• Click picture to "enlarge" ;)Premesso che "noialtri fumettari" (mi ci posso inserire, anche se solo part-time?) siamo quasi una razza a parte, lo so bene… tutti più o meno un po'
n*e*r*d*s (che l'ho scritto come il
side-project di
Pharrell Williams, ma ultimamente vedo che si utilizza molto di più il termine
geek) appassionati di fumetti film telefilm internet & videogames (ecco: a me probabilmente mi salva solo l'indifferenza al videogioco per non essere nerd al 100%) ma - comunque sia - razza mediamente assai COLTA, con un cultura i.m.p.r.e.s.s.i.o.n.a.n.t.e anche su cinema, letteratura, media e arti visive varie, sono perfettamente conscio del fatto che non posso pretendere di trovare tale preparazione in ogni aspetto del mio quotidiano. E siamo d'accordo.
Nonostante questo, ritengo che una certa dose di stimolo culturale/intellettivo sia FONDAMENTALE in qualsiasi rapporto interpersonale io abbia. Se quindi l'amicizia (come l'amore) è una vera e propria
affinità elettiva, allora è NORMALE - si, davvero normale - che il tempo scremi via, piano piano, tutto ciò che nella nostra vita è superfluo, al fine di mantenere vivi solo quei rapporti che realmente ci alimentano, così come (si suppone) tu sia a tua volta alimento per essi.
Un paio di mesi fa ho festeggiato il mio ingresso negli "anta" (e tenete conto che sono uno che generalmente non festeggia granché i compleanni) con le persone a cui voglio più bene, con coloro che ritengo realmente le persone più importanti della mia vita. Quantomeno della mia ATTUALE vita. Eravamo circa una quarantina di persone, e mi rendo conto che solo un paio di esse appartengono al mondo dei fumetti, peraltro marginalmente (perché sono più grafici che fumettari); i miei migliori amici - tanto per dire - sono un impiegato, un ex venditore di batterie per auto ora costruttore, uno sbirro, un assistente di volo, un ingegnere, una maestra d'asilo, una cameriera, una dipendente comunale e via dicendo. Nessuno di loro ha una vera e propria passione per il fumetto. Nessuno di loro segue maniacalmente serial TV stagione per stagione, salvo qualche telefilm tra quelli più noti. Nessuno di loro sta in fissa con
X-Box,
Nintendo Wii o
PS3 che siano, salvo magari acquistarne una per i figli. Eppure stare a tavola con loro è sempre un piacere per la mente, perché si può anche parlare di calcio e di figa, d'accordo (che in fondo non c'è proprio nulla di male) ma allo stesso tempo gli stimoli per una argomentazione brillante non mancano mai, che si parli di politica, di televisione, di scrittori o registi. Io sono nato e cresciuto in un quartiere decisamente benestante, e so bene che questo - in termini di amicizie storiche (quelle che una volta si chiamavano comitiva) - influisce molto sulle opportunità che tutti noi abbiamo avuto dalla vita, come poter studiare, poter viaggiare molto, avere possibilità (anche economiche) che tanta altra gente della nostra stessa generazione non ha avuto, secondo un (terribile) concetto per il quale il tuo retaggio sociale può determinare in gran parte la tua formazione culturale
(sto uscendo dal seminato, perché un tema del genere avrebbe troppe altre derive, troppe altre sfumature, e affrontandolo in maniera superficiale rischierei solo di risultare fastidioso, quando in realtà la mia precisazione era decisamente critica, non accondiscendente)...Ma veniamo al punto cui volevo arrivare.
Cioè lo STIMOLO che necessito come ossigeno nel luogo in cui passo il maggior numero delle mie ore settimanali.
Ora, se io lavorassi in miniera o nei campi (che
"la terra è bassa") capirei da solo che - di fronte a lavori DURI come questi - le chiacchiere stanno a zero e in certi ambienti non c'è spazio per pippe mentali come quelle che sto scrivendo. Ma - cazzo! - lavoro in un fottuto ufficio creativo, e PRETENDO altro.
