sabato 27 gennaio 2007

Lavoro/tempo/denaro.


Una bella equazione, non c'è che dire.
Qualche mese fa, nel mio ultimo periodo in ONYX, a pranzo con una mia collega che chiameremo Silvia X seduti ad una tavola calda di Fiano Romano, parlavamo - nemmeno ricordo perchè - di lavoro, di esperienza professionale e di denaro relazionandoli tra loro. Il mio contratto da "consulente esterno" mi faceva guadagnare un bel po' più di lei, ma di fatto in quel momento la sua qualifica era da "grafica" mentre la mia da "art director" dell'azienda. Quindi va da sè che il RUOLO che si ricopre determina il volume economico del proprio ingaggio.

Dopodichè lei prese ad esempio un nostro altro collega che chiameremo Raimondo X: anche Raimondo - come me - risultava essere "consulente esterno", e il suo ruolo era addirittura più importante del mio, nel senso che lui è uno stilista di grande esperienza, e in quel momento aveva in mano TUTTA la creatività, la direzione e la supervisione delle diverse linee, sia le collezioni stagionali che il pronto moda. Tenendo conto che la ONYX è prima di tutto un'azienda di abbigliamento, è logico che il lavoro degli stilisti sia - oltre che fondamentale - primario rispetto a quello dei grafici, addirittura a quello di chi si occupa di comunicazione e pubblicità... che nell'abbigliamento vengono sempre DOPO il prodotto. Chiaro.

Insomma: ad ogni modo Silvia (forse con un po' d'invidia di fondo?) mi faceva notare che Raimondo guadagnava più di me, anche essendo arrivato dopo.
Detta così non potevo darle torto: da un punto di vista assoluto, io prendevo tipo 2.000 euro al mese (è solo una cifra presa ad esempio, perchè credetemi erano di più) e Raimondo 3.000 al mese (credetemi, erano di più anche i suoi!). Ma diciamo che il rapporto tra me e lui poteva essere questo, OK?

Bene. Questo - ripeto - in senso assoluto. Di puro e semplice fatturato.
Io però, nel risponderle, le facevo notare una cosa (che probabilmente alla fine l'ha fatta anche "rosicare" di più!!!).
Raimondo lavorava in quell'ufficio tutti i santi giorni dalla mattina alla sera, dalla nove del mattino alle sette/otto di sera. Diciamo indicativamente 22 giorni lavorativi al mese per nove/dieci ore ciascuno.
Io invece andavo in ufficio un giorno si e uno no, arrivando con tutta calma verso le 11 e mezza, staccando più o meno quando staccavano loro, che bisognava comunque chiudere tutto, mettere gli allarmi, etc. etc. In pratica, a sommi capi, ero fisicamente in ONYX tipo 11 giorni al mese, lavorando circa 7 ore al giorno.
Ora, messa così: in realtà... chi guadagnava di più dei due?

Poco tempo dopo ho lasciato la ONYX. Ma il mio "andazzo" (inteso come modo di lavorare) è rimasto lo stesso. Solo che lo faccio per altri.
Ho comunque lasciato un posto (ed un RUOLO, soprattutto) da quasi 60mila euro annui che - alla faccia di chi scrive cose come "il Piccoli sputa nel piatto in cui mangia, ma non è disposto a fare la dieta" (sul forum di Comicus, dove poi in seguito affrontavo lo stesso concetto) - vorrei proprio vedere chi avrebbe il fegato di lasciare, se penso a certi "colleghi" fumettari che come trovano un posto da "redattore interno" in una casa editrice guai a scollarli da quella poltroncina, dal loro "lavoro fisso" con lo stipendio sicuro a fine mese!!!

Ma tornando a bomba, proprio di cose analoghe scrivevo un giorno (in tono scherzoso) sull'ex forum dell'amico Rrobe:
"Parliamo di progetti? Uhm... il MIO progetto: vivere il più sereno possibile, viaggiare in lungo e in largo su questo mondo per vederne il più possibile, godere di ogni mia passione, avere un sacco di tempo libero per me"...
"Per attuare il mio progetto possono essere fumetti, può essere grafica, possono essere articoli... non mi importa, davvero... so fare un sacco di cose... nemmeno conta se le faccia bene o male, troverò sempre qualcuno disposto a pagarmi per come le so fare... quindi l'importante è farmi pagare il più possibile per il minor lavoro possibile, sennò non avrei il "tempo libero", no? Il punto è che "il mio progetto" NON è il lavoro. Cazzo, sarebbe tristissimo"...


