martedì 24 aprile 2007

Perchè Mos Def.


Con gli anni, ho imparato a preparare SEMPRE un Piano B.
Soprattutto avendo spesso a che fare con i cosiddetti "personaggi famosi", quelli della musica e/o dello spettacolo, che sono notoriamente inaffidabili.
Ma andiamo per ordine.

Massacratore n°3 in arrivo. Sul primo numero ho avuto la GUEST INTRO firmata nientepopodimeno che da Robert "3D" Del Naja dei Massive Attack (un colpaccio che però avevo avuto modo di preparare con quasi un anno di anticipo). Sul secondo numero l'ospite è stato l'amico Tommaso "Piotta" Zanello, che tutto sommato mi ha facilitato molto le cose. Sul terzo chi chiamo?
Dato l'argomento che stavo andando ad affrontare, e la particolarità della storia, volevo qualcuno che potesse in qualche modo interpretare con sensibilità una adeguata chiave di lettura introduttiva per il lettore.
La prima idea che ho avuto è stata la scrittrice Chiara Gamberale (con cui avevo avuto brevemente a che fare nel periodo Onyx) che però, in tutta franchezza, non si è sentita di affiancare il suo nome ad un fumetto con questo tipo di impatto (dicendomi di temere di "esporsi troppo"). Bene, l'importante è essere chiari (soprattutto da una che si chiama Chiara, no?). Lo chiedo a qualcun altro.
Su suggerimento (o meglio: sotto pressione) di Teresita, provo a chiederlo a Fabio Volo. Ma il tipo in questione - abbiamo scoperto (anche se già lo sospettavo) - oramai è troppo "oltre", e non ti caga più manco di striscio se non hai come minimo il logo della Mondadori, del Corriere della Sera e della Universal scritto sulla fronte!!! Ci siamo capiti, vero?

Una volta messo il piede a Radio Deejay, il passo successivo mi è venuto quasi da solo: Alessio Bertallot.
L'avevo intervistato qualche anno fa per la Nexta. Ci eravamo anche presi bene. Nonostante a volte non gradisca il suo modo di tirarsela, è un personaggio molto particolare, eclettico, dalla grande cultura musicale e umanistica: speaker radiofonico (probabilmente il ruolo per cui è più conosciuto, con il suo "B-Side" in onda ogni sera su Deejay), giornalista e produttore musicale, DJ da club, nonchè voce e leader del progetto Aeroplanitaliani (che proprio in questi giorni stanno uscendo con il nuovo album, il cui primo singolo "Bella" è già in programmazione).
Alessio mi dice di si. Gli piacciono i fumetti, ha sentito parlare più volte del Massa, è una cifra incasinato con il lavoro ma gli fa piacere partecipare a 'sta cosa. Bene, è fatta.

Lo scorso 5 marzo, non appena finito di scrivere, disegnare, impaginare e letterare "Kouassi Story" (che è il titolo del terzo numero) gli spedisco una ad una le tavole, come singole jpg. Dopodichè ci sentiamo per mail, per telefono, per sms.
Gli spiego più volte che lo presenteremo in anteprima il 27 aprile alla Comicon di Napoli, e che quindi devo assolutamente mandarlo in stampa per la fine di marzo. Lui dice che non c'è problema, che è veloce a scrivere, che appena ha un paio d'ore libere legge la storia e scrive la sua intro.
Nel frattempo marzo avanza impietoso. L'editore chiede se il numero è pronto. La tipografia preme. Io sollecito più volte Bertallot. Niente da fare. Non risponde. Evidentemente gli sono sfuggiti concetti come "scadenza", "tempi di stampa" o "consegna in tipografia". Evidentemente ha troppo da fare per i cazzi suoi, la radio, l'uscita del nuovo album.
Il 5 aprile (cioè esattamente UN MESE DOPO avergli spedito la storia) mi manda una mail dicendomi che ce la fa per Pasqua, non prima. Ma marzo è finito. Pasqua è l'8 aprile, e con pasquetta di mezzo non potrei dare il materiale in tipografia prima del 10. No, è troppo tardi. Non c'è più tempo: mio malgrado, scatta il Piano B.