Allora tralasciamo per un momento chi lavora in amministrazione o in magazzino (nonostante ci pranzi comunque tutti i santi giorni) e - da una quarantina di "dipendenti" (lo metto tra virgolette perché è un eufemismo) che siamo qui dentro - riduciamo il discorso ai circa diciotto creativi che in teoria lavorano qui, tra grafica e stile. Bene: anche con loro, soprattutto con i ragazzi, ci sta tutto che si possa parlare ANCHE di calcio, di moto o di figa. O altrimenti, se ci sono pure le ragazze, di scarpe, di locali alla moda o di vacanze al mare. Ci sta, lo ripeto. Ma "anche" di questo, non SOLO di questo!
Non è la prima azienda di abbigliamento in cui lavoro, lo sapete. Ne ho viste parecchie, oramai. Ognuna con il proprio
modus operandi, ognuna con i suoi pregi ed i suoi difetti, i pro ed i contro. E potrei star qui a blaterare sull'incapacità delle dirigenze, sull'ignoranza assoluta che spesso è parte integrante del metodo (aberrante) di un'azienda padronale. Ma sarebbe un altro discorso. Mentre in questo momento io non sto parlando dei "padroni", ma proprio dei COLLEGHI.
E non mi era MAI capitato - ripeto: mai!!! - di trovare un'APATIA del genere!
Diciotto persone che - in quanto "creativi" - si dovrebbero presumere assetati di curiosità, di immagini, di ricerca stilistica, di tendenze artistiche, di grafica illustrazione e fotografia, di tecniche di stampa, di editoria specializzata, di libri cataloghi mostre e conventions di settore, di sperimentazione creativa, di scoperta continua tramite le infinite possibilità che ci offre la rete con siti di grafica, di fonts, di altri creativi, di poster, di serigrafia, di stilisti, designers, etc. etc.
Invece internet lo usano per collegarsi otto ore al giorno a
Facebook, e pure di nascosto perché se il capo li sgama sono cazzi! Con l'occhio sempre rivolto all'orologio aspettando le 18:00. Con il calendario sempre sotto mano per calcolare gli eventuali ponti lavorativi. Con la palestra alle 19:00, l'aperitivo alle 20:00, il ristorante alle 21:00, l'ultimo club di tendenza alle 23:00 e
"Grazie al cielo è venerdì!" o ancora
"Scusate se scappo ma non posso tardare che ho prenotato il lettino abbronzante"…
Diciotto persone che se gli nomini
Neville Brody,
Dave McKean o
Massimo Vignelli (e ne ho detti tre facili facili, caro Ottokin) non sanno nemmeno chi siano, e sorvoliamo pure sul fumetto che potrebbe anche essere "di nicchia" per il mondo lì fuori (anche se ritengo che un buon creativo dovrebbe sempre tenerlo sott'occhio, frequentarlo un minimo) ma non ne sanno un cazzo nemmeno di cinema o di romanzi, che se gli tiri fuori due tra i nomi per noi più OVVII come possono essere - che so? -
Robert Rodriguez o
Elmore Leonard ti guardano con gli occhi di chi in quel momento ha un'eco dall'orecchio all'altro (fate conto che ho dovuto SPIEGARE chi fosse
John Woo al responsabile grafico di un'intera linea giovanile, che nemmeno mia nonna) ma sono in grado di citarti a memoria le battute di
"Fratelli d'Italia", dei film di
Verdone o der Monnezza e darti giorno per giorno - in tempo reale - gli aggiornamenti di qualsiasi
reality show in corso!
OK, sto esagerando.