E in effetti - anche se so bene che potrebbe risultare FASTIDIOSO sentire cose come queste, a taluni - faccio forse male a dedicare una decina di giorni al massimo al "lavoro" fatturandolo il più possibile? E faccio male a tenermi il resto del MIO mese per cazzeggiare, per andare a zonzo, disegnare le mie cose, viaggiare, stare con gli amici, dedicarmi alle mie fisse tipo un botto di film, giornali, libri o fumetti che siano?
In fin dei conti, ho sempre sostenuto (facendo SCELTE sempre indirizzate a questo fine, anche rischiose) che non conta quanto si guadagna o addirittura quanto "si potrebbe guadagnare" con quelle stesse cifre moltiplicate per tutti i giorni lavorativi del mese... no... è la QUALITA' della nostra vita che conta.
E per quanto mi riguarda, sceglierò sempre lei per prima.

13 commenti:

Anonimo ha detto...

IN MINIERA AL SULCIS A LAVORA' TUTTI LI GIORNI E MAGNA' PANE E CIPOLLEEEEEEEEEEEEEE!!! tua Marilù

Anonimo ha detto...

effettivamente uno puo' pure infastidirsi a leggere una filosfia di vita del genere, però cazzo è vero, non fai male! finchè puoi.
chicco

Niccolò Storai ha detto...

Sono perfettamente concorde con te Stefano!
Fatti vivo ogni tanto.

S3Keno ha detto...

ma ciao Marilù cara, finalmente sei arrivata!!!
un beso :)

ovviamente benvenuto pure e te, Nick (che m'ero scordato di dirtelo l'altra volta, sorry)... come vedi i miei tempi di feedback sono sempre + lenti, azz!!!

Anonimo ha detto...

Pena infinita e fastidio

Caro Strekeno, ho letto e continuo a leggere con attenzione il tuo blog, ma non capisco se sono coglione io o se tu sei veramente un deficiente, non capisco e forse non lo capirò mai, leggo questo lungo post su quanto tu sei fico a lavorare poco e guadagnare tanto, leggo quanto te la tiri perchè tu ti godi la vita e gli altri poveri fessi dei tuoi colleghi o ex colleghi no. Allora mi chiedo, ma davvero sei così o ti ci atteggi solamente perchè non sai cosa scrivere su questo blog? Ma davvero pensi che la massa delle persone GODE ad alzarsi presto la mattina sgobbare muta sulla sua scrivani o in qualunque altro posto di lavoro che preveda lo stupidissimo connubio datore di lavoro/dipendente e magari pure sottopagata, davvero sei così miope da non capire che lì fuori c'è gente che per meno di melli si spezza la schiena? non credi che forse l'offesa più grande di questo post sia oltre che verso tutta quella gente, sia verso te stesso, autodefinendoti UN PARACULO che guadagna molto e lavoro poco?

Mi sono fatto un idea precisa su dite anche attraverso il post successivo a queto, tu devi essere uno di quelli cresciuti in quartieri bene, (Parioli? Eur? Olgiata? Palocco?) niente condominio, benessere e privacy, amici con i tuoi stessi problemi (come spendo i soldi dei miei?), culo sempre parato, macchina cambiata ogni anno o quasi.
non so' se sei spostato, fidanzato, gay o se vivi ancora a casa con i tuoi, ma alla fine so strasicuro che o i tuoi o tua moglie ti parano ancora oggi il culo, magari hai pure una ragazza che si alza normalmente mentre tu te le godi alla grande a casa a fare quello che lavora! Avrai Sky, Tv LCD, una casa nuova ecc. ecc. Magari poi lei torna dal lavoro l'accompagni a fare la spesa e ti cucina pure, della serie "donna schiava zitta e lava".

Ma non ti vergogni nemmeno un po' ad essere così pieno di te stesso da scrivere un post di merda come questo? Sputando veleno e facendo "rosicare" tutti quelli che il culo se lo fanno davvero per un tozzo di pane e sono frustrati dal proprio lavoro? Ma non ti sei tanto PICCOLO da farti schifo? Facci e fatti un favore, vergognati cinque minuti almeno e continua a parlare di fumetti e pensa ad una storia dove il tuo cazzi di eroe entra a casa tua di Massacra per quanto sei merdina!

Sempre tuo
Ashburn

PS= malgrado quello che pensi io sono uno dei fortunati che fa un lavoro che gli piace e che prende orgogliosamente 1200 euro per stare in uffico ben 8 ore al giorno (come sono coglione eh?)

