giovedì 11 ottobre 2012

Vermeer a Roma.

Il secolo d'oro dell'arte olandese.


Con un certo ritardo, lo so. Ma tanto dura fino al 20 gennaio 2013, quindi vale oggi come una settimana fa!

Quando studiavo all'Accademia di Belle Arti di Roma (per la precisione, pittura con Enzo Brunori) al secondo anno mi capitò Giorgio Di Genova come docente di Storia dell'Arte, il professore più presuntuoso ed egocentrico che abbia mai conosciuto in vita mia (fate conto che litigammo durante il mio esame, quindi vi lascio immaginare come finì); ad ogni modo, come tutti gli altri docenti dell'Accademia anche lui aveva la sua "assistente", di cui ora - ahimè - non ricordo più il nome, se non che aveva i capelli corti corti ed era davvero bravissima!
Una di quelle professoresse che - lezione dopo lezione - riescono ad instillare l'entusiasmo nei propri studenti, facendogli amare la materia. Era un fiume in piena. Sempre. Per ogni ora passata in quell'aula sulla Passeggiata di Via Ripetta.

Così, mentre Di Genova ci ammorbava con il suo programma di quell'anno sulla pittura italiana contemporanea (Burri, Capogrossi, Fontana, etc. che non sarebbero stati nemmeno male raccontati da qualcun altro) lei - che aveva lezioni tutte sue - ci incantava con la pittura fiamminga e olandese del XVI e XVII secolo. Su tutti, ed erano tanti, io stesso ho amato particolarmente due di essi, cioè Antoon Van Dyke (insieme a Rubens, un caposcuola del barocco fiammingo) e Johannes Vermeer.

Ecco, fatta questa personalissima introduzione, c'è da sapere che Vermeer è in mostra a Roma, alle Scuderie del Quirinale fino al prossimo 20 gennaio 2013.
In realtà le sue tele (dal vivo, molto più piccole di come me le immaginassi sui libri di storia dell'arte) sono soltanto 8 su 57, ma vuoi per la qualità degli altri pittori - vedi Van Vliet, De Witte, Vosmaer, Maes, Metsu, De Hooch e tanti altri - o vuoi per l'assoluta eleganza dell'allestimento, credetemi se vi dico che vale davvero la pena andarci!

Non troverete quello che probabilmente è il suo quadro più celebre (cioè la "Ragazza con orecchino di perla" resa famosa da un romanzo di Tracy Chevalier e in seguito da un film di Peter Webber) ma curiosamente c'è lo stesso soggetto ad opera di Carel Fabritius.
Troverete però la "Ragazza con il cappello rosso", altrettanto meritevole ed ammirata.
E molto altro ancora con cui rifocillarvi gli occhi.
Quindi fate un favore a voi stessi.
Andateci.

1 commento:

Dio ha detto...

clap clap clap!:-)
p.s. ci credo che ci hai litigato!Era uno scontro fra Titani...:-p
p.p.s a me i fiamminghi dicono poco purtroppo...