sabato 30 giugno 2012

Ma che, davvero... DAVVERO?!?

Paola Barbato è il nome di una nota autrice milanese che non conosco di persona. La sua notorietà è data soprattutto dal fatto di essere una sceneggiatrice di Dylan Dog (credo si tratti delll'unica donna ad essere approdata a tali lidi). Ma è anche una brava scrittrice di romanzi, a quanto mi dicono. Non saprei, visto che non leggo Dylan Dog e ad oggi non ho mai letto un suo libro. Di fatto - al di là della sua popolarità riflessa - io la conosco SOLO per quello che ci hanno voluto far passare come l'evento editoriale dell'anno, cioè il web-comic "Davvero".
Che ogni tanto leggo (recuperando con una certa pigrizia le puntate precedenti, nel senso che non sono uno che aspetta trepidante l'uscita settimanale del nuovo episodio) e solamente perchè E' GRATIS… chiaro il concetto, no?
Nello stesso modo in cui uno legge le storielle di Zero Calcare o le vignette di Makkox, per capirci.

Erano mesi che volevo parlare di "Davvero", 64 puntate on line fino ad oggi.
Ma ammetto che lo spunto me l'hanno dato - loro malgrado - quelli di Fumetti Brutti, che l'hanno appena recensito qui.
Eppure la cosa che m'ha dato da pensare, è che IN TEORIA io sarei pure piuttosto d'accordo con la loro recensione, se per mia personale convinzione non detestassi l'anonimato! Allora se è vero che "la penna ferisce più della spada", ritengo che anche lo slogan più bello del mondo, la recensione più acuta, il pensiero più alto e raffinato, sotto anonimato PERDA TUTTO IL SUO VALORE (e in certi casi è un vero peccato). Perché se vuoi parlare di qualcuno e/o qualcosa - nel bene o nel male che sia - nei hai tutto il sacrosanto diritto ma dovresti farlo alla luce del sole, firmandolo con il tuo nome e cognome. E solo a quel punto le tue parole, anche lì dove fossero sindacabili/discutibili, acquistano la loro dignità e il loro valore.

Entriamo però nel merito di "Davvero".
E facciamolo saltando a piè pari qualsiasi giudizio su disegni & disegnatori, perché - salvo alcuni casi - sarebbe come sparare sulla Croce Rossa, e c'è talmente tanta discontinuità visiva tra un episodio e l'altro che i protagonisti stessi sono spesso difficili da riconoscere (cosa già piuttosto grave se stai raccontando attraverso la cosiddetta arte sequenziale). L'unico "collante" resta allora la narrazione, ovverosia il lavoro della Barbato. La continuità - insomma - è data solo/esclusivamente da scrittura, sceneggiatura e dialoghi. Cioè proprio ciò che volevo mettere a fuoco.

Ora, ecco, personalmente, in vita mia - come dire? - quantomeno nei fumetti, credo di aver letto raramente una roba tanto lenta, noiosa, banale, superficiale, stereotipata e assolutamente inverosimile (alla faccia del titolo, che ce lo proporrebbe come qualcosa di vero/davvero). Quindi, che mi perdoni la Signora, ma - non avendo letto altro di suo - se dovessi basarmi su questo racconto e dovessi pensare che questa è effettivamente la sua cifra stilistica, potrete ben capire con quale disinteresse potrei mai avvicinarmi all'acquisto di un suo romanzo!

Dentro questa storia a fumetti serializzata, si parla di una ragazza ricca, viziata e accidiosa (?) che il papà ad un certo punto caccia via di casa dandole 20mila euro per arrangiarsi (accidenti): dialoghi al limite del fumetto per bambini svezzati (si, cazzo, i dialoghi!!!)… situazioni e dinamiche interpersonali che nemmeno "Un medico in famiglia" nei suoi momenti migliori (l'appartamento degli studenti fuori sede, i loro rapporti, le ricostruzioni universitarie, lavorative e sociali, ma anche il post-it con i soldi che diventano sempre meno)… la visione generale di una "giovane" (?) inserita giocoforza in un'attualità posticcia tutta da vivere, che dovrebbe essere "davvero" la nostra ma che risulta irriconoscibile. In questa fotografia sociale/generazionale non c'è un solo elemento credibile che sia uno. Non c'è scampo.

