mercoledì 21 novembre 2007
Delle colpe, del rispetto.
Fine del mystic moment. Del nonsense.
Sono molto serio.
E' quasi un anno che esiste il mio blog (nato ufficialmente il 16 dicembre 2006) e questo anno - per quanto mi riguarda - è stata una bella prova "sul campo" di comunicazione. Molto diretta, senza mediazioni. Assai diversa da precedenti esperienze con la rete, come la direzione editoriale di due testate web per conto della Nexta Media. In quel caso si trattava di giornalismo puro, di informazione e attualità, di produzione di contenuti editoriali e soprattutto del coordinamento e la supervisione di uno staff redazionale.
Il blog è diverso. Il blog sei tu, in prima persona, che ti metti in gioco. Con la tua faccia. Sei tu che - nel bene e nel male - da una parte spari, dall'altra esponi il fianco (soprattutto nel meccanismo dei commenti "liberi" da parte di CHIUNQUE). Ma tant'è.
Ci sono diverse cosucce che ho imparato.
Ho fatto molti sbagli negli scorsi anni. Veri e propri ERRORI di approccio e di comunicazione.
Prendetelo come una sorta di "Mea Culpa".
Ho detto e fatto cose che avrei potuto evitare di dire o di fare. Mi sono lasciato sedurre dalla mia stessa capacità di scrittura, convinto che con la mia dialettica avrei potuto affermare/sostenere/dibattere qualsiasi questione. E quanto non è vero, ahimè!!!
La rete ha meccanismi perversi, ha MODI e TEMPI tutti suoi. Ha una diversa percezione dei toni, delle sfumature, delle punteggiature, delle battute, dell'ironia. Trasforma tutto. Crea equivoci, malintesi, imbarazzi. E anche zuffe.
Bisogna imparare ad usarla. Giorno dopo giorno. Con la pratica.
Quindi Mea Culpa. Faccio un passo indietro. Ricomincio da uno. E cambio registro.
Nel tentativo di essere più pacato, più paziente.
Nello SFORZO di essere meno polemico.
C'è però un'altra cosa che ho imparato da questo gioco.
E cioè il RISPETTO per i frequentatori/lettori altrui.
Anche in questo caso è un errore in cui io stesso sono cascato, diverso tempo fa.
Andando in casa di altri (sui forum dell'Elite, di Comicus, nei blog di amici/conoscenti/colleghi) e finendo - senza volerlo - ad offendere i LORO lettori, magari per dare più forza alle mie ragioni. O tesi. O solo ipotesi. Li ho definiti "nerds" e "coorti applaudenti", quando non addirittura "leccaculo". E ho sbagliato.
Perchè è OVVIO, si... è NORMALE, che ogni persona (tantopiù quando è un autore, quindi un individuo che - per sua stessa natura professionale - ha un pubblico) abbia le proprie cerchie interne, i propri frequentatori abituali, i propri estimatori, qualche amico personale.
Se frequentate quotidianamente certi blog, vi accorgete che - a parte i commenti occasionali di chi passa, numerosi o meno che siano - esiste un numero di "commentatori" abituali. Che spesso e volentieri caldeggiano idee e metodi dell'autore del blog (il che è anche abbatsanza logico, perchè altrimenti non frequenterebbero così assiduamente quel lido). E vanno rispettati.
Come loro lettori, come loro amici, come singoli individui.
Ammettere, come primo passo del nostro cambiare.
Imparare, come primo passo del nostro migliorare.
Nell'augurio che certi cambi di registro (che - aldilà di tutto - sto comunque per applicare seriamente) non avvengano solo a senso unico.
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10 commenti:
Concordo.
Belle parole e in parte condivo i tuoi stessi sbagli.
Amen.
Bravo!
il miglior post di sempre!
beh...... magari "il miglior post di sempre" è un tantino esagerato......
Quoto il post!
Spero che anche altri seguano il tuo esempio.
In alcuni casi l'errore che commettete voi autori, è quello di non saper (o voler) distinguere il vostro ruolo pubblico da quello privato.
Un lettore su un forum può istintivamente esprimere una sua opinione su un fumetto. Mi piace, non mi piace, mi piaceva più prima, ecc... E tutto scorre come l'acqua. Ogni volta per x opinioni contro ci saranno sempre y opinioni pro.
Ma se lo scrive un collega, magari uno che conosci di persona, il peso specifico della critica cambia. E siccome siete esseri umani (grazie a Dio) la tentazione di polemizzare con il collega c'è tutta.
Lasciate che siano i lettori a decidere per cosa entusiasmarsi. Le vostre legittime opinioni e perplessità, andrebbero espresse in privato. Magari in pizzeria, tra amici intimi o anche (perché no?) faccia a faccia con il collega/amico oggetto delle critica seduto dall'altra parte del tavolo. Ne potrebbe nascere un confronto costruttivo.
Insomma, meno zuffe online e più fumetti.
ebbeh! niente da dire. Finalmente riuscirei a seguire un blog senza doverne seuguire altri venti per capire (maledetta curiosità :P) da cosa nascono certi post...
Bravo Stefano!
Caro Roberto, caro Paolo, caro Mauro e pure caro Alessio... io vi ringrazio.
Ma - con la stessa onestà con la quale ho scritto quest'ultimo post - io TEMO che abbiate enfatizzato un po' troppo il senso delle mie parole, che sono meno "nobili" di quanto non possano sembrare.
Ho ammesso certe colpe, è vero.
Ho promesso più pacatezza, più tolleranza, meno polemica (che già di per sè è un bell'impegno); ma soprattutto nel "metodo", in un uso più consapevole (e moderato) del mezzo.
Ciò non toglie - ahimè - che alcune convinzioni maturate negli ultimi mesi (soprattutto in termini di rapporti interpersonali) rimangano esattamente le stesse.
Perchè verba volant... ma, purtroppo, scripta manent.
Alcune delle quali IRREVERSIBILI.
Detto questo... piccolo spazio pubblicità: immagino che ci si veda tutti venerdi prossimo - il 30 novembre - alla Libreria Vivalibri in Piazza Santa Maria Liberatrice (Testaccio, Roma) per la presentazione del libro "Cuori da bar" del nostro caro amico comune Lorenzo Bartoli, alle ore 18:15 :)
Tranquillo, Stefano... sei uno stronzo anche per me.
ma il post era meritevole.
Oh, ecco!!!
Bravo Rrobe, così va meglio ;)
Non volevo correre il rischio di apparire migliore di come sono.
P.S. = Ma chicazzè quell'Infinito lì?!?
Hai letto anche tu il post di Boris Battaglia? :-))
ste, mi dispiace ma non sono d'accordo. se ti leggo con piacere è anche per un certo tipo di approccio....e sai quello che voglio dire
keep it real!
kento
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