mercoledì 31 ottobre 2007

"Quanno gioca l'AS Roma"...



La magggica vince il derby e manda a casa la SS Lazio per 3 a 2.
Vucinic, Mancini, Perrotta.
Tre giorni fa, Roma batteva Milano 1 a 0 giocando fuori casa (e non solo a San Siro, tra l'altro).
Aria de festa, in città.
Niente di meglio che il pezzo di Brusco.
Che spesso il ragamuffin' - con la sua ironia, con la sua allegria - è pure mejo del rep.
E chi lo canta, sicuramente, meno sfigato di tanti mc's dall'aria perennemente incazzata e triste!!!
Yeah.

P.S. = Nelle versioni live che Brusco ripropone ai suoi concerti (e GUAI se non lo fa, se lo magnano!!!) la formazione viene ovviamente "aggiornata" anno per anno. Il pezzo originale - questo che ascoltate - è del 2000/2001.

lunedì 29 ottobre 2007

KATZ teaser.


Dopo la focosa bagarre relativa a "Katzyvari 2.0" scoppiata lo scorso giugno - in modo trasversale - su alcuni forum di fumetti e sui blog personali dei diversi autori coinvolti, s'era detto che KATZYVARI non si sarebbe fatto più.
Ed infatti è vero. KATZYVARI non si farà più.

Eppure, eppure...
A Lucca Comics... cercandolo, lo troverete.
Com'è possibile?
Morto KATZ, viva KATZ!!! ;)

sabato 27 ottobre 2007

Domandina per i miei 4 lettori.


Se sto discutendo (animatamente) con te, e ad un certo punto ti do del "figlio di papà", secondo te la mia OFFESA è rivolta a te o a quel povero cristo di tuo padre che ha avuto la disgrazia di averti come figlio, e magari s'è pure spezzato la schiena per darti ciò che hai?

La domanda, ovviamente, è retorica.
Solo un IDIOTA potrebbe interpretarla nel modo sbagliato.

venerdì 26 ottobre 2007

Torno un momento su Emergency.


Un po' di giorni fa ho accompagnato mia moglie ad una delle "sue" riunioni dei volontari di Emergency, nella loro sede romana a due passi da Campo de' fiori.
Oramai so praticamente tutto che c'è da sapere su questa associazione... eppure non si finisce mai di imparare, quanto è vero. Durante quella riunione (un po' troppo lunga), ho infatti "scoperto" una cosa che non sapevo, e che - se ancora ce ne fosse bisogno - mi ha colpito molto positivamente, alimentando una stima di base che è già forte di suo.
Se andaste a leggere il loro "programma", dice (copio & incollo dal loro sito):

• Emergency decide i suoi interventi basandosi soprattutto su due criteri: l’effettivo bisogno della popolazione di assistenza medico-chirurgica specializzata e la scarsità o la mancanza di altri interventi umanitari analoghi nel paese.

• Emergency costruisce e gestisce:
- ospedali per i feriti di guerra e per le emergenze chirurgiche.

- centri per la riabilitazione fisica e sociale delle vittime delle mine antiuomo e di altri traumi di guerra.
- posti di primo soccorso (FAP, First Aid Post) per il trattamento immediato dei feriti.
- centri sanitari per l'assistenza medica di base.

• Emergency
- forma il personale locale secondo criteri e standard di alto livello professionale.
- attua interventi umanitari di assistenza ai prigionieri in contesti connessi a situazioni di conflitto.
- realizza progetti di sviluppo nei paesi in cui opera.


