mercoledì 11 aprile 2007

Casa mia 3: S3Kenoblog ;)


Ecco, sono tornato a casa mia, questa si che è davvero casa mia, cioè il MIO blog, dove non devo STUPIRE a tutti i costi migliaia dei miei lettori, perchè è "solo" un diario dove scrivo fatti, idee, recensioni, pensieri... e pure stronzate, se mi va!!!

Dunque: visto che QUI sono stato (giustamente?) esortato a non "annoiare" lettori che non sono i miei, ma visto che stavo anche facendo un interessante discorso con un certo Hytok, tento di proseguire un concetto che lì si stava evolvendo prima che venisse interrotto da qualcosa che riguardava solo le ultime due righe, non l'intero commento.

Prendiamo "Miami Vice", per esempio.
Che - a differenza di tanti altri serial TV - conosco molto bene.
Prodotta da Michael Mann (lo stesso che ne ha da poco diretto la moderna e omonima versione cinematografica) e scritta da Anthony Yerkovich, è per antonomasia LA serie televisiva degli anni '80 (la prima serie è del 1984, a cui ne seguirono altre 4), quella che divenne vera e propria icona di una decade, influenzando la moda di un'intera generazione, cambiando per sempre le regole dei telefilm polizieschi: per la prima volta in TV i "poliziotti buoni" potevano perdere e il cattivo poteva riuscire a farla franca, non solo scappando, ma anche grazie ad un Tribunale che lo rilasciava!!!

Ma non è solo questo: "Miami Vice" aveva un nuovo uso dei colori, delle sequenze (anche nei movimenti macchina), del montaggio... aveva la musica come i film del cinema! Se vi guardate i contenuti speciali del cofanetto della prima serie (ma è già uscita nei negozi pure la seconda), si racconta di come quel telefilm ebbe la capacità di cambiare l'immagine di una città negli stessi USA (che non la vedevano più come il solo luogo di riposo per pensionati, ma come un affascinante crocevia di crimine e vita notturna al neon, sexy e cool) o di come riusciva addirittura ad influenzare le scelte musicali di MTV (che pregava la produzione di inserire determinati pezzi, che dopo la messa in onda entravano in classifica).
Ogni episodio di "Miami Vice" era pensato come un film, nella regia, nei dialoghi, nella colonna sonora. Per i canoni dell'epoca, ogni episodio costava 5 volte di più delle normali produzioni degli altri telefilm (un rapporto tipo 1 milione di dollari rispetto a 200mila, per capirci)... ehi, il signor Mann chiamava Versace - che tra l'altro viveva a Miami - anche per una semplice consulenza dei contrasti tra pastello e pastello!!!

Ad ogni modo "Miami Vice" è stato il segno di un'epoca, è stata una scuola di stile, ha cambiato per sempre il modo stesso di ideare e fare polizieschi, ha influenzato TUTTE le produzioni successive, è stato il capostipite di un genere. Come direbbe un certo amico mio, secondo tutta una serie di concatenazioni: "Se non ci fosse stato Miami Vice, oggi non esisterebbero CSI e The Shield"!!!

Ora, questo ne fa un CAPOLAVORO?

Credo proprio di no, e lo dice uno che lo ha AMATO da morire, sin da pischello.
Penso che "Miami Vice" sia stata un'OTTIMA serie a cui vanno riconosciuti grandi meriti, che sia stato entertainment di primissima classe (sia in termini di qualità che di stile), che sia stata enormemente INNOVATIVA.
Ma NON un capolavoro.
I capolavori rimangono tali per sempre.
Quando riguardo "Miami Vice" in dvd, oggi, molte cose - devo ammetterlo - mi fanno anche sorridere.
Quando riguardo "Scarface" di De Palma (sempre Miami, sempre 1983), allora si: vedo un capolavoro.

13 commenti:

Il Gabbrio ha detto...

senza contare che la musica che più andava all'epoca, prima o poi veniva utilizzata nel telefilm...io ero un pò piccino (sono dell' '80) ma Miami Vice lo ricordo benissimo...è vero, non sarà un capolavoro, ma ce ne sono pochi in giro, e forse è anche ovvio e giusto che sia cosi. sempre meglio di quello che mi dovevo sorbire a causa di mia madre: Dallas!!!

purtroppo sono rimasto deluso dal film, sarà che in cuor mio speravo che Mann ricreasse il mondo anni '80, ma la pellicola avrebbe avuto sicuramente difficoltà maggiori e costi più alti...
un parere sul film?

RRobe ha detto...

Sei stato esortato a non annoiare me con le solite robe sul mio conto.
E' diverso.

S3Keno ha detto...

