sabato 28 maggio 2011

Pregiudizi POP • [episodio.03]

o anche: del mio debole - nemmeno troppo recente - per Dolcenera.



Mi piace, Dolcenera.
Mi è sempre piaciuta Dolcenera - al secolo Emanuela Trane, classe '77 - sin dalla prima volta che la ascoltai al Festival di Sanremo del 2003. Pensai: "Cazzo, questa è brava!"… e non solo per la sua voce, per come la modula, per come canta. Ma anche - attenzione! - per come suona il pianoforte.
E, più tardi, avrei scoperto anche per come scrive e compone.

A quel Sanremo lei partecipò con "Siamo tutti là fuori" e lo vinse nella categoria Nuove Proposte. Terminato il Festival, mi feci in quattro per conoscerla e intervistarla il prima possibile, perché - lo ripeto - mi aveva colpito molto (insieme a Patrizia Laquidara, che partecipava nella sua stessa categoria). Poi, su, una che come nome d'arte aveva scelto l'omonima canzone di De Andrè già la diceva lunga, no?

In seguito (non lo nego) l'ho seguita più o meno distrattamente.
Non ho i suoi primi album, quindi la mia era più che altro un'attenzione radiofonica, quando capitava e SE capitava. La consideravo molto brava, d'accordo, ma ero preso da altre cose. Francamente, rimasi pure un po' allibito quando nel 2005 la vidi partecipare ad un reality show (che peraltro vinse), prigioniera volontaria di un modello televisivo che non può che stritolarti. Ma tant'è: ognuno fa le proprie scelte, che non necessariamente devono corrispondere a quelle che faresti tu.

Bisogna però arrivare al 2009 (e ad altri due dischi pubblicati nel frattempo) prima di "Dolcenera nel Paese delle Meraviglie", quarto album della cantautrice pugliese/toscana. Che quell'anno presentò nuovamente a Sanremo con il singolo "Il mio amore unico", sfoggiando un nuovo look (che se già la trovavo bella, ora era pure donna!) e una presenza scenica inaspettata, abituati a vederla sempre seduta al suo pianoforte!
Non vi nascondo che non solo ho quell'album, ma l'ho CONSUMATO nel lettore della mia macchina a furia di ascoltarlo! L'attitudine rock di Dolcenera - pur restando fortemente legata alla tradizione del cantautorato italiano - si fa sempre più evidente. Pezzi della portata di "Come un sole splendido" (che trovavo fantastica) o "Date a Cesare" dimostrano chiaramente la maturità che sta raggiungendo sia come interprete che come autrice.
Ma di fatto, non è certo la breve esperienza televisiva che l'ha formata.
Lei canta e suona da tutta la vita, ha studiato/sudato a testa bassa sui tasti del pianoforte, ha solcato centinaia di palchi, ha fatto da supporter a diversi tour di altri artisti prima di poter cominciare a farne di suoi, a proprio nome, partecipando poi a grandi eventi musicali insieme ad artisti come Vasco Rossi, Zucchero o addirittura i Depeche Mode, esibendosi nel resto dell'Europa e confrontandosi anche con la composizione per il cinema.
E nonostante la mia più che nota posizione contro i talent show televisivi, sono proprio queste le skills grazie alle quali si diventa artisti completi.

Eccoci infine al 2011.
E' appena uscito il suo quinto album in studio - "Evoluzione della specie" - e qualche giorno fa me lo sono preso da Feltrinelli. Diciamo a scatola chiusa, sulla fiducia. Allora che dire adesso?
Che posso pur sempre ascoltarmi i Subsonica, Silvestri e gli Assalti Frontali (e cito questi tre solo perché ne abbiamo parlato recentemente)… ma nulla toglie al fatto che io mi ascolti - ripetutamente - ANCHE il nuovo disco di Dolcenera, è chiaro?

Undici tracce di stampo pop/rock.
A tratti più esplicitamente pop, a tratti più selvaggiamente rock (anche elettronico, come per il pezzo a.k.a. UOMO che da' il titolo all'album); "Il sole di domenica" è stato scelto come singolo di lancio, e non è affatto male. Ma l'album raggiunge momenti assai più INTENSI, credetemi. Tra tutte, segnalerei "Nel regime delle belle apparenze" (un gran bel testo espresso musicalmente con un sapore rockabilly) e soprattutto "Nel cuore e nella mente", che probabilmente è l'apice dell'intero lavoro in termini di arrangiamento (straordinario, di grande classe) e di suono - pieno, emozionale - che non ha nulla da invidiare alle migliori produzioni rock britanniche (compresi alcuni difficili controtempi delle batterie sulla melodia e sul cantato).
Aggiungo anche un suggestivo ed improvviso affondo di piano nell'ultimo minuto de "I colori dell'arcobaleno" e l'efficacia della traccia di chiusura - "Dagli occhi di una donna" - un'ironica filastrocca per mandolino (che poi, scoprirete, è tutt'altro che una filastrocca) dall'anima molto femminile.

Bene. A questo punto - se volete - potete pure cominciare a sparare sul pianista.
Che in questo caso sarei io, non lei.
Altrimenti SULLA pianista altro che proiettili…

mercoledì 25 maggio 2011

In progress.



E' già da qualche tempo che sto lavorando ad un progetto decisamente AMBIZIOSO, ben sapendo che in certi ambienti (editoriali o imprenditoriali che siano) dove tutti sono amici di amici, dove vige la conduzione familiare, generalmente un progetto di tale portata deve in qualche modo essere "sponsorizzato" da una conoscenza, da un gancio, da una presentazione di qualcuno di autorevole, se non addirittura da una vera e propria raccomandazione.
Della serie: avete presente quell'amico che improvvisamente riceve i fondi per un festival annuale di formaggi alla menta e poi viene fuori che guarda caso suo zio lavora alla Regione nell'ufficio patrocini e che il cognato della moglie è proprio l'amministratore delegato della banca che fa da sponsor alla manifestazione?

Altrimenti - a certi livelli - è davvero impensabile arrivare con le tue sole forze.

Ecco: IMPENSABILE.

Eppure io ci sto pensando.
Anzi: lo sto facendo.
Senza nessun gancio, nessuna conoscenza, nessuna raccomandazione di chicchessia. Un po' come certi film americani degli anni '80 (penso a Michael J. Fox in "Il segreto del mio successo") dove tutto è possibile, tutto è idealizzato, dove una buona idea vale più di centomila raccomandazioni, e se ci credi davvero ce la fai.
Con semplice volontà, con tenacia.

Allora ci sto credendo.
Un progetto in realtà molto semplice, basato su un'idea.
O meglio: su un'INTUIZIONE.

Scrivo un post del genere solo a testimonianza di questo momento.
Perché ci vorranno settimane, mesi, forse un anno. E nella maggioranza dei casi (nonostante la mia volontà e le mia tenacia) so già da adesso che la cosa, mio malgrado, potrà non andare nemmeno in porto.
E dimenticheremo anche questo post.

Ma se invece in porto ci andrà…
Oh, se ci andrà… allora si che toccherà rileggere quanto scritto oggi.
E potrò davvero riconoscermene TUTTO il merito.

giovedì 19 maggio 2011

al parco con EMERGENCY • 2011


• Clicca per ingrandire

Un invito per tutti i miei amici e conoscenti…
No, anzi… che sto dicendo? Un invito a TUTTI i romani, anche quelli che non conosco!!!
Che con quest'anno siamo arrivati alla quinta edizione, accidenti :)

E dunque: domenica 29 maggio p.v. dalle ore 9:00 e per tutto il resto della giornata c'è l'EMERGENCY DAY del Gruppo Appio-Tuscolano… quindi alzate le chiappe dal divano e - soprattutto se avete bimbi (che c'è un'animazione straordinaria) - venite al Parco degli Acquedotti all'altezza di San Policarpo.
Che poi, per chi non ci avesse mai messo piede, beh… il Parco degli Acquedotti è BELLISSIMO, sapete?

Stands info & gadgets, pesche di beneficenza, mostre fotografiche, sport, passeggiate archeologiche con guide esperte, yoga shiatsu e tai chi, magia e giocoleria, letture e fiabe per i più piccoli, tanta tanta animazione… e volendo (organizzandosi prima) anche una bella occasione per fare un fantastico pic-nic nel verde del parco: cos'altro volete di più?
Oltre che sostenere Emergency, ci sarà da divertirsi!!!
Ci trovate lì, da mattina a sera.
Ebbene si, anche a me :)

• QUI il programma della giornata

E poi non venitemi a dire che non ve l'avevo detto con il giusto anticipo…

lunedì 9 maggio 2011

Peppino & Carlos.


Oggi, ricordando Giuseppe "Peppino" Impastato (l'attivista politico e conduttore radiofonico che dedicò la sua vita nella lotta alla mafia, assassinato il 9 maggio del 1978), un'occasione per rivedersi "I cento passi" di Marco Tullio Giordana o per acquistare e leggere il bel libro a fumetti "Peppino Impastato - Un giullare contro la mafia" " di Marco Rizzo e Lelio Bonaccorso (Becco Giallo, € 14).

Oggi, ricordando Carlos Trillo, spentosi stanotte a Londra.
Uno dei più bravi sceneggiatori della scuola sudamericana, che ho letto sin dai tempi di "Eureka!", che ha scritto - tra gli altri - per disegnatori del calibro di Horacio Altuna, Jordi Bernet, Eduardo Risso ed Enrique Breccia, regalandoci serie straordinarie come Loco Chavez, Chiara di notte, Light & Bold, Chicanos, Cybersix e tante tante altre, entrando a pieno titolo nell'Olimpo dei più grandi autori della storia del fumetto.

giovedì 5 maggio 2011

La mia su THOR

o meglio: quella di Michele!



Ieri sera finalmente ho visto "Thor" anche io.
Premetto che Thor era IL MIO PERSONAGGIO PREFERITO quando ero bambino (altro che l'Uomo Ragno e i Fantastici Quattro, e comunque ben prima di "scoprire" gli X-Men o Batman) per via del suo martello Mjöllnir, per la possenza delle sue storie senza nemmeno sapere - a quella età - che magari erano scritte da Stan Lee e disegnate da Jack Kirby, per tutti i suoi richiami alla mitologia nordica (io che ero appassionato di miti e leggende, così come delle grandi epopee degli dei greci e romani che mio padre mi raccontava come fossero straordinarie favole senza fine). Insomma: se i miei mi portavano a un'edicola e mi dicevano di scegliere un fumetto, io sceglievo Thor!
Poi, crescendo, ho smesso di leggerlo.