Ma fa anche un'altra cosa, notevole.
Nei paesi in cui costruisce e opera (tipo Afganistan, Cambogia, Iraq, Sierra Leone, Sri Lanka e Sudan, ma non solo), che sia essa una "missione" annuale, biennale, quinquennale e/o altro, alla fine LASCIA le proprie strutture all'amministrazione locale (quella con cui - di volta in volta - firma i protocolli per poter agire territorialmente nella completa legalità, anche quando risulta "scomodo" a governi e autorità sanitarie locali).
Cioé: dopo aver costruito A PROPRIE SPESE le strutture, dopo aver formato gratuitamente il personale locale, dopo averlo reso indipendente al 100% in termini professionali di prima assistenza/medicina/chirurgia, Emergency "chiude" il programma e lascia loro gestione e PROPRIETA'... ma vi rendete conto?
Lo HA GIA' FATTO in Cambogia, per esempio.
Roba che non s'è MAI sentita da nessun altro.
Sono proprio ad un altro livello!!!

A proposito: mancano ancora 5 giorni alla fine di ottobre.
E' ancora in corso la campagna Diritto al cuore: un euro da donare via sms al 48587 per sostenere le (immense) spese dell'ospedale cardiochirurgico "Salam" in Sudan... eddai, che vi costa? Beh, si... un euro!!! ;)

martedì 23 ottobre 2007

Piccoli editori crescono...


... e Lucca Comics si avvicina!!!

Un paio di anni fa, dopo otto anni di "pausa" nei fumetti, cominciavo una nuova avventura con un editore piccolo piccolo che tutti quelli che avevo intorno in quel momento (colleghi fumettari, amici e/o presunti tali) più o meno mi dicevano: "Lascia perdere Ste', ma che lo fai a fare con lui?"...

Qualche mese fa - prima che scoppiasse la bagarre relativa all'ipotesi del nuovo Katzyvari 2.0 - scrivevo ad alcuni di loro (quelli che avrebbero dovuto partecipare) che stavo vedendo una effettiva CRESCITA di questa etichetta indipendente, e che io stesso - in parte - mi sentivo anche uno dei fattori che ne concorrevano. Solo uno dei tanti, sia chiaro.
Ribadendo la LIBERTA' editoriale e creativa che gli è propria (a partire dai miei prodotti, che gli vengono consegnati FINITI in grafica e contenuti), sottolineando questa sua crescita tanto in termini di autori e produzioni quanto in quelli di confezione... anche grazie all'ottimo lavoro della Double Shot (perchè va dato merito anche alla scelta di una buona sinergia).
Sostenevo che il seme piantato da questo "editore" (spesso criticato, anche per sue presunte alleanze con presunti editori di destra, che ridere!) con il tempo avrebbe portato buoni frutti a tutti coloro che ci collaborano/lavorano insieme.
Per motivi che esulano (e superano) le pure finalità economiche e/o certe strategie commerciali.

Alessandro Bottero ha avuto fiducia in me.
Io ho avuto fiducia in lui. Anche la scorsa estate, quando - tornando a casa in macchina da un incontro che avevo avuto con lui ad un bar - sentivo che stavo sbagliando qualcosa, e che avrei dovuto ribadire questa mia fiducia in lui, con le mie scelte, restandogli accanto.
Oltre che il mio attuale editore, Bottero è una brava persona. Buona ed onesta.
Che a volte (come tutti, come me) può sbagliare nel dire e/o nel fare qualcosa, ma senza mai tradire quella bontà e quell'onestà di cui sopra.

Ora Lucca si avvicina.
E quest'anno sono davvero ORGOGLIOSO di far parte di questa squadra.
Che - per la cronaca - troverete nel padiglione Napoleone allo stand E7-E8.
Uno stand grande, 6x3, con tante belle novità, tra le quali il "Nexus" di Mike Baron e Steve Rude, "Little Star" di Andi Watson, "Pounded" di Brian Wood e Steve Rolston, "Rock Bottom" di Joe Casey e Charlie Adlard... oltre a diverse altre belle cosette.
So che ci saranno pannelli decorativi con tutti i nostri personaggi, so che ci sarà lo stesso Brian Wood presente come OSPITE nel nostro stand, so che passerò dentro questi 18 metri quadrati un weekend con tante belle persone (a cominciare da Lorenzo e Alessio)... e so anche che l'alcool scorrerà a fiumi!!! ;)
Sono proprio contento.
Delle sue scelte.
Delle mie.
Della Bottero Edizioni.

