
Una bella equazione, non c'è che dire.
Qualche mese fa, nel mio ultimo periodo in ONYX, a pranzo con una mia collega che chiameremo Silvia X seduti ad una tavola calda di Fiano Romano, parlavamo - nemmeno ricordo perchè - di lavoro, di esperienza professionale e di denaro relazionandoli tra loro. Il mio contratto da "consulente esterno" mi faceva guadagnare un bel po' più di lei, ma di fatto in quel momento la sua qualifica era da "grafica" mentre la mia da "art director" dell'azienda. Quindi va da sè che il RUOLO che si ricopre determina il volume economico del proprio ingaggio.
Dopodichè lei prese ad esempio un nostro altro collega che chiameremo Raimondo X: anche Raimondo - come me - risultava essere "consulente esterno", e il suo ruolo era addirittura più importante del mio, nel senso che lui è uno stilista di grande esperienza, e in quel momento aveva in mano TUTTA la creatività, la direzione e la supervisione delle diverse linee, sia le collezioni stagionali che il pronto moda. Tenendo conto che la ONYX è prima di tutto un'azienda di abbigliamento, è logico che il lavoro degli stilisti sia - oltre che fondamentale - primario rispetto a quello dei grafici, addirittura a quello di chi si occupa di comunicazione e pubblicità... che nell'abbigliamento vengono sempre DOPO il prodotto. Chiaro.
Insomma: ad ogni modo Silvia (forse con un po' d'invidia di fondo?) mi faceva notare che Raimondo guadagnava più di me, anche essendo arrivato dopo.
Detta così non potevo darle torto: da un punto di vista assoluto, io prendevo tipo 2.000 euro al mese (è solo una cifra presa ad esempio, perchè credetemi erano di più) e Raimondo 3.000 al mese (credetemi, erano di più anche i suoi!). Ma diciamo che il rapporto tra me e lui poteva essere questo, OK?
Bene. Questo - ripeto - in senso assoluto. Di puro e semplice fatturato.
Io però, nel risponderle, le facevo notare una cosa (che probabilmente alla fine l'ha fatta anche "rosicare" di più!!!).
Raimondo lavorava in quell'ufficio tutti i santi giorni dalla mattina alla sera, dalla nove del mattino alle sette/otto di sera. Diciamo indicativamente 22 giorni lavorativi al mese per nove/dieci ore ciascuno.
Io invece andavo in ufficio un giorno si e uno no, arrivando con tutta calma verso le 11 e mezza, staccando più o meno quando staccavano loro, che bisognava comunque chiudere tutto, mettere gli allarmi, etc. etc. In pratica, a sommi capi, ero fisicamente in ONYX tipo 11 giorni al mese, lavorando circa 7 ore al giorno.
Ora, messa così: in realtà... chi guadagnava di più dei due?
Poco tempo dopo ho lasciato la ONYX. Ma il mio "andazzo" (inteso come modo di lavorare) è rimasto lo stesso. Solo che lo faccio per altri.
Ho comunque lasciato un posto (ed un RUOLO, soprattutto) da quasi 60mila euro annui che - alla faccia di chi scrive cose come "il Piccoli sputa nel piatto in cui mangia, ma non è disposto a fare la dieta" (sul forum di Comicus, dove poi in seguito affrontavo lo stesso concetto) - vorrei proprio vedere chi avrebbe il fegato di lasciare, se penso a certi "colleghi" fumettari che come trovano un posto da "redattore interno" in una casa editrice guai a scollarli da quella poltroncina, dal loro "lavoro fisso" con lo stipendio sicuro a fine mese!!!
Ma tornando a bomba, proprio di cose analoghe scrivevo un giorno (in tono scherzoso) sull'ex forum dell'amico Rrobe:
"Parliamo di progetti? Uhm... il MIO progetto: vivere il più sereno possibile, viaggiare in lungo e in largo su questo mondo per vederne il più possibile, godere di ogni mia passione, avere un sacco di tempo libero per me"...
"Per attuare il mio progetto possono essere fumetti, può essere grafica, possono essere articoli... non mi importa, davvero... so fare un sacco di cose... nemmeno conta se le faccia bene o male, troverò sempre qualcuno disposto a pagarmi per come le so fare... quindi l'importante è farmi pagare il più possibile per il minor lavoro possibile, sennò non avrei il "tempo libero", no? Il punto è che "il mio progetto" NON è il lavoro. Cazzo, sarebbe tristissimo"...
E in effetti - anche se so bene che potrebbe risultare FASTIDIOSO sentire cose come queste, a taluni - faccio forse male a dedicare una decina di giorni al massimo al "lavoro" fatturandolo il più possibile? E faccio male a tenermi il resto del MIO mese per cazzeggiare, per andare a zonzo, disegnare le mie cose, viaggiare, stare con gli amici, dedicarmi alle mie fisse tipo un botto di film, giornali, libri o fumetti che siano?
In fin dei conti, ho sempre sostenuto (facendo SCELTE sempre indirizzate a questo fine, anche rischiose) che non conta quanto si guadagna o addirittura quanto "si potrebbe guadagnare" con quelle stesse cifre moltiplicate per tutti i giorni lavorativi del mese... no... è la QUALITA' della nostra vita che conta.
E per quanto mi riguarda, sceglierò sempre lei per prima.