SANREMO 2009 & MARCO CARTA
Ora che finalmente m'è tornata la connessione internet a casa (maledetta Telecom, maledetta Alice!!!) posso finalmente postare il pezzo su Sanremo 2009, che è da domenica scorsa che aspettavo di farlo. Non è passata nemmeno una settimana, e sembra già un botto di tempo fa.
Dunque: Marco Carta.
Ha vinto lui la 59° edizione del Festival della Canzone Italiana. Roba da non credere. Che poi a me Marco Carta non mi ha mai fatto niente di male, e anzi personalmente - a pelle - mi sta pure simpatico (e sta simpatico a Fiorello a "Viva Radio 2", e sta simpatico a Pippo Baudo a "Domenica In", e sta simpatico a Linus a "Deejay chiama Italia", e bla bla bla). Ma non è un cantante. Non ha tecnica, non ha estensione vocale, non ha stile, a malapena ricorda le parole delle canzoni che interpreta, anche tralasciando per un attimo la pronuncia stessa della lingua italiana. Eppure ha vinto Sanremo.
Facciamo allora un passo indietro. Perchè Marco Carta (che ripeto e sottoscrivo: durerà poco) era anche il vincitore della scorsa edizione di "Amici" (ed è l'unico motivo per cui è stato inserito nella categoaira "big" di Sanremo anzichè nelle "giovani proposte"); ma non è questo che mi interessa, visto che ho già sostenuto che anche ad "Amici" si trovano ragazzi con talento, quindi non sto attaccando la trasmissione in alcun modo. Il punto è che Marco Carta non avrebbe nemmeno dovuto vincere "Amici", perchè nella stessa edizione in cui partaecipava lui c'erano almeno una mezza dozzina di persone con dieci, venti, cento volte più capacità, voce e carisma di lui.
Come la stessa Karima, per fare un esempio. Che era presente anche lei a questo Festival secondo Bonolis, e che ha portato un pezzo infinitamente più valido di quello del suo ex-compagno di scuola (d'altro canto la classe non è acqua, e il pezzo di Karima era firmato da Burt Bacharach), interpretandolo - peraltro - infinitamente meglio di lui. Ma tant'è: lei dietro le spalle non ha la Sardegna, non ha il fan-club di Marco Carta, non ha decine di migliaia di ragazzine deliranti.
Ecco che ci avviciniamo alla questione.
Nonostante la F.I.M.I. siano diversi anni che cerca di convincere la Rai a NON utilizzare il televoto per Sanremo, il famigerato televoto continua imperterrito la sua corsa. E Marco Carta (buon per lui, sia chiaro) ha sfruttato PERFETTAMENTE questo meccanismo, applicando a Sanremo la stessa tecnica utilizzata per vincere "Amici". Come dire che - in un certo senso - li ha fottuti tutti!!!
Roba che i funzionari Rai - quei vecchi dinosauri incollati alle proprie poltrone, se non gli fosse basato invitare Maria De Filippi alla serata finale del Festival e trovarsi Marco Carta vincitore e quindi, di fatto, REGALARE una promozione senza eguali ad "Amici" (per un mega-spot che, pagato, sarebbe costato miliardi a Mediaset) - molto probabilmente nemmeno si sono resi conto di COME questo Marco Carta abbia vinto Sanremo sotto ai loro occhi!!!
Tra l'altro, se proprio non si poteva fare a meno di spendere denaro pubblico (che poi sarebbe il nostro) allora tanto valeva invitare Simona Ventura e Giusy Ferreri e fare questa mega-marchetta ad "X-Factor", che quantomeno è un programma Rai!!! Bah.
Ma torniamo al discorso principale.
La vittoria di Marco Carta a Sanremo è una sorta di bluff.
Non posso dire una TRUFFA, perchè la meccanica della votazione - discutibile o meno che sia - si è comunque svolta in modo (presumibilmente) legale... ma QUASI una truffa, quantomeno a livello di percezione di "me medesimo" come "fruitore di musica": Marco Carta è stato votato da un TOT di milioni di telespettatori, come quando vinse "Amici", ma se andassimo ad analizzare quella cifra, scopriremmo che circa il 90% di quei voti arrivava dal sesso femminile, che circa la stessa percentuale di quel sesso apparteneva ad una fascia d'età compresa tra i 13 e i 18 anni, che almeno la metà di essi arrivavano dalla Sardegna, ma soprattutto che il totale di quei voti non corrispondeva ad altrettanti numeri telefonici, ma è una cifra raggiunta grazie a voti che arrivavano dagli STESSI numeri telefonici... capite?
