venerdì 27 novembre 2009

Fratelli.


Premesso che, aldilà della mia promozione personale, non ho MAI parlato di altre produzioni della Bottero Edizioni, stavolta non posso proprio esimermi dal non farlo. Perchè stavolta parliamo di qualcosa fuori dall'ordinario. Non conoscevo Roberto Battestini prima della scorsa Lucca Comics; l'ho incontrato allo stand, pochi giorni dopo avevo il suo libro in mano, ma solo ieri sera - per via dei fumetti accumulati - ho realmente terminato di leggere il suo "Fratelli".

Un romanzo a fumetti toccante ed emozionante, tenero e violento come solo una storia vera può essere. A tratti paradossalmente divertente, a tratti tragico, l'autore mette in gioco se stesso scoprendo apertamente il fianco, viaggia nel suo passato e nell'ambiente sociale/familiare in cui è cresciuto, esplora il rapporto con i suoi fratelli maggiori, entrambi criminali (la banda Battestini, attiva negli anni '70 e '80 nel territorio pescarese) ed entrambi morti violentemente - nemmeno quarantenni - dopo anni passati ad entrare e uscire di galera. Dopo una chiacchierata che ho avuto con Roberto proprio durante la fiera lucchese, non nego che mi sia stato più facile contestualizzare meglio il senso stesso del libro, alla luce di scelte che ha operato nella propria vita come uomo di fede e come padre.
"Fratelli", peraltro, è Illustrato in maniera straordinaria, con quell'eclettismo di segno e disegno, di stile e di tecniche che - senza ricorrere al minimo scimmiottamento (errore in cui ahimè cadono molti altri) - era caratteristica del solo Andrea Pazienza. Un vero gioiello, insomma.

Ora, parliamoci davvero chiaro, senza ipocrisia...
Se lo STESSO libro, con lo STESSO formato, la STESSA grafica, la STESSA foliazione, lo STESSO prezzo (si, anche quello) e la STESSA identica impaginazione avesse avuto in copertina - in basso, al centro - il logo della Coconino anzichè quello della Bottero Edizioni, in questo momento sarebbero tutti lì - giornalisti, critica e lettori - ad urlare al capolavoro!!!
Strana cosa questa editoria di settore, eh?

Roberto Battestini: "Fratelli"
160 pag. B/N + copertina colore, brossurato, € 20.
Bottero Edizioni, 2009.

lunedì 23 novembre 2009

S3Keno's album :)


Tra Romics e Lucca, tra "Roots 66" e "San Giorgio e il Drago" (cioè il Massa n°8) mi ero completamente dimenticato di segnalarvi anche un'altra pubblicazione che mi riguarda in prima persona, proprio in qualità di autore; si tratta infatti dell'ALBUM che la Tunuè mi ha dedicato, all'interno di una "collana" che - uno ad uno - presenta parole ed opere (anche inedite) di tutti gli autori della scuderia, quindi Alfred, Davide Pascutti, Francesco Mattioli, Gud, Luca Patanè, Luca Russo, Mauro Cao, Michele Petrucci e Paola Cannatella. Il dodicesimo della serie toccava dunque al sottoscritto.

Stefano Piccoli: ALBUM n°12
Profilo biografico e intervista a cura di Giovanni Marchese
cm. 14x19 • pp. 48 B/N + colore
copertina rigida a colori, brossura grecata e fresata


"L’indipendenza è stata il giusto compromesso tra ideali e necessità. Oggi, quasi quarantenne, sostengo questo concetto con molta serenità e molta onestà, perché se da una parte – ad una certa età – l’appartenenza politica, la militanza e l’idealismo tipico dei vent’anni ti fanno credere fermamente nel senso di “indipendenza” come autore, in ciò che scrivi e disegni, senza interventi, mediazioni o censure da parte di chi ti pubblica, dall’altra parte l’autoproduzione diventa necessaria quando effettivamente nessuno ti pubblica"...

domenica 22 novembre 2009

Cronache del mondo trans.


Dallo scandalo della vicenda che ha coinvolto Piero Marrazzo in poi, alimentato in questi ultimi giorni dall'agghiacciante morte della transessuale Brenda, la televisione italiana (così come le "interviste esclusive" di un certo tipo di stampa scandalistica) è stata un continuo via vai di ospitate trans, ennesima dimostrazione di aberrante sciacallaggio mediatico, anche se non è di questo che stiamo parlando. Non c'è talk show che nelle proprie dirette mattutine pomeridiane o serali delle ultime settimane ("Porta a porta" e "Matrix" in primis, tanto nelle reti Rai quanto in quelle Mediaset) non abbia invitato qualche trans a dire la sua. In un contesto che ha del tragico, è insomma quasi "un momento d'oro" per tutte loro. Quantomeno in termini di esposizione.