Mi dicevano fosse un tentativo italiano di shojo manga (cioè, per i meno esperti, quel "fumetto giapponese destinato ad un pubblico femminile che va dagli ultimi anni dell'infanzia sino alla fine dell'adolescenza, intorno alla maggiore età") ma - oltre a non comprendere la necessità di un tentativo italiano di questo tipo, essendocene già in abbondanza di quelli originali pubblicati dagli editori nostrani - io di quel sapore e di quelle piccole emozioni che caratterizzano gli shojo dentro a "Davvero" non ne vedo l'ombra!

Ne parlavano come un tentativo di fare "qualcosa di diverso, come modalità e tematiche, nell'asfittico panorama del fumetto popolare italiano"… e questa sarebbe la soluzione a tale asfissia?
Stiamo messi DAVVERO bene.
Mi dicono: "Dai, Ste… è comunque un progetto interessante"...
Interessante?
I.N.T.E.R.E.S.S.A.N.T.E?!?

Se il metro di giudizio da cui partire - come scrivono i ragazzi di Fumetti Brutti - è il mondo Bonelli, ovvio che potrebbe sembrare la cosa più rivoluzionaria realizzata fino ad oggi in Italia. Ma di "fumetto intimista italiano" esistono molti altri precedenti (intere serie e graphic novel della Kappa Edizioni, per dire)… e soprattutto, esiste UN INTERO PANORAMA di autori, storie, sperimentazioni e diversità che grazie a Dio rendono VIVO e RICCO il fumetto italiano al di fuori dalla Bonelli!!!
Che è una casa editrice storica, classica, solida, siamo d'accordo.
Ma "qualcosa di nuovo" e/o "di diverso" in Bonelli cos'è: SAGUARO? E' questa la loro idea di INNOVAZIONE del fumetto popolare italiano? L'unica serie regolare degna di essere lanciata in questi anni?
Per quanto mi riguarda, esistono più innovazione e sperimentazione in mezza vignetta di Akab che dentro ad un'intera miniserie di 12 numeri della Bonalli, raga… e non prendiamo per il culo, su!

Ho anche fatto il mio personale esperimentino antropologico, di quelli che ogni tanto faccio per divertirmi ;)
In una nota fumetteria romana di sabato pomeriggio, invasa da pischelle smartphone-dotate tutte ciuccietti mollettine & smalti ultra-colorati e da pischelli oramai post-emo (?) che assediavano/acquistavano SOLO manga (come se in quella fumetteira non ci fosse altro) ho fermato molti di loro, chiedendogli di mostrarmi quali albi stessero comprando, cosa gli piacesse leggere, e se magari seguissero - gratuitamente, sul web - il "Davvero" di Paola Barbato. Io non sono certo l'Istat, ma dopo dieci, venti, trenta, adolescenti che NON SANNO NEMMENO DI COSA STAI PARLANDO, io un paio di domande me le farei… no?

Penso a chi possa effettivamente essere rivolto "Davvero".
E sinceramente NON CREDO agli adolescenti (che il fumetto italiano, in generale, non riesce proprio ad acchiappare). Penso allora alla web community italiana di questo settore (che a fare davvero i conti, probabilmente è molto meno numerosa di quanto si creda), al tam tam mediatico che si è fatto al suo interno, o - al massimo - a quelle migliaia di lettori di Dylan Dog che l'autrice - legittimamente - è riuscita a TRAINARE* su questo suo progetto in rete, ma solamente grazie alla sua popolarità pregressa. Che poi è come dire: i tuoi fan ti leggerebbero comunque!
Tocca però vedere gli altri, soprattutto se si parla di un pubblico ADULTO come è mediamente quello italiano. Perché un pubblico ADULTO, preparato ed esigente in tema di fumetto - parliamoci sul serio - come si pone davanti a "Davvero"?