Esistono sondaggi/votazioni in rete dove, una volta votato, non si può votare nuovamente perchè dall'altra parte riconoscono il nostro IP (si, lo so, anche in questo caso esitono modi per aggirare il problema). Nelle televotazioni televisive invece questo non succede, non esiste nessun tipo di filtro (sarà perchè dietro ci sono gestori telefonici che ci guadagnano una barca di denaro, che dite?). Tu puoi votare - al costo di circa un euro - quante volte vuoi. Quindi se le 500mila ragazzine infoiate del tuo fan-club (agguerritissime, organizzatissime, cellular-dipendenti come tutta la generazione cui appartengono) si comprano una ricarica telefonica da 20 euro e votano 20 volte l'una, ecco che improvvisamente fioccano 10 MILIONI DI VOTI... cifre che nemmeno il più valido dei cantanti/cantautori in gara riuscirebbe mai a raggiungere, anche per un tipo di pubblico differente, più adulto, più composto, che al massimo ti da' un voto dal telefono di casa, sempre che ti dia quello (a me per esempio piace molto Dolcenera, ma in vita mia non alzerei mai la cornetta di un telefono per dare un televoto a chicchessia!!!).
Forse da qualche parte avete già letto cose simili a quelle che sto sostenendo. Forse le leggerete tra qualche settimana, quando (forse) si farà un po' di dietrologia. Non saprei. Di certo la maggior parte dei media, soprattutto quelli di maggiore visibilità nazionale (da Vincenzo Mollica sul TG1 a Mario Luzzato Fegis sul "Corriere della Sera") si guardano bene dal fare analisi di questo tipo (cioè scomode), tantopiù quando sono in qualche modo legati/collegati alla Rai. Che per prima non ammetterebbe mai una DISTORSIONE del genere.
In qualsiasi caso sono dieci milioni di voti LEGALI, come dicevo poco fa.
Che personalmente trovo comunque "scorretti", o meglio non equi, non rappresentativi di un bel niente.
Un'analisi analoga potrebbe essere fatta anche sulla quantità di voti "territoriali" (immaginate una Sardegna combattiva, campanilistica ed orgogliosa, così come può esserlo una Napoli alla stessa maniera, vedi il caso Sal Da Vinci, che proviene da una specie di micro-universo musicale come quello napoletano dove certi loro artisti locali vendono più copie del proprio album di quante non ne vendano altri noti cantanti nazionali in tutta Italia), che sulla quantità di voti "familiari" (non a caso, anche durante la scorsa edizione di "Amici" vennero fuori diverse polemiche di questo tipo proprio tra gli studenti, che si accusavano l'un l'altro di ricevere voti dalle proprie famiglie che arrivavano a spendere anche 7.000 euro in televotazioni).
E la musica, come sempre, non c'entra più niente.
Lo stesso Marco Carta, dopo la vittoria (nelle numerose ospitate dei giorni seguenti) a chiunque gli chiedesse come mai - secondo lui - così tanta gente lo aveva votato, rispondeva che probabilmente è "perchè sono un ragazzo semplice, simpatico, sempre sorridente". Se lo chiedevano alle fans accorse in massa ad ogni trasmissione nella quale lui fosse presente, urlavano "perchè è trooooooppo cariiinoooooo!!!"...
Cioè, chiariamo un po' la cosa: questo prende milioni di voti perchè è carino, simpatico e sorridente?
Ma non si trattava di una gara canora?
Allora forse non avrebbe dovuto partecipare ad "Amici" o al Festival di Sanremo, quanto piuttosto alle selezioni per la pubblicità della Durban's, o a qualche concorso per Mister Simpatia, Mister Dolciotto o Mister Carino-come-una-paperella... no?!?
Marco Carta, insomma, già "prodotto della televsione", già esempio perfetto di quella (nuova) generazione di artisti dello show-biz la cui "gavetta" sono i reality, ha vinto Sanremo 2009 utilizzando al 100% le regole di un talent-show. Che in fondo non è nemmeno una colpa, perchè egli stesso è un segno del suo tempo, un figlio di questo modo di fare spettacolo e intrattenimento. L'unico modo che conosce, l'unico che gli hanno insegnato.
Concludendo...
Ci sono canzoni la cui vita dura esattamente il tempo di un Festival di Sanremo: cinque giorni.
