
E dunque dicevamo
Hulk.
Nelle sale dal prossimo 18 giugno, ieri sera l'ho visto. E mi sono divertito. Quindi la sua prima funzione - cioè l'intrattenimento - l'ha espletata a pieno!!! Il regista
Louis Leterrier (che per me rimarrà sempre quello dell'indimenticabile
"Danny The Dog") senza alcuna pretesa autoriale o psicologica, batte la precedente pellicola di
Ang Lee su tutta la linea.
Giocoforza, il paragone con il recente
"Iron Man" è pressochè inevitabile. E
"L'incredibile Hulk" - in poche parole - è senza ombra di dubbio un gradino sotto. Ma - nella media generale dei
comic movies (forse, anche qui, grazie all'entrata in campo diretta della
Marvel) - resta comunque un film davvero spettacolare e divertente.
A cominciare dalla sigla iniziale, che con veloci suggerimenti "riassume" tutta la questione dell'incidente per il quale lo scienziato
Bruce Banner si è trasformato nel Gigante di Giada, e ci risparmia l'ennesimo racconto delle origini. Quindi il film parte subito con il presupposto che lo spettatore conosca già, in linea di massima, la storia di
Hulk.
A sorpresa, la prima
location è un'incredibile
favela brasiliana. Da qui parte tutto il
plot della pellicola, che proprio nella prima parte ha i suoi momenti migliori. Il ritmo della regia e le incredibili riprese panoramiche/aeree di questo vero e proprio labirinto suburbano sono tanto dinamiche quanto suggestive, uno dei due elementi più validi del film. L'altro è il senso di fuga. Quello che secondo me Ang Lee aveva completamente trascurato, ma che è parte fondamentale di un personaggio come
Hulk. Da questo punto di vista, Leterrier recupera a pieno il Banner "randagio" perennemente braccato, quell'atmosfera di strade, province e squallidi hotel che aveva lo storico serial TV di fine anni '70 con
Bill Bixby e
Lou Ferrigno (che anche stavolta viene omaggiato con un delizioso cameo).
Molto più scontata invece la parte finale, con l'immancabile scontro tra il protagonista e la sua nemesi, esattamente come tra
Iron Man e
Iron Monger. Gli ultimi venti minuti in sala sono come assistere ad un vero e proprio incontro di
wrestling, con gli stessi tempi televisivi, le stesse coreografie di combattimento.
Così come ad un certo punto arriva anche l'inevitabile battuta sui pantaloni viola!!!
E passiamo agli attori.
Edward Norton (che personalmente considero un fuoriclasse) è veramente in ottima forma; pur non raggiungendo la straordinaria interpretazione di
Robert Downey Jr. per
Tony Stark, la sua è comunque un'indiscutibile grande prova d'attore... e il
Bruce Banner che porta sul grande schermo è molto molto più
cool di quello proposto nel 2003 da
Eric Bana!!!
William Hurt (il Generale
"Thunderbolt" Ross, splendido) e
Tim Roth (il soldato/mercenario
Blonsky, inquietante) sono entrambi PERFETTI per i rispettivi ruoli.
Liv Tyler l'ho trovata invece un po' "appesantita"; la sua
Betty Ross è senza infamia e senza lode (forse solo in questo caso è stata più azzeccata
Jennifer Connelly)... e oltretutto la parte di "bella del film" gliela ruba nel giro di pochi minuti un'operaia brasiliana della fabbrica in cui
Banner lavora per nascondersi!!! ;)
Per concludere, le due ciliegine (?) sulla torta.
La prima (oramai lo sanno cani e porci, quindi zero rischio
spoiler) è la comparsa di Downey Jr./
Stark a fine pellicola (ma stavolta PRIMA dei titoli di coda, per fortuna), esattamente come
Samuel Jackson/
Nick Fury alla fine di
"Iron Man". Tenete conto che QUI il pubblico ha applaudito (anche per ciò che dice e per COME lo dice). Di fatto, è il primo vero caso di
crossover supereroistico mai visto al cinema, nonostante noi ne siamo molto abituati dai fumetti.
La seconda è lo
score musicale originale interamente composto da
Craig Armstrong. Se per
"Danny The Dog" il buon Leterrier aveva scomodato i
Massive Attack (che scrissero
ad hoc un intero album strumentale), stavolta si affida all'eclettico/geniale musicista scozzese, che guarda caso collabora spesso con la band di Bristol di
Robert Del Naja, e che anche con
"L'incredibile Hulk" ci consegna una colonna sonora orchestrale epica e struggente. Un marchio di fabbrica sempre garantito, di elevata qualità.
• A very special THANX to my homeboy Kento, to Silvia and to all the "Way To Blue" staff ;)