In realtà ho smesso per un bel po' di leggere qualsiasi fumetto.

Ci sono "tornato" da grande, negli anni del liceo (ma questa è una storia che ho già raccontato); nei primi anni '90 grazie alla Play Press che gli dedicò un mensile (durato una sessantina di numeri, se non ricordo male) e che - senza che nuovamente ne sapessi nulla - pubblicò l'intero ciclo scritto e disegnato da Walter Simonson, che me lo fece amare una seconda volta.
Poi, nell'era di Marvel Italia e Panini, ho smesso nuovamente di leggerlo.

Comunque sia, di Thor ne so parecchio.
Ed è per questo che non voglio recensire il film.
Sono andato a vederlo insieme a Michele, my brotha. E ne parlerò proprio con le sue parole. Quelle di uno che abitualmente non legge fumetti (salvo qualche raro caso alla "V for Vendetta"); quelle di uno che magari può anche conoscere Odino e Loki, d'accordo, ma non sa nemmeno chi siano Heimdall, Lady Sif, Volstagg, Fandral e Hogun (figuriamoci Occhio di Falco, Luke Cage, Nick Fury o lo S.H.I.E.L.D.); quelle di uno che non ha gli strumenti NERDcessari per cogliere le citazioni agli albi, agli autori o ai personaggi Marvel stessi e i loro alter ego (come l'allusione a Bruce Banner o il gioco d'identità con Donald Blake, qui un "ex" di Jane Foster).

Quindi uscendo dalla sala, i suoi commenti sono stati più o meno questi: (1) "E' sempre bello ammirare Natalie Portman per un paio d'ore" (lui la adora) • (2) "Asgard era davvero da paura!!! Cosa si riesce a fare con la computer grafica oramai, eh?" (ma del tributo all'iconografia kirbyana, alla pari del Distruttore, ne è pressoché ignaro) • (3) "Bello l'inizio con la storia di Asgard e dei Giganti del Ghiaccio, la presentazione dei personaggi, l'arrivo di Thor sulla Terra, ma poi più andava avanti e più peggiorava"… e che altro dire?
Che fondamentalmente concordo con lui su tutta la linea.
Si, con lui che nemmeno legge fumetti!
Perché è vero che Natalie Portman è uno spettacolo.
Che la trasposizione di Asgard è fantastica e immaginifica.
E che TUTTI i film della Marvel scadono nel secondo tempo, dopo che origini personaggi e situazioni vengono presentati, dopo che le pedine vengono poste sulla scacchiera, dopo che viene chiarita nettamente la suddivisione tra bene e male… e tocca assistere al resto del film con l'inevitabile, lunghissimo, scontro tra l'eroe di turno e la sua nemesi. Vale per Spiderman, per gli X-Men e Wolverine, per Iron Man, per Hulk.

Tocca a me, ora.
Io confidavo MOLTO nella regia di Kenneth Branagh, proprio per il cinema da cui proviene. Al di là della Portman, di Anthony Hopkins o di qualsiasi altro attore potessero scritturare. E forse - a furia di leggere recensioni e commenti entusiasti su questo "Thor" da parte di tutti - le mie aspettative si erano esageratemente montate.
Non che non mi sia divertito, sia chiaro.
Ma me lo aspettavo molto più EPICO di quanto non sia.
E proprio lui, Thor, che nei fumetti ha sempre quell'aria superiore e distaccata di un Dio, quel modo "antico" di parlare, me lo ritrovo qui bello come il sole, alto biondo e perfetto, che sembra un coatto da palestra nei modi, nel combattere, nel flirtare con le pupe!

Oh, insomma: che fine hanno fatto il prode Balder e Beta Ray Bill? ;)

domenica 1 maggio 2011

Napoli 2011.


• Scorcio della città dalla ringhiera della funicolare di Montesanto.
Courtesy of Ottokin.


Caro diario,
ieri insieme a Paolo sono andato a Napoli. Per la precisione al Comicon, come ogni anno. Siamo partiti alle 8:00 dal bar e siamo arrivati a Castel Sant'Elmo alle 10:40, compreso di macchina parcheggiata al Vomero, che già di per sè è un'impresa.
A proposito: anche andare a Napoli con la macchina di Paolo, da passeggero, è qualcosa di davvero nuovo per me, ma magari ne riparliamo un'altra volta.

Ritirati gli accrediti e fatto un primo giro di saluti (che tanto in quei corridoi quasi vuoti era facile incrociare chiunque), abbiamo deciso di scendere alla Fiera d'Oltremare, che l'anno scorso non avevamo fatto in tempo. O non ne avevamo voglia? Non ricordo. Comunque sia, abbiamo preso la funicolare che arriva a Montesanto e da lì un trenino per la Fiera, che sta proprio di fronte allo Stadio San Paolo!
Devi sapere, caro diario, che questo trenino era quello che negli anni '50 collegava Trinidad a Cienfuegos, in quel di Cuba; poi Fidel Castro l'ha venduto al Comune di Napoli.

Giù alla Fiera ci aspettavano Roberto e Mariagrazia. Abbiamo fatto un giro in mezzo a librerie, stand di dolciumi e cosplayers. Ero convinto di spendere tanti soldi per comprarmi parecchie cose Marvel e DC agli stand della Planeta e della Panini, e invece alla fine ho preso solo "Young Liars" di David Lapham.
Nel frattempo mi hanno raggiunto anche Valeria e un paio di Andrea, ovverosia tre dei quattro Ottomani.

Dopo un po' ci siamo stufati e siamo tornati su al Castello. Prima di rientrare, abbiamo pranzato insieme, anche se nel chiacchierare con Paolo, Rob e Mariacosa mi sono dimenticato che avevo detto anche a Valeria e i suoi soci che avrei pranzato con loro!
Ma sai com'è: alla mia età ci si scorda sempre di tutto. Pazienza.

Alle 15:00 siamo andati all'incontro in Aera Pro sul fumetto digitale. Oltre al nostro Roberto, c'erano Marco Marcello che è stato per tutto il tempo attaccato al suo cellulare (anche maleducatamente, a volerla dire tutta), poi anche Piero, una signora della Mondadori di cui non ricordo il nome, un signore francese che però parlava in inglese, con Claudio e Stefano a fare da moderatori. Interessante, si. Ma non del tutto convincente. Riparleremo anche di questo, promesso!
Peraltro doveva finire per le 16:00 e invece si è protratto fino alle 17:00. Sicchè sono giunto con molto ritardo al mio stand, cioè la sempre più mitica Tunuè... soprattutto se consideriamo che avevo detto loro che mi sarei messo a disegnare alle 14:00 ;)

Allo stand c'erano Max, Concetta, Renato, Antonio, David, Daniele, Luca, Marina, Niccolò e tutti gli altri della banda. Come sempre una bellissima atmosfera, allegra e positiva. Tante dediche, tanti disegni e tanto charme generosamente elargito dal sottoscritto! C'è da dire che dentro alla Tunuè - a livello di autori - ci sono i Maestri e i Cialtroni (tra i quali nuovamente il sottoscritto); abbiamo quindi deciso che entro la prossima Lucca Comics, realizzeremo delle spillette metalliche da attaccarci addosso in modo che passanti occasionali e/o lettori abituali possano riconoscere gli uni dagli altri.
Visto che giocavo in casa, mi son preso "Gaia Blues" di Gud, "L'inverno del disegnatore" di Paco Roca e "L'uomo Bonsai" di Fred Bernard.

Poi ci sono state pure le premiazioni, ma io non ci sono andato. Salvo entrare in sala un paio di minuti per assistere proprio in quel momento alla premiazione di tale MP5 e chiedere, forse un po' troppo ad alta voce: "Ma chi cazzo è MP5?!?"
Subito dopo, per riprendermi, ho puntato il primo stand accanto alla porta di suddetta sala e ho acquistato "Tigre! Tigre! Tigre!" di Scott Morse (Bao Publishing) che magari provo pure a leggerlo a Giulia.

Insomma, caro diario mio…
Potrei scriverti altre mille cose sulla bella giornata di ieri, ma ce n'è una in particolare che vale la pena confidarti.
E cioè che ogni volta che vado al Comicon (e non mi succede nemmeno a Lucca!) mi torna una gran voglia di disegnare i fumetti. Non so per via di quale inspiegabile energia, ma è così.
Quindi devo assolutamente dare un giro di vite e rimettermi SERIAMENTE al lavoro su "Kuore e la notte più buia di Roma".
A love storytelling.

giovedì 28 aprile 2011

S.C.O.T.C.H.



Giunto al suo settimo album IN STUDIO, il nostro Silvestri nazionale aggiunge un nuovo importante tassello al puzzle del suo eclettico percorso artistico (e chi lo segue dal vivo, sa bene che la sua musica è proprio come un Lungo Viaggio, non solo metaforico) confezionando un disco tutt'altro che facile, in termini "commerciali".
Si, perché i detrattori che ancora lo considerano un semplice cantante da hit giudicandolo per quei (pochi) singoli che effettivamente scalarono le classifiche come "Salirò" o "La paranza", senza conoscere l'opera di Daniele Silvestri nel suo insieme (decontestualizzando cioè quei brani dalla valenza ironica che avevano nell'economia degli album in cui erano contenuti) stavolta non troveranno fianchi scoperti da colpire. Lo si era già capito chiaramente dalla sua esibizione live a "Vieni via con me" di Fazio e Saviano, con "Precario è il mondo" (che in questo album è ulteriormente arricchita dalle profonde rime di Raiz ex Almamegretta), così come da "Ma che discorsi", il primo singolo in onda alla radio da diverse settimane.

Che poi già dire "album in studio" non sarebbe del tutto corretto, quantomeno non nel senso classico con cui oggigiorno si registrano i dischi: "S.C.O.T.C.H." è infatti interamente registrato IN DIRETTA DAL VIVO, un po' come si faceva negli anni '70. Con un via vai di amici e ospiti che, passando in studio, hanno dato il loro contribuito.

L'album apre e chiude con voce e pianoforte: ci prende per mano all'ingresso con "Le navi" (un pezzo che, in termini di sapore, può addirittura ricordare Fossati) e ci riaccompagna all'uscita con "Questo paese" (con Stefano Bollani sui tasti); nel mezzo, un intero mondo raccontato con il solito acume di Daniele, una fotografia sociale e politica esaustiva e disincantata, tanto nella stesura attenta dei testi quanto nella ricercatezza strumentale e sonora.

