venerdì 21 novembre 2008
Grindhouse?!?
Ieri notte, finalmente, sono riuscito a vedermi "Planet Terror" di Robert Rodriguez su SKY Cinema Mania, che iniziava all'una zero cinque (uno dei miei orari ideali). Era diverso tempo che aspettavo di vederlo, dopo "Grindhouse - A prova di morte" (titolo originale dell'episodio: "Death Proof") di Quentin Tarantino, che - sempre su SKY - m'ero bevuto un paio di mesi fa.
Che dire? Che - pur se perfettamente conscio dell'ironia alla base della pellicola (una sorta di "parodia" al limite del demenziale dei film di genere) - personalmente l'ho trovato una grande cagata. Anzi, mi correggo. La sensazione è un'altra. Sembra che registi come Rodriguez (capace di veri gioielli cinematografici come "Desperado", "Dal tramonto all'alba", tanto per dirne un paio), alla pari di autori come Frank Miller quando se ne esce con opere come "DK2", si sollazzino nel prenderci per il culo. Bel sollazzo, tenendo conto che suddetta presa per il culo è rivolta soprattutto a quel pubblico che li ha resi ciò che sono (cioè ricchi e famosi). Fa poi riflettere che Rodriguez e Miller siano pure amici nelle loro vite private e professionali (hanno anche firmato insieme la regia di "Sin City", ricordate?) e non mi riesce difficile immaginarli seduti al bar a bere insieme, strizzandosi l'occhio, boriosamente pieni di se stessi, pianificando le prossime prese per il culo a produttori, spettatori, editori e lettori.
Ad ogni modo, quello che ci sorbiamo diluito in 105 minuti di "Planet Terror", è già perfettamente sintetizzato nel (finto) trailer di "Machete" prima dell'inizio del film. Come dire che lo STESSO esercizio di stile - sapendolo fare (e gliene rendo il merito, sia chiaro) - funziona in una manciata di minuti, risultando divertente.
Meno male che non ci avevo speso i soldi per andare a vederlo al cinema!!!
Già che ci sono, potrei dire (quasi) lo stesso del film di Tarantino.
So che negli Stati Uniti uscirono INSIEME, e quel senso di "nottata al Drive-In per la maratona di B-movies" (ecco il motivo dei trailers finti) in Italia - quando hanno deciso di presentare le due pellicole che componevano "Grindhouse" come due prodotti separati - si è perso totalmente.
Eppure, nonostante la ricerca stilistica di Tarantino nel ricostruire/decostruire il genere automobili/trash/anni '70 sia ben superiore a quella di Rodriguez con gli zombies (non fosse altro che per i sempre brillanti dialoghi), il risultato non vale la pena. Da un regista capace di pietre miliari del cinema contemporaneo come "Le iene", "Pulp Fiction", il quasi-passato-inosservato "Jackie Brown" (che invece è un film straordinario) e "Kill Bill" mi aspetto MOOOLTO di più. Non certe prese per il culo, quasi ad autocelebrare la propria grandezza, adagiandosi sugli allori e "vivendo di rendita" per ciò che si ha già dato...
Si, insomma, sarebbero stati soldi buttati via pure quelli.
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P.S. = L'unico buon motivo per vedersi entrambi i film?
Le due bimbe qui sotto!!! ;)
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1 commento:
Ciao Stefano!
Mi permetto di dirti la mia.
Sono il primo a storcere il naso sui "presunti" giustificazionismi stilistici che alla fine servono solo per coprire delle grandi cagate ma non in questo caso. Qui siamo davanti, quantomeno, ad un prodotto onesto che fin dalla copertina (dalla quale, spesso, si giudica il romanzo) si vende esattamente come quello che è, un omaggio al grindhouse. Concordo sul fatto che il modo agghiacciante in cui è stato trasmesso in europa fa perdere il 90% dell'effetto voluto ma dissento sul confronto tarantino/rodriguez dove, secondo me è il secondo ad uscirne pienamente vincitore. Vincitore, dal punto di vista dell'operazione intendo. Tarantino porta a casa un classico tarantinomovie 2.0, fracassone, autoautoautoreferenziale, con una regia raffinatissima e la sua ricerca di momenti che nascono già cult. Ma lì, secondo me, si ferma. Le locandine, le macchine, la pellicola sgranata non bastano a renderlo Grindhouse. E' sempre e comunque il "nuovo" film di tarantino. Il regista non è riuscito a mettersi da parte in favore dell'idea. Nel caso di Rodriguez invece lo stile del messicano si genuflette al servizio di quello che ha deciso di raccontare. Planet Terror è debitore vero del genere (ti consiglio il nostro "Incubo sulla città contaminata" di Lenzi per trovare la sua reference numero 1). Lo stile di regia, l'utilizzo del gore, l'idea geniale degli insert delle scene di sesso chiaramente aggiunte come a dare idea di rimontaggi posteriori- come avveniva per i mercati esteri - il rullo mancante in cui viene rivelata l'identità di tu sai chi. Tutti elementi "veri" e che meglio rappresentano e rimandano all'atmosfera di quei film.
QUindi, IN GENERALE, un film da evitare. Una stronzatona per la quale la tua donna potrebbe non volerti più vedere. Nello Specifico, una chicca che, dall'operazione Grindhouse esce a testa alta. IL tutto, ovviamente, nella mia sola, umida e capovolgibile opinione :-)
Buonanotte
Mauro Uzzeo
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