* Così come SOLO la sua stessa popolarità - in termini di traino - poteva riuscire a coinvolgere tutto questo gran numero di disegnatori-inchiostratori-coloristi-grafici-letteristi-web editors a lavorare senza alcun rimborso su un progetto che probabilmente hanno giudicato potenzialmente "utile" per il loro percorso professionale (accostando comunque la propria firma accanto a quella innegabilmente affermata della Barbato). Una gran profusione si tempo, sforzi e talenti - volendo anche ammirevole - per un prodotto finale rivolto a chi, a quarantenni cerebrolesi? Non si poteva CON PARI ENERGIA PRODUTTIVA realizzare qualcosa di più originale, di più raffinato, di più colto (inteso per un pubblico più maturo) o quantomeno di più divertente? No, eh?

Leggo che entro la fine dell'anno "Davvero" diventerà un fumetto su carta editato dalla Star Comics.
I numerosi lettori/estimatori che sembrerebbe avere, a quel punto non lo avranno più aggratise, ma dovranno acquistarlo.
Ora, escludendo i teenagers appassionati di manga per il discorso di cui sopra, e secondo l'ipotesi che stavo seguendo... QUANTI di chi se lo stanno leggendo sul web continueranno a seguirlo nella sua versione cartacea? Questa eterea moltitudine fatta da fans della Barbato, colleghi sin troppo educati, amici e amiche (come altre scrittrici da Navigli che senza apparente motivo lo spingono a loro volta), estimatori, perditempo che passano giornate in ufficio davanti a Facebook e via dicendo. Ma CHI sono realmente? QUANTI sono realmente?
A quale tipo di lettore si rivolgerà realmente questo fumetto quando dovrà essere acquistato?
"Davvero" non ha un target!!!

Che tutto sommato, da lettore, penso anche "grazie al cielo"… se è questo il livello narrativo che il mercato vuole proporci!

giovedì 28 giugno 2012

Musica nell'aria.



Che poi sarebbe una sorta di S.U.P.P.O.R.T #03 | nonosoloamici con la differenza che questi non sono propriamente "pischelli" da spingere, ma artisti e musicisti già belli che fatti, con tanta esperienza alle spalle, che semplicemente convergono in un nuovo progetto: Terradunione.
Sono GROSSI, insomma ;)

A breve la recensione del loro album.
Restate sintonizzati.

mercoledì 27 giugno 2012

KNN+BDR • 6th preview

• clicca per ingrandire

Per rispondere ad una mail ricevuta dopo l'intervista a CartoonMag, nella quale mi si chiedeva cosa intendessi per SENSO GRAFICO della tavola, al di là cioè del tratto, delle capacità (o meno) nel disegno, dei gusti personali...

giovedì 21 giugno 2012

Boomerang.



Daniel Mendoza: "Boomerang"
Streel Label Records (2012).

Io l'ho visto, Daniel Mendoza.
L'ho visto veramente da pischello, a quella che forse è stata la sua prima intervista in una birreria romana fuori Raccordo, quando la sua crew si chiamava ancora Homiez & Money. Con la quale, poi, per un certo periodo ha pure curato la sezione news & underground dentro "BIZ - Hip Hop Magazine". L'ho visto impegnarsi, incaponirsi, crederci fino in fondo. L'ho visto riunire 101 mc's per ben due volte, un lavoro veramente da pazzi. L'ho visto sfornare CD e mixtapes, che dopo un po' perdevo il conto delle sue produzioni. L'ho visto fondare Gli Inquilini con Maya Florez, Lord Madness, il Profeta Matto, Kento e altri. L'ho visto coinvolgere persone, scazzare con persone, allearsi con altre persone, mandare a 'fanculo altre persone (robe all'ordine del giorno, in una scena spesso FALSATA da simpatie, antipatie, invidie e rivalità). L'ho visto autoprodursi e l'ho visto firmare con una label VERA. L'ho visto dal vivo, ai concerti, alle jam. L'ho visto dividere/condividere il palco con Piotta e i Cor Veleno. Ma anche un remix con gli Assalti. L'ho accompagnato a suonare al Festival di Sanremo, a Prato, a Rimini. L'ho visto trionfante dopo una bella performance e l'ho anche visto incazzato nero dopo uno show che sentiva non essere andato per il verso giusto, rimuginandoci una notte intera chiuso dentro al pullmino insieme al resto della band. L'ho visto organizzare una manifestazione importante durata diversi anni, diventata un vero e proprio brand per altre serate e altri contest, poi anche un giornale che portava lo stesso nome (sul quale, per contrappasso, ci ho anche collaborato un paio di volte). L'ho visto sbroccare per questi progetti, ma poi crederci ancora, anche quando chi gli stava accanto non ci credeva più. L'ho intervistato almeno altre due volte, lungo tutto questo arco di tempo. L'ho visto circondarsi di gente valida e di gente meno valida. L'ho visto a volte arrogante, anche a rischio di mettere gli altri nei guai, e altre volte allo stremo, perché magari i guai li stava passando lui. L'ho visto aprire e chiudere un locale, un sogno, uno studio di registrazione. L'ho visto crescere giorno dopo giorno, anno dopo anno. L'ho visto maturare, anche attraverso le sue presunzioni, i suoi stessi errori. Quindi anche sbagliando, come chiunque. L'ho visto cadere e rialzarsi, imparando da quegli errori, rimettendosi in discussione e in gioco. L'ho visto odiare ed amare.