Già nella seconda traccia - "Sornione" - Daniele è affiancato dall'amico Niccolò Fabi, per un brano solo all'apparenza leggero, nel quale si fondono alla perfezione le poetiche dei due autori romani: "A domandarti come stai / si corre sempre un certo rischio / il rischio che risponderai / e questo normalmente sai non è previsto / non è prevista l'onestà / e se ti guardi intorno mi darai ragione / e va di moda la sincerità / ma solo quando è urlata alla televisione"… Così come tutt'altro che scontato diventa anche un tema ricorrente come l'amore, se a raccontarlo è un pezzo come "Acqua stagnante" (un "punto di vista femminile, un rapporto d'amore fissato sul momento della resa", scrive Philopat al proposito).

Nei sessantuno minuti di questo percorso, c'è spazio per una parodia come "La chatta" (con lo stesso Gino Paoli che interviene sia al telefono che in alcune strofe). C'è spazio per la cover/omaggio di "Io non mi sento italiano" di Giorgio Gaber, che a più di dieci anni dalla sua scrittura è più attuale che mai, e che peraltro fa da collante alla traccia successiva: "Monito®", un pezzo potentemente rock, un'intrusione nella stanza di quel Presidente che vorrebbe "una penna disonesta" che firmi decreti al posto suo!
C'è il bravissimo Diego Mancino (che io stesso, diverso tempo fa, segnalavo come uno dei migliori artisti italiani del momento in questo post qui) in "Acqua che scorre". C'è la voce narrante di Andrea Camilleri in "Lo scotch" (con la partecipazione di Bunna degli Africa Unite e Peppe Servillo) che racconta di un uomo che torna in Sicilia sulla sua tomba, dato che - a causa di un errore - lo avevano dato per morto. C'è l'ombra di Paolo Borsellino che aleggia surreale in "L'appello". E c'è ancora tanto altro, se solo vorrete scoprirlo…

Un album che esprime a pieno la maturità stilistica di Daniele e di tutti i musicisti che oramai lo accompagnano abitualmente (i Soliti Noti); "S.C.O.T.C.H." è seguito e summa di tutti i dischi precedenti, la rappresentazione coerente di un artista che - fino ad oggi, se possibile - è sempre in crescita. Nel rigore della forma-canzone. Nella serietà delle riflessioni che ci propone. E - perché no? - anche nella leggerezza dei divertissement in cui ci coinvolge!

mercoledì 27 aprile 2011

sabato 16 aprile 2011

Francesca Romana.



Ho conosciuto Francesca Romana ancor prima di conoscerla.
L'ho disegnata.
Era una delle protagoniste di "Buona la prima", un progetto a fumetti (formato fanzine) ideato da Carlo Chericoni e Fabrizio Spinelli, nel quale io ero subentrato nei primissimi anni '90, prima del Massacratore, prima di Katzyvari, prima di tutto ciò che sarebbe venuto dopo.

Quasi dieci anni dopo la incontrai di persona.
Roma è piccola, dico sempre. La trovai in veste di caporedattrice alla Nexta.com, il network giornalistico per il quale io curai Videomusica.it e Blackmagazine.it.
Ci prendemmo subito bene, in termini di carattere, di ironia e di gusti (musicali, cinematografici, fumettistici). Diventammo amici, dentro e fuori la Nexta. Per un paio d'anni ci frequentammo tantissimo, passando insieme la maggior parte delle ore di una settimana, lavorando insieme, pranzando insieme, andando a ballare insieme. Un'amicizia trasparente, disinteressata, che con il tempo divenne anche COMPLICITA'. Tanto nelle mie cialtronate, quanto nelle sue contraddizioni, che si esprimevano fino ad un matrimonio al quale io ero presente, e qualcuno - che sarebbe dovuto esserci più di me - non c'era.

Vorrei poter dire che, in quei due anni insieme, l'ho anche "salvata" da un agguato professionale che le era stato teso. Ma non sono certo un eroe. Ed il mio impacciato tentativo di esserlo, non servì nè a lei (a tutelarla da certe decisioni) nè tantomeno a me (che pagai comunque il prezzo del mio schieramento).

Poi, nostro malgrado, ci siamo persi per strada.
E non basta certo essere "amici" su Facebook e farsi due chiacchiere in chat ogni sei mesi per poter dire di essere ancora realmente amici, al di là del bene che ci si può volere.
Sapevo cosa stava facendo, dove e con chi viveva, quanti figli aveva (nella piena espressione di una vocazione alla maternità davvero impensabile quando si cazzeggiava insieme!) ma - di fatto - il tratto di vita che avevamo percorso insieme era finito da un pezzo! Sarebbe così inutile, ora, sostenere quale invisibile rapporto ci legasse ancora, o trovare qualsiasi possibile giustificazione.

Da giovedì Francesca non c'è più.
Il punto è questo, solo questo.
C'è - è vero - per chi crede in una vita dopo la morte, nella ricompensa di un Paradiso, o per chi continuerà a ricordarla con affetto (se non con vero amore) facendola vivere per sempre nei propri ricordi.

Ma io non so davvero cosa pensare.
E la notizia della sua morte mi ha sconvolto.
Allora mi sforzo, e voglio davvero provare a pensarla in cielo. Che ci guarda dall'alto. E sorride benevola di tutti noi: tanto dei suoi carnefici, quanto dei suoi inutili eroi. E da lì, dall'alto, che protegge sempre i suoi bambini.

domenica 3 aprile 2011

Costa Calma, Fuerteventura.



Noi si va. Poi si torna, tranquilli ;)
Ci rivediamo il 12 aprile.
Tante buone cose.

giovedì 31 marzo 2011

Rolling in the deep.



Avevo parlato del pezzo di Adele in questo post qui.
Ora quella vecchia volpe di John Legend ne ha fatto una straordinaria versione gospel.
Tre minuti e mezzo tutti da ascoltare.

venerdì 25 marzo 2011

TRE, uno dopo l'altro...



Momento di grande fervore musicale con importanti uscite discografiche: dopo Jovanotti per Teresa, uno dopo l'altro ecco i nuovi album dei Subsonica con "Eden", degli Assalti Frontali con "Profondo Rosso" e di Daniele Silvestri con "S.C.O.T.C.H" (che esce il 29 marzo).

Tre cose diversissime tra loro, ma che amo in egual misura nella loro diversità, nel loro suono, nel loro messaggio. Ed è anche come dire - se ce ne fosse bisogno - che grazie a Dio esiste ancora un'altra musica italiana oltre Sanremo e oltre i talent show televisivi. Una scena ancora creativamente viva, produttiva, pungente, energica, non omologata e direi anche PROVOCANTE!!!
Fatta di altri nomi e altre storie, fatta di esperienza e credibilità, fatta non di scenografie posticce tutte luci colorate balletti coreografie fumi e paillettes ma di palchi infiniti, tour interminabili, pubblico che ti segue e ti premia per il sudore che gli dai anno dopo anno, disco dopo disco, live dopo live

Uno dopo l'altro, voglio recensirli tutti e tre, anche se mi fa sempre più fatica scrivere recensioni "serie" (?) soprattutto qui sul blog. Ma lo farò, non appena mi passa questa maledettissima fievre!!! Promesso.
Nel frattempo - se vi capita - dategli un ascolto anche voi… no?

lunedì 21 marzo 2011

The Losers.



Premettendo che l'omonimo fumetto Vertigo di Andy Diggle e Jock mi era davvero piaciuto assai (sin dal primo volume ancora targato Magic Press!) volevo andare al cinema a vedere il film che ne ha tratto la Warner Bros già nel momento in cui era uscito (circa un anno fa, mi pare) ma non ne ebbi occasione.
Poi sinceramente me ne sono dimenticato, anche perché in Italia è passato completamente inosservato, tanto dalla critica quanto dal pubblico (infatti, a memoria, non ricordo un solo blogger/autore di fumetti che ne abbia parlato). Poi me lo sono ri-ricordato; e l'ho scaricato; e ieri sera me lo sono visto, finalmente.

Beh, vuoi perché il Colonnello Clay è interpretato da Jeffrey Dean Morgan (che non puoi non aver adorato nel suo magistrale Comico su "Watchmen"), vuoi perché per la parte di Aisha hanno chiamato quel sogno di perfezione vivente che è Zoe Saldana, vuoi perché - per una fatale trasversalità che parte dalle mie emozioni giovanili attraversando più di vent'anni fino a "I Soprano" e l'attualissimo "Glee" - anche qui irrompe "Don't stop believing" dei Journey (tra l'altro anche durante una sequenza spassosa con Jensen/Chris Evans che mima dei poteri mentali che non ha, sapendo però di avere le spalle coperte da Cougar), vuoi perché per tutta la durata dell'intero film - dalla prima all'ultima scena - si sparano tutti coattissime POSE come se piovesse (ma considerate che la pellicola di 'sto semisconosciuto Sylvain White mantiene volutamente una perenne ironia, un'aria da commedia come era in uso su certi telefilm d'azione anni '70/'80 alla A-Team, per capirci)… insomma: a me è piaciuto un casino!!!
Non passerà alla storia del cinema come un capolavoro, è ovvio.
Ma è gustosissimo, e mi ha divertito parecchio.

Ora potremmo star qui ore ad elencare quanto - a noi malati fumettari - ci siano piaciuti i Batman di Christopher Nolan e di quanto invece ci abbia fatto cagare la trasposizione hollywoodiana del John Constantine con Keanu Reeves (che NULLA aveva a che vedere con il personaggio Vertigo). O ancora di quanto abbiamo goduto nel vedere il già citato "Watchmen" di Zack Snyder (che personalmente mi aveva già deliziato anche con il suo "300"), entrambi i capitoli di "Hellboy" firmati da Guillermo del Toro, il "V for Vendetta" con Natalie Portman (ma anche cose più diverse come il gelido "A history of violence" di Cronenberg con un superbo Viggo Mortensen) o di come sia invece da dimenticare tutta la sfilza di "Catwoman", "Daredevil", "Elektra", "Ghost Rider", il terzo "X-Men", entrambi "I Fantastici Quattro", i vari "Punisher" e "Blade" e chissà quanti altri PESSIMI film tratti dai fumetti come il discusso "Dylan Dog" proprio adesso nelle sale (che non voglio nemmeno andare a vedere)…
E sono altresì consapevolissimo che "The Losers" è comunque un film in qualche modo MINORE, nel firmamento dei grossi blockbusters basati sui fumetti.