Che stavolta, lo ammetto senza problemi, è stato un mix di fatalità e di culo!!!
Faccio dunque un passo indietro: vuoi perchè mi stavo ascoltando di continuo il suo nuovo album "True Magic", vuoi perchè l'avevo appena visto su SKY insieme a Bruce Willis in "Solo 2 ore" (vedere miei post precedenti), vuoi perchè in passato ci eravamo sentiti qualche volta per mail... beh, guarda caso i primi di marzo avevo spedito - così, senza nessuna aspettativa precisa - la mia storia anche a Mos Def, chiedendogli cosa ne pensasse.
• Nota: grazie ad una mia amica cioccolatina madrelingua, ho avuto modo di avere una buona traduzione per le mani. Non contento di questo io, che sono scemo, non ho mica allegato la traduzione in Word alle tavole... no, così sarebbe stato troppo facile: ho riletterato tutte le tavole in inglese!!! Yeah ;)
Mos Def l'avevo conosciuto di persona a Roma, nel 2001, per la presentazione + conferenza stampa di "Monster's Ball" (come inviato di 35mm.it, quindi tramite Francesco Cinquemani, che mi pare di ricordare mi avesse dato buca anche lui, quel giorno); mentre tutti i giornalisti presenti erano ovviamente addosso ad Halle Berry e Billy Bob Thornton, io chiacchierai parecchio con lui, che - aggregato al cast, ma NON protagonista e NON famoso - fu molto gentile e disponibile. Parlammo poco del film. Parlammo della sua musica, di rap e hip hop, della scena newyorchese. Lui rimase sorpreso nel trovare una persona così preparata (anche di roba hardcore/underground) durante una conferenza stampa cinematografica, per giunta in Italia. Ci scambiammo le rispettive mail personali. Negli anni seguenti, ogni tanto ci siamo risentiti.

Lo scorso 28 marzo, dunque, ricevo a sorpresa una sua mail privata. Proprio per me.
Mi aveva scritto a caldo le sue impressioni su "Kouassi Story", probabilmente colpito dalla realtà che viene raccontata su questo ragazzo ivoriano, che lui nella sua lettera chiama "fratello africano". Copio e incollo la sua mail su Word. Traduco e adatto. Trasformo una lettera privata nella mia GUEST INTRO n°3.
Lo avverto. Mi dice che non ci sono problemi, anzi che ne è lusingato.
Avverto anche Bertallot, che tra l'altro ha anche passato più volte i dischi di Mos Def a "B-Side".
Oltretutto - lo dico per onestà nei suoi confronti - Bertallot si scusa con me per la buca, dicendomi che gli dispiace.
Ma - accidenti! - senza volerlo mi ritrovo in mano un'intro firmata da Mos Def, che io adoro!!!
Strana la vita, eh?
Ecco perchè Mos Def.

Ed ecco come anche stavolta (come spesso mi capita per le interviste) non posso non notare come torni regolarmente un certo discorso sulla disponibilità degli artisti stranieri: la cultura anglosassone - da questo punto di vista - ha molta più attenzione verso il giornalista, l'autore, la professione altrui. Non fosse altro che per mera UTILITA', perchè magari io quel momento non divento altro che un mezzo per la sua promozione. Che nella pratica, per me che scrivo, significa avere molta più facilità nell'incontrare/intervistare grandi star della scena internazionale piuttosto che l'ultimo dei nostri cantanti... non è paradossale?
In Italia con quattro dischi venduti la gente si monta la testa. In Italia gli uffici stampa non lavorano PER la stampa, ma mettono i bastoni tra le ruote, dicono a priori: "No, non è proprio possibile", e invece che mediare scoraggiano. Se devo scrivere un pezzo per Vanity Fair, riesco a parlare personalmente con Jennifer Lopez a New York (grazie al suo ottimo managment) ma mi filtrano una chiamata con una deficiente come Valeria Marini, con i suoi assistenti e i loro patetici: "la Signora al momento è impegnata"... non è agghiacciante?

Ad ogni modo, per quanto riguarda nello specifico uno come Mos Def, non è solo un discorso sulla sensibilità verso chi - come lui - sta lavorando. No, per noialtri b.boyz già da un pezzo over 30 (old school!!!) si traduce facilmente con un altro termine ben preciso: RISPETTO.