Tra le più richieste in assoluto c'è Efe, colei che viene considerata "la più bella trans del mondo". Ora, aldilà delle veridicità di un titolo del genere (nel senso che nel mondo ne esistono anche MOLTO più belle di lei) questa Efe bella lo è davvero, e - a differenza di tante sue "colleghe" che sembrano lottatori brasiliani con un po' di trucco - è per questo che funziona così bene in tivvù. Efe per vivere fa la escort, e lo dichiara apertamente. Sembra essere una delle trans più ricercate d'Europa, con più di duecentomila contatti mensili al suo sito personale (che per la cronaca è questo: La più dolce del web); il "Corriere della Sera", dedicandole un articolo, scriveva che per una notte con lei a Milano, la raggiungono da Parigi, da Londra, da Dublino, qualcuno anche dagli Stati Uniti!!! Pare che lei spenda intorno ai quattromila euro al mese solo di gestione e pubblicità (su blog, siti internet specializzati, annunci su riviste, etc.) ma che possa arrivare a guadagnare cinque o addirittura dieci volte tanto con la sua professione. Affascinante, elegante, colta, negli ultimi giorni viene sempre più spesso "accusata" dalle sue stesse colleghe, prostitute trans che sgomitano in tivvù come lei, di apparire solo per PROMOZIONE, al solo scopo di ingrassare il suo business. Sembra insomma che l'esposizione televisiva, così come i numerosi articoli che le hanno dedicato, non abbiano fatto altro che aumentare il costo delle sue già richiestissime prestazioni.

Detta così, sembra quasi una bella favoletta, qualcosa di cui sorridere maliziosi, su cui fare facili battutine volgari.
Ma non è tutto oro ciò che luccica, mi viene da pensare.

La vita di una transessuale, e suppongo possiate capirlo bene anche con la vostra testa, è tutt'altro che una vita facile, sin dagli anni dell'infanzia e dell'adolescenza, attraverso una difficilissima trasformazione, la ricerca della propria identità sessuale, il trauma psicologico e fisico delle operazioni a cui si sottopongono, il peso di un pregiudizio che le fa vivere quasi sempre ai margini della società, mai completamente integrate, dove - nella maggioranza dei casi - la prostituzione è l'unica scelta possibile. E' insomma un vita molto DURA, fatta di dolore, di solitudine, di emarginazione, nonostante spesso siano proprio loro a tentare di farcela passare come una passerella da DIVE vestite di Chanel, all'insegna di nottate fashion, lusso e pailettes; tentano a loro modo di rendere patinato (o di farcelo credere) qualcosa che patinato non lo è affatto, come fosse la loro unica possibilità di riscatto. Ma se poi davvero qualcuna di loro riesce effettivamente a raggiungere certi standard di "ricchezza" economica, tenete presente che il prezzo da pagare per un benessere del genere è altissimo.

Il punto a cui volevo arrivare è comunque un altro.
Per quanto mi riguarda, se mi capita di vedere seduti tra gli ospiti dello stesso salotto televisivo una trans che - sulla propria pelle - arriva a guadagnare cifre come quelle che guadagna Efe e qualche nostro politico italiano venuto lì a fare stupida demagogia, a disquisire sul nulla (tanta è la sua ignoranza in materia, salvo che non ne faccia semplice USO in termini mercenari) dall'alto della sua poltroncina parlamentare che gli fa guadagnare circa diciasettemila euro al mese + benefits... beh, scusatemi se posso sbagliare, ma secondo me - alla fine della fiera - è molto più ONESTO il denaro che si guadagna Efe con il proprio corpo che non lo stipendio mensile di quel politico che la sta giudicando!!!

giovedì 19 novembre 2009

ROOTS 66 è in libreria!!!