Eppure se l'avete perso, se volete "spegnere il cervello" e divertirvi con un action movie nudo e crudo, "The Losers" è molto moooOOOooolto meglio di tanti film dello stesso genere (soprattutto se confrontato con pellicole analoghe come il recente remake di "A-Team" o l'ambizioso "The Expendables" di Stallone). La regia è frizzante, il cast è azzeccatissimo, la trama segue piuttosto fedelmente il primo arco narrativo della serie originale (che a sua volta cita/omaggia il genere stesso)… e dirò che non appena trovo il dvd originale a 9,90 me lo prendo e me lo guardo nuovamente, alla faccia di chi ve ne parlerà comunque male per partito preso!

giovedì 17 marzo 2011

OLTRE?



Lo so, può anche darsi che mi girassero i coglioni già di mio, per ben altri motivi. Ma lungo tutta la via Appia (che è bella lunga) così come al Portonaccio o - suppongo - in ogni spazio disponibile nel resto della città, vedo Roma letteralmente tappezzata dalla nuova campagna "Oltre" del PD di Bersani.
OLTRE…

Oltre cosa?
Oltre le divisioni c'è l'Italia unita.
Oltre il disprezzo delle regole c'è la Costituzione.
Oltre la crisi c'è il coraggio delle imprese.
Oltre Arcore c'è la dignità dell'Italia.


E siamo alle solite: "Oltre berlusconi e oltre il berlusconismo, che ha nel disprezzo delle regole, nella ricerca delle divisioni a tutti i costi, negli egoismi, nella precarietà, nell'incapacità di dare risposte concrete alla crisi in cui si trovano famiglie e imprese, le sue caratteristiche principali. Il PD vuole non solo guardare oltre, ma anche preparare concretamente, con la propria iniziativa, l'apertura di una nuova storia per questo paese"…

La nuova campagna con cui il Partito Democratico propone questo slancio nell'andare "oltre", insomma, non si basa sull'andare "oltre ad una imbarazzante crisi interna del partito", oppure "oltre una riforma scolastica aberrante", o ancora "oltre una finanziaria che sta impoverendo il Paese e le sue risorse" se non addirittura "oltre un modello imprenditoriale fondato sul capitale privato". No: nel suo messaggio (che dovrebbe essere manifesto programmatico) utilizza nuovamente berlusconi come punto di riferimento, come parametro di paragone di questo stesso andare "oltre".

Ma poi… oltre, per preparare concretamente l'apertura di una nuova storia?

Allora il mio pensiero va a tutti voi, cari miei politici del PD.
Cari i miei Bersani, Franceschini, Fassino, Veltroni o D'Alema che siate, sapete qual'è la novità? E' che ci avete rotto i coglioni, e che se volete davvero qualcosa di NUOVO per noi che ancora ci sentiamo "di sinistra", è ora che ve ne torniate tutti a casa! Una volta per tutte, perché avete davvero rotto il cazzo!!!
E dirò di più (anche rischiando l'impopolarità): già che ci siete, portatevi a casa anche un certo tipo di stampa che vi sostiene e vi asseconda nella vostra ottusa e monolitica crociata antiberlusconiana (con "La Repubblica" in testa) ma - alzando il tiro, che sarebbe troppo facile sparare a zero su Vespa - anche personaggi come i cari Santoro o Floris, che sono si taaaaaanto intelligenti, ironici e pungenti, ma con le loro trasmissioni - che d'accordo spiccano per forza nel niente televisivo! - oramai non fanno altro che alimentare un'ovvietà trita e ritrita, non fanno altro che alimentare la vostra monotematicità.
Tutti contro berlusconi.
Solo berlusconi.
Nient'altro che berlusconi.

Ma pensate per un solo attimo a come stiamo messi noi.
Si, noi che - poveri stupidi? - crediamo ancora nei VALORI che dovrebbe rappresentare questa benedetta sinistra (valori come il diritto allo studio e alla sanità pubblici, ad una anzianità dignitosa, o come la solidarietà in antitesi ad un sistema di prevaricazione). Noi che ancora votiamo PD solo ed esclusivamente per la sua sopravvivenza, perché non si estingua in attesa che giungano tempi migliori. Pensate a come stiamo messi noi che in mezzo ad un mare di desolazione, riusciamo (o vogliamo?) vedere addirittura in Nichi Vendola o Matteo Renzi delle isole di possibilità!
Pensate a come stiamo messi noi che ci tocca guardare il TG di Mentana su La7!!!
Noi che - in nome di ciò in cui ancora crediamo, anche quando la disillusione ci sbatte in faccia, chiaro e tondo, che non c'è più nulla in cui credere - l'unica scelta possibile che ci resta sono le nostre "bolle di resistenza umana", attraverso attivismo ed impegno sociale (anche quando è creativo, interpretato con i propri strumenti umani e professionali, espresso con ogni possibile forma del proprio talento: la scrittura, la musica, il cinema, il fumetto), attraverso la micro-politica territoriale (nel comune, nel municipio, nel quartiere, a scuola, sul luogo di lavoro) o magari attraverso il volontariato. Non ultimo, nel nostro privato, anche attraverso una nostra quasi pudica RETTITUDINE professionale in un mondo che ogni santo giorno ci propone l'esatto contrario; o nell'educazione che possiamo dare ai nostri figli, basata su quegli stessi valori di riferimento, in un mondo che ogni santo giorno proporrà loro strade più facili, ambizioni più seducenti, traguardi più appaganti, piaceri possessi e poteri.

Ecco come stiamo messi noi, quaggiù.
E come state messi voi, "oltre", con i nostri cazzo di voti in mano!

Volete capire che non abbiamo più bisogno di sentirci ripetere quanto sia brutto e cattivo berlusconi, perché oramai lo sappiano sin troppo bene già da soli? Che senza bisogno di essere scienziati, CHIUNQUE abbia ancora la facoltà di tenere acceso il proprio cervello (ovvero, in teoria, proprio quel potenziale elettorato a cui vi rivolgete) conosce già di suo vita morte miracoli forze e debolezze di questo nemico?
Quindi SMETTETELA di ripetercelo di continuo, di basare le vostre intere campagne elettorali, la vostra intera comunicazione e le vostre intere argomentazioni da salotti televisivi su questo solo, unico, maniacale argomento.

Non c'è bisogno di andare "oltre" berlusconi, caro il mio Bersani.
Qui tocca andare "oltre" al vostro modello di sinistra, "oltre" alla vostra ridicola opposizione, "oltre" alla vostra fissa monotematica (che potrebbe anche sembrare un complesso, sai?), "oltre" alla vostra totale mancanza programmatica. C'è bisogno di andare "oltre" a tutti voi, che avete esaurito passione, entusiasmo, serietà e credibilità. Avete esaurito argomenti e carte da giocare. Avete esaurito il vostro tempo.
Tornate a casa, fintanto che siete ancora soltanto ridicoli.
Fetelo adesso, prima di diventare PATETICI.
Perché credetemi, non sono l'unico a cui girano i coglioni.
Anche se magari per altri motivi.

giovedì 10 marzo 2011

"Cars 2" vintage posters.


• Clicca per ingrandire

Non sono forse uno più bello dell'altro?

Li ho ricevuti un paio di giorni fa dalla QuattroZeroQuattro, ma il fatto che proprio nella prossima quindicina di giorni debba curare entrambe le linee scuola 2012 di "Cars 2" per conto della Disney è davvero un caso, giuro! ;)

martedì 8 marzo 2011

I'm pure / Impure.



L'ho sempre detto: mi piacciono le idee.
Mi piacciono le visioni, sopratutto se supportate da una vera progettualità.
Dietro a questo brand ci sono idee, visioni e progettualità.
I gusti, quelli di chi acquista un prodotto con il quale si deve vestire, sono un altro paio di maniche. Quindi sfogliando le collezioni uomo/donna della Impure può anche darsi che in termini di gusto non sia il vostro genere, anche se la Impure - per sua stessa natura - esce da qualsiasi genere pre-omologato.
Ed è proprio questo il punto.

Al di là dello stile basico, al di là delle grafiche vere e proprie, dietro a questo brand c'è la visione del suo ideatore, che riflette nel suo marchio i valori in cui egli stesso crede. Rendetevi conto che, già di per sè, è qualcosa di concettualmente reazionario e rivoluzionario (per chi opera nel settore abbigliamento e conosce la volgarità imperante dell'ambiente, soprattutto romano).
La Impure, che pure è piccola piccola se paragonata ad altre realtà dell'urbanwear, si fa portatrice di messaggi attraverso il cotone. Interpreta valori sociali, politici ed ambientali di eco-compatibilità (l'adesione a IMPATTO ZERO di Lifegate, tanto per dire). Cose INCONCEPIBILI per qualsiasi altra azienda abbiate mai potuto conoscere da vicino, che certamente non basa sulla cultura il proprio fatturato annuo. Così come "inconcepibile", per suddette aziende, è l'esistenza stessa di un progetto così anticonformista, che - secondo i loro schemi preconcetti - non dovrebbe nemmeno poter vivere/sopravvivere sul mercato.

Allora come mai, nonostante la sua giovanissima età, oltre ad essere stata segnalata per ironia ed originalità da quasi tutte le più importanti riviste di stile e moda, alla sua quarta collezione è stata scelta/selezionata dal gruppo Coin per essere esposta nel settore urban della loro catena nazionale accanto a marchi come Desigual, Diesel, Levis, G-Star, Gas, Guess, Meltin' Pot, Replay, Superdry, Wrangler, Rifle o Converse?

Eh... valle a capire, certe cose! ;)

Ma non stupitevi se vedete le loro t-shirts indossate da Francesco "il Libanese" Montanari, o da Gabriele Corsi del Trio Medusa, o ancora da Bianca Nappi, Lucia Ocone, Paola Cortellesi, Roul Bova e tanti altri...

Il modo stesso di porsi/proporsi della Impure rompe qualsiasi regola.
Rappresenta l'antitesi degli aberranti modelli produttivi cui siamo abituati.
Un modo diverso, altro, di essere presenti sul mercato.

