giovedì 15 maggio 2008
Renoir/Brunori.
Ieri sera sono stato alla mostra di Pierre-Auguste Renoir al Complesso del Vittoriano.
Come lo scorso dicembre per Gauguin (ne parlavo qui) anche stavolta si trattava di una serata speciale, con il museo aperto "fuori orario" e una guida privata esclusivamente per noi. E - come lo scorso dicembre - alla fine del percorso ci aspettava anche un bel ricevimento/buffet nel roof garden della terrazza panoramica!!!
Il titolo della mostra - inaugurata lo scorso 8 marzo e in programma fino al prossimo 29 giugno - è "La maturità tra classico e moderno", ed è dedicata proprio alla cosiddetta seconda fase del pittore francese, quella avvenuta DOPO il suo viaggio in Italia nel 1881, dopo il quale cambiò modo di dipingere, abbandonando ogni tecnica ed estetica impressionista.
Nonostante possa provare un certo orgoglio nel fatto che Renoir sia stato così profondomante influenzato dalla nostra pittura, personalmente non condivido molto l'idea (comunemente diffusa) che questa fase della sua vita artistica venga definita quella "più matura" rispetto al periodo impressionista, dato che trovo la sua numerosa produzione legata all'Impressionismo (che in buona parte ho avuto modo di ammirare a Parigi, al Musèe D'Orsay) davvero fantastica, se non addirittura migliore.
Vedere ad esempio il celebre Ballo al Moulin de la Galette o anche La colazione dei canottieri.
Ma - lo so bene - non sono un critico d'arte.
E volevo solo agganciarmi ad un altro argomento...
Mentre eravamo ancora all'ingresso ad aspettare il nostro momento di entrare, all'altezza del corner con i cataloghi in vendita delle mostre in corso, mi casca immediatamente l'occhio su di un nome: Enzo Brunori.
C'è un'intera mostra a lui dedicata in un'altra ala del Vittoriano, cominciata lo scorso 24 aprile e che durerà fino al prossimo 16 giugno. E' intitolata "Una poetica del colore nel secondo Novecento". Accidenti, nemmeno lo sapevo...
Ma che strana emozione.
Dovete infatti sapere che Enzo Brunori è stato il MIO professore di pittura all'Accademia di Belle Arti di Roma. Era peraltro il titolare della più prestigiosa cattedra di pittura di via Ripetta, uno che metteva in soggezione anche gli altri professori, che quando lo incrociavano per i corridoi dell'Accademia lo salutavano con un "buongiorno, Maestro", abbassando lo sguardo, con riverenza. Perugino, classe 1924, morì nel 1993 qui a Roma, mentre io stavo ancora frequentando il terzo anno.
Il nostro rapporto fu estremamente conflittuale: io nell'arroganza dei miei vent'anni, lui nella tipica saccenza egocentrica dei grandi Maestri. Non riuscivamo davvero a comunicare, io e lui. Ero arrivato ad odiare i suoi maledetti quadratini colorati!!! Ricordo che nella mia stessa classe (nello stesso anno) c'era anche l'artista romano Cristiano Pintaldi, che - come me - non riusciva ad avere alcun confronto con lui. E mi sembrava quasi "consolatorio", in quel momento, come se non fossi solo io quello pazzo.
Probabilmente, ripensandoci oggi, non avremmo dovuto cercare un confronto (che poi diventava scontro), ma apprendere e basta, con maggiore umiltà.
Brunori guardava con un certo disprezzo i fumetti.
Noi fumettari all'Accademia eravamo chiamati "pupazzettari", e bastava un suo solo sguardo (casuale?) su una mia tavola per leggerne il più totale disinteresse, forse anche il disgusto.
All'epoca non riuscivo ad accettare questo snobismo.
Oggi, con qualche anno in più sulle spalle - e diversa esperienza - mi rendo conto che era una persona anziana, e che le nostre visioni erano così lontane non solo in termini artistici, ma anche (e soprattutto) generazionali.
A quindici anni dalla sua morte, essere in un luogo così autorevole, sfogliare il catalogo a lui dedicato (pieno di immagini dei suoi straordinari lavori), rendersi conto di che personaggio si trattasse nel contesto della pittura italiana contemporanea... non so, mi emoziona... capisco - adesso come non mai - che Brunori è stato realmente l'ultimo vero grande pittore che l'Accademia di Roma abbia avuto ad insegnare nelle proprie aule.
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1 commento:
Mi ha emozionato molto l'arte di Brunori...è ancora vivo in me il ricordo di quella mostra.
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