Del nuovo Massacratore, invece, ne riparliamo da domenica prossima in poi...

venerdì 19 ottobre 2007

Gli Eterni.


Neil Gaiman & John Romita Jr.:
"Gli Eterni - Olympia"
Panini Comics, collezione 100% Marvel, € 16,00.


Grande Neil Gaiman (non avevamo dubbi) che riesce a prendere in mano dei personaggi "scomodi" come gli Eterni - che solo Kirby nella sua geniale/delirante creatività poteva immaginare e raccontare - e a scriverne una storia bella e CREDIBILE, perfettamente inserita nel Marvel Universe di oggi, senza stravolgerne la loro natura e la loro possenza assoluta.
Il pretesto narrativo della mancanza di ogni ricordo del proprio passato eroico e/o mitico dei protagonisti ha un leggero sapore di dèja vu (anche nella prima serie del "Sentry" di Jenkins, per dirne una), ma poi sono trama e dialoghi che fanno la differenza.

Tenete conto che questi Eterni erano stati creati in un momento in cui non c'era la continuity di oggi (con guerre civili in corso, supereroi registrati dal governo, mutanti quasi estinti), quindi era molto più facile raccontare storie un po' assurde come le coorti dei Celestiali che giungono sulla Terra, la razza dei Devianti e il loro dominio su di essa, la loro caduta, Lemuria, etc. etc. e riuscire ad inserirle con coerenza (e sense of wonder magari anche un po' ingenuo) accanto alle altre collane mensili.
Era un momento in cui i fumetti supereroistici - aldilà della sospensione dell'incredulità relativa ai superpoteri stessi - non avevano elementi di attualità, politica e/o problematiche sociali tali da renderli "realistici" come quelli di oggi.

Grande John Romita Jr., in pieno stato di grazia.
Probabilmente il miglior disegnatore che può attualmente vantare la Casa delle idee. Così classico eppure così moderno. Dal tratto tanto plastico quanto dinamico, tanto dettagliato quanto sintetico. Capace di descrivere, come pochi altri, un meraviglioso scorcio di New York in una sola vignetta, e poi stupire con una doppia splash page con enormi creature fantascientifiche che arrivano dallo spazio e che la pagina sembra non riuscire a contenere.

Probabilmente il miglior libro pubblicato dalla Panini nell'ultimo anno.
Assolutamente da avere.

lunedì 15 ottobre 2007

BLACKmag again.


• FUNDAMENTALS •
10 hip hop albums best ever


Mi scrivono spesso all'indirizzo mail qui accanto. Mi chiedono pareri e opinioni sui nuovi dischi, sui rappers, sulla scena, sui miei gusti personali. E ogni tanto mi chiedono l'immancabile LISTA dei miei album preferiti... che tanto ad una domanda del genere non si sfugge mai!!!

Generalmente mi stanno abbastanza sulla palle le liste del tipo "i migliori 10 album hip hop di sempre" (figuriamoci se fossero i migliori 5!!!), ma stavolta mi sbilancio, anche per via di una recente chiacchierata tra hiphoppettari in birreria, fatta tanto per cazzeggiare.
Non apprezzo questo genere di classifiche perchè escludono metodicamente un sacco di cose che in realtà amo molto, che sono tante, ma che sarebbe impossibile far rientrare in sole 10 posizioni.