"Impure nasce dalla considerazione del fatto che la bellezza è tale in quanto impura, imperfetta, perché ciò che sembra perfetto lo è solo in apparenza e per acquisire fascino deve contenere, come un Tao, elementi opposti al suo valore predominante. Una bellezza data dalla convivenza degli opposti, accettando il fatto che tutto possiede toni bianchi e toni scuri, senza rifiutarne nessuno. Compito del brand - made in Italy - è decodificare il reale e presentarlo sotto una luce nuova, ironica ed irriverente, utilizzando su magliette e felpe icone universalmente riconosciute ed affiancandole al loro significato opposto" (Frizzifrizzi.it)

Sono circa cinque mesi che collaboro con loro.
Potrei dire che sono proprio il loro grafico, ma non sarebbe del tutto corretto.
Avendo cominciato lo scorso novembre, la maggior parte delle cose a cui ho lavorato riguardano giocoforza l'AI.2011/12 (quindi raggiungeranno i negozi il prossimo settembre); ma - a parte poster, calendari, stickers, cartelli vetrina o workbook che siano - ho fatto comunque in tempo ad "infilare" una mia grafica (per la donna) già nella PE.2011, che quindi è attualmente in vendita.
Ma guarda un po', anche alla Coin!!! ;)

So, long life Impure.
The other way round.

venerdì 25 febbraio 2011

Effamose du' risate, va'

(che almeno quelle)...

sabato 19 febbraio 2011

La S, il 3, la K.

Di rinascita, sei mesi dopo.



Stavolta, poco più di sei mesi dopo, la mia riflessione sarà molto più SERENA ed estremamente LUCIDA . Finalmente libero da quel senso di insopportazione, intolleranza e - ammettiamolo - anche di rivendicazione!
Perché oltre al famoso "si chiude una porta, si apre un portone", credo anche ad un altro proverbio che dice "ognuno è artefice del proprio destino". Ci credo fermamente, e penso di poter sostenere che la mia intera vita ne è un esempio.

Allora può anche succedere che - ad un certo punto della tua esistenza - tu possa accettare un compromesso, uno di quelli grossi. Perché dobbiamo dare alle cose il loro vero nome, e quantomeno io ho l'onestà di chiamarlo per ciò che è stato.
Che poi all'inizio, con un entusiasmo che mi ero comunque voluto dare, ho pensato realmente di poter cambiare le cose, ma questa sarebbe un'altra storia.
Può quindi succedere che tu possa accettare (commettendo un errore solo tuo) un incarico che sai da subito essere troppo "stretto" per te, con cui entrerai inevitabilmente in conflitto, ma per il quale in quel momento ti dai mille giustificazioni, tentando un'impossibile assoluzione. C'è tanta crisi in giro, e sarebbe uno schiaffo alla miseria rifiutare un lavoro del genere. O sono mesi che magari fatturi poco o niente, e sei oppresso da un senso di responsabilità che non conoscevi, perché è appena arrivata una nuova bocca da sfamare, e l'eccessivo senso del dovere nei suoi confronti può anche offuscare la tua capacità di giudizio in una scelta professionale.

Ma per chi è abituato - come molti di noi - a vivere all'insegna del proprio "ego autoriale", ad apporre la propria firma sulla copertina di un libro, sull'articolo di un settimanale, sulla campagna nazionale di un brand… quanto può durare un compromesso?
Quanto tempo puoi resistere prima che quel benedetto/maledetto ego (che spesso è anche un'ancora di salvezza) ti riporti alla realtà?
Ti spinga alla piena accettazione/ammissione del tuo vero e proprio errore di valutazione?
Io ci ho messo ben otto mesi!
Che saranno pochi, o saranno troppi, non saprei.
Ma sono comunque stati otto, che - in termini di totale annichilamento di fantasia, stimolo creativo, sperimentazione, ricerca, entusiasmo e libertà - in effetti sono stati troppi.
Ecco, quindi mi sono già risposto da solo.

Parliamoci chiaro: i segnali dalla tua mente arrivano chiari.
Quando ti guardi allo specchio e non sei soddisfatto di te stesso, non puoi mentire.
Il seme della consapevolezza cresceva già dal terzo (!) mese in cui ero lì, cioè da febbraio 2010: primi segnali di quel conflitto cui accennavo prima, primi sintomi di una sopportazione già arrivata al suo limite.

I primi giorni dello scorso giugno, quel seme era già maturato del tutto.
Non a caso scrivevo sul mio blog queste parole.
Era insomma già esaustivamente CHIARO che non avrei firmato una seconda volta, sempre che loro me lo avessero proposto (e in quel caso sarebbe stata la loro scelta, sulla quale non potevo avere voce in capitolo); ma sulla mia scelta si, ed era comunque già stata fatta. In realtà ben prima di giugno.
Altrimenti non avrebbe avuto senso guardarsi intorno, spedire il portfolio aggiornato, sbattersi nel fissare colloqui. Se non addirittura RIFIUTARE altre proposte di lavoro (come scrivevo qui a metà maggio) capendo da subito che avrei avuto le stesso identiche problematiche, lo stesso tipo di insoddisfazioni, lo stesso tipo di insofferenze che derivano dal lavorare per un'azienda padronale.

Se devi muoverti, devi farlo con una logica coerente alla tua scelta.
Se devi muoverti, anche (non lo nego!) con un certo TIMORE per quel margine di rischio che devi necessariamente calcolare, devi farlo con cautela e ponderazione, evitando di finire "dalla padella alla brace" e non aver risolto un bel niente!
Perché di fronte ad una scelta radicale che ti imponi, soprattutto se hai una certa età, una famiglia e una casa da mantenere (se cioè non rispondi solo a te stesso come un eterno adolescente) credo ci voglia davvero coraggio. Quello di rinunciare alla comoda poltroncina da "impiegato del Mac" assoggettato ai lunatici umori del tuo titolare, comandato in orario 9.00/18:00 con il tuo stipendiuccio fisso a fine mese, in favore della più totale incertezza su ciò che verrà.
Quindi mi correggo.
Non si tratta solo di avere coraggio (che spesso è anche semplice incoscienza): si tratta di avere le palle!!!
Si tratta di (ri)alzarsi in piedi quando dovunque intorno a te ti viene chiesto di stare chinato a novanta.

Ma, nonostante chi rimane nella calda sicurezza del suo annichilimento possa pensare che il pazzo sia tu, nonostante in fondo in fondo (quando è il suo momento di guardarsi allo specchio) invidi o addirittura ammiri il fatto che tu sia nuovamente libero, che le tue opportunità da quel momento diventino potenzialmente infinite e le sue no, lo fai e basta.
E il percorso non sarà affatto breve.
Ci vorrà qualche tempo prima che tu possa effettivamente raccogliere il frutto della tua rinascita.
Ma lo fai. E aspetti - con fiducia (nelle tue skills) - che il tempo ti dia ragione.

Di fatto, poi questo tempo è stato sin più clemente di quanto io stesso potessi immaginare.
Perché da fine luglio ai primi di novembre sono solo quattro mesi. Intensi, ma quattro. Agosto in Puglia compreso.
E ad arrivare al pieno regime di fine gennaio 2011, sono SOLO sei.
Sei mesi in cui SEI RIUSCITO a cambiare ciò ti eri prefissato.
Ad elevare il tuo standard professionale, ritrovando quella fantasia, quello stimolo creativo, quella sperimentazione, quella ricerca, quell'entusiasmo e quella libertà di cui sopra. Libertà di poter fare TUTTO. Libertà che brami come l'aria per poter dare il meglio di te stesso. Per poter vivere meglio. Perché alla fine è proprio vivendo meglio, nella qualità della vita che scegli, che paradossalmente ritrovi il giusto equilibrio anche in quelle famose responsabilità (come padre e non solo) che loro malgrado ti avevo fuorviato, facendoti commettere gli errori di valutazione di cui si parlava.

Allora dicevamo "sei mesi dopo".
Ne parlavo proprio in questo post.
Dove concludevo che sarebbe stato quantomeno interessante tracciare un punto della situazione tra chi è rimasto IMMOBILE rispetto a sei mesi fa (nella stessa poltrona, con lo stesso stipendio, con le stesse frustrazioni e gli stessi sbrocchi, perché nel frattempo lì dentro non sarà cambiata una virgola) e chi invece ha deciso di svoltare strada.
Magari instaurando una nuova e dinamica collaborazione con un brand di abbigliamento che è l'antitesi di quello per cui lavoravi prima, tanto è di rottura a livello di grafiche, di valori e di impatto comunicativo?
Magari creando un nuova linea di felpe e t-shirts per conto di un'azienda già presente da vent'anni sul mercato, nel settore maglieria, che ti affida l'intero progetto di una collezione in cotone interamente ideata/sviluppata/gestita da te, contando da subito sulla sua rete vendita nazionale?
O ancora, magari firmando un contratto con una grande azienda del nord per la quale - indirettamente - avevi già lavorato, ma che stavolta ti chiama senza nessun mediatore di mezzo, in un rapporto diretto tra loro e te basato sulla totale autonomia gestionale/creativa (lavorando da Roma con i tuoi orari e i tuoi metodi) per la quale ti pagano più del doppio di quanto non prendevi stando dalla mattina alla sera dentro allo stalag?
E trovare ancora il tempo di lavorare al tuo secondo graphic novel per il tuo nuovo editore, di scrivere di musica, di progettare altri fumetti con altri autori e Dio solo sa cos'altro!!! ;)

Dunque, amici miei, vogliamo davvero farli certi confronti?
Soprattutto dal punto di vista di chi ha scelto di rialzarsi in piedi, di andare avanti, di tentare - rischiando in prima persona sulla propria pelle, non su quella di altri - altri percorsi di lavoro e di DIGNITA'.

Si, certo: allora il pazzo sono io.
Ma ben venga la pazzia, se significa contrapporla alla mediocrità.

"Eccoci, ecco chi vive la vita così la catalizza dentro attimi,
eccoci siamo noi che passiamo dal peggio al meglio,
siamo noi che ricominciamo più forti, più forti di prima,
domani saremo più forti di ora,
di ora in ora perchè è la vita che scorre
il prossimo passo lo puoi soltanto supporre"…

domenica 13 febbraio 2011

Camminando ai confini dell'Impero.



Dove il titolo del post, ovviamente, è da intendere solo come un mio gioco di parole.
Perché il titolo di questo bellissimo serial TV della HBO si riferisce al celebre "struscio" di Atlantic City, la passeggiata interamente realizzata in legno che si estende per circa 5 chilometri affacciandosi sull'oceano, dalla quale Enoch "Nucky" Thompson (modellato sulla reale figura del politico/criminale Enoch L. Johnson) ha costruito il suo "Impero del crimine", ingrassandolo ulteriormente con l'entrata in vigore del proibizionismo nel gennaio del 1920.
Inutile sottolineare la produzione di Martin Scorsese, che ne firma la regia del primo (straordinario) episodio, così com'è superfluo elogiare ancora l'interpretazione di Steve Buscemi: "Boardwalk Empire" è una serie di altissimo livello, che - non appena cominci a seguire - ti cattura e ti impressiona anche per la grandiosità dei suoi set, delle scenografie, delle ricostruzioni d'epoca. E' quindi facile supporre budget stratosferici, quasi da cinema. Roba che - per l'appunto - può permettersi giusto la HBO, che è dietro a tutti i più imponenti serial televisivi degli ultimi anni (da "I Soprano" a "Sex and the city", fino a veri e propri kolossal come "Band of Brothers" o "The Pacific", ma anche a prodotti più furbi come "True Blood").