ROOTS 66 è arrivato in libreria. Dovreste trovarlo nel settore fumetti e graphic novels. Se lo trovate, AQUISTATELO!!! Se non lo trovate, rivolgetevi al personale della libreria e ORDINATE la vostra copia, fornendo semplicemente i dati...
Titolo: "Roots 66" • Autore: Stefano Piccoli • Editore: Tunuè • Distributore: C.D.A. • Codice ISBN 9788889613696
Inoltre, per chi è già incline all'acquisto on line, sul sito della Tunuè lo trovate con il 20% di sconto... beh, cosa aspettate? ;)

La recensione dello scrittore Fabrizio Gabrielli.

Disponibile anche...
• ROOTS 66 su LaFeltrinelli.it
• ROOTS 66 su Unilibro.it
• ROOTS 66 su Webster.it

sabato 14 novembre 2009

Figli dell'Anarchia.


Che a spararsi tredici episodi della prima stagione nell'arco di tredici giorni uno dice: "Ma chi te lo fa fare di vederti anche quest'altro telefilm?". Che Ron Perlman è un fuoriclasse, e non solo perchè amiamo Hellboy con tutto il cuore. Che una roba del genere dovrebbero vedersela tutti quelli che rimangono immobilizzati dai legal e da investigatori di scene del crimine, dai medical e da dottori zoppi, o peggio ancora LOSTizzati dalla più grande cialtronata seriale della tivvù, e badate bene non ce l'ho nemmeno con il popolo fumettaro che lo so bene che è un pubblico "inoltrato" e ne sa a pacchi, ma con quelle milionate di telespettatori lì fuori che diventano fan di una serie solo se gli viene passata il venerdi sera su Mediaset e "TV Sorrisi & Canzoni" gli spiega che è un cult!!!
Che Kurt Sutter non solo s'è fatto le ossa con lo Scudo (ed era pure uno dei suoi migliori scrittori) ma - nonostante la cultura dei bikers tutta birra, tatuaggi, giubbotti di pelle, fighe, rock'n'roll e moto roboanti non mi appartenga per niente - ha creato qualcosa di davvero potente, originale e appassionante. Che tra l'altro se lo incontri per strada sembra proprio uno dei Samcro's di Charming. Che poi, proprio perchè certe affinità non sono mai casuali, è una figata trovarci dentro anche Jay Karnes (Dutch in "The Shield") e Drea De Matteo (Adriana ne "I Soprano")...

venerdì 13 novembre 2009

Inneres Auge.



E' dei giorni scorsi la release del nuovo brano di Franco Battiato, che anticipa l'album "Inneres Auge - Il tutto è più della somma delle sue parti", nei negozi da oggi. Il testo del singolo (intitolato proprio "Inneres Auge") recita letteralmente:

"Uno dice: che male c'è ad organizzare feste private
con delle belle ragazze per allietare Primari e Servitori dello Stato?
Non ci siamo capiti...
e perché mai dovremmo pagare anche gli extra a dei rincoglioniti?
Che cosa possono le leggi dove regna soltanto il denaro?
La Giustizia non è altro che una pubblica merce...
di cosa vivrebbero ciarlatani e truffatori
se non avessero moneta sonante da gettare come ami fra la gente?
La linea orizzontale ci spinge verso la materia,
quella verticale verso lo spirito"...


Bene. Tenente conto che NESSUNA radio italiana sta trasmettendo il pezzo, ad esclusione dell'unica Radio Deejay, e forse solo perchè fa parte del Gruppo Editoriale L'Espresso (o perchè il suo direttore Linus è un anti-Berlusconiano convinto?). La cosa fa comunque riflettere, non credete?

martedì 10 novembre 2009

Two more years.



Stasera mi prende così.
"Two more years" dei Bloc Party.
Godetevela :)

domenica 8 novembre 2009

Neffa • Aspettando il sole



Vado con la quarta tappa della TOP 20 italiana degli ultimi vent'anni (1990/2009). Stavolta entriamo in ambito rap, non poteva essere altrimenti. E potevo anche scegliere un pezzo dei Sangue Misto (o della imbattuta "Rapadopa" del solo Dj Gruff), siamo d'accordo. Ma l'apice è Neffa. E "Aspettando il sole" non solo è probabilmente il miglior pezzo rap italiano di ogni tempo, ma - per l'appunto - una delle migliori produzioni dell'intera musica italiana dell'ultimo ventennio! Il refrain è cantato da Giuliano Palma, una delle belle più belle voci della scena nazionale, che all'epoca - nonostante facesse già concerti con i suoi Bluebeaters - militava ancora nei Casino Royale, a cui arriveremo in una delle prossime tappe. Per la cronaca, "Aspettando il sole" era contenuta all'interno di "Neffa e i Messaggeri della Dopa" del 1996, una vera e propria pietra miliare al pari di "SXM". Personalmente, mi emoziona ogni volta che la riascolto, anche perchè - oggi - risentirla dal vivo ad un concerto del buon vecchio chico sneff è impossibile. Lui non la fa più.