Giocoforza, ho escluso il soul (altrimenti non sarebbe stato difficile, ma IMPOSSIBILE). Dopodichè ho adottato due criteri: quello della validità, quindi dell'importanza che secondo me determinati dischi hanno avuto in tutta la cultura hip hop... e in secondo luogo quello dell'affetto, quindi del valore che hanno avuto per me in determinati momenti, legandosi indissolubilmente ad essi.
Ne è uscito quanto segue (in semplice ordine di date di pubblicazione):

A Tribe Called Quest "The low end theory" (Jive, 1991)
Nas "Illmatic" (Columbia, 1994)
2Pac Shakur "All eyez on me" (Death Row/Interscope, 1996)
Dj Shadow "Endtroducing" (Mo' Wax, 1996)
Wu Tang Clan "Wu Tang Forever" (Loud/Bmg, 1997)
Jurassic 5 "Lp" (Pias, 1998)
Lauryn Hill "The miseducation of" (Sony, 1998)
R. Kelly "R" (Jive, 1998)
Mos Def "Black on both sides" (Rawkus, 1999)
Guru's Jazzmatazz "Streetsoul" (Virgin, 2000)


Si, sono i miei preferiti, quelli che ho FUSO a furia di ascoltarli, che ho letteralmente consumato.
Certo che mancano troppe cose, dai miei primi ascolti (Public Enemy, RUN Dmc, KRS One) fino ad Eminem, dai De La Soul ai The Roots (o allo stesso Common), da Notorious B.I.G. agli Outkast, dai Gangstarr a Talib Kweli, etc. etc...
Ma rimane il fatto che sono davvero quelli lì sopra i 10 album FONDAMENTALI che porterei con me nella famosa isola deserta. Sempre a patto che abbia con me un lettore CD, o ancor meglio un Technics 1200!!! ;)

giovedì 11 ottobre 2007

Ancora in tempo. Con la Birmania. Con il Darfur. Diritto al cuore.


Con ingiustificabile ritardo, da parte mia.
OLTRE Blackamagzine e OLTRE i fumetti, recita il mio sottotitolo.
E anche OLTRE le minchiate che io stesso scrivo spesso, su argomenti a volte così futili.
Per non dimenticarci MAI di essere uomini e donne CIVILI, con una coscienza.

Con la Birmania, con Aung San Suu Kyi, con i monaci buddisti. Un paese sotto dittatura militare, dove la parola "democrazia" equivale a "repressione" (anche armata, e stavolta abbiamo potuto vederlo pure noi). Una vergogna per l'intero genere umano, dove ogni diritto basilare è stato calpestato, beffandosene di ogni sanzione occidentale.

Con il Darfur. Un genocidio che continua (oltre 300.000 morti, 2 milioni di sfollati e 300.000 rifugiati) pressochè ignorato dai media di tutto il mondo. Condizioni di vita, e di violenza, inaccettabili. Un crimine in atto contro l'umanità.

Con "Diritto al cuore", aldilà della nostra appartenenza politica, perchè non ci sono nè destre nè sinistre nè tanomeno nessun "anti-stradismo" possibile per giustificare la nostra superficialità, o il nostro disimpegno. Senza rendercene conto, spendiamo soldi ogni volta che usciamo da casa, per un pacchetto di sigarette, per un caffè, per delle mentine, per un quotidiano in edicola, per un biglietto della metro. Non sarà un euro in più a sbilanciare il nostro budget mensile.
Dal 1° al 31 ottobre, un euro via SMS al 48587 per sostenere un ospedale di cardiochirurgia in Sudan, a Soba (un villaggio a circa 20 km. da Khartoum).

Ero in ritardo, è vero.
Ma sono ancora in tempo.