Esistono però anche tanti network "minori" (nella stessa misura in cui una Dark Horse può stare a Marvel o DC) che - cifre alla mano - una serie come "Boardwalk Empire" non potrebbero fisicamente produrla. Eppure è proprio dove manca il denaro che spesso possono subentrare talento e creatività a colmare il gap...

Prendiamo ad esempio la FX Networks.
Non ha la potenza di una HBO (che conta su circa 38 milioni di abbonati!) nè tantomeno quella di altre majors quali ABC o NBC, eppure - sarà un caso? - è proprio dalla FX che provengono i miei serial preferiti.
Merito degli autori? Delle penne, delle idee NUOVE, di sceneggiature solide, di dialoghi serrati ed avvincenti? Non saprei.
Fino a qualche anno fa non seguivo regolarmente nessun serial TV. Non avevo SKYMediaset Premium (che forse ancora non esistevano, a parte Tele+) e i telefilm si seguivano sui canali in chiaro, soprattutto su Italia 1.
Eppure già in quel momento (senza nemmeno sapere chi fossero i network americani alle spalle dei rispettivi serial), mi colpì moltissimo "Nip/Tuck", che seguii settimana dopo settimana, appassionandomi soprattutto alle sue prime stagioni.
Sempre grazie ad Italia 1, qualche tempo dopo arrivò la folgorazione con "The Shield". E in quel momento non sapevo provenisse anch'esso dalla FX Networks. Due su due, accidenti. Tra i miei preferiti. Altro che "Buffy" (e qui apriti cielo!).
Anni dopo, oramai giunto ad una piena Era di Consapevolezza, ecco arrivare "Sons of Anarchy", altra PERLA proveniente da quella televisione, da quegli autori.

Mentre scrivevo il mio libro su "The Shield" (cioè "Strade violente, polizia corrotta", che potete trovare ancora in libreria) ho avuto l'opportunità - ed il piacere! - di intervistare Shawn Ryan, il creatore della serie, e Michael Chiklis, l'attore che interpreta il protagonista Vic Mackey.
Proprio Chiklis, parlando della loro produzione a proposito delle importanti partecipazioni di fuoriclasse come Forest Withaker o Glenn Close, mi diceva: "Attrici straordinarie del calibro di Glenn Close giungono sul set e lo trovano il migliore in cui abbiano mai recitato. E vanno via talmente entusiaste da volere una loro serie personale su FX"…

Alchè non ho fatto altro che (ri)mettere in moto il Mulo.
Ed anche "Damages" è entrato da subito tra i miei preferiti. Una figata tanto ironica quanto cinica, con una grande Glenn Close ma anche una grande Rose Byrne, attrice bella/brava (e gelida) che francamente non conoscevo. Senza nemmeno saperlo, scopro che molti episodi di questa serie sono diretti da Mario Van Peebles, che ho amato per un certo periodo della mia vita (parlo di "New Jack City", di "Posse", di "Panther") che tra l'altro interpreta anche la piccola parte di un agente dell'FBI che vuole incastrare l'avvocato Patty Hewes. Nella seconda stagione, entra nel cast un altro calibro da 90 come William Hurt, che a rivedere lui e la Close sullo schermo, nella stessa stanza, sembra di essere tornati a "Il grande Freddo", film di culto di metà anni '80 che ho letteralmente adorato insieme a "St. Elmo's Fire", a "Breakfast Club" e a qualche altro generazionale del genere ;)

Quando il lavoro e/o la mia bimba me lo permettono, la sera (o meglio: la notte) mi piace sbragarmi sul divano seguendo almeno un episodio del mio serial del momento. Attualmente, alterno un episodio della prima stagione di "Boardwalk Empire" ad uno della seconda di "Damages". Sono due cose diversissime tra loro, lo so bene. Le seguo entrambe con piacere, ma - nonostante la più che probabile superiorità del primo - se devo proprio tifare per qualcuno, visti i miei gusti tiferò sempre per la FX Networks.
Perchè è piccola e agguerrita, come piace a me.
In qualsiasi campo: dalla televisione al cinema, dalle etichette discografiche alle case editrici. Perché - aldilà delle pianificazioni, degli stanziamenti di budget, della strategie di marketing o quant'altro - si basano, vivono e sostengono la forza delle idee.

venerdì 4 febbraio 2011

Che anche la radio, qualche volta...

Cose buone che (raramente) possono arrivare dal mainstream


Joan As Police Woman: "The Magic"


Adele: "Rollin in the deep"



Paloma Faith: "New York"

E sto notando soltanto ora (mentre pubblico il post) che si tratta in tutti e tre i casi di voci femminili, ma guarda un po'...

domenica 30 gennaio 2011

"Ora"



Dunque, pochi giorni fa - alla data esatta della sua release - ho regalato a Teresa il nuovo album di Jovanotti, "Ora" (Universal), dato che lei lo adora!
Che già qui apro subito una parentesi. Il disco è stato pubblicato in due versioni: una "normale" con 15 tracce, ed un'altra "deluxe" confezionata a libretto (con cofanetto) suddivisa in due CD, nel secondo del quale ci sono ben altri 10 pezzi INEDITI, cioè non remix e/o alternative versions della tracklist contenuta nel primo CD… chiaro, no?
Alchè mi chiedo: per un differenza di prezzo di soli tre euro, chi è quel fan che non acquisterebbe direttamente l'album con 25 pezzi nuovi del proprio cantante preferito, che magari stava aspettando da più di tre anni? Mah :|

Detto questo, dopo averglielo anche riversato nel suo iPod (che in questa casa l'iPod ce l'ha lei, mica io!) nei giorni seguenti - visto che lo avevo - me lo sono anche ascoltato sul mio stereo, mentre lavoravo. Un album decisamente insolito, dalle sonorità molto elettroniche. Cosa che avevo capito già dal primo singolo che gira in radio ("Tutto l'amore che ho", che i network nazionali come da copione stanno passano a manetta) che - tutto sommato - non mi ha particolarmente colpito. Direi anzi che NON MI PIACE un granché… ma tant'è: ascoltare per intero prima di giudicare, no?
Allora diciamo che su 25 brani (alcuni dei quali con testi piuttosto notevoli, che superano le basi) personalmente ne salvo per intero solo 2, cioè "Il più grande spettacolo dopo il big bang" e soprattutto "I pesci grossi" ***, dove tra l'altro Cesare Cremonini gli restituisce il favore dopo la sua "Mondo".
Insomma: dovessi scommettere sul futuro di questo disco, punterei tutto su questi due pezzi.

Per il resto che altro dire, visto che questa NON E' affatto una recensione?
Che il mio amore/odio per Lorenzo Cherubini è qualcosa che risale ai primi anni '90. Non è mai stato uno dei miei artisti italiani preferiti (soprattutto se teniamo conto della mia formazione rap nell'hip hop più hardcore, che nei suoi primi anni me lo faceva sembrare solo un f.o.t.t.u.t.o sucker) eppure lo stimo abbastanza da ascoltare con attenzione ogni suo nuovo album.
Troppo FURBETTO per i miei gusti (anche nelle avanguardie tematiche o sonore di cui spesso si è fatto portavoce, come scrivevo già all'interno del nono numero della prima serie del Massacratore targato 1996) eppure al contempo grande, grandissimo comunicatore e animale da palco, che - soprattutto dal vivo - domina come pochi altri, con una totale padronanza degli spazi scenici, un'ensemble di musicisti straordinari che lo circondano costantemente (avvalendosi di una sezione ritmica senza eguali) e una capacità di coinvolgimento del pubblico che fa paura, in termini di potenza.
Su, non l'ho mai nascosto: fondamentalmente (forse proprio perché è un gran paraculo!) mi è sempre stato simpatico, il Jovanotti nazionale. E continuerà pure a non essere tra i miei preferiti, ma per ciò che fa - e per COME lo fa - merita senza dubbio il mio più disinteressato rispetto.
Di cui magari a lui non importa nulla, è ovvio!!! ;)

*** Intanto leggetevi 'ste rime:

"Sono sulla scena da una vita prima che tu fossi nato,
sono il pionere, l’antenato,
al posto del microfono io usavo già una clava,
ho suonato al matrimonio della Regina di Saba,
con il saggio Salamone, a lui ho dato dritte,
ho evitato ad Alessandro diverse sconfitte,
ne so più di Aristotele in quanto a bella vita,
il Mister chiama me prima di ogni partita!
Io rimo con tutto quello che mi trovo a tiro,
e so tutte le lingue dal patois all’assiro,
io ero dentro internet prima che lo inventassero,
io sono i social network prima ancora che ci fossero,
metto insieme gli elementi per reagire,
tu non devi fare niente resta solo a sentire.
E' una formula segreta, più segreta della Coca Cola,
non si impara alla TV, non la insegnano a scuola,
i cugini mi chiamano MC il cerimoniere,
dispenso le scintille e creo le atmosfere"...

"Se avessi le radici sarei un albero,
e invece sulla Terra posso muovermi.
Se fossi fatto in serie sarei un numero,
e invece sulla Terra sono unico.
Se avessi un’idea fissa sarei lapide,
e invece sto vogando sulle rapide.
Se non cambiassi mai sarei una formula,
e invece sono vino sulla tavola"…

giovedì 27 gennaio 2011

Nicole ideal bukkake...

28.01.11 • Update!!!


In tivvù ci sono le Veline, le Letterine, le Letteronze, le Schedine e poi pure quelle di "Colorado Cafè"… che come si chiamano? Ah si, le Troioline!!!
Ecco, la Nicole Minetti era proprio una gran bella troiolina.
Che tutto sommato sarà pure mezza rifatta, si sarà pure laureata con 110 e lode, guadagnerà pure un diecimila euro al mese come consigliere regionale, ma il punto - senza falsa ipocrisia - è che al maschio italiano medio non gliene frega una mazza, perchè il maschio italiano medio le darebbe volentieri un botta!
Vuoi mettere? Una vera troiolina originale della tivù che è pure igienista dentale, che poi insomma un minimo comun denominatore c'è: in entrambi i casi (ma anche nella sua attuale carica istituzionale, volendo) c'è di mezzo la cavità orale, capite?

