero o addirittura i Depeche Mode, esibendosi nel resto dell'Europa e confrontandosi anche con la composizione per il cinema.
E nonostante la mia più che nota posizione contro i talent show televisivi, sono proprio queste le skills grazie alle quali si diventa artisti completi.

Eccoci infine al 2011.
E' appena uscito il suo quinto album in studio - "Evoluzione della specie" - e qualche giorno fa me lo sono preso da Feltrinelli. Diciamo a scatola chiusa, sulla fiducia. Allora che dire adesso?
Che posso pur sempre ascoltarmi i Subsonica, Silvestri e gli Assalti Frontali (e cito questi tre solo perché ne abbiamo parlato recentemente)… ma nulla toglie al fatto che io mi ascolti - ripetutamente - ANCHE il nuovo disco di Dolcenera, è chiaro?

Undici tracce di stampo pop/rock.
A tratti più esplicitamente pop, a tratti più selvaggiamente rock (anche elettronico, come per il pezzo a.k.a. UOMO che da' il titolo all'album); "Il sole di domenica" è stato scelto come singolo di lancio, e non è affatto male. Ma l'album raggiunge momenti assai più INTENSI, credetemi. Tra tutte, segnalerei "Nel regime delle belle apparenze" (un gran bel testo espresso musicalmente con un sapore rockabilly) e soprattutto "Nel cuore e nella mente", che probabilmente è l'apice dell'intero lavoro in termini di arrangiamento (straordinario, di grande classe) e di suono - pieno, emozionale - che non ha nulla da invidiare alle migliori produzioni rock britanniche (compresi alcuni difficili controtempi delle batterie sulla melodia e sul cantato).
Aggiungo anche un suggestivo ed improvviso affondo di piano nell'ultimo minuto de "I colori dell'arcobaleno" e l'efficacia della traccia di chiusura - "Dagli occhi di una donna" - un'ironica filastrocca per mandolino (che poi, scoprirete, è tutt'altro che una filastrocca) dall'anima molto femminile.

Bene. A questo punto - se volete - potete pure cominciare a sparare sul pianista.
Che in questo caso sarei io, non lei.
Altrimenti SULLA pianista altro che proiettili…

4 commenti:

Unknown ha detto...

Perchè sparare? E' indice di apertura mentale, che è sempre la benvenuta.

S3Keno ha detto...

???

Antonio ha detto...

Perchè sparare sul pianista?. Hai espresso la tua opinione. Che come tutte le opinioni puo' essere condivisibile o meno. L'unico appunto che ti faccio è che non c'è nessun brano che da il titolo al Cd. Perchè è vero che la seconda traccia si intitola Evoluzione della specie uomo. Ma il titolo del Cd non è quello. E' solo per la precisione :)

S3Keno ha detto...

uhm, scusami ma non ti seguo, Antonio: l'album si intitola proprio "Evoluzione della specie", al quale ho aggiunto a.k.a. Uomo, che peraltro nel titolo del brano in questione è virgolettato. Quindi?