mercoledì 1 febbraio 2012

Sherlock.


Alla fine ho ceduto.
Mi sono visto in tre sere filate i tre episodi della prima serie di "Sherlock", che da diverso tempo continuavano a stazionare tristemente sul mio desktop. Che poi, almeno per una volta, lo voglio dire: che i primi a parlarmi di questa serie - stavolta - non sono stati i soliti fumettari o comunque i nerd dell'ambiente, ma Davide e Simona. Si, proprio il Secco e la Pili.
CHI?
E chi è Simona Pili?!? ;)

Comincio subito col dire che non sono affatto male. Anzi, tutt'altro. Sono realizzati ottimamente, come tra l'altro spesso accade nelle produzioni britanniche, forse meno "caciarone" di quelle americane (e COATTE come in fondo ci piacciono tanto) ma sicuramente più raffinate. Ci torno tra poco.

La prima cosa a cui ho pensato nell'accingermi alla visione, è la straordinaria capacità degli inglesi di attingere all'infinito - riciclandolosi in modo sempre originale e funzionale - al loro stesso patrimonio narrativo, senza alcun timore dell'autocompiacimento o della ridondanza. Vale per lo Sherlock Holmes di Sir Arthur Conan Doyle (che guarda caso, proprio recentemente sta vivendo una seconda giovinezza anche al cinema grazie ai film di Guy Ritchie) così come per il James Bond di Ian Fleming, altro personaggio "sempreverde" che sembra rinnovarsi generazione dopo generazione (e la sua ultima versione interpretata da Daniel Craig spacca davvero). Allo stesso modo, televisivamente parlando, mi viene subito in mente Doctor Who.

Noi chi abbiamo: Montalbano?!? ;)

Credo si possa dire che Sherlock Holmes lo abbiamo letto tutti, almeno una volta nella vita. Pur senza essere inglesi, lo abbiamo visto più volte sia al cinema che in televisione. Ricordo che persino Steven Spielberg rimase invaghito dal suo potenziale quando produsse "Young Sherlock Holmes" (in Italia "Piramide di paura") a metà degli anni '80, tentando un cambio di target nel pubblico, per [ri]proporlo ai più giovani.

Ora, in un'epoca di grandi serie televisive, quelle che più del cinema stesso stanno proponendo le cose più innovative, tocca nuovamente al piccolo schermo.
Prodotta dalla BBC, creata da Steven Moffat e Mark Gatiss (entrambi hanno lavorato al Doctor Who, guarda un po') ed egregiamente interpretata da Benedict CumberbatchMartin Freeman, che per quanto mi riguarda come attore supera lo stesso Cumberbatch… nonostante il personaggio di Holmes - giocoforza - risulti più accattivante.
In effetti, è talmente antipatico da risultare irresistibile!


Sia chiaro: secondo me Robert Downey Jr. lo manda a casa a mani basse. Non ho ancora visto la seconda pellicola attualmente nelle sale, ma il primo film di Ritchie mi aveva garbato assai, e lo Sherlock di Downey Jr. (che è un fuoriclasse dovunque lo mettiate) ha su di me un fascino macho che Cumberbach se lo sogna da lontano, effeminato com'è.
Non potrei dire lo stesso nel confronto tra i due Dr. Watson di Jude Law e Freeman, per esempio ;)

I punti di forza della serie sono comunque molti, a partire dalla scelta di ambientarla ai giorni nostri, nella Londra moderna. Una Londra bellissima, alla quale non sono abituato. Ritratta spesso con un cielo azzurro e terso. Ritratta tanto nelle sue architetture moderne quanto nei suoi vicoli vittoriani, nei suoi locali, nei suoi freddi colori naturali. Spesso anche con la tecnica del tilt-shift, che rende gli stacchi panoramici sia irreali che suggestivi.
Sulle trame c'è poco da dire: avvincenti perché ispirate ai romanzi originali. Dei tre episodi della prima serie, solo il secondo mi è sembrato avere qualche debolezza. Gli altri due sono pressoché perfetti. Regie impeccabili (anche in semplici trovate come i testi degli sms che lo spettatore legge direttamente sullo schermo, senza bisogno del solito primo piano del cellulare). Dialoghi e interpretazioni brillanti.