8 commenti:

Anonimo ha detto...

bada che storia!!!
ma è vera?
chicco

S3Keno ha detto...

no, Chicco: è Galbusera!!!
(certo che è vera, scemo)...
;)

Anonimo ha detto...

Amica cioccolatina? Rispetto? qualcosa non torna!

S3Keno ha detto...

In che senso, anonimo?
Cosa sarebbe che non ti torna?

Anonimo ha detto...

forse quell'anonimo percepiva un che de RAZZISTA nel tuo termine "amica cioccolatina", quindi nun je tornava er discorso sul RISPETTO, capisci?
credo, forse, che intendesse questo.

Anonimo ha detto...

Notevole, decisamente notevole, più c... che anima, direbbe qualcuno, era destino, direbbero altri.. comunque.. grande stefano, veramente grande.... Sul RISPETTO devo darti ragione visto che il passato, anche il TUO, insegna... di acqua sotto i ponti ne è passata da quei pomeriggi all'Expo mentre con i pennarelli regalavi i muscoli del MAs e le tette di Virgo su fogli di carta... non ne hai mai rifiutato uno.... lo ricordo bene, anche quello era RISPETTO... per il resto son Katzy degli altri..
Grande Ste...
Manuel

Anonimo ha detto...

...l'ho sempre detto e lo ribadisco pubblicamente: sei un grande e meriti tutto quello che stai costruendo!!! Ricorda che la fortuna (anzi il culo come tu stesso lo definisci) fa parte della vita, del nostro stare al mondo e per questo non mi stupisco del tuo "PIANO B". (a proposito, ti calza a pennello questo concetto di vita: "Per non essere costretti a vivere in questo mondo, si deve SCEGLIERE di vivere in questo mondo".
Sei tu che detti le regole del gioco.
...e per finire, mi allineo al pensiero di Manuel, alla sensibilità e disponibilità che hai nei confronti degli altri (mi vengono in mente i disegni che hai fatto a gabri e tommi in quel di Spoleto, ne sono rimasti contentissimi...).
a presto...
rob

S3Keno ha detto...

Bella, Robi!!! Grazie per le tue belle parole (ma non "esagerare", che altrimenti mi fai vergognare davanti agli altri)... e grazie anche a quelle di Manuel.

Ma volevo tornare un secondo su quanto ha scritto quel coraggioso Anonimo nel secondo commento, e anche sull'interpretazione che ne ha dato il buon Flight-blogger.
Affermare e/o sottintendere una forma di "razzismo" (secondo il quale poi mancherei di "rispetto", no?) sul mio uso del termine "amica cioccolatina" è la classica forma di ipocrisia di chi - credendosi politicamente corretto - pensa che usare "nero" o "di colore" sia meglio di "negro"... di chi evidentemente nella sua vita non ha MAI avuto a che fare con 'sta gente, non l'ha mai frequentata, non ci mangia insieme, non ci esce la sera, non ci va a ballare, non ci chiacchiera... insomma: la vede soltanto attraverso il lunotto della propria macchina, quando - fermo al semaforo - gli chiede se può lavargli il vetro!!!

La mia amica, che si chiama Jasmine, non è la tua colf, caro Anonimo, ma lavora in Ambasciata qui a Roma.
La mia amica, che si chiama Jasmine, è tra l'altro assai bella... e credimi - slurp! - è sfiziosa e appetitosa proprio come un buon ciccolatino ricoperto di fondente con il cuore al latte e nocciola. Cosa che io le dico spesso, è proprio questo il punto. E' meglio di un Pocket Coffee, di un Mon Cherie, di un Ferrero Rocher!!!
Si tratta, insomma, di quella confidenza e di quella totale assenza di disagio (che evidentemente a te mancano) che puoi arrivare ad avere con un'altra persona che magari viene dalla Costa D'Avorio o dalla Nigeria, che è un amico tuo, e che quando incontri - mentre lo abbracci - ti può tranquillamente farlo salutare con un: "Bella, negro!!!"
Gli sto mancando di RISPETTO, secondo te?
Secondo me non sai manco di che parlo, bello mio.