Peraltro (ma qui entro nella sfera personale) io sono già parecchi mesi, da prima della scorsa estate, che "aspetto il sole" come fosse il tassello mancante di un puzzle, e finalmente questa luce sembra fare capolino da dietro le nuvole. E' nemmeno un mese, infatti (da qualche settimana prima di Lucca) che le cose sembrano cominciare a sistemarsi come si deve. In questo caso Neffa non c'entra niente. Ma il senso simbolico del tutto non mi lascia mai indifferente.

Vedi anche:
01. Meganoidi • "Zeta Reticoli"
02. Subsonica feat. Bluvertigo • "Discolabirinto"
03. Almamegretta • "Figli di Annibale"

mercoledì 4 novembre 2009

La "mia" Lucca, dopo Lucca • Part 2



Di Tunuè
Torniamo alla Tunuè, che parlarne attraverso Paco Roca sarebbe sin troppo facile. Uno stand grande, allegro, colorato, che sprigiona energia. Emanuele, Max e Concetta "dal vivo" sono uno spettacolo per gli occhi: non li ferma nessuno, sono vere e proprie macchine da fiera!!! Capaci di fare le ore piccole in giro per Lucca, ed essere puntuali all'apertura dello stand la mattina dopo, energetici quanto e più del giorno prima. Non me ne capacito, dico davvero... che poi uno pensa che possano fare uso di sostanze dopanti, ma - a parte l'abbondanza di vino rosso - io di strisce bianche dentro allo stand non ne ho visto traccia!!!
Scherzi a parte, il mio rapporto con loro è ancora in fase di "rodaggio" (perchè entrare in Tunuè significa in tutto e per tutto entrare in un gruppo affiatato) ma posso già ringraziarli per la loro PAZIENZA... che - storicamente - io sono uno che alle fiere si imbosca parecchio, si defila, avendo serie difficoltà (per reale incapacità?) a disegnare live per passanti e lettori: è qualcosa di atavico, di più forte di me, su cui devo ancora lavorare parecchio (e tenete conto che quest'anno, per i miei parametri abituali, ci sono stato pure parecchio lì a disegnare); qualcosa che - per chi lavora con me, da sempre - può sembrare poca voglia di impegnarsi, ma non è così. E' un problema più serio.
Lo stesso che poi mi fa ammirare in maniera assoluta chi davvero si mette lì piegato sul tavolo e disegna per ore: matite colorate, pennini e chine, pastelli a cera, pennelli, acquarelli, un trionfo di tecniche e di materiali d'artista (davanti ai quali vien fuori con ancor più spietatezza la mia natura di cialtrone) maneggiati abilmente da Luca Russo, da Gud, da Mauro Cao o da Paola Cannatella in modo tanto naturale quanto meraviglioso.

Quando lo stand Tunuè è al suo apice, vedi il suo triumvirato in azione, vedi Valeria Agnese ed Alessia coordinare abilmente copie autografi disegni da asciugare consigli per gli acquisti e resti che aspetta ti devo dare ancora cinquanta centesimi ma guarda che quel saggio sul fumetto giapponese non devi proprio lasciartelo sfuggire... e se non basta, almeno QUATTRO autori all'opera, distribuiti sui due lati esposti verso i corridoi di passaggio (i lati "caldi") impegnati nelle loro piccole opere d'arte che chiamano sketch ma che sono ben di più...
Insomma: un po' come alla Coconino, avete presente? Ma senza depressione ;)

Di altre riflessioni personali
Che mi vengono in mente da sole, senza che io possa farci niente, quando sono a Lucca e/o ad altre fiere, che vedo quelli che camminano ad un metro da terra, quelli che gongolano, quelli che se la tirano un botto (e io magari non so nemmeno chi cazzo siano), quelli che vendono un botto, quelli che fanno salotto, quelli che sono artisti, quelli che sono popolari, quelli che si fanno la guerra di "lei non sa chi sono io", quelli che esercitano un potere che è del tutto fittizio ma che loro - poverini - credono davvero di avere, quelli che si credono di aver fatto 'sto cazzo, quelli che bla bla bla... e poi quando rientro a Roma, il lunedi seguente, quando torno nella vita reale, magari pure imbottigliato nel traffico del Raccordo Anulare, fumando e ascoltando musica, guardando le facce della gente dentro alle altre automobili, chiedendomi quanti di loro sapessero che fino al giorno prima, a Lucca, ci fosse una fiera dedicata al fumetto...