@Gabbrio:
il nuovo "Miami Vice" mi è piaciuto, ma credo - soprattutto - perchè sapevo perfettamente cosa stavo per andare a vedere prima ancora di entrare al cinema (tra making of su SKY, spaciali vari sulle testate di cinema, interviste lette qua e là in rete sia a Mann che ai vari protagonisti, etc. etc.)... si, insomma... non che sia un "capolavoro" (per l'appunto!) ma la cosa che ho apprezzato in assoluto di più è il suo senso estetico, anche qui nei colori, nella fotografia, nelle musiche, nella regia così perfetta da essere paradossalmente gelida e asettica (come già è stato per "Collataral")...

E' però notevole il lavoro che ha fatto Mann nel proporre gli STESSI personaggi (Sonny e Ricardo) in un contesto assolutamente diverso dal serial, non facendone un remake nè un sequel, ma un film elegantissimo e moderno che parla dello "sdoppiamento" di chi lavora per mesi da infiltrato, sotto copertura, utilizzando codici di linguaggio più attuali.
Se non mi fosse piaciuto, insomma, forse l'altro giorno non mi sarei comprato il dvd da Mediaworld (si trova a € 9,90)... e cmq sia, a 'sto punto lo rivedrò a breve e magari ci troverò qualcosa in più, o anche in meno ;)

@Roberto:
Scusa, quali "solite robe"?!?

Unknown ha detto...

Anzitutto, grzie per la segnalazione. ;-)

Di Miami Vice non posso parlare con cognizione di causa, dopo qualche episodio lo mollai, non m'attraeva particolarmente.

Mi è parso di capire però che per te, se una serie accusa il peso degli anni, non è definibile capolavoro, mentre se regge, allora può esserlo? Non so, per una valutazione oggettiva (per quanto sia poi giusto farla...), la contestualizzazione di un'opera nella sua epoca non è doverosa? Esempio: se rivedi uno dei migliori film di Totò, che importa se sono in b/n, se circolano le lire, se le mamme hanno il fazzoletto nero in testa, ecc.? Contestualizzati quegli elementi di "passato", resta l'essenza del film, geniale. Quello per me è definibile capolavoro.

RRobe ha detto...

Le solite Stefano.
I luoghi comuni che ormai ti diverti ad appiccicarmi.
Sembra quasi che tu abbia bisogno di un muro grande perché speri di ottenere rimbalzi maggiori.
Solo che se faccia a faccia è divertente, e lo trovo uno sfottò tra amici, in rete è stucchevole e molto meno amichevole.
Poi, per carità: tu fai parte di quegli amici che sono nel nobile stato del: son fatti così, o li accetti per come sono o li mandi a quel paese (stato in cui stanno tutti i miei amici più cari), ma ripeto: il contesto diverso rende la cosa diversa.

Ti diverti a darmi del fascistello? Bon.
Ti diverti a sparare le solite robe sui miei entusiasmi cinematograficitelevisivinarrativi?
Bon.
Non otterrai una vera reazione da me perché, qui, non mi va di stare al tuo gioco... e perché, se ci dovessti stare, poi ci faremo male.

Anonimo ha detto...

a ste'... ho letto prima il blog di robberto quando dici di cliccare QUI e poi questo, ma state a parla' di buffy o di miami vice?
chicco

S3Keno ha detto...

@chicco:
comincio da te, Cristiano (che è più rapido): parlavamo di entrambi e di nessuno, più che altro di cosa sia definibile un CAPOLAVORO o meno, e quei due serial sono solo degli esempi, ma il discorso è universale. E continua.

@Hytok:
Bene, eccoti qui :)
No, non c'entra "il peso degli anni"... o altrimenti - se c'entra - è proprio per il motivo opposto: un CAPOLAVORO resta tale anche con il bianco e nero, la lira e il fazzoletto in testa, capisci? Un capolavoro dovrebbe essere il giusto riconoscimento dell'arte, dell'ingegno e dell'intelletto umano, qualcosa che RIMANE in eredità a noi e ai nostri figli, e che (generalmente) è proprio il tempo a consacrare tale.
Dopo più di 20 anni, e nonostante le sue intuizioni e/o innovazioni, personalmente non ritengo "Miami Vice" come un'opera che abbia quei criteri di cui sopra. Idem lo penso per un serial come "Buffy": Joss Whedon è molto bravo, d'accordo (un po' meno quando scrive fumetti), ma da qui a metterlo alla pari - che so? - con scrittori/romanzieri della narrativa contemporanea (intesa come ultimo secolo) ci penserei non due ma centro volte!!!
Quando mia moglie (anzi, in quel momento era solo la mia ragazza) mi vedeva che seguivo "Buffy" in TV mi prendeva per scemo: "Hai trent'annni e ti guardi quella roba!!!"... io ovviamente me ne fottevo (sono un fumettaro, cazzo!) ma sapevo di star guardando un valido prodotto di intrattenimento (a target giovanile), divertente, ironico, dai dialoghi brillanti, pieno di citazioni "autoreferenziali" di genere (per nerds), ma non qualcosa che sarebbe passato alla Storia come somma dell'arte, dell'ingegno e dell'intelletto umano (e questo vale per un sacco di roba che mi piace da morire, sia chiaro). Ma su questo vedremo anche cosa ci dirà il futuro ;)
I capolavori VERI, in cento anni di arte, letteratura, musica o cinema, si contano con il contagocce.
Anche nel fumetto, saranno una decina al massimo!

