lunedì 16 giugno 2008

Due links.



• Volevo fare la velina.

Potrei scrivere mille cose sulla nostra Ministra delle Pari Oppurtunità. Ma c'è chi lo fa meglio di me. Forse perchè - in qualche modo - è un argomento che coinvolge molto di più la sua vita di quanto non possa farlo con non la mia.
Il primo link è quindi al blog di Marco Marcello Lupoi, che dedica QUESTO INTERO POST alla nostra cara Mara Carfagna, completo di un'intervista che ha rilasciato a La Repubblica. Un'intervista tra tante, sia chiaro (visto che ne rilascia a destra e a manca), ma che rappresenta assai bene il suo Carfagna-pensiero. Agghiacciante.

• Pazienza: venti anni senza.

Il 16 giugno del 1988 moriva Andrea Pazienza. Io avevo diciotto anni, frequentavo il liceo artistico, leggevo e disegnavo fumetti... e non è che lo amavo: ne ero INVASATO!!!
Fa un certo effetto - venti anni dopo - scoprire alcuni dettagli raccontati da una persona che gli stava molto vicino, cioè Sergio Staino. Immaginarlo nella redazione de L'Unità che piange disperato chiedendo quattro milioni di lire, il giorno prima di morire. A volte certi particolari non vorremmo nemmeno saperli, credo...
Ad ogni modo, il secondo link è al blog di Paolo "Ottokin" Campana, che CON QUESTO POST celebra in maniera decisamente esaustiva l'arte ed il genio del caro vecchio Paz; oltre alle parole spese dello stesso Ottokin e all'intervista a Staino firmata da Franco Giubilei (tratta da La Stampa) trovate una pratica e completa bibliografia dell'opera omnia di Pazienza.

1 commento:

Carburo ha detto...

L'anno scorso Sergio Staino è stato ospite dell'Associazione Culturale di cui faccio parte.

A cena Staino ci raccontò l'aneddoto cui fai riferimento qua sopra.
Finì il racconto dicendo che per anni si era sentito in colpa per aver dato al Grande Paz quei soldi, ma che lì per lì gli era sembrato sincero e più pulito che nei mesi precedenti.

A me fece venire un groppo allo stomaco. Io Pazienza l'ho conosciuto che era già bello che sepolto da anni e anni, e mi sono innamorato perdutamente della sua arte. Perché -anzi, non so perché ma succede- la sua arte parla ai miei occhi, bacia la mia bocca, dà ginocchiate al mio stomaco. Ogni volta che vedo qualcosa di suo, che sia una tavola a colori o una striscia tirata via in pochi minuti, penso solo una cosa. Che è -forse- l'unico vero GENIO (parolone abusato, ma tant'è) del fumetto italiano.
Pazienza andrebbe studiato a scuola.

Vabbè, mi sono dilungato troppo. Saluti dalla Sardegna.