Links per approfondimenti:
Aung San Suu Kyi
Birmaniademocratica.org
Amnesty Italia: Birmania/Darfur
Italian blogs for Darfur
Conflitto del Darfur
S.O.S. Darfur
Emergency: Diritto al cuore
Repubblica.it: Diritto al cuore

lunedì 8 ottobre 2007

Common + Kanye West


C'è qualcosa che stavolta lega più che mai Common a Kanye West.
Eppure il primo - al secolo Lonnie Rashid Lynn da Chicago - è di tutt'altra estrazione, fa parte di quel lato "colto" che tanto amo (e di cui così poco è rimasto) nel rap contemporaneo, con la profondità dei suoi testi, con il suo stile che supera il senso estetico per quello poetico. Amore e spiritualità. Non a caso è uno dei pochi che continua a coltivare ed alimentare il manifesto ideologico della Native Tongue Posse (quella dei De La Soul, degli A Tribe Called Quest, dei Jungle Brothers), una sorta di "collettivo" che celebra le radici africane dell'hip hop e ne rivendica l'identità come cultura non violenta. Tra gli altri, ne fanno parte anche la divina Erykah Badu (che guarda caso è la moglie di Common), Talib Kweli e il mio adorato Mos Def. Tutti artisti che "appoggiano" le proprie metriche (con un flow assai rilassato) a basi molto strumentali e molto soul, per una scuola di pensiero decisamente intellettuale ed introspettiva. Cioè l'antitesi del gangsta rap.

L'altro - Kanye Omari West da Atalanta - è quanto di più modaiolo ed egocentirco possa presentare l'attuale scena statunitense della black music. Un vero e proprio "Re Mida" della scena, che trasforma in oro tutto ciò che tocca. Un artista dalla presunzione infinita, che però se lo può permettere. Perchè INFINITO è anche il suo talento.

Due artisti diversi. Due dischi diversi.
Eppure Kanye West firma 8 brani su 12 del settimo album di Common, "Finding forever" (Geffen/Universal). Gli produce dei tappeti sonori su misura, raffinati ed impeccabili, perfetti per lo stile del suo amico. Lo fa con un sampling ricercato e sofisticato: Gil Scott Heron per "The people", Stevie Wonder per "U, black maybe" (che conta anche la voce di Bilal, anche se non appare nei featurings), Nina Simone per "Misunderstood", Paul Simon per "Forever begins".
Common pensa al resto: rappa sul rock e sul jazz, duetta con lo stesso West nella splendida "Southside" e con un altro mostro sacro come D'Angelo in "So far to go" (che al suo interno cita gli Isley Brothers di "Don't say good night"), ci regala due gioielli come "The people" e "The game", con gli abili scratches di Dj Premier.

Dal canto suo, Kanye West con "Graduation" (Roc-A-Fella/Universal), il suo terzo album a solo, GIOCA come sanno fare in pochi, sin dal primo singolo "Stronger"; se tenete conto che i Daft Punk - nonostante siano delle star in Europa - negli Usa non se li fila praticamente nessuno, lui (insieme al grande Timbaland, non scordiamolo) è riuscito ugualmente a trasformare questo pezzo in una delle più potenti hit dell'anno!!!
West non è un rapper nudo e crudo, e non gli interessano nemmeno certi "approfondimenti" dell'amico Common o del resto della posse. Quella di West è musica POPolare, è hip hop prodotto egregiamente, eclettico, ma comunque più leggero, più "pop" (in senso assolutamente positivo) che non si pone alcun problema: campiona Michael Jackson in "Good life" (feat. T-Pain) ma anche i migliori Public Enemy in "Everything I am" (dove - tra gli autori - risulta anche la leggenda George Clinton, oltre - anche qui - agli scratches di Dj Premier), poi scrive e canta con Chris Martin dei Coldplay in "Homecoming", ma rappa insieme a Mos Def (eccolo di nuovo!) in "Drunk and hot girls".
Se c'era davvero un sfida tra Kanye West e 50 Cent per l'uscita dei loro nuovi rispettivi album (ma sappiamo bene tutti che questa presunta rivalità è stata solo una mossa di marketing), beh... West l'ha vinta a mani basse, sbaragliando l'avversario!!!

Due artisti diversi. Due dischi con "poche" tracce (12 quello di Common, 13 quello di Kanye West).
Due album da avere/ascoltare assolutamente.
In questi tempi di magra per il rap americano, questa è veramente roba buona.

