venerdì 30 dicembre 2011

Prosit!



Sembra che io viva in una fantastica bolla dorata fatta di musica, arte, grafica, web, film, serial TV, libri e fumetti, dove anche i biberon diventano un optional. Sembra che io stia raccogliendo ciò che ho seminato.
E chi semina vento raccoglierà tempesta.
E ognuno è artefice del proprio destino.
E chi è causa del suo male, pianga se stesso.

Si, e una volta qui era tutta campagna!!! ;)

2012 is coming...
Prosit!

mercoledì 28 dicembre 2011

Cari amici, cari lettori, cari anonimi...

• • •

... POTETE PURE LEGGERE QUI

Ma suppongo che valga SOLO per chi è mio "amico" su FB ;)

giovedì 22 dicembre 2011

Auguri per piccoli e grandi...



Mi ero dimenticato, l'altro giorno, di pubblicare anche qui sul mio blog questo delizioso cortometraggio animato in bianco & nero (che Rai YoYo sta trasmettendo continuamente in questi giorni), prodotto nel 2010 dalla Animation Works, scritto e diretto da Arjan Wilschut, con le musiche di Dick e David Wilschut, vincitore di due premi come "miglior film per bambini" al festival brasiliano Anima Mundi e all'Interfilm di Berlino.
Giulia lo adora!!! :)

Invece, per i più grandicelli - appassionati come me di un certo tipo (e di livello) di serie TV - ecco una strenna specialissima… una sorpresa natalizia da tutto il cast di "Sons of Anarchy" (di cui è appena terminata la quarta, straordinaria, stagione) girata sul set, come fosse la scena di un episodio in cui i protagonisti - sempre e comunque dei duri fino al midollo! - NON SI RENDONO CONTO di essere solo personaggi di uno show televisivo!!!
Veramente sfizioso...

lunedì 19 dicembre 2011

statistiche/esperimento



Le statistiche, lo dico sempre anche al caro Ottokin, mi sono sempre state piuttosto sulle palle. Non mi interessano granché, soprattutto se consideriamo che non ho finalità "commerciali" e/o di alcun tipo di business per questo blog. Anche perché non ci vuole uno staff di scienziati per sapere QUALI e QUANTI sono indicativamente i tuoi [soliti quattro] lettori. Che poi è un discorso che non vale solo per il blog, ma - ad esempio - anche per i fumetti che pubblichi, da sempre. Perché le scelte contenutistiche e stilistiche che ti imponi nello scrivere/disegnare storie (sommate a quelle comportamentali come uomo ed autore) determinano quasi sicuramente - a priori - la tua possibile platea***

Ad ogni modo, l'esperimento in questione non riguardava