@Roberto:
madonna come sei teatrale, Robe'!!! "Non otterrai una vera reazione da me perché, qui, non mi va di stare al tuo gioco... e perché, se ci dovessi stare, poi ci faremo male"... qui non si fa male nessuno, credimi.
A parte il fatto che in corso non c'è nessun "gioco" ordito dietro le quinte, credo che io e te ne abbiamo fatte e passate di peggio che quattro cazzate scritte/dette su un blog, sia "dal vivo" in tempi Factory che in seguito, anche sul tuo ex-forum. Ci sono state volte che ce le siamo date di santa ragione, e anche lì tutto sommato - alla fine - nessuno s'è fatto male.
I miei modi di fare nei tuoi confronti, anche da cagacazzi, sono SEMPRE GLI STESSI da che ci conosciamo, cioè da ben prima che esistessero bagarre di stampo forumista/blogghista, quindi il discorso "muro/rimbalzo" non ha senso (o meglio: lo ha per chi invece sa USARE bene questi mezzi, quindi non io), perchè sia quando scrivo da te che quando scrivo qui da me, non faccio altro che scrivere cose in totale coerenza (anche caratteriale) con quelle che negli anni ci siamo sempre detti.
E cmq sui tuoi "entusiasmi" non credo davvero di essere l'unico a prenderti in giro, e lo sai!!! :)

Anonimo ha detto...

ok, ricevuto, e sono pienamente daccordo con te sulle cose che stai dicendo a hytok
chicco

Unknown ha detto...

@S3KENO - Ho parlato di peso degli anni perché avevi scritto...

Quando riguardo "Miami Vice" in dvd, oggi, molte cose - devo ammetterlo - mi fanno anche sorridere.

Entrando nel merito di Buffy, visto che su questo poso risponderti con più cognizione di causa, mi soffermo su un particolare, visto che l'innovatività non ti basta: i molteplici livelli di lettura. E' una serie che è riuscita ad acchiappare in tutti i segmenti, dalla tredicenne puccettosa alla sessantenne studiosa, proprio perchè è a strati.
-gang di adolescenti che interagiscono
(liceo, tipi di adolescenti diversi che entrano in conflitto e si avvicinano)
-battaglia bene/male
(la lotta contro vampiri e demoni)
-cultura pop diffusa
(riferimenti culturali a gogo, da shakespeare ai comics)
-metafora della crescita e del cambiamento
(adolescenza, scuola, età adulta, lavoro, perdita dei propri cari, affrontare e superare il dolore)
-ribellione alla predestinazione e capovolgimento del fato
(vampiri che grazie all'anima si ravvedono, e vampiri che si ravvedono senza bisogno di riavere l'anima, semplicemente per la forza dell'amore)
-politicamente scorretto
(coppia lesbo gestita esattamente come le coppie etero)
-episodi speciali
(uno sulla morte della madre della protagonista, un musical, uno silenzioso per la quasi totalità, uno che somiglia al 6 di JD ;-)

E ho cercato di non dilungarmi troppo... :-)

S3Keno ha detto...

OK, Hytok, torniamo un attimo su "Buffy".
E sui suoi molteplici livelli di lettura, che più o meno conosco (?) visto che un mio caro amico ci ha pure basato la sua tesi di laurea (incredibile, eh?) e in molte occasioni abbiamo parlato di questo serial (che - ti ripeto - anche io ho seguito dalla prima all'ultima serie, tanto per dirtelo). Si, insomma, le cose che dite - intendo sia lui che tu - sono assolutamente ragionate e VERE.
Dietro ad un semplice "telefilm di vampiri per teenagers" c'è molto di più, e forse chi - come noi, suppongo - ha qualche strumento di lettura/decodifica in più rispetto alla media del telespettatore italiano, può facilmente riconoscerne tanti pregi e valori. Eppure continuo a sostenere che allargare i segmenti di target (che poi non è altro che essere più commerciabili), fare interagire adolescenti (stereotipati) in conflitto tra loro, battere sull'iconografia pop, utilizzare qualche metafora sulla crescita, infilare un po' di politically scorrect con un paio di lesbiche (che poi nei fumetti è sempre stato pieno zeppo) e spruzzare il tutto con qualche buon tocco di originalità (tipo l'episodio-musical che era una figata!) NON BASTA a fare di "Buffy" un CAPOLAVORO, ma casomai a renderlo un gran bel serial.
Che confronto a tante altre cose che passa la TV è già di per sè un bel passo avanti, no?