After "Romics" gossip...


Ieri a Romics una certa persona (diciamo solo un "nostro collega", un operatore del settore solitamente piuttosto SERIO) mi ha detto che - a dispetto dell'immagine che ne stiamo recependo - la Coconino di Igort è sull'orlo del fallimento, che sta lì lì per chiudere baracca e burattini.
Sapete se c'è qualcosa di vero?
Qualcuno di voi lì fuori ne sa qualcosa di più?

sabato 6 ottobre 2007

"Fables" covers.


Stamattina ho finito di leggere l'ultimo volume (finora pubblicato) dello splendido "Fables" di Bill Willingham, ossia "Fiabe d'Arabia" (Vertigo/Planeta DeAgostini, € 11,95).

Aldilà dei due archi narrativi contenuti in questo nuovo TP, mi hanno colpito molto due copertine di James Jean, che sono QUASI CERTO non abbiano notato in molti: parlo delle covers dei numeri 44 e 45... dove l'autore utilizza lo STESSO punto d'osservazione, la STESSA identica costruzione, le STESSE pose, per rappresentare la Baghdad reale (quella del "nostro" mondo, sotto assedio militare) e la Baghdad delle fiabe.

Notate i bambini: nella prima SCAPPANO, uno di loro - vicino alla madre - piange disperato. Nella seconda GIOCANO, e quello vicino alla madre ride.
In questo caso, le due copertine NON si rifanno al contenuto dell'albo (come accade per le altre covers di questa serie) ma "raccontano" una storia a sè, con la semplice forza delle loro due immagini.
Straordinarie, non è vero?

venerdì 5 ottobre 2007

Shy.


Sono timido con le ragazze.
Non riesco mai a dire no.
;)

lunedì 1 ottobre 2007

Iperbole (o "Sul fallimento").


Lo scorso 11 settembre sono stato a Pomezia con Tere a vedere uno spettacolo in piazza di Ascanio Celestini, che sia io che lei consideriamo un grande!!! In effetti anche questo suo monologo ("La fine del mondo") non ha deluso le nostre aspettative, e mentre ce ne tornavamo a casa in macchina sulla Pontina tutti belli contenti, tra le varie chiacchiere lei mi diceva: "Stamattina al lavoro, quando ho detto che stasera saremmo andati a vedere Ascanio Celestini, non c'era un solo collega che sapesse chi fosse!!!".
In effetti, credo che se esco per un attimo da quello che potrebbe essere il mio "ambiente abituale" (intendo gente che opera nella comunicazione, autori di varia natura, artisti, giornalisti, etc.) Celestini - pur rimanendo un grande - non gode di una oggettiva notorietà popolare.
E' un artista piuttosto "di nicchia", amato dalla critica e dal SUO pubblico, che non sto dicendo sia poco. Ma se in questo stesso momento voi vi alzaste da davanti al vostro computer, scendeste sotto casa, fermaste le prime dieci persone che passano, e chiedeste loro se conoscono Ascanio Celestini, probabilmente vi risponderebbero di "si" un paio di persone al massimo (un paio proprio a voler essere ottimisti). Se invece chiedeste loro se conoscono Fiorello, vi risponderebbero di "si" in dieci su dieci.
Tra l'altro chissà se lo stesso Fiorello sa chi sia Ascanio Celestini?
Così come chissà se Tom Cruise sappia chi è Fiorello?