Anonimo ha detto...

Chi è frustato dal proprio lavoro o dal proprio stipendio, può provare a cambiare, può provare a studiare altre cose per avere più possibilità di trovare qualcosa di meglio.

Se poi uno ha figli a carico, problemi di salute o altri limiti, beh cazzo di certo può provare a migliorare la propria vita godendosi i figli o cercando delle soluzioni ai propri problemi, perchè tutti hanno problemi e i soldi non fanno la felicità.

Se poi uno guadagna tanto, che deve fare? buttare via i soldi? chiedere che il suo stipendio venga abbassato? regalarli a qualcun'altro?

Anche io come Stefano guadagno abbastanza, a differenza sua sto tutti i giorni in ufficio e faccio 8 e più ore di lavoro. Ma io ho tutte le capacità per farlo a differenza di chi magari fa il netturbino a mille euro, il mio lavoro e il mio stipendio me lo sono guadagnato con lo studio, il sudore e un po' di fortuna.

E se voglio fare lo spocchioso, lo faccio e non me ne fotte un cazzo di chi ci rosica, perchè da queste parti nessuno ti regala nulla, nemmeno i calci in culo.

P.s. qual'è la prossima cena a cui vai a scrocco? posso venire anche io? :)

S3Keno ha detto...

caro caro caro il mio Ashburn, che dire?
Potrei controrobattere mille cose al tu commento/vaneggiamento, ma stasera non mi va...

Posso solo ricordarti nuovamente che questo è il MIO blog, che ci scrivo tutto quello che mi passa per la testa e che mi va di scrivere (eh eh eh), che lo leggono in quattro (e tu sei uno di loro, forte vero?) e che post come questi sono FATTI APPOSTA per fare abboccare bocconcini come te, che alla fine mi dedicano pezzi da 2.514 battute e la cosa non puo' che lusingarmi ;)

Pura vida, bello...

S3Keno ha detto...

post scriptum:

trullallero, trullallà... vedo che sei andato a rompere il cazzo anche in casa di Paolo e Diego... a volte anche una sana sega fa più bene, sai?

Anonimo ha detto...

Ciao Stè, vediamo se capisci chi sono se ti dico che "il periodo in cui io entravo in casa Orso Barbaresi tu te ne stavi andando..." ;) eheh... posto 'sto commento semplicemente per dirti che mi trovo totalmente d'accordo con quanto racconti qui.
Troppe pause pranzo simili alla tua, lo stesso identico motivo per cui poco tempo fa ho chiuso anche con Sixty, per continuare a fare quello che mi piace, guadagnare quello che dico io e non finire schiavizzato dal lavoro che faccio, qualsiasi esso sia.
Credo che la dignità stia a monte e non sia qualcosa che si misura in ore di lavoro (i "te ce vo na guera"&co.) ma soprattutto, contrariamente a quanto detto da Ashburn a proposito di chi si ammazza di lavoro ma di certo non ama farlo, ho conosciuto tanta, troppa gente che AMA infognarsi in situazioni senza respiro perchè AMA il cellulare che squilla in continuazione, AMA farsi vedere sempre indaffarata, AMA trasmettere agli altri quell'idea di "capetto" che se non c'è lui che fa il lavoro per quattro va tutto a puttane.
Il più delle volte queste persone fanno questo per riempire una vita di rumore che li distolga dal silenzio assordante che hanno dentro.
Beh, almeno per me, è questa la gente che fa "pena e fastidio", gente che ha una visione della vita facilmente sintetizzabile in: procaccia>acquisisci>massimizza>fattura e riparti finchemortenontisepari.
Il peggio è che questo massacro a volte è in nome del nuovo status da raggiungere, la nuova macchina da comprare...vabeh, lasciamo perdere.
Sono quelli che amano iniziare le telefonate la mattina dicendoti con tono sprezzante: "beato te io ho gia fatto mezza giornata"
E' la gente che spesso ha trasformato ambienti di lavoro che erano vere e proprie miniere di idee in uffici dove regnava il più mediocre cinismo e dove non si produceva più nulla di buono perchè era tutto lavoro fine a sè stesso.
Personalmente mi sono fatto - e mi sto facendo tuttora - un mazzo colossale per PERMETTERMI di poter fare a meno di queste persone.
Farlo è un'enorme soddisfazione, anche quando questo comporta l'essere etichettato come idealista, viziato e quant'altro.
Solo chi sceglie questa strada sa che si tratta di un continuo dispendio di energie e ingegno per vendersi al miglior offerente e la cosa più difficile da capire per molti è che il "miglior offerente" non è necessariamente il cliente che paga di più (e che quindi ti tiene in pugno) ma piuttosto quello più lungimirante, quello che fa DAVVERO l'imprenditore.
Quello che capisce che, ad esempio, se lavori da casa tua con il tuo ibook gli costi meno, gli rendi il triplo e siete tutti contenti.
Altra cosa difficile da capire è che ci sono persone che in nome di questa famosa "dignità" di cui sopra accettano di ridimensionare il proprio tenore di vita come prezzo da pagare per fare un mestiere che adorano, senza mai esserne posseduti.
Il top è fare quello che si ama guadagnando bene, beh, lode a chi raggiunge simili risultati perchè è, a tutti gli effetti, un professionista.
Vabeh, chiudo qui altrimenti il Cajielli pensa che anch'io sono tra quelli che non si concentra sui progetti e disperde le energie sui blog ;)
A presto,
TM