Negli ultimi anni, ho sentito elogiare/osannare i dialoghi di telefilm come "Una mamma per amica" o "The O.C." (anche da Diego Cajelli, non me ne voglia!) e fare standing ovation per una scena definita "geniale" (uno dei protagonisti che bacia la sua tipa a testa in giù, citando Maguire e la Dunst in "Spiderman", e OK d'accordo bella citazione fratello ma COSA c'è di geniale? è SOLO una citazione, cazzo, e allora?)... e posso pure stare ad ascoltare tutti i "bla bla bla" di questo mondo, ma quei due telefilm restano delle vaccate!!!

Prendiamo anche il caso dei fratelli Scott.
La critica, in generale e in maniera pressochè unanime, considera Ridley l'AUTORE e Tony quello "commerciale".
Però se provi a mettere in fila una dopo l'altro TUTTI film dell'uno e dell'altro (magari usando IMDB) scopri che Tony ha fatto una cifra di film potenti e fighissimi, molti più del fratello, che invece ha realizzato spesso pellicole discutibili, quando non addirittura toppate del tutto!
Preferisco Tony al suo tanto blasonato fratello/autore (e su questo, qualche mio amico critico/giornalista cinematografico - compreso il buon Fabrizio Marchetti? - mi ha disconosciuto!!!) e in linea di massima preferisco vedere i suoi film... eppure, eppure... eh già, eppure nonostante tutte le ragioni possiamo inventarci, alla fine IL CAPOLAVORO*** l'ha fatto Ridley, non Tony!!! Perchè?
Vedi come è oscuro e complicato quel meccanismo per il quale un'opera possa assorgere a capolavoro e tante altre no, anche se sono valide e belle?
*** parlavo di "Blade Runner", ovviamente

Palla al centro ;)

Anonimo ha detto...

per me buffy è propio 'na cazzata, e tutti quei significati ce li trova solo chi ce li vuole trovare ma quelli che l'anno fatto manco c'avevano in mente tutte quelle robe lì

Unknown ha detto...

@ flight-blogger, sei proprio un genio, continua così, i tuoi commenti aggiungono alla discussione un enorme valore aggiunto. ^___^

@ S3Keno, un po' il tuo concetto di "capolavoro" da centellinare più di quanto faccia io, un po' i gusti personali, ci differenziano. :-)
Ho detto una frase simile alla tua, su Buffy ottimo-serial-ma-non-capolavoro qualche anno fa, quando ancora non avevo guardato le ultime stagioni, poi Angel, ecc.
Diciamo che le stesse cose hanno effetti diversi su persone diverse...
Pensa che nel mio concetto di capolavoro rientra un film come "Una poltrona per due", dai tempi comici extraordinari, difficilmente equiparabili.
Per me basta che un'opera eccella in un campo, che merita quella definizione.
Il telefilm "Una mamma per amica" ha davvero dialoghi brillantissimi, ma lì è il soggetto che non m'ispira particolarmente, però ce ne fossero di più prodotti così e meno cazzate tipo reality show o fiction linobanfesche...
Quanto a Tony Scott, ho letto identico apprezzamento dal buon RRobe... per me il suo è efficace mestiere, ma non posso dire che m'entusiasmi... suo fratello Ridley avrà pure sbagliato qualche film, ma lo preferisco.

S3Keno ha detto...

non dar peso alle parole di Flight-Blogger, caro Hytok (che è un innocuo "semplicione" che ogni tanto passa di qui)... ma in effetti, tornando a noi, il parametro di definizione di "capolavoro" è talmente labile e soggettivo che potremmo stare qui a parlarne per settimane senza uscirene con una soluzione che metta d'accordo entrambi!!! ;)

Forse è qualcosa troppo strettamente collegato ai propri gusti personali, anche lì dove tentiamo di applicare termini di giudizio oggettivi (che poii, quali sono?)... è qualcosa con cui anche la stessa CRITICA fa a botte, contraddicendosi a seconda delle mode, delle stagioni, delle rivalutazioni (vedi il recente "fenomeno cult" dei b-movies) e delle scuole di pensiero...