Ad ogni modo, Celestini fa un tipo di teatro molto particolare, vive con semplicità a Morena (una zona fuori Raccordo vicina a Ciampino, quartiere dove è nato e cresciuto), sul suo sito pubblica il suo numero personale di cellulare per i contatti, e solo questo può darvi una chiara idea del tipo di persona che è.
Teresa si domandava anche: "Ma secondo te lui riesce a vivere di teatro?".
Io le rispondevo che tra la messa in scena di uno spettacolo, la direzione artistica di un teatro, l'organizzazione di un festival, qualche ospitata qua è là, un testo, una lettura, un libro, un premio, etc. etc. alla fine del mese certamente i suoi soldi per campare se li porta a casa, senza necessariamente essere "ricco" e/o "famoso".
Ma comunque VIVENDO DI TEATRO.
Che, di per sè, è già una bella soddisfazione.
Bene. Fine Capitolo Uno.

Iperbole.
Proprio in quegli stessi giorni, i primi di settembre, un noto/affermato autore di fumetti italiano mi dava del "fumettaro fallito".
Letteralmente, senza altre possibilità di interpretazione.
Forse avrebbe anche ragione, se lui fosse Tom Cruise e io fossi Ascanio Celestini.
Ma il problema è che io NON SONO Ascanio Celestini!!!
Bacio le mani, Maestro... :)

Scherzi a parte, il punto è questo: quando/come è possibile definire un FALLIMENTO?
E quindi - fallendo - l'essere dei FALLITI?

In linea di massima, credo si possa affermare che il "fallimento" sia il NON RAGGIUNGIMENTO di un obiettivo.
OK, siamo d'accordo: ma quale era l'OBIETTIVO da raggiungere?
Diventare "famosi"?
Guadagnare un sacco di soldi coi fumetti?
Entrare in Bonelli?
Diventare un "impiegato del fumetto"? (per citare un termine recentemente utilizzato da Ausonia, e con tutto il rispetto per tali impiegati).

No, qui rischiamo davvero di entrare in quei DELICATI territori sulle differenze tra commerciale e autoriale, tra riscontro popolare e nicchia, tra intrattenimento ed arte, etc. etc... e NON ERA MIA INTENZIONE - ora - far prendere questa piega a quanto sto esponendo (anche se ne è strettamente collegato).
Il punto focale era un altro.

E' tutta la vita che - a fasi alterne - scrivo e disegno fumetti, sin da pischello.
E in tutta la mia vita, non ho MAI - ripeto: MAI!!! - mandato "prove" a case editrici (Bonelli e/o altro che siano).
Già questo, di per sè, dichiara apertamente una mia precisa scelta professionale, che ESCLUDE a priori un bel po' di possibilità.
E aldilà dell'eventuale talento, intendo.
Per contro, ho SEMPRE scritto e disegnato le mie cose, che possono piacere o meno (e questo sarebbe un altro discorso).
Sapendo che le potevano leggere in mille (come in effetti è accaduto spesso) ma anche in quattro.
Sapendo bene che NON c'era la fila di editori ad aspettarmi là fuori.
Eppure - vuoi o non vuoi - qualcuno comunque c'è sempre stato.

Io non campo con i fumetti. Pago mutuo di casa e/o viaggi in giro per il mondo con altre attività.
Però i fumetti li faccio. Continuo a farli.
Se questa sia una mia "purezza" o una mia "ingenuità" che lo stabiliscano gli altri.
Vado alle fiere, vedo con i miei occhi centinaia se non migliaia di aspiranti autori: cartelline sotto braccio, colloqui con editors ed editori, portfolii, idee, entusiasmo, tavole di prova con i personaggi che pubblicano le diverse case editrici.
Sono davvero tanti. Li trovi anche in rete a dire la loro, sui forum, sulle chat, sui blog...
Spesso qualcuno - tirandosela un po' - li chiama wannabe.
Sono davvero tanti.
E - lo sappiamo - ce la faranno in pochi.
Sono anche loro una fila infinita di fumettari falliti?
E lo sono anche tutti quelli che presentano quel botto di albi autoprodotti di cui è piena ogni fiera?
Supereroi italiani, detective, cavalieri fantasy, agenti segreti, vampiri, fighe magiche, guerrieri...

