
Il Massacratore n°3: "Kouassi Story"
LISKA Prod/Bottero Edizioni
32 pagine + copertina, spillato - € 4,00.
Per la PRIMA volta, uso il mio blog per PROMUOVERE l'uscita del mio nuovo albo (e vorrei pure ben vedere!!!).
"Kouassi Story" racconta per l'appunto la storia di Kouassi Kantè, un ragazzo che arriva in Italia dalla Costa D'Avorio.
Viene a Roma in cerca della donna che ama - Aisha - partita qualche mese prima di lui. Non viene in cerca di lavoro, ed è questa la sfumatura che ritengo più importante.
Nella sua introduzione, Mos Def parla di "fratelli africani che sono obbligati ad emigrare"; con tutto il rispetto per lui (non finirò mai di ringraziarlo), vuoi per la lingua, vuoi per la difficoltà di comprendere pienamente una realtà politico-sociale differente da quella americana, secondo me anche Mos Def - nella sua chiave di lettura - non ha colto a pieno il vero intento di questa storia. Quello che volevo comunicare io, quantomeno.
"Kouassi Story" parla di dignità e di orgoglio.
Il Massacratore questa volta non uccide nessuno, ma RACCONTA questa storia. Ne è un testimone.
Kouassi è figlio di una famiglia di agricoltori, proprietaria terriera nella provincia di Abidjan, da generazioni. Lui stesso dice: "Sono terre contadine, fertili, benedette da Dio, a malapena toccate dalla guerra civile". Kouassi NON è povero, NON soffre la fame. Kouassi è una persona COLTA, che ha studiato: con grande volontà e sacrificio del padre, si è laureato in Agraria all'Università di Abidjan. Kouassi ha un progetto ben preciso per la sua terra, un nuovo modello di lavoro da mostrare alla sua comunità.
Kouassi viene in Italia per cercare Aisha a riportarla a casa, accanto a sè, per CONDIVIDERE con lei questo suo progetto.
Non è propriamente un emigrato, non parte in cerca di lavoro.
Mi rendo conto troppe volte, anche attraverso gli occhi delle persone che mi stanno più vicine, che l'italiano generalmente ha una visione ancora molto stereotipata dell'africano che incontra per la strade della propria città. E non parlo solo di semplice ignoranza (o di cose ancora più radicate come intolleranza e razzismo) che li vede come qualcosa da temere, come gente che viene qui a "rubare il lavoro", a incrementare la micro-criminalità o chissà quale altra banalità del genere.
No... parlo anche di una PERCEZIONE errata alla base, spesso anche per "colpa" dei media stessi (dalle pessime fiction della Rai a qualsiasi telegiornale). Anche nello stereotipo buonista: sono negri, sono dei POVERACCI che bisogna aiutare, sono degli SFIGATI.
La nostra società è sempre più multirazziale. E' qualcosa di INEVITABILE, qualcosa che la gente deve necessariamente cominciare ad accettare, preparandosi a livello culturale. I nostri figli cominciano SOLO ADESSO ad avere compagni di classe nigeriani o arabi. E' la prima generazione nata in Italia, che - se siamo a Roma - parla romanaccio esattamente come mio figlio o tuo figlio. Siamo molto indietro rispetto ad altri Paesi, ma piano piano ci stiamo arrivando pure noi: il giorno che anche a Roma ci fermerà un poliziotto nero - come già è NORMALE a Parigi o a New York - si avrà la completa percezione di questa cosa.
Forse lo stesso Zion, il figlio ITALIANO del mio amico ivoriano Murua, diventerà poliziotto. O medico, dirigente di banca, salumiere... non lo so.
Di certo quando lo guarderete camminare fiero per strada, o quando magari sarà lui a darvi la prima assistenza al Pronto Soccorso, o lo avrete di fronte aldilà della scrivania perchè sarà lui a farvi un colloquio di lavoro per la vostra assunzione... beh, in quel momento non penserete che è un poveraccio o uno sfigato!!!
Ma tutto questo succederà domani.
Oggi succede altro. Storie come quelle di Kouassi.
Che - anche lui - non è affatto un poveraccio o uno sfigato.
E' uno che manda a casa metà delle persone che conosco, che magari non sono nemmeno state capaci di studiare e fare un lavoretto parallelo per mantenere (almeno in parte) il costo di questi studi, talmente abituate ad essere mantenute/coccolate da mamma e papà.
Quella di Kouassi è una storia di dignità ed orgoglio.
Ma anche una storia d'amore.
"Ed è solo amore se amore sai dare"...
Leggetelo. So bene che con 4 euro, volendo, vi ci comprate due numeri di "XL" (eh eh eh) ma cazzo non aspettate che sia scaricabile gratuitamente on line su Liskaprod.it quando poi uscirà il numero quattro!!! ;)
Oltre al fumetto vero e proprio e all'intro di Mos Def, segnalo la storia in appendice "Note purpuree" di Alessio Landi, Alessio D'Uva e Valerio Pastore (colleghi della Bottero Edizioni con il loro bel "Killer Elite"), l'immancabile strip del Mangiatore di Ottokin, l'intervista a Murua 69 e il mio personale omaggio al Professor Bad Trip.