Un paio di casi li salvo, lo ammetto. Fino ad una mesata fa c'era una ragazza davvero in gamba, che - al di là della necessità di lavorare e di fare esperienza - fuori da queste mura è un'animatrice che - con un gruppo di amici - sta intraprendendo la strada dell'animazione in Italia, oltre che disegnare gioielli. E poi ce n'è un altro, uno che considero davvero un artista fuori dalle righe, un
outsider, che sembra stare qui per caso, che sa disegnare, dipingere e suonare, con tanti altri interessi creativi
out of the stalag (e infatti qui dentro non durerà a lungo). Ma il resto è davvero agghiacciante. Sedici creativi che sembrano sedici impiegati delle Poste, in un ambiente di lavoro che sembra un vecchio film di
Pupi Avati (mi riferisco a
questo film del 1984).
Il famoso stimolo culturale/intellettivo di cui sopra è pari allo zero. Puoi anche fare piccoli e innocenti esperimenti. Puoi portarti appresso gomma temperino matite & pennarelli e metterti a disegnare una tavola a fumetti per cazzi tuoi, nel bel mezzo dell'ufficio; lo scopo (sia chiaro) non è farti dire
"Oh, che bello!", ma la gente ti passa accanto senza nemmeno buttare l'occhio, senza chiederti COSA tu stia facendo, senza soffermarsi mezzo minuto non fosse altro che per curiosità. Zero. E' impressionante, per
noialtri che siamo abituati a guardare SEMPRE cosa sta facendo chi ci siede accanto, come disegna, che tecniche usa, come passa il nero sulla matita o come acquerella uno sketch in fiera! • Puoi portarti in ufficio il catalogo dell'ultima mostra di
Caravaggio a Roma, appoggiarlo volutamente sul tavolo centrale, come niente fosse, e in otto ore lavorative rimanere lì ad osservare come NESSUNO si fermi a sfogliarlo! • Puoi addirittura scrivere un post come questo perché - nonostante in sette mesi sia capitato che tu gli abbia regalato qualche copia dei tuoi albi (e anche qui zero
feedback) o un semplice segnalibro con tanto di indirizzi del tuo sito personale e del tuo blog, stai tranquillo che non lo leggeranno mai, perché internet - ricordate? - equivale a
Facebook, o al massimo al sito della
Abercrombie & Fitch!
Li vedi lamentarsi giorno dopo giorno, senza però fare un cazzo per cambiare una situazione che evidentemente non amano.
Li vedi dare continuamente del coglione al loro titolare (quando lui non c'è, ovviamente), senza però rendersi conto che quel coglione li ha già soggiogati.
Li vedi ammirare la loro bella grafica (che nel 99% dei casi è stata scaricata e copiata dalla grafica di un'altra marca) dicendosi da soli tutti soddisfatti
"Ehi ma quanto è bella, 'sta grafica spacca!" a dispetto dell'abituale attitudine di un fumettaro, che - anche fosse per falsa modestia - non si dice MAI da solo quant'è bravo, ma casomai aspetta che glielo dicano gli altri.
"Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso", scriveva la poetessa
Martha Medeiros.
Ecco: lavorare qui per otto al giorno equivale a lavorare in mezzo ai morti viventi.
Che se fossi un appassionato di
Dylan Dog o di
George A. Romero, forse potrei pure trovarci una motivazione.
Ma a me piacciono gli
X-Men e
Ridley Scott, quindi di motivazioni non ne ho.
E ho capito anche un'ultima cosa, qui nello
stalag.
Cioè che LORO, quelli seduti nelle poltrone di pelle, vogliono proprio gente così.
Spenta, rassegnata, senza opinioni.
Che vive delle briciole della loro approvazione, anelando quotidianamente grammi di gratificazione.
E SI FACCIANO PURE AVANTI LE CODE DI PAGLIA, ADESSO!!!Chi non si adegua, viene allontanato.
Perché rappresenta un potenziale pericolo.
Un potenziale destabilizzatore dello
status quo aziendale.
Che - detta così - sembra si parli di un romanzo di
Orwell, quando in realtà è tutto molto più semplice.
Talmente semplice da risultare INTOLLERABILE.
So S3Keno needs again to fly away…