
Un post POLEMICO su richiesta, eccolo.
Che poi non aspettava altro che essere scritto, visto che ce l'avevo sulla punta delle dita da diverso tempo. Anche se non ci sarà bisogno di nomi e cognomi, perché - solitamente - le code di paglia intuiscono benissimo quando si parla di loro!
Allora non stiamo nemmeno per parlare di bugie, no.
Chi è semplicemente bugiardo, in fondo ha solo un vizio. Assai discutibile, d'accordo, ma pur sempre un vizio.
E non è neanche una questione di voler vedere solo quello che vogliamo vedere (come l'amore quando è cieco) perché sarebbe addirittura buona fede.
Qui si tratta di credere e soprattutto di voler far credere agli altri cose che non sono vere. Punto. La questione è solo questa: grandi cazzate sparate pensando che gli altri se la bevano sempre e comunque. Che poi è come voler "intortare" qualcuno, ma senza un vero motivo, senza alcun fine. Non è qualcosa di assolutamente stupido ed infantile?
Allora ne ho viste e ne ho sentite troppe, e a questo punto della mia vita mi dispiace dirlo ma IO NON CREDO PIU' A NIENTE!!! E' quindi inutile che cerchiate di incartarmela, anche se ve la sentite calda: IO NON CREDO PIU' A NESSUNO!!!
Quelli che tu ogni volta "Come va?" e loro ogni volta "Tutto bene"… mentre ti raccontano continuamente della loro casa perfetta, della loro famiglia perfetta, di una comitiva perfetta dove tutti sono amici straordinari (mentre ti sottolinea ogni volta come invece tu stia sempre a discutere con quelli tuoi), di viaggi e vacanze perfette come se a loro la vita - si, proprio quella cosa in cui non esiste perfezione - li avesse esonerati da guai, imprevisti, sofferenze o altre amenità di varia natura quotidiana. Poi vieni a sapere che sono già sei mesi che si sono separati dalla moglie e son tornati a casa dai genitori.
Quelli che "Fratello nella notte, dove sei?"… e ore passate insieme al bar o al parco con i nostri bimbi, a parlare di arte, letteratura e cinema. Di quanto siamo "privilegiati" noi a vivere di cultura e creatività, riuscendo a crescerci dei figli con le nostre mani, le nostre matite sui fogli bianchi, i nostri videoclip, i nostri Macintosh. E che "prima o poi dobbiamo proprio fare qualcosa insieme, io e te"… noi che siamo LIBERI grazie alla la nostra professione, senza orari, senza padroni. Poi a distanza di anni - durante i quali hai sempre creduto di combattere nella stessa trincea - scopri per puro caso che mamma e papà non gli hanno solo dato l'anticipo, ma mese dopo mese gli stanno pagando il mutuo di casa.
O ancora quelli che vanno "alla grande"… la loro squadra del cuore alla grande, il lavoro alla grande, la casetta a tre piani con i giardini, la tartaruga e i pesci rossi alla grande. Allora poi tu ti stupisci quando - confidandosi - ti raccontano che sono rimasti al palo. Che ultimamente hanno avuto troppe spese, che sono rimasti con solo quattrocento euro in banca. E tu gli chiedi pure se hanno bisogno di un prestito, o comunque di un aiuto. Poi viene fuori che il mese dopo se ne vanno alle Maldive.
Potrei andare avanti con infiniti raccontini del genere.
O cambiare leggermente tono e rotta, parlando addirittura di solidarietà, entrando consapevolmente in un campo minato. Perché conosco bene quelle RARE eccezioni che hanno questo tipo di sensibilità. Ma, nella media, passano dieci ore al giorno scrivendo o disegnando nei loro studi superfighetti, riuscendo comunque ad assistere quella sera all'anteprima dell'ultimo blockbuster americano a cui sono stati invitati, e trovare anche il tempo - per il resto della notte - di giocare alla Play Station o in qualche immaginario mondo fantasy, per ore ed ore che si accumulano una sull'altra durante la settimana (senza nemmeno parlare di quelle passate sul web scazzando, lurkando e postando)... ma GUAI a dedicare una sola di queste ore, una sola della loro settimana agli altri, in prima persona, disinteressatamente, perché poverini GLI E' TOTALMENTE ESTRANEO IL CONCETTO DEL PROSSIMO, vivendo essi ancora intorno alla loro fase ombelicale (e qualsiasi vostra amica che ha studiato psicologia infantile ora potrebbe anche spiegarvi, meglio di me, la fase anale) basata esclusivamente sulle proprie esigenze e necessità. Per l'appunto, come i bambini piccoli.
Sono gli stessi capaci di spendere centinaia di euro per la perfetta riproduzione in ceramica in tiratura limitata di un personaggio dei fumetti (che alla fin fine so' pupazzi) o per l'ultima consolle lanciata sul mercato, ma GUAI a spenderne 20 per un serata molto concreta organizzata nel locale di colui che peraltro sostengono essere uno dei loro migliori amici!!!
Poi mille scuse, mille giustificazioni, mille modi per provare ad ammischiartela, per uscirne in maniera credibile. Lavandosi la coscienza - saltuariamente - "donando" (?) briciole del loro lavoro, ma calcolando sempre che effetto a ritorno ne avrà.
Ma io non vi credo più.
Colleghi, conoscenti, amici e fratelli.
Ognuno la racconta come meglio gli conviene, è solo questo il punto.
Nel tentativo di convincere te di qualcosa a cui devono convincersi loro stessi la sera quando si guardano allo specchio.
Eppure oramai siamo adulti. E siamo anche piuttosto stanchi.
Perciò BASTA con le cazzate.
Che qui non ci crede più nessuno.