Non saprei.
Dipenderà dal loro obiettivo, suppongo.
Io scrivo e disegno le storie che sento la necessità di raccontare.
Ecco: LA NECESSITA'... qualcosa di cui ho bisogno A PRIORI.
Raccontare senza star lì a pensare chi sarà l'editore che mi pubblicherà, se ne faranno delle action cards o un videogioco.
Raccontare per la necessità di comunicare.
Di stabilire - se possibile - un feedback con chi legge (e nel bene e nel male - tra complimenti, critiche e polemiche - guarda caso lo stabilisco sempre!!!).

Se poi ogni tanto ci guadagno anche due lire, tanto meglio.
Se poi trovo anche un editore che crede in ciò che racconto, tanto meglio.
Vuol dire che - da "autore" - non dovrò preoccuparmi di tipografie, distribuzione, stands, contrattualità e amenità varie.
Se c'è un editore che investe su di me, vorrà dire che ritiene valido ciò che faccio. Nonostante ci sia sempre qualcuno/a che potrà dirgli (e lo fa puntualmente, lo so): "Ma perchè pubblichi Piccoli? Perchè spendi soldi su di lui? Ce ne sono mille meglio di lui"...
E intanto però pubblica me.
E in fiera a disegnare per il pubblico che mi chiede uno sketch ci sono io, non lui/lei!!!

Ho delle idee che diventano progetti.
Basati sulla loro eventuale forza comunicativa, non sulle regole del mercato.
Se avessi realmente fallito questo mio obiettivo, dovrei essere stato tagliato fuori da questo mercato da un bel pezzo.
E invece, nel mio piccolo, sono ancora qui.
A scrivere e disegnare storie.
Listate da "Mega" e "Anteprima" con tanto di copertine.
Che poi si trovano regolarmente in fumetteria.
Spesso citate, spesso recensite, spesso acquistate.
Con la piena consapevolezza di non avere 20.000 o più lettori mensili.
Ma è qualcosa che l'autore noto/affermato non comprende: per lui, evidentemente, è "fallito" chiunque stia al di sotto di certe cifre.
Ne fa una questione di numeri.
Ne fa una semplice equazione di: SUCCESSO = numeri.
Perchè - lo capisco - era il SUO obiettivo originale.
Ma questa allora è la teoria di Gigi D'Alessio: non importa che tu possa tentare di proporre una musica ALTRA come fa Vinicio Capossela (tanto per dirne uno), conta solo che tu sia il cantante che vende di più in Italia, con le tue centomila e più copie del nuovo disco, con i tuoi stadi pieni all'inverosimile, contano solo i numeri... quindi D'Alessio batte Capossela venti ad uno!!!
Eppure - di riflesso - quell'autore noto/affermato da del fallito a metà (in realtà molti di più) della gente e degli autori che conosce!!!
Anche a quelli a cui ha scritto l'introduzione del loro coraggioso albetto autoprodotto, anche a quelli che gli chiedono consigli, anche a quelli che gli spediscono le proprie prove o che pubblicano vivendo dei suoi favori, delle sue briciole: alle fiere si siede a tavola con loro, ci si mischia, stringe le loro mani, ci ride e ci scherza ma sotto sotto - sorridendo gongolante - pensa che siano tutti dei falliti!!!

Quando andrete alla prossima fiera di fumetti, se fermaste le prime dieci persone che passano e chiedeste loro se conoscono Tiziano Sclavi, vi risponderebbero di "si" dieci persone su dieci. Se chiedeste invece se conoscono Stefano Piccoli e il suo Massacratore, vi risponderebbero di "si" (forse) uno su dieci, a voler essere proprio ottimisti.
Eh si... devo proprio essere un "fumettaro fallito"!!!
Cazzo, ha ragione quell'autore famoso!!!
Allora meno male che in questo duro mondo dell'editoria a fumetti ce la fanno in pochi, così saranno sempre in pochi a dispensarci il loro verbo e ricordarci la nostra fallacità.