POST IN PROGRESS...
1 - continua


Ipocrisia! Ipocrisia!! Ipocrisia!!!
Ecco quello che dovrebbe veramente far sbroccare, non la senilità di un premier. Che basta pronunciare la parola COCAINA (e immaginatela pronunciata con stupore e sdegno da un Vespa: "C.O.C.A.I.N.A?!?"), altrimenti ci sarebbe solo che da ridere. Perché proprio lei, la Nicole [ex]troiolina, poi ci parla di "pelo sullo stomaco"… ma su, dai. Ma facciamola finita a fare gli ingenui innocentini.
Che siamo uomini di mondo.
Che chiunque - e dico CHIUNQUE - abbia messo il naso fuori di casa almeno un paio di volte in vita sua, sa che dove ci sono di mezzo spettacolo (cinema, musica, televisione), politica, imprenditoria, calcio, rotocalchi, cronaca rosa, locali esclusivi di Milano o Porto Cervo, dove ci sono denaro e soprattutto POTERE in ogni sua possibile forma, lì ci sono feste private, eccessi, cocaina (che poi oramai la trovi pure nei licei o in parrocchia, ma sarebbe un altro discorso) e fighe disposte a tutto pur di ottenere qualsiasi risultato, per raccogliere anche solo le briciole di quel potere, di quel denaro, di quella notorietà.

E tu mi vieni a dire che venivano da te a cantare il karaoke?
Ma smettila, che per l'appunto fai solo ridere. Che per 7.000 euro ti ci viene Withney Houston a cantarti una canzone!!! Allora sei deficiente o che? Allora ci fai più bella figura a dire che almeno le hai staccato un pompino, no?

Ma lo capisci o no?
Tutto quello di cui si sta facendo un gran parlare E' NORMALE, è all'ordine del giorno in certi ambienti. Favori, favoritismi, sesso mercenario, droga. La cosa anormale è negarlo. Perché il maschio italiano medio (cioè il target tondo tondo del tuo elettorato mediatico) con il tuo denaro, la tua posizione e i tuoi mezzi, avendone la possibilità FAREBBE LE STESSE COSE!!!
Allora fallo sognare, accidenti.

POST IN PROGRESS…
2 - continua

mercoledì 26 gennaio 2011

Due appuntamenti imperdibili!

Obey + Kento & Assalti Frontali


Due appuntamenti imperdibili nell'arco di poco più di 48 ore, per chi vive a Roma.
Il primo è l'inaugurazione della mostra dedicata a OBEY - al secolo Shepard Fairey - presso la galleria Mondo Bizzarro sabato 29 gennaio dalle 18:30. Una collezione privata di stampe e serigrafie (anche in vendita) di oltre una sessantina di pezzi. Inutile aggiungere altro su questo straordinario artista che, provenendo dalla cosiddetta urban art di strada (stickeraggio compreso!), ha oramai raggiunto una notorietà di livello mondiale.
From "Andrè The Giant Has a Posse" to the stars…
Per chi proprio non riuscisse ad essere presente all'inaugurazione, la mostra dura comunque fino al prossimo 24 febbraio.
Tutte le info QUI

E' invece per la sera di lunedì 31 alle 21:00 presso l'Auditorium Parco della Musica il concerto del mio homeboy Kento, che presenta dal vivo tutto il suo "Sacco o Vanzetti" (Relief Records).
Oltre al prestigio intrinseco del luogo, la ciliegina sulla torta è data dal fatto che in questa data è accompagnato sul palco nientepopodimenoche dagli Assalti Frontali: il supporto del progetto/collettivo di Militant A - che in 19 anni della sua storia non ha mai concesso niente a nessuno - non fa altro che sottolineare il grande valore del rapper reggino e di un album colto, denso di passione e di poetica, di stilosità hiphoppettara sposata al retaggio militante, di storytelling nudo e crudo. Da non perdere, per l'appunto.
Tutte le info QUI

Io fortunatamente non ho buffi con nessuno, ma se volete beccarmi mi troverete ad entrambe le occasioni ;)

sabato 22 gennaio 2011

S3Keno è su Comicus!


Hip hop, fumetto e non solo "Roots 66": per la rubrica Comics'n'Music, finalmente anche Comicus mi intervista!!!
E' dal 2006, da quando sono tornato sulla scena, che li aspettavo al varco (è un modo di dire, sia chiaro). Ero finito su Lo Spazio Bianco, su Fumetti di Carta, su Comicsblog o altri luoghi non propriamente fumettistici, ma ancora MAI su Comicus, accidenti.
Che insomma, in Italia la sua bella presenza nel settore ce l'ha.
Merito di un libro per l'editore con la T apostrofata anziché pubblicato per altri?
Merito del Danno e di Kaos che hanno aperto la strada?
Beh, chissenefrega ;)

Son CONTENTO di questa [anche piuttosto lunga] intervista. Punto e basta.
LA TROVATE QUI.
Volendo, anche con la recensione al mio R66, oh yeah.

venerdì 21 gennaio 2011

Intervallo.

"No more I love you's"



Che poi il brano originale, del 1986, era scritto e interpretato dai The Love Speaks. Ma è la cover di Annie Lennox (del 1995) che l'ha trasformato in qualcosa di memorabile. Il video ufficiale è stato "disattivato" dalla casa discografica (solito discorso sulla sagacia di questi dinosauri verso le nuove forme di comunicazione, diffusione e fruizione), pertanto non è possibile incorporarlo. Ma questa insolita versione "topolinesca" non toglie nulla alla straordinarietà del pezzo ;)

mercoledì 19 gennaio 2011

"Io mi diverto"...

o anche: dell'ammischiare le carte!


Non mi piace (s)parlare di Berlusconi qui sul mio blog. E' un argomento che mi ero ripromesso di NON AFFRONTARE MAI, talmente è scontato e banale. Soprattutto da chi è dell'opposta fazione. Quindi è con un certo FASTIDIO che scrivo questo nuovo post, ma tant'è. Non ce la faccio davvero più a stare zitto. Sto esplodendo, ed è per questo che - prima di tutto - sono infastidito da me stesso, dai miei stessi limiti di sopportazione. Perché comunque di "limiti" si tratta, lo so bene.

Ma lui non si dimette, lui è sereno, lui SI DIVERTE.
E non c'è davvero un cazzo da divertirsi. Nè per lui, nè per l'Italia intera. Tenete conto che fondamentalmente a me frega ben poco che il Quirinale o il Vaticano siano "turbati", o che il resto della classe politica sia come minimo imbarazzata, anche chi - per muto servilismo - gli fa corpo intorno.

Un anno e mezzo fa, in pieno scandalo D'Addario, mi era stato detto (anche da stimate persone di sinistra) che "in fondo i gusti sessuali di Berlusconi, compreso andare a prostitute, sono solo fatti suoi. Sono abitudini, seppur discutibili, del suo privato" e che la sinistra - oramai al limite del ridicolo - doveva smettere di blaterare dietro a queste "sciocchezze da gossip", perdendo di vista la costruzione di una vera/seria opposizione politica. Perché in fondo la prostituzione in Italia non è vietata in quanto tale, e andare a zoccole non è un reato. Il reato, casomai, è lo sfruttamento della prostituzione. Il resto sono solo "accordi mercenari tra adulti consenzienti". Poco importa che chi li faccia sia il Presidente del Consiglio di una nazione, il suo Premier. Che tanto qui in Italia dell'etica e della morale non frega a nessuno. Anzi: per l'italiano medio (tantopiù se preso a caso tra l'elettorato di centrodestra) lui è uno "cazzuto", uno a cui piacciono le donne belle. Mica come quelli di sinistra che vanno a trans!!!

Stavolta però c'è di mezzo la prostituzione minorile.
E QUESTO SI CHE E' REATO!!!
Ma lui si diverte. Nonostante prove piuttosto palesi, intercettazioni, bonifici bancari, telefonate in piena notte alle Questure per far rilasciare presunte figlie di diplomatici marocchini (?); nonostante conversazioni private con le quali non si nega quanto accaduto, fingendo come minimo un'estraneità a quanto accaduto, ma si consiglia di farsi passare per pazza, AMMISCHIANDO LE CARTE a suon di cazzate!!!
Perché qui si tratta proprio di "ammischiare le carte", signori miei: spostare l'attenzione del pubblico con tante notizie minori, interviste sui settimanali di gossip, servizi fotografici di presunte showgirls/escort senza arte nè parte, ospitate in tivù, telefonate tra Emilio Fede (che seleziona le bimbe belle) e Lele Mora (che sul suo personale viale del tramonto vuole solo "guadagnaci qualcosa" da tutto questo). Poi ex vallette ex igieniste dentali (?) e attuali consigliere regionali che istruiscono suddette bimbe belle sul come comportarsi, come vestirsi, quale biancheria intima scegliere, cosa dire, cosa fare, cosa concedere, cosa chiedere e: "Non aver paura la prima volta"
Che tanto lui offre cene, offre gioielli, offre appartamenti, racconta barzellette, canta in coro, si fa battere le mani da un intero harem che quelle mani le batte davvero perché è stato ingaggiato e pagato per farlo, però poi come lascia i cancelli di Arcore si fa (ingenuamente?) intercettare commenti del tipo "E' vecchio"… "E' brutto"… "E' malato, come diceva pure sua moglie"… "E' diventato una parodia di se stesso, come al Bagaglino"… ma tanto l'importante è che alla fine smolli comunque qualcosa: un posto di lavoro in parlamento o al consiglio regionale, un programma televisivo, un attico a Brera, ventimila euro o cinque milioni. Poco importa. Ora tutto concorre ad ammischiare le carte!!!

Più c'è fumo, più c'è confusione, più si moltiplicano gli interventi mediatici su dieci cento mille bimbe belle che dicono la loro al riguardo, e più si sposta l'attenzione. Perché fateci caso: davanti ad una intercettazione telefonica - un dato di fatto registrato, non montato - tra Berlusconi e Ruby, in cui proprio loro due si parlano di certe serate, di certe presenze in certi luoghi, di certi scambi di denaro, di certi favori, di certe altre persone messe in mezzo, lui se gli chiedono legittimamente delle spiegazioni - fate attenzione! - non risponde mai sull'effettivo CONTENUTO di quelle intercettazioni, ma - abilmente - gioca di sponda e risponde quanto siano INAUDITE le intercettazioni in un paese civile e democratico!!!

