domenica 25 febbraio 2007
Junko Mizuno: "Cinderalla" (Edizioni IMHO).
Incuriosito dal fatto che XL di Repubblica dello scorso gennaio lo avesse menzionato come uno dei 10 migliori fumetti pubblicati nel 2006, mi sono comprato questo insolito manga, anche se generalmente è un genere che non leggo affatto (credo di avere in casa solo Akira, qualche volume di Masamune Shirow e - se non ricordo male - la saga di Crying Freeman).
"Cinderalla" è innanzi tutto una rivisitazione della favola di Cenerentola in salsa zombie.
La sua autrice - tale Junko Mizuno - ci presenta la protagonista, figlia di un noto ristoratore di yakitori che d'improvviso muore. Ma quella stessa notte, dal cimitero tornano in vita sia il papà che una donna di cui lui si innamora, con tanto di due figlie a carico: la neo matrigna ha SEMPRE fame, una delle due sorellastre vuole sempre nuovi reggiseni, il ristorante da mandare avanti spossa la povera Cinderalla fino allo stremo. Ci sono spiedini da cucinare, salse teriyaki da preparare, frutta gigante da coltivare e poi sistemare, pulire, cucire...
Non bastasse questo, l'ingenua ragazza (spesso a tette nude, perchè?) si innamora anche lei di un Principe zombie che fa la rockstar, e se lo sogna tutte le notti, ma lei sarebbe "soltanto" umana se non entrasse in scena una Fata del Paese delle Meraviglie che la trasforma in una morta vivente grazie ad un incantesimo di ringraziamento (anche perchè 'sta fatina è stata salvata da una vivisezione proprio da Cinderalla!). Alla scena del ballo, invece che la scarpetta la nostra sexy zombie perde un occhio (!) e il Principe - come nella favola originale - cercherà di "provarlo" nell'incavo vuoto di centinaia di pretendenti che se lo sono cavato nella speranza che il bulbo calzi loro a pennello!!! Da qui ci avvieremo poi verso un immancabile lieto fine...
"Cinderalla" è un fumetto davvero diverso dai soliti clichè nipponici, a cominciare dall'originale uso del colore, con abbondanti retinature giocate sulle scale cromatiche dei verdi e dei rosa che creano un'atmosfera gotica e romantica, e lo stile della giovane autrice che agli occhioni lucidi/strasognanti e le mutandine gonfie/ammiccanti di tante sue colleghe preferisce uno stile di disegno molto decorativo, divertendosi con un segno pulito e ed una chiara costruzione della tavola.
Nel leggere questo strano volumetto mi vedevo questa Junko Mizuno come una giapponesina un po' geniale e un po' alternativa, dark e gothic punk (magari anche bella); purtroppo nell'intervista all'autrice in appendice all'albo - che i curatori hanno deciso di inserire - la mia immaginazione si è subito infranta davanti alla BANALITA' delle cose che dice, ma tant'è... sempre meglio spendere una decina di euro per questo fumetto che non per una CAGATA come "SeaGuy" di quel geniaccio (?) di Grant Morrison, che m'ha fregato di brutto solo perchè aveva il logo VERTIGO in copertina!!!
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