S3Keno ha detto...

Bella Magnum!!! Maccerto che so chi sei, senza nemmeno bisogno che tu mi dia "indizi" ;)
(tra l'altro ti avevo già avvistato in altri blog, ora non ricordo se da Diego o da Roberto)...

Ma sai che ti dico? Che la gente che pensa che sia una passeggiata lavorare al Mac da casa, procacciarsi continumente il proprio lavoro (sennò niente "stipendio" a fine mese)... e che addirittura pensa che ti sei alzato una mattina ed era già tutto pronto così, non che per raggiungere uno status del genere magari ti sei fatto un mazzo tanto lungo un percorso (in salita) di 14 anni di lavoro... beh, gente così alla fine SI MERITA di stare frustrata in ufficio 8 ore al giorno per prendersi 1000 euro al mese!!!
Che non rompessero i coglioni, se non gli sta bene si può SEMPRE cambiare la propria vita...

Anonimo ha detto...

E' sempre un'emozione risentire un amico ma ogni volta che sento S3Keno (in qualunque forma, incontrandolo, facendomi una sana e robusta chiacchierata telefonica oppure, come in questo caso,scrivendo nel suo blog)avviene qualcosa di diverso: oltre al piacere di risentirlo (dato che non capita aihmè spesso) sento che l'occasione del contatto è un'opportunità per fermarmi un attimo e riflettere sulla mia vita, su ciò che è stato e su cio che è e sarà. Questo perchè Stefano è una persona intelligente (e molto meno snob o arrogante di come si può pensare sentendolo parlare o leggendo un suo post ;-)
e quindi devo dire che è sempre stato stimolante confrontarmi con lui.
La premessa è d'obbligo perchè Stefano mi conosce e sa che se da un lato sono sempre stato sensibile a fascinazioni intellettuali riguardanti carriera,successo economico ed ambizioni professionali, dall'altro mi rendo conto che la mia vita è cambiata notevolmente dai tempi in cui lavoraravo con Stefano e lo frequentavo nei momenti liberi. Come Stefano, ho conosciuto un escalation notevole a livello lavorativo: da redattore cinematografico impegnato a recensire dvd e a fare pezzi per 4 spiccioli su una rivista web diretta da due idioti che si credevano i futuri "Premi Pulitzer" del giornalismo mondiale, sono diventato un consulente pubblicitario di successo per una testata online dedicata agli studenti arrivando a guadagnare cifre impensabili per me fino a poco tempo fa. Non solo. La MIA CARRIERA SEMBRA VERAMENTE DECOLLARE VERSO LIDI E TRAGUARDI IMPORTANTI: recentemente, sembra che il mio lavoro durante questi anni sia stato notato ed apprezzato dagli amici di una realtà editoriale online veramente rilevante. Morale della favola? Mi è arrivata una di quelle proposte lavorative ed economiche capaci di farti ragionare sul tuo valore di mercato e farti interrogare su te stesso(possibile che valgo questa vangata di soldi? Mi fa piacere ma sinceramente non lo sapevo...) Dal 1 aprile così diventerò un dirigente pubblicitario di una nota casa editrice con una bella prospettiva di conto in banca. E ovviamente con tanti altri benefit all'attivo (compreso quello di lavorare in remoto da casa 3 giorni su 5 a settimana).Ma se mi fermo un attimo a ragionare, mi rendo conto che tutto quello che ho ottenuto è semplicemente una conseguenza. Il successo lavorativo non è l'obiettivo della mia vita e se in alcuni frangenti l'ambizione professionale (e non nego anche la prospettiva di guadagno) mi hanno stimolato e motivato più di tante altre cose, in fondo al mio cuore ho sempre saputo che la felicità non è nel conseguimento di un effimero traguardo professionale ed economico. Ho prima accennato ad un cambiamento ma benchè i passi da gigante vissuti dalla mia carriera abbiano descritto un cambiamento, non è in questo cambiamento che identifico il momento topico di svolta. E di un altro cambiamento che volevo parlare. La nascita di mia figlia, il matrimonio con una donna che in fin dei conti è una semplice dipendente da poco più di 1000 euro al mese ma che in questi anni è sempre più diventata la regina del mio cuore. E' la serenità di aver visto mutato il corso della mia vita rispetto ad un'adolescenza frustrata da mille dolori e problemi, è in questo mutamento che mi riconosco. Oggi ho una famiglia modello "Bradford's family" con mia moglie, mia figlia e la mia cagnolina. Non abbiamo mutato di un h il nostro stile di vita nonostante i guadagni accumulati (o da accumulare). Perchè il segreto del successo per me è nell'equilibrio tra cuore, anima e ragione. Il conto in banca aiuta, non sarò ipocrita, ma non riesce a giustificare il senso della tua presenza a questo mondo. Guardare negli occhi la prima volta tua figlia subito dopo che tua moglie ha partorito, quello sì che ti dà un senso. Stefano sa che io non ho vissuto, nè sono cresciuto nei quartieri alti di Roma. In America mi chiamerebbero un "self made man". Ma soprattutto Stefano sa che la qualità della vita risiede su di un piano non materiale, come spero traspaia da questo mio commento(ma temo che non ci siano parole ed espressioni sufficienti per rendere veramente l'idea delle emozioni provate). Per cui, fatemi tutti un favore. Quando leggete un post di S3keno che parla di qualità di vita ricordate che state leggendo un segno, un brano, un fumetto o quant'altro venga partorito dalla mente di un uomo e di un autore che con me ha sempre ragionato (e sentito)sul valore della vita.