Lui non risponde mai direttamente alle domande.
Piuttosto, attacca coloro che lo mettono nella posizione di dover rispondere a quelle domande.
Ma tanto lui si diverte, no?
E il suo elettorato, sempre più convinto della sua persecuzione, applaude: "Che uomo!!!"

Si, certo. Un uomo molto abile nell'ammischiare le carte.
Perché tra tutta questa televisione, tutti questi quotidiani, tutto questa informazione su internet (spesso anche TROPPO rapida) il rischio è perdere la mira nella confusione, il rischio è che l'accusa stessa che gli è stata mossa si perda nel vento dell'eccessiva esposizione mediatica. Si, l'accusa, cioè FAVOREGGIAMENTO DELLA PROSTITUZIONE MINORILE e CONCUSSIONE.
Ma ce ne rendiamo conto oppure no? Tanti gossip, tante bimbe belle, tanta cronachetta, tanta fuffa… ma qui si parla di un Capo di Stato che è personalmente coinvolto in un'indagine che tratta la prostituzione minorile!!!

Ha ragione Michele Serra quando nella sua acuta "Amaca" sottintende a questo abile ammischiare le carte, anche lì dove potrebbe non esserci alcun reato. Perché il solo pensare ad un personaggio di così ampia esposizione (che oramai ci ha abituati a grandi figure di merda davanti al resto del mondo, quindi anche stavolta non fa differenza) che si circonda di una corte di magnaccia e leccaculo, di un harem di bimbe belle e strapagate dove si canta e si raccontano barzellette sconce, magari a conclusione di una lunga giornata di lavoro dopo aver ricevuto Putin, stretto le mani agli abitanti de L'Aquila o incontrato il Papa, è di uno squallore indicibile. Potere e senilità. Una pena. Una pena infinita.

Ma resta il fatto che quello in cui è implicato Berlusconi questa volta è davvero molto grave. Gravissimo.
Non lo dico per morale, nè per etica, nè per senso della decenza. Che se le veda con la sua coscienza queste cose.
Figuriamoci: in tutto il post non ho mai nemmeno scritto la parola VERGOGNA, volutamente. Perchè non sono scandalizzato, ci mancherebbe... sono incazzato nero, che è diverso.
Io parlo di un reato oggettivo, per il quale è stato chiamato a rispondere, nonostante lui giochi al rimando, riempiendo questi giorni di tanta più informazione deviante possibile. E in quello stesso Paese che lui definisce "civile e democratico", dove la Legge dovrebbe essere uguale per tutti, davanti ad una cosa del genere lui "si diverte" e deve ancora decidere se presentarsi o meno… invece se io scrivo un pezzo contro una semi-sconosciuta scrittrice milanese che mi querela, io passo i guai, io devo presentarmi dai Carabinieri, io vengo coinvolto in una causa penale - si, penale!!! - che dura da quasi tre anni per qualcosa che non è nemmeno propriamente un reato (ma casomai un pieno diritto di libertà di pensiero, di parola e di espressione di un giornalista che non ha padroni) mentre LUI SI DIVERTE, intoccabile come il senso civico e democratico che professa.

E' squallido, è triste, è un'ombra di ciò che era, paga bimbe belle per applaudirlo e - anche volessimo ipotizzare che non ci va a letto (per un eccessivo abuso di Viagra che negli ultimi mesi l'hanno portato ad un reale rischio infarto?) - se le porta comunque in casa per festini squallidi e tristi come lui. Come dire: il riflesso di un sogno catodico che lui stesso ha plasmato in tutti questi anni.
Amen.

domenica 16 gennaio 2011

Perchè doverli leggere male?

Northamerican comics • pt. 1



Mi sono letto uno dietro l'altro il TP2 di "Green Arrow e Black Canary", il TP2 di "Batman - Strade di Gotham" e il terzo "Hellblazer" firmato da Peter Milligan (con i disegni di Camuncoli e di Bisley), pubblicati tutti e tre dalla Planeta DeAgostini… e in tutti e tre (che sono alcune tra le ultime uscite in libreria) ho trovato tanti - veramente TANTI - errori di lettering, tra parole saltate, spaziature mancanti, doppie portate malamente a capo. Non che io sia mai stato un "integralista" della traduzione perfetta da confrontare con l'edizione in lingua originale o del volume (peraltro mediamente caro) senza alcun errore, ma vi assicuro che è qualcosa che INFASTIDISCE la lettura anche ad uno come me!

Allora mi chiedo come sia possibile che la Planeta, dopo le innumerevoli critiche avvenute in seguito al suo "disastroso" esordio italiano (sulle quali non ero mai entrato in merito) e nonostante un progressivo miglioramento generale, sia TORNATA INDIETRO in questo modo?
Ma è veramente così difficile affidare una buona supervisione italiana a qualcuno, chiunque esso sia, che probabilmente lì fuori c'è pure la fila di candidati che non vedrebbero l'ora di farlo?

Subito dopo, mi sono letto il quarto volume della gestione Panini del "Powers" di Brian Michael Bendis e Michael Avon Oeming (intitolato "Leggende", un altro gioiello). Ecco: la loro cura editoriale è indiscutibile. E' proprio così che andrebbero letti i fumetti.

Ora mi accingo alla lettura - sempre Vertigo*, sempre per Planeta - del primo volume di "American Vampire" di Scott Snyder, Rafael Albuquerque e Stephen King. Speriamo bene…

*P.S. = Ma dei fumetti della Vertigo voglio proprio riparlarne per bene a breve.

venerdì 7 gennaio 2011

An happiness Diesel story ;)


Fino allo scorso luglio c'era questa ragazza che chiameremo Rihanna (perché così la chiamavano scherzosamente alcune sue colleghe) che lavorava come me in Catbalou, ma nell'ufficio stile. Ero ancora lì (ancora per poco, in realtà) quando le fu consegnata la lettera di preavviso con la quale - a fine mese - le si interrompeva un contratto regolarmente in corso. Di punto in bianco, per motivazioni inventate lì per lì, sul momento, su fantomatici "tagli" (?) al personale. Potete ben immaginare il suo sgomento nel perdere improvvisamente il lavoro (si, insomma: perdere all'improvviso quei mille euro al mese con cui generosamente l'azienda la ricopriva!!!) tantopiù per una persona che si era trasferita a Roma appositamente per questo impiego.
Nel cercare di "consolarla" un po' (visto che fino a quel momento ci si parlava ancora parecchio, spesso anche in modo tutt'atro che superficiale) io le consigliavo di non appanicarsi troppo, di prendersi tutto agosto per godersela un po' tornando al suo paisello (che peraltro è una nota località marittima, quindi vacanziera) e che - essendo giovane e bella, diciamo - aveva tutta una vita intera davanti a sè fuori da quello stalag, e che ogni volta che "si chiude una porta, si apre un portone". Non lo dicevo tanto per dire, perché questo proverbio è qualcosa in cui io credo veramente. Vale per me, vale per te, vale per tutti.

Ad ogni modo, ieri pomeriggio - proprio durante la festa di compleanno della mia befanina Giulia - ho saputo dal cosiddetto uccellino (che poi è talmente magra da sembrare davvero uno scricciolo) che la suddetta Rihanna è stata presa in DIESEL.
Non lo sapevo, anche perché - nei mesi successivi al nostro forzato distacco - mio malgrado, l'ho anche cancellata dalle mie amicizie facebookettare. Ma cercate di capire che per chi lavora in Italia con l'abbigliamento, da grafico o da stilista che sia, andare a lavorare per un brand come DIESEL (provenendo da Catbalou) è come per un fumettista entrare in Bonelli dopo aver lavorato per anni in Star Comics… è sufficientemente chiaro il paragone?

E quindi ora - se è vero che lavora in DIESEL - nonostante io continui a pensare che la cara Rihanna non sia sia comportata affatto bene nei miei confronti (soprattutto dopo i miei ripetuti tentativi di chiarimento e dialogo) sono davvero contento per lei (e lo dico in maniera del tutto disinteressata, se pensate che nemmeno ci sentiamo più); perché - a distanza di pochi mesi - le si è realmente chiusa una porta ed aperto un portone. E mi auguro che se ne sia resa conto.
Ergo: complimenti e in bocca al lupo, tu che sai chi sei.

Al contempo, perdonatemi se sorrido sotto ai baffi.
Perché se per certe persone la vita va avanti, per altre resta assolutamente IMMOBILE. Allora sorrido pensando a qualcuno che sta ancora lavorando nello stalag; qualcuno che A.D.O.R.A. letteralmente la Diesel, che la usa come ispirazione, che appende con lo scotch le sue pagine pubblicitarie nella propria triste postazione di lavoro accanto al Mac; qualcuno che già vende quotidianamente la sua anima per tenersi stretta la sua poltroncina in Catbalou, e figuriamoci se per finire in Diesel non darebbe via anche il culo! Qualcuno che - peraltro - ha sempre dato della cerebrolesa alla nostra Rihanna in questione. E che adesso, anche se non lo ammetterebbe mai pubblicamente, si starà silenziosamente mangiando il fegato.

Forse ora (che sono passati sei mesi da quel famoso luglio) sarebbe il momento di tirare le prime somme.
Eh si... perchè a questo punto non sarebbe davvero interessante capire REALMENTE dove ad ognuno di noi - nel frattempo - ci abbiano portato le nostre rispettive strade? ;)

"Storie umane nelle mille storie umane,
e ogni volta possono fiorire o finire,
e ogni volta c'è sempre chi ha davvero voglia e si sforza di capire,
chi finge soltanto,
o soltanto non ha nessuna voglia di capire"

sabato 1 gennaio 2011

01.01.2011



Che proprio l'altro giorno Paolo e Roberto mi prendevano in giro per QUANTO aggiorno il mio blog (ma non che Luca, che era lì con noi, sia un campione nemmeno lui!) e in effetti chiudo il 2010 con 72 post, contro i 96 dell'anno precedente, i 110 di quello prima e i 133 del 2007 (cioè la prima annata del mio blog, in cui - di fatto - erano quasi il doppio). Eppure io scrivo un botto. Scrivo di continuo, ogni santo giorno dell'anno. Scrivo, scrivo, scrivo… allora dove sta confluendo tutto questo mio gran scrivere?
Evidentemente non qui sul blog.
Ma ne riparleremo proprio durante questo 2011.

Nel frattempo buon anno nuovo a tutti :)