Ed è proprio questo il punto: L'AMORE.
Perché TUTTO ciò che ha fatto Daniel Mendoza fino ad oggi - sia chiaro per tutti: nel bene e nel male! - lo ha fatto per amore I.N.C.O.N.D.I.Z.I.O.N.A.T.O verso il rap e l'hip hop!!! Un amore quasi a senso unico, perché il rap non la ha certo reso ricco e famoso, così come non lo ha neppure mai assoggettato.

Non posso che ammirare questa sua coerenza così pasionaria, per certi aspetti così distante dalla mia, per molti altri MIGLIORE della mia, soprattutto verso l'hip hop.
Che non a caso - per usare un termine coniato proprio da loro - sto vivendo un periodo decisamente antirapper!!! ;)

Un amore vero - questo di cui vi scrivo - che oggi l'ha portato a "Boomerang", il suo primo album da solista.

Che prima di tutto è un progetto concreto, dal suono piacevolmente "classico" (meno sperimentale rispetto a certe sonorità tentate proprio con Gli Inquilini) e comunque ben solido, nonostante le produzioni siano affidate a tanti nomi diversi (Daniel di propria mano ne firma solo due su quattordici). Ma non è delle basi che ora voglio parlare, così come dei numerosi ospiti che con le loro rime vanno ad impreziosire le singole tracce (parlo del Profeta Matto, Tony Mancino, Kenzie Kenzei, Flake, King Stewee, Keco, Frammento e Biggie Mic).
Perché è sopratutto nei testi che ho sempre riscontrato il vero spessore di Daniel come rapper (in tecnica) e come lucido narratore del mondo che ci circonda, tanto nelle sue bellezze quanto nelle sue amarezze. Si, lucidità e - purtroppo - spesso anche una certa dose di cinismo, che al giorno d'oggi sembra risultare l'unica arma di difesa che ci rimane per fotografare ed analizzare con più oggettività possibile la società in cui viviamo.

Allora se già i primi due singoli estratti dall'album mi avevano intrigato (parlo di "L'arte di adattarsi" e soprattutto dell'incisiva "L'Italia non è") è proprio con questo terzo "Yellow Rose" che Daniel mi ha convinto a pieno. Perché è forse la prima volta che lo sento scrivere qualcosa di così profondo e introspettivo, mettendo da parte certe "boriosità" tipiche del rap e dei rappers.
Quando dico che è cresciuto, intendo proprio grazie a cose del genere. Significa avere il coraggio di "mostrare il fianco", esporsi maggiormente alle possibili critiche, ma al contempo dimostrare più consapevolezza e sicurezza nelle proprie capacità (le cosiddette skills) e nel proprio modo di porsi agli altri.

Pezzo dopo pezzo Daniel affronta con serietà (e - perché no? - anche con un certo soul) molti temi: la discografia italiana, la precarietà del lavoro, la politica, senza escludersi la possibilità di concentrarsi anche su passioni assai personali. L'ascolto è certamente impegnativo, ma se ne percepisce un senso di completezza.

