giovedì 7 ottobre 2010

OUTING!


Un paio di giorni fa, mentre chattavo con questo Mauro qui (in un dialogo che non riporterò, essendo privato) mi sono fermato a riflettere un po'. Magari non MENTRE chattavo, d'accordo, ma subito dopo. Si, perché noialtri "40enni boriosi arroganti saccenti che vivono ancora di rendita da una semi-popolarità risalente agli anni '90" (ebbene si, qualcuno mi ha definito così) a volte, incredibilmente, ASCOLTIAMO ciò che ci stanno dicendo le persone, anche se/quando sono più giovani di noi. E le sue parole in particolare, che d'altronde vengono da una persona che stimo molto, mi hanno colpito. E sono stato a ripensarci per il resto della giornata...

Il mio post sul "dopo Romics" parlava principalmente dell'imminente tavola rotonda lucchese sui cosiddetti Stati Generali del Fumetto. Anche rileggendolo più volte, continuo a pensare che se casomai qualcuno si fosse potuto sentire "messo in mezzo" da un'ipotetica polemica, questi potevano essere i vari Claudio Stassi, Michele Petrucci, Luca Boschi e via dicendo. Il mio pezzo è stato anche riproposto subito dopo su Fumetto d'Autore, perché Giorgio Messina è proprio una delle persone (non l'unica) che mi aveva chiesto un'opinione in merito.
E qui potrei anche aprire una parentesi, perché in fondo so bene dove voleva portarmi il buon Giorgio: vista la loro posizione più che dichiarata (da mesi) sull'argomento, sapeva che - in questo caso - le mie idee avrebbero in qualche modo avallato le loro. Può capitare che, su certe cose, si abbiano le stesse sensazioni. Ma il nostro rapporto, oltre che sempre molto schietto, è sempre stato anche molto contraddittorio. Quindi il mio strano modo di pormi al fumetto a volte mi fa rientrare nella sua idea di autore, altre volte nella sua antitesi. Perché (approfittandone per leggere tanti articoli che non avevo letto) al contempo io rientro perfettamente nella sua definizione di "generazione-1000-copie-in-libreria-recensione-su-La-Repubblica"… curioso, no?
Chiusa parentesi. Anche perché le "polemiche" possono essere PERCEPITE in mille modi diversi, e - a giudicare dall'ultimo commento di quel post - esiste addirittura gente che non trova alcuna finalità polemica nelle mie parole.

Ma torniamo alle riflessioni a cui m'ha portato Mauro, che fondamentalmente riguardano solo le prime dieci righe di quel post.
Il punto è che ha ragione: magari a me non interessa passare ore a sparare con pistolone di plastica in giro per una fiera di fumetti, magari preferisco fare altro (così come magari a qualcun altro non interessa passare il tempo come lo passo io in fiera, sprecando tempo al bar o chiacchierando con STUPENDE traduttrici) ma fintanto che quel determinato gioco non diventa qualcosa di ossessivo/compulsivo, è soltanto un modo per divertirsi insieme. Tutto sommato lo scrivevo senza ironia: "Giocare è bello, a qualsiasi età". Ed è vero, ci credo veramente. Soprattutto da quando sono diventato un genitore, che sto riscoprendo giorno dopo giorno la dimensione (e l'importanza) del gioco, che per certi aspetti avevo DIMENTICATO.
Troppo occupato ad interpretare il copione del personaggio che io stesso mi sono creato, quello nudo e crudo, quello sempre e comunque "anti-nerd" che non gioca ai videogames o ai GDR, quello che non colleziona action figures introvabili o robot costosissimi, quello che "bla bla bla". Invece sono tutte cazzate, perché essere sempre "nudi e crudi" è faticoso, credetemi: alla lunga è un gran rottura di palle!
Allora non c'è davvero bisogno di entrare al Disney Store e comprare il giocattolo di Wall•E con la scusa che è per Giulia, che a malapena guarda la TV e non sa nemmeno cosa sia quella scatoletta gialla. Allora che problema c'è a MOSTRARE le mie statuette di Batman, di Wolverine e di Bone? Allora VIVA chi si diverte, in qualsiasi moniera, e lo fa in modo SANO, senza nessuna ossessione. VIVA le passioni, di qualsiasi natura esse siano!!!

Non ultimo, anche i cosplayers.
Si, perché continuo a pensare che moooOOOooolti di loro abbiano davvero seri problemi di dissociazione, ma è altrettanto vero che negli ultimi tempi HO FATTO PACE con il cosplayin' (e con il mio cervello!). Che al Romics, a Lucca Comics o al Napoli Comicon che sia, tutto sommato fanno parte del folklore (e dell'identità, anno dopo anno) di queste fiere già così caciarone e colorate per loro stessa natura. Alimentano quelle passioni di cui parlavo poco fa, stimolano la curiosità dei media e del pubblico occasionale. E attraggono molto più di noi fumettari: fanno numeri, fanno spettacolo, fanno allegria. E dunque - sempre che non mi colpiscano in pieno le palle con i loro spadoni - beh… lo ammetto pubblicamente: mi piacciono i cosplayers.

Uhm, mi piacciono soprattutto LE cosplayers.

Diciamo CERTE cosplayers ;)

E bòn, l'ho detto.

1 commento:

el mauro ha detto...

Ci vedo in circolo. Ognuno con in mano il simbolo del suo outing, a parlare di noi e delle maschere che indossiamo quotidianamente.
E c'è chi pur di non togliersi la sua ne indossa così tante da apparire sempre nuovo, sempre fresco e senza realmente mostrarsi mai.
Che poi forse fa bene chi si mostra. Forse fa bene chi non lo fa. Chi continua a farsi scegliere o finalmente sceglierà.
Siamo tutti nella stessa barca ed è mal comune senza gaudio.
Basta solo un po' di serenità.

Ciao s3!