lunedì 12 settembre 2011

genio/capolavoro

o anche: di due neuroni.



Se c'è una cosa che mi lascia sempre perplesso - o che mi fa sorridere, a seconda dei casi - quando leggo certi siti, certi blog, certi forum ma soprattutto i commenti della gente che li frequenta e ci scrive (anche su Facebook) è la quantità esagerata di volte in cui viene usato il termine "geniale".

Non c'è articolo, recensione, pensiero, analisi o battuta di qualche autore (anche quando si commentano l'uno con l'altro) a cui non venga puntualmente commentato: "Geniale!!!""Ma sei un genio""E' davvero una genialata" e via dicendo.
Andate pure a controllare, poi tornate.


Ora, sia chiaro: io non sto mettendo in dubbio la qualità di quell'articolo, di quella recensione, di quel pensiero, di quell'analisi o di quella battuta (che spesso in effetti è una buona battuta, una frase ben articolata o un'intuizione davvero azzeccata) ma proprio questo fiorire di commenti con cui si attribuisce GENIO in gran profusione!

Non nego che la sensazione è che in determinati ambienti (non solo digitali) tendenti al piatto, è sufficiente esprimere un'idea perché - nel confronto con i contenuti zero - risulti immediatamente come qualcosa di GENIALE.
Come dire: l'incontro ben riuscito di due neuroni, già implica GENIALITA' ;)


Per una strana associazione, mi vengono in mente certi compagni di scuola che - quando studiavano sul libro di storia, di italiano o di arte (ma calzerebbe anche per un saggio o un romanzo) - invece che sottolineare i passaggi più incisivi, quelli da ricordare con maggiore attenzione, evidenziavano praticamente TUTTO il libro: ogni capitolo, ogni pagina, ogni colonna di testo.
Evidentemente per loro quel libro era interamente GENIALE!!!

Il nocciolo del discorso però è un altro.
E cioè che un certo modo di esprimersi, con certi termini, in fin dei conti sono propri del web. Non hanno una reale attinenza con il comune modo di esprimersi e di parlare nella vita quotidiana, in famiglia, al lavoro, con amici e conoscenti, per strada o all'interno di un negozio.


Fateci caso.
Anche nei cosiddetti ambienti creativi: immaginate una riunione di lavoro, seduti intorno al tavolo con il proprio titolare, un dirigente della proprietà, un cliente e/o altri colleghi (copywriters, grafici, animatori o designers che siano); se preferite, immaginate una riunione con il proprio editore, un caporedattore, un supervisore e/o altri autori con cui si sta lavorando ad un progetto comune. Una riunione in cui potrebbero essere presenti - che so? - un Oliviero Toscani*, un Sergio Bonelli*, uno Stefano Pastorelli* o un Iginio Straffi* qualsiasi...
Quand'è che - nel momento in cui tu parli e dici qualcosa - stanno tutti lì a dirti quanto sia GENIALE ciò che hai appena detto, che GENIALATA sia la tua idea, quanto tu sia UN GENIO ad esprimerla in quel certo modo?
Eddai, su ;)

* che certa gente, se fa un velato complimento è già oro che cola!!!


Potrei allargare il discorso all'altrettanto abusatissimo termine "capolavoro".
Che - escludendo per un attimo cinema e narrativa - anche parlassimo SOLO di fumetti, in quarantun'anni di vita avrò letto dieci capolavori, a voler essere generosi!!!
Si, esatto: non più di dieci.


Che, come media, è effettivamente assai più bassa dei capolavori lasciatici - nel solo ultimo secolo - da cinema e letteratura. Perché, sempre in termini di media, il fumetto è evidentemente più CARENTE rispetto ad altre forme di comunicazione visiva e narrativa. Mi dispiace dirlo (che poi affermazioni del genere, nella loro stessa impopolarità, non fanno altro che attirare l'indignazione del settore) ma è proprio così, probabilmente per quella forma di autoreferenzialità che non riesce mai a scrollarsi di dosso!
Leggete bene tra le righe: questa "carenza" non è quindi da attribuire al fumetto/forma-espressiva in quanto tale (che per l'appunto, potenzialmente può raggiungere/superare qualsiasi livello) ma da ricercare in chi lo fa, cioè nei cosiddetti autori. Sono loro ad essere sempre e comunque autoreferenziali.

Qualcosa di analogo a coloro che si ostinano ad affermare che il fumetto è arte.
Il punto è che può esserlo, è ovvio.
Ma non in base al suo essere fumetto/forma-artistica o meno.
Un acquerello di Hugo Pratt può essere considerato arte, nello stesso modo in cui una tela di Pablo Echaurren può non esserlo (e tiro in ballo Echaurren perché accanto a picchi di bellezza, ha realizzate anche grandi cagate!!!).
Il discorso però sarebbe molto lungo, e ad approfondirlo troppo rischierei di scrivere qualcosa di… ehm… GENIALE? ;)


Perché, in ultima battuta, sia chiaro anche questo.
(prima che fiocchino facili commenti, che poi lo so bene)…
Io non mi sono MAI sentito un genio.
E non ho MAI prodotto alcun capolavoro!

1 commento:

HulkSpakk ha detto...

sono daccordo, soprattutto sul concetto di cosa è arte.
Intanto perchè dire che un pensiero è "geniale" può anche essere un semplice complimento che non va a toccare il reale significato della parola. Un pò come dire alla ragazza "sei la più bella del mondo" e poi sballi per la Jolie...
Quando invece si parla di arte, tendenzialmente, lo si fa con (creduta) cognizione di causa.