Noto che il meglio di sè, gli ex Inquilini lo stanno dando proprio con i singoli progetti personali. Probabilmente l'esperienza di quel collettivo è servita a tutti per confrontarsi, migliorasi e capire maggiormente le rispettive individualità (come persone e come autori); dopo "Sacco o Vanzetti" di Kento, è già la seconda volta che un album a solo mi convince di più - nel suo insieme - di quanto non abbiano fatto i dischi precedenti.

Potrei citare altre belle tracce come "Non ti perdi un granché", "Un nuovo patto d'amore" (per l'appunto), "Indie revolution" o "Trentadue perché" ma allungherei eccessivamente un post già troppo lungo. Prefersico quindi chiudere sul senso del titolo - cioè "Boomerang" (dove “sarò più forte delle critiche cattive, o delle chiacchiere preventive, vi lego al palo e vi guardo da dietro, perché boomerang sta tornando indietro”) - perché se tutto davvero ci torna indietro come un calcio sulle gengive, se nel nostro cammino sia come uomini che come artisti possiamo seminare male o bene, a questo punto a Daniel Mendoza non può che tornare indietro solo il bene.

mercoledì 20 giugno 2012

S.U.P.P.O.R.T #02 | nonsoloamici



Questo non è BIZ, non è BLACKmagazine nè tantomeno una rivista hip hop "ufficiale" (?) con l'esposizione che gli compete, quindi fondamentalmente scrivo ciò che mi pare e COME mi pare. Allora quando in più occasioni mi è capitato di parlare di un GAP generazionale che - personalmente - mi ha completamente "distaccato" dalla nuova scena rap italiana, che di fatto non conosco/riconosco più, non è un caso se entrando nella homepage di Honiro.it (uno degli attuali siti di riferimento assoluto) leggo dei nuovi video di Sismino, Stephkill, Jimmo, Seppia, Oscar White & Yazee, Ghepo, ZacckàZo, Toorullo, Sciglio Mc, Ciemme, Lustro, Brain, Dj Rod, Meno, Ame'n, Ombra Mc, Real Ava, Vegas, Mc Boss, CaneSecco, Troupe D'Elite, Rasher, BlondBlood, Sbend, Esercito Ribelle, Pat, Maut e - senza nulla volerne a tutti loro, sia chiaro - mi domando: MA CHI CAZZO SONO?!?

Detto questo, posso solamente continuare a supportare ciò che conosco davvero, che mi è vicino per retaggio, per amicizia o per stima.
Perché se parlo di retaggio, allora - per fare un esempio - mi riconosco nel nuovo tour estivo che (non a caso) hanno chiamato GOOD OLD BOYS per suonare insieme Colle der Fomento, Kaos e Craim. O ancora nel doppio album "Let's go - Senza lotta non so essere felice" che celebra i 20 anni di Assalti Frontali.
Se parlo di amicizia, allora - come in questo recente post - supporto Rei, Profeta Matto, Lord Madness, Daniel Mendoza e non ultimo Piotta.
Se parlo di stima (anche lì dove non è ancora del tutto consolidata dall'amicizia) allora supporto il nuovo video di Stefano "Marvel Mex" Tasciotti* insieme a CarpaMan (voce dei Verrospia), con quel pezzo/bomba raggae che apre questo post.

* Per la cronaca, Marvel Mex sarebbe dovuto diventare il direttore editoriale di quella rivista hip hop di cui parlavo QUI, che poi purtroppo non s'è più fatta. Proprio in virtù di quel GAP di cui parlavo in apertura, io mi sarei tenuto "solo" il posto di direttore responsabile (occupandomi saltuariamente di roba americana e/o di qualche novità italiana legata comunque alla vecchia scuola) lasciando praticamente tutto lo spazio ai giovani...

Ma non solo.
Perché le cose non succedono mai per caso. Proprio nel post che citavo poco fa, avevo inserito un pezzo di Lord Madness che NON E' PIU' il suo ultimo video, dato che nel frattempo se n'è uscito con "Disfunzione bipolare" alla cui produzione musicale risulta la firma di un certo Ice One… notevole, eh?