Il 5° frequentatore del Blog

Luca "FriZ" ha detto...

Occhio Ste, questi discorsi son pericolosi.

Se da una parte in tempi non sospetti ti ho portato ad esempio come persona che segue la sua strada e si costruisce la sua felicità anche rinunciando a "posizione & fatturato", oltre che per il fatto che quello che hai te lo sei guadagnato, non chiudere gli occhi davanti ad una situazione oggettivamente difficile.

Entrare nel mondo del lavoro oggi non è uguale a 20 anni fa.
Studiare sta tornando sempre più un lusso, e un titolo di studio non sempre ti spiana strade.

La meritocrazia è merce rara, e lo sai meglio di me che spesso la differenza tra un buon lavoro e uno medio(non solo economicamente) la fanno le pubbliche relazioni, più che l'effettiva qualità del lavoro svolto.

A volte questa differenzia arriva a dividere chi ha un lavoro da chi non lo ha.

Se il tuo lavoro si riferisce ai tuoi colleghi che - pur guadagnando "a sufficienza" - preferiscono fare straordinari e stressarsi pur di ottenere promozioni o gratifiche, sono d'accordo con te.

Ma se lo amplii a tutti quelli che lavorano, ha ragione chi si incazza: non tutti possono permettersi di scegliere cosa fare, quando farlo.

Io ho avuto la fortuna di potermi permettere degli sbagli, di avere "il culo parato", ma ho amici senza questa fortuna.

Amici che - anche avendo capacità e voglia - stanno dietro a un bancone a combattere con clienti ignoranti. O a servire a un tavolo.

E tra un anno, o qualche mese di più, quando anche io mi butterò nella mischia, difficilmente avrò una sorte poi tanto migliore.

Ora: sono certo che il mio potenziale lavorativo valga più di 700 euro al mese.

Credo che fatti i conti con il potere d'acquisto, il potenziale lavorativo di ogni essere umano valga più di 700 euro al mese.

Da qui a trovare qualcuno disposto a pagare, però, ce ne passa.

Ti stimo per quello che fai, per come te lo sei guadagnato. Però a volte - da buon alter ego del tuo personaggio - spari giudizi un po' troppo arbitrari.

Anonimo ha detto...

Condivido pienamente il suo punto di vista. Si tratta di qualcosa di diverso e l'idea di mantenere.
Assolutamente d'accordo con lei. Credo che questo sia un concetto molto diverso. Pienamente d'accordo con lei.