sabato 9 marzo 2013

Dal ventre della balena?

Appunti di resistenza umana dall'interno di un seggio elettorale.


Quando nel 1999 gli Assalti Frontali prodotti da Ice One firmarono con la BMG per il loro terzo album - cioè "Banditi" - la cosa scatenò un vero putiferio tra puristi, detrattori, compagni, integralisti e fanbase. Com'era possibile che uno dei più validi modelli del movimento e dell'indipendenza potesse firmare per una major?
Ricordo che la risposta di Militant suonava più o meno così: "Combatteremo dal ventre della balena".
Come se si potesse realmente sovvertire un sistema sclerotizzato (in questo caso l'industria discografica) dal suo interno. Apprezzammo tutti le buone intenzioni, ma di fatto gli Assalti non cambiarono proprio un cazzo (e non è un caso se dall'album successivo - e per tutti gli altri - tornarono all'autoproduzione e/o alla scelta di etichette e distributori indipendenti).

Cosa voglio dire con questa premessa?
Che quando sono stato chiamato a sostituire una scrutinatrice per le elezioni politiche e regionali di due settimane fa, io che non ho MAI voluto fare cose di questo genere in vita mia (sapendo che invece c'è gente che fa la fila per poterci andare), mi ero dato questa chiave di lettura: combattere dal ventre della balena.
Quasi in senso giustificatorio.
Ma anche per me - a giochi fatti - non ha significato niente.
Credevo di poter capire le logiche di una elezione popolare (peraltro mai così importante) dal suo interno. Invece da lì dentro non si capisce proprio niente. E se non fosse stato per il tablet che avevo appresso (che forse nemmeno si potrebbe portare) e per quel minimo di connettività della scuola, saremmo stati tagliati fuori da tutto ciò che stava succedendo nel resto d'Italia.

• Tanto per dire - a proposito di tablet che non potrebbero accedere e di cose che probabilmente non si potrebbero pubblicare - il martedì sera io mi ero segnato a penna, sul tavolo, il risultato dei voti di Camera e Senato del nostro seggio: pur sapendo che un solo seggio non può far media nazionale, sono rimasto completamente BASITO dal successo del M5S, che lì da noi altro che il 25%… ha avuto praticamente il doppio dei voti del PD e del PDL!!!

Ora qualche malizioso potrebbe pensare che - vista la mia riluttanza - potevo pure rifiutare, no?
Ma credetemi se vi dico che per una serie di motivi e di equilibri molto personali NON POTEVO FARLO.
Credetemi e fatevelo bastare.

Pensavo fosse una roba da un paio di giorni, invece alla fine della fiera sono stati quattro (e anche molto impegnativi): l'intero sabato pomeriggio fino a sera per la preparazione del seggio e delle schede (mentre credevo che alla convocazione delle 16:00 bastasse solo presentarsi con i documenti per l'iscrizione agli atti, per poi andare via); quattordici ore la domenica; tredici il lunedi (perché chiuse le urne alle 15:00 noi siamo andati avanti fino a sera con lo spoglio di Camera e Senato); l'intero martedi pomeriggio fino a sera, per lo spoglio della Regione.

Insomma, io sabato 23 febbraio alle 16:00 mi sono recato al mio seggio con la voglia di fare lo scrutinatore pari allo zero e il morale sotto ai piedi. Piuttosto scazzato, direi. Mi aspettavo giorni terribili, in una scuola di borgata (di un Municipio che non è neanche il mio) dove mi sarei ritrovato in mezzo alla peggio coattaggine...
E INVECE NO!

E invece - nonostante sia stato oggettivamente faticoso (per qualcosa che non vale assolutamente i 170 euro che vedremo ad aprile) - è stata un'esperienza molto bella.
Di cui volevo scrivere un resoconto dettagliato, preso dall'entusiasmo del martedi sera, quando finalmente avevamo finito. Ma col passare dei giorni, mi sono poi reso conto che di un vero e proprio "resoconto" non fregherebbe niente a nessuno, a cominciare da me.
Perché l'esperienza molto bella è avvenuta grazie alle persone che ho incontrato.
Ed è di loro che voglio parlare, uno ad uno.
Ovviamente ometto il quartiere, la scuola e il numero di seggio, così come i loro cognomi.

Allora eccoli qui, i miei compagni di ventura...

C'è il Presidente, che chiameremo Walter. Geometra per il Comune di Roma. Uno che si vede subito che sa come gestire un seggio: amichevole, sufficientemente scafato (anche quando c'è da risolvere un intoppo o velocizzare una procedura*) e "intrallazzato" con la politica locale e territoriale: strette di mano, pacche sulla spalle, occhiolini di intesa e quant'altro. Da' spazio e tempo ai suoi collaboratori, è disponibile ed estremamente socievole. Ti parla delle sue passioni - che riguardino Gianni Morandi o il tartufo di Norcia - con sconcertante semplicità. Paraculo come piace a me, ma al contempo un pezzo di pane. Dichiaratamente di destra.
* "Eccola!!! Eccola qui la scheda che mancava"... si, come no? Eh eh eh ;)

C'è la sua segretaria, che chiameremo Roberta. Laureanda in Scienze dei Beni Culturali e insegnante di nuoto. Decisamente giovane e decisamente carina tanto da poter pensare che il mondo sia nelle sue mani (ma come biasimarla? Alla sua età pensavo anch'io la stesso cosa). Nei suoi modi di fare, nelle sue ambizioni, nella sua improbabile sicurezza sembra l'incarnazione della "Ragazza di Periferia" che cantava la Tatangelo, che a ventitre anni non crede più nell'amore perché la vita le ha già spezzato il cuore! Si dichiara imbattibile campionessa di Ruzzle, ma anche di tante altre cose. Il suo Tiramisù in effetti è da competizione. Allegra, estroversa, spigliatissima, decisamente brava - nonostante sia la sua prima volta - anche nello svolgere le mansioni di segreteria per il quale è stata chiamata da Walter. Orientativamente di destra (anche se secondo me ha le idee ancora molto confuse).