Idem per Daniel Mendoza, di cui avevo appena postato il terzo video tratto da "Boomerang".

E c'è ancora un ulteriore aspetto della faccenda che sto seguendo con molta attenzione.
Parlo delle signorine che infuocano i microfoni.
Che storicamente le conto sulle dita di una sola mano, se penso a La Pina, a Sab Sista, a Carry D (insieme a Gruff) o anche a Malaisa.

Proprio ieri sera, qui a Roma (a San Lorenzo) c'è stata la serata LADIES NIGHT che vedeva tra le sue protagoniste proprio Rei e la dj/b-girl Leva 57 (Zulu Nation rules!) che già da sole - loro due - basterebbero a mandare a casa tanti arroganti maschietti che se la sentono calda!!! ;)
C'erano Phedra e Lady G che personalmente non conosco, ma c'era anche una certa Loop Loona che m'è capitato di veder rappare (anche durante le rap battles di Marracash) ed è decisamente brava, sapete?

Così come - al di là della serata di ieri - altre tipe che si stanno facendo notare di brutto, non solo sulla scena romana. Mi vengono in mente Miss Fritty, LaMiss e infine Baby K... che fino a poche settimane fa non avevo mai sentito nemmeno nominare, e che ora incontro dappertutto: nel nuovo video de LaMiss, per l'appunto, ma anche in quello di Mr. Phil insieme a il Turco (cioè colui che conoscevamo come Sparo) e Dj Double S, oltre che in tanti altri pezzi che si trovano facilmente in rete.
In realtà, vedo un suo feat. anche nell'ultima traccia dell'edizione 2012 di "Hanno ucciso l'Uomo ragno" voluta da Max Pezzali con mezza scena rap italiana, tanto per dire! ;)

Di tutte loro, dovrei riparlare.
Di questa nuova agguerittisma compagine tutta al femminile.
Che sotto certi aspetti (anche nei temi affrontai) è molto più CREDIBILE di taaaAAAaaanti loro "colleghi" maschi che si credono machi.
Tanto più quando/se rappano rime allucinanti come quelle dei Club Dogo, per dire: "Perché la vita è corta come il cazzo dei cinesi"?!?
Ma per carità, raga.

sabato 16 giugno 2012

S3Keno su CartoonMag.

Una nuova intervista, stavolta per CartoonMag.
Se vi va, potete leggerla QUI

Questa la mia interpretazione di Mira, la loro supereroina/mascotte...

venerdì 15 giugno 2012

Yellow Rose.



A breve su queste pagine la recensione dell'intero album "Boomerang", che c'è un'intera storia dietro a Daniel Mendoza.
E io ho aspettato sin troppo.

mercoledì 6 giugno 2012

FUNK(ulo) start-up!!!



TODAY IS THE DAY!!!
track.01: "L'uomo nero"

Nei mesi a venire, si chiarirà traccia dopo taccia il concept alla base di questo progetto/esperimento.
Nel frattempo se vi piace, lasciate un commento sul blog e/o cliccate "mi piace" sulla pagina Facebook… se invece non vi piace, vorrà dire che siete andati a FUNK(ulo) e siete pure tornati indietro ;)

FUNK(ulo) official blog album
FUNK(ulo) su Facebook

More than a book trailer...

martedì 5 giugno 2012

Soul Express.



Aspettando lo start-up di FUNK(ulo), pesco dal mio cilindro magico questo S.T.R.A.O.R.D.I.N.A.R.I.O pezzo di Enzo Avitabile tratto dal suo album "S.O.S. Brothers" del 1986 (!) che conteneva una traccia più bella dell'altra!
Tanto per far godere le nostre orecchie :)

Ma non solo loro, in effetti.
Anche gli occhi, perché l'intera grafica del disco (che ovviamente ho in vinile) era stata affidata alle abili mani di Andrea Pazienza: copertina, retrocopertina, credits, busta interna… un vero must have per chiunque, come me, ha amato questo grande artista.

Buon ascolto, buona visione.





venerdì 1 giugno 2012