Mi rendo sempre più conto che il fatto che noi lavoriamo DENTRO al fumetto (si, anche io, nonostante taluni continuino a ripetermi che ci lavoro solo part-time) tende a farcelo investire di una IMPORTANZA che - a livello di considerazione/percezione - lì fuori, nel resto d'Italia, non ha. Che a dirla tutta, un po' brutalmente, questa Italia il nostro amato fumetto non se lo caga affatto.

Ma mi spiego meglio: dipenderà dal fatto che - come artigiani di questa materia - ci mettiamo così tanta passione, perizia, dedizione, profusione di tempo e talento da rendere quasi IMPENSABILE che "oggettivamente" il fumetto non possa non destare interesse ed ammirazione in chiunque altro. C'è tanto di quel mestiere e tanta di quella professionalità in un fumetto (la scrittura, i dialoghi, il disegno, la colorazione, la stampa) che "oggettivamente" chiunque dovrebbe conferirgli quello stesso grande valore che gli diamo noi. Eppure se anche prendessimo un mensile della Bonelli come "Dylan Dog", probabilmente uno dei personaggi italiani in assoluto più venduti e popolari (con autori, sceneggiatori e disegnatori di massimo livello che lo realizzano) per centomila lettori che può avere, ci sarebbero altri cinquantanove milioni e novecentomila persone che non lo leggono, no?

Il senso della mia riflessione però è un altro, e non si basa solo sulle vendite.
Nel nostro considerare "importante" il fumetto, nel nostro elevarlo al di sopra di tanta televisione o di tante altre forme di intrattenimento, nel nostro conferirgli massimo valore, nel nostro volergli pretendere rispetto, poi - per una paradossale forma di snobismo, suppongo - siamo facilmente i primi a criticare (se non a sputare merda) sul lavoro degli altri. Non mi è infatti difficile immaginarmi, insieme ad altri colleghi dell'ambiente, seduti alla setssa tavola, a parlare - che so? - di televisione ed uscircene facilmente con qualcosa del tipo: "Si, vabbè, ma 'Un posto al sole' fa proprio cagare!!!" (e prendo ad esempio questa soap di Rai3 a puro titolo indicativo). OK, d'accordo: "Fa cagare"... due parole con le quali esprimiamo un giudizio definitivo e liquidiamo la faccenda. Ma allora in questo caso il rispetto per tutti coloro che lavorano DENTRO a quella produzione televisiva? Sceneggiatori, registi, attori, tecnici del suono, scenografi, costumisti, attrezzisti e quant'altro... dove mettiamo la LORO passione? La LORO perizia? La LORO dedizione? La LORO profusione di tempo e talento? Il LORO mestiere? La LORO professionalità nel confezionare un prodotto che - anche volendolo mettere in discussione - ogni sera intrattiene DUE MILIONI e passa di spettatori, che allora altro che i centomila di "Dylan Dog"!!!
Eppure qualsiasi autore della Bonelli (e tralasciamo quelli che si credono pure artisti) se li guarderebbe dall'alto in basso (e lo sostengo con cognizione di causa, credetemi) a tutta quella gente lì della Rai di Napoli. Perchè?
Solo noi produciamo arte, cultura ed intrattenimento?
Solo noi siamo capaci di raccontare buone storie?
Solo noi realizziamo cose così fighe e necessarie?
"Solo noi, solo noi, le montagne se vuoi"...

lunedì 2 novembre 2009

La "mia" Lucca, dopo Lucca • Part 1

di musica, di lolite e di 100 proiettili



La cosa che mi ha colpito di più a Lucca Comics, quella che mi ha davvero lasciato a bocca aperta, NON E' un fumetto, ma l'esibizione di Dub FX in piazza Napoleone, un artista/musicista italoaustraliano di strada che - aldilà di una voce stupenda e dello stile - grazie ad una rodatissima attrezzatura elettronica canta su delle basi che lui stesso costruisce sul momento, campionando ogni "strumento" (per così dire) con la sua voce e creando batterie e loop armonici in diretta. Si è esibito in uno show di almeno un'ora e mezza, qualcosa di tanto potente quanto incredibile (per farvi capire di cosa parlo guardatelo QUI, ma volendo Youtube è pieno zeppo delle sue performance dal vivo); l'ennesima dimostrazione che probabilmente per me la musica viene PRIMA dei fumetti, a livello di passione. Sarà un "limite" mio, non saprei. Ma un ragazzo così, anche in termini di PURO TALENTO, mi lascia qualcosa che nemmeno i volumi che mi sono portato a casa...

Come ogni altra fiera di settore, Lucca era INVASA di cosplayers. Ora, sull'argomento ho detto la mia più e più volte. Personalmente non li sopporto, ma - dipendesse dalla mia intolleranza - metterei delle reti contenitive tra Lucca Comics e Lucca Games, così che io possa passeggiare tranquillamente per le vie del centro tra un padiglione e l'altro, o prendermi un caffè al bar, senza trovarmi la spada di Naruto (?) in un occhio o la clava di un Warhammer (?) che mi centra in pieno le palle!!!
A questo, aggiungete un altro fenomeno in espansione (che nella mia ignoranza non credo faccia propriamente parte del cosplaying): le LOLITE, in tutte le loro derivazioni dark, gothic, emo e pin-up. Un tripudio di fiocchetti, nastrini e pizzi di ragazzine dodicenni in autoreggenti e parigine, che per quattro giorni trasformano la città nel paradiso di qualsiasi pedofilo, come una vera e propria apologia di reato.
Non bastasse, quest'anno mi sono imbattuto anche in un paio di groupies... si, dico davvero: due VERE groupies (esistono ancora?) venute in pullman dall'Umbria in minigonna di pelle, autoreggente nera, stivale tacco dodici, labbra dipinte di fuoco con tanto di sigarette e denti sporchi di rossetto. Nel loro "elogio del nulla" (mi son testimoni Alessio D'Uva e Fabrizio "Thomas Magnum" Verrocchi), parlando come due parodie di Monica Bellucci in versione ciociara, hanno sciorinato una serie di musicisti improbabili, nomi mai sentiti prima, storia e cultura (?) del movimento groupie (?), aggiornandomi (senza che glielo chiedessi, peraltro) sulle loro ultime trombate del giovedi prima, quando hanno aggiunto una tacca al loro palmares con il bassista dei Death Minchia e Lou Pistone dei Black Sperma. L'unica cosa che alla fine mi sono chiesto, è se anche queste due tipine - da qualche parte - avranno una mamma ed un papà...

Allo stand della Tunuè (di cui parlerò più approfonditamente nella prossima puntata) c'era Paco Roca, l'autore spagnolo più premiato del momento in tutta Europa. Mi pare di aver capito che il suo "Rughe" in Spagna sia arrivato alla quarta edizione, e che ne stanno per tratte un lungometraggio d'animazione. Averlo allo stand e vederlo disegnare per quasi otto ore al giorno (io che reggo al massimo per un'ora e mezza) è stato davvero stupefacente. Parlarci pure. Ma quello che mi ha davvero emozionato di più - vuoi per la lingua, vuoi per amicizie comuni - è stato ritrovarmi Eduardo Risso (che considero uno tra i migliori disegnatori del mondo intero) a cena venerdi sera in casa Tunuè, e ritrovarmici a parlare di atmosfere, di Calle Ocho e Little Havana, di skaters in Central Park, di baggies cinturoni catene bandane tatuaggi e pistole, di mood e flavour, di street credibility e di iconografia hip hop, che il suo "100 Bullets" ne trasuda a pacchi.
E il giorno dopo, nel regalargli una copia del mio "Roots 66", vederlo chiedermi un autografo con dedica. Cioè, capite? Roba che se non avessi nascosto l'imbarazzo (anche davanti agli altri) con il mio solito modo cazzone di ammischiare le carte con chiacchiere a raffica, non avrei potuto credere alla scena così come stava avvenendo, con i due protagonisti a ruolo invertito. Ma essere dei VERI GRANDI (come un discorso fatto analogamente per Danijel Zezelj diverso tempo fa) è anche questo... mentre autori esordienti dello stand accanto a Bottero, dall'alto della loro prima pubblicazione mi davano consigli di comunicazione, grafica e anatomia per "farmi conoscere meglio"... e non dico altro ;)