C'è la veterana, che chiameremo Rosita. Una pensionata di quelle che in realtà non vanno mai in pensione, perché se per tutta la vita hai fatto la casalinga facendoti un mazzo tanto per la tua famiglia e oggi - nonostante l'età che avanza - continui a farti lo stesso identico mazzo, in pratica il tuo "lavoro" non finisce mai! Ti parla come se ti conoscesse da una vita dei problemi di salute del marito, delle complicate storie d'amore dei figli, della sua nipotina che balla la danza classica, di come si sia trasferita di recente per stare più vicino alla progenie. Lei che viveva a Tor Tre Teste, e prima ancora a Centocelle. Lei che cucinava la trippa per centinaia di persone alle Feste dell'Unità. Compagna di altri tempi, pasoliniana, fiera e ancora lucidissima nei suoi credo e nei suoi valori. Una sorta di "nonna" per tutto il nostro seggio. Dichiaratemente di sinistra.

C'è lo scrutinatore su delega (come me) che chiameremo Mauro. Sposato e con due figli, tecnico specializzato, attualmente disoccupato. Una persona mite, piacevole, garbata, dai modi gentilissimi. Se c'è da chiacchierare lo fa volentieri. Altrimenti non è uno che spreca parole. Si mette lì sul registro ed è capace di farsi due/tre ore di fila senza staccare mai (non come certi che conosco io, che dopo un po' hanno bisogno di andare a fumare). Non l'ho inquadrato bene, Mauro. Secondo me la sa più lunga di quanto voglia far intendere. E' molto attento a ciò che dicono gli altri, uno che annota i riferimenti, le frasi, le coordinate. Che me lo fa pensare di mente fine, anche se è solo una mia supposizione, dato che lui non ostenta niente. Così come il suo orientamento politico: imperscrutabile.

C'è la scrutinatrice più giovane (che affianca molto bene Roberta in tutto il lavoro di segreteria) che chiameremo Tiziana. Maestra d'asilo, che poi ti corregge e ti dice che il suo ruolo è di educatrice. Una ragazza altrettanto gentile e piacevole, sveglia, ironica e spiritosa, che non esagera mai nei commenti o nelle battute. Una persona di quelle con cui puoi facilmente parlare di tutto (per quanto sia sia potuto parlare in quei quattro giorni), aperta di mente, colta… ed evidentemente anche lei un tantino "intrallazzata" come Walter con l'ottavo Municipio, visto che papà zia e non so chi altro sono tutti lì a scrutinare in quella stessa scuola!!! Orientativamente di sinistra.

Ora - chiuso questo capitolo - c'è una cosa che mi preme sottolineare (tanto più se ognuno di loro dovesse capitare qui sul mio blog): nonostante idee politiche differenti, nonostante retaggi culturali differenti, nonostante stili di vita in certi casi diametralmente opposti… beh, stare quattro giorni insieme a loro, per me è stata una grandissima esperienza umana. Molto formativa.
Sarebbe quasi limitante dire che ho avuto il piacere di incontrare cinque "belle persone".
La verità è che ognuno di loro - senza nemmeno saperlo - mi ha arricchito un po' di più.
E per questo non posso che ringraziarli.
Oltre ad aggiungere che sono stato FORTUNATO a capitare con Walter, Roberta, Rosita, Mauro e Tiziana anziché con altri, mentre - per dire - dai seggi accanto al nostro arrivavano le urla!
Senza considerare il grado di civiltà, sopportazione e tolleranza che hanno dimostrato nel rimanere chiusi per quattro giorni dentro la stessa stanza con un cagacazzi polemico e presuntuoso come me!!! :)

martedì 5 marzo 2013

Vola mio angelo, vola.

Succede che il Bot a Roma Comics & Games mi regala questo suo recente libro, che non ha mai raggiunto le librerie per non so quale motivo (nel senso non è stato mai distribuito) e che la sera stessa mi leggo.

Ora, non starò qui a recensirvelo, nè tantomeno a disquisire su tecniche sceneggiative, qualità di testi, disegni o lettering (e figuriamoci poi se entrerò nel merito di tante stupide e inutili polemiche relative alla Bottero Edizioni)…

Quello che realmente voglio fare con questo post sono i miei più disinteressati complimenti ai due autori - Fabrizio Capigatti e Federico Toffano - per il CORAGGIO dimostrato nel proporre una storia a fumetti del genere. Per il tema difficilissimo che hanno affrontato e le ambientazioni realistiche con cui hanno deciso di rappresentarlo. Per le atmosfere notturne che si respirano e che - forse proprio grazie all'uso del bianco/nero e delle sole matite? - rendono alla perfezione la strada bagnata, i fari delle automobili, le luci artificiali della provincia veneta.
Per la scelta - così "rischiosa" e anche così facilmente attaccabile - di entrare in certi percorsi oscuri della nostra mente. Quelli più pericolosamente equivocabili. Quelli dei nostri desideri più nascosti. Quelli che prima o poi ci sfiorano tutti, anche quando li rifiutiamo per paura di essi. O per ipocrisia. Quando rimaniamo davvero soli davanti a noi stessi, senza bisogno di dover recitare o bluffare con nessuno, atterriti dal silenzio delle nostre coscienze. Inevitabilmente sporche.

Raramente un fumetto mi turba.
Ne sono rimasto molto colpito. E stupito.
Quindi lo ripeto: complimenti, ragazzi!