Quindi ci vorrà poco a dirmi: "Beh... soprattutto merito di Cumberbatch, no?"
E io risponderò di si, che in fondo è vero. Che mai attore fu più azzeccato per una parte. Però resto dell'idea che è la scrittura a dare forza al suo personaggio, ma che Freeman nella recitazione è comunque più bravo!

Insomma, a breve mi guarderò pure la seconda stagione, ma la metto in coda ad ALTRE serie, sulle quali peraltro mi soffermerò in altra sede.

E comunque Martin Freeman lo rivedremo presto come protagonista di "Lo Hobbit" proprio nella parte di Bilbo Baggins. La nota curiosa è che anche Cumberbach apparirà, per modo di dire, in questo imminente prequel alla trilogia de "Il Signore degli Anelli", ma SOLO nella versione in lingua originale, perché sarà la voce del drago Smaug e di Sauron. Che quindi si perderà nei doppiaggi delle varie nazioni.
Come dire che evidentemente anche Peter Jackson considera Freeman un attore superiore a quel bamboccio di Cumberbach, eh eh eh... ;)

5 commenti:

Unknown ha detto...

"Il" Sherlock?

Moffat non ha semplicemente lavorato al Doctor Who, ne è lo showrunner da due stagioni (purtroppo), da quando Davies si è preso una pausa per gravi problemi familiari.

Cumberbatch sarà protagonista nel nuovo film di Star Trek, vuoi mettere?

S3Keno ha detto...

Ho corretto la svista, Hytok, grazie per la segnalazione (che poi più sotto quando scrivevo "lo Sherlock di Downey Jr." in effetti suonava meglio)... ad ogni modo, non è che la presenza di Cumberbatch nel prossimo Star Trek mi dica granchè, anche perchè quello del 2009 di J.J. Abrams non passerà certo alla storia come il migliore della serie, e forse Star Trek ha davvero fatto il suo tempo? ;)

Unknown ha detto...

Beh, su Star Trek potrei diventare prolisso, visto che sono un real fan... ti dirò solo questo: il film di JJ è stato un successo clamoroso al box office, anche se a me non è piaciuto per palese sconfessione di tutto il pregresso. Quello che intendevo è che Cumby sarà protagonista di un blockbuster pari se non superiore, come budget e importanza, a The Hobbit. :)

S3Keno ha detto...

Non volevo "mancare di rispetto" (?) ai trekkers, sia chiaro :)
Senza esserne un fan, mi sono sempre visto sia i telefilm che i film, e fa cmq parte del nostro immaginario fantascientifico… però, su, pensare che il prossimo Star Trek possa essere "pari se non superiore" a The Hobbit non è possibile… perché anche lo scorso di J.J. può pure aver avuto successo (a livello di incassi) ma non entrerà nella storia del cinema come la trilogia del Signore degli Anelli di Peter Jackson, dai… che - diciamolo! - se lo sono già dimenticato tutti!!!

E anche in questo caso, facendo un ipotetico paragone tra i nuovi fil in arrivo, Star Trek non avrà mai la stessa "importanza" dei nuovi film tratti da Tolkien, sia in termini commerciali che culturali...

Unknown ha detto...

Ma figurati, quale mancanza di rispetto! :-)
Guarda che con me sfondi una porta aperta, io preferisco The Hobbit allo Star Trek di JJ, solo che come fabbrica di soldi è un fenomeno altrettanto notevole, tutto qui, e se Cumby ha avuto accesso ad una simile produzione, beh, beato lui!

Se poi vogliamo parlare del vero Star Trek, cioè delle serie tv, beh è un altro discorso, più di mente e cuore e meno di portafogli.