Questi sono artisti che salgono sul palco, cantano, scendono e dei quali non sentirete più la loro canzone, perchè non verrà nemmeno passata dalle radio.
Ci sono canzoni che vivono anche DOPO il Festival, che hanno riscontro, che vendono qualche disco, che godono di airplay radiofonico. Il feedback positivo in certi casi scema velocemente, in altri dura diverso tempo. In realtà bisognerebbe tirare le somme almeno dieci mesi dopo (cioè anche con un'estate di mezzo ed un eventuale tour) per capire se è stato un fuoco di paglia o qualcosa che ha realmente attecchito (ricordate "Salirò" di Silvestri? Ecco).
Ci sono poi canzoni e artisti che durano per sempre.
Le cui vite lasceranno una traccia indelebile nella musica italiana, indipendentemente dai propri gusti personali.
Perchè per quanto mi riguarda Marco Carta avrà pure vinto Sanremo, d'accordo, ma rimarrò seduto in riva al fiume per vedere se tra dieci anni qualcuno si ricorderà ancora di lui (come Tiziana Rivale? Come i Jalisse?). O c'è davvero qualcuno che crede ad un domani in cui il suo nome potrà affiancarsi a quelli di Zucchero Fornaciari, Vasco Rossi, Laura Pausini o Eros Ramazzotti?!?
Bene: e ora che le Sara Rossini di tutta la nazione (brrr) mi sparino pure addosso!!! ;)
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4 commenti:
Non si potevano usare parole più giuste per descrivere il lento declino che, purtroppo, la musica italiana sta subendo.
Purtroppo finché essa rimarrà illuminata sotto l'occhio di bue del redditizzio business che ruota attornto alla oramai idolatrata tv (Come hai già detto), non penso che prenderà mai il volo.
Come direbbe quel pazzo di Richard Benson (XD), la buona musica nasce "in cantinaaaaaaaaaaaaa!!" XD
cazzo che pezzo!!!
Bonolis e la De Filippi sono sintomi del male, mi piacerebbe capire chi ne è la causa però.....
Bel pezzo, di cui sottoscrivo un buon 99% delle parole.
L'uno per cento che non sottoscrivo è legato:
1) all'opinione sulla voce di Marco Carta. Effettivamente, la tecnica non c'è e nemmeno l'estensione, ma ha una timbrica particolare che a me non dispiace affatto, e -scusate l'accostamento- mi ricorda la voce maschia di Leali;
2) al fatto che la Sardegna voti in massa per lui. Essendo sardo, so di cosa parlo.
Carlo V ci definì pocos, locos y mal unidos, e siamo ancora così, come nel 1500.
Purtroppo.
Non siamo uniti, il campanilismo è solo tra paesi, al massimo tra zone.
Ci sentiamo SARDI solo quando siamo fuori dai confini delle nostre province. Sennò siamo cagliaritani, sassaresi, nuoresi, ogliastrini, ecc.
La Sardegna non vota Marco Carta in massa.
E se anche lo facesse, siamo troppo pochi per provocare vittorie via sms.
Fidatevi, è tutto merito delle ragazzine di mezza Italia, sessualmente inumidite dalla presenza fisuca del Carta.
è merito del suo fan club, come giustamente dice S3keno.
Il mercato musicale della mia regione non è -purtroppo- un microsistema economico come quello di Napoli.
Io suono (male) da anni e seguo, per passione e come pseudocronista, la scena sotterranea della mia regione.
Scarse o inesistenti reti di supporto tra gruppi, gelosie e ottusità varie, fanno del florido panorama delle cantine sarde un vero e proprio campo minato.
E le nostre piccole etichette fanno una fatica immane per affermare i nomi dei loro protetti fuori dai confini dell'isola.
Ma per fortuna siamo anche testardi, e a volte riusciamo a farcela.
Per la cronaca, io oltre a suonare faccio fumetti... mi sono scelto le due passioni più sfigate da fare in Sardegna, awhahwh!
Concludo dicendo che anche secondo me Carta non ha le carte (ehm) per durare a lungo.
Ma mi fa piacere abbia raggiunto il suo sogno, che a quanto pare era quello di vincere Sanremo. Sono un romanticone, e so quanto sia difficile esaudire i propri sogni.
Per mia fortuna io ho sogni meno nazionalpopolari. Tipo suonare con i Clash e scrivere la versione italica di V for Vendetta (sempre che il governo non mi rubi l'idea!)
Saluti, e scusate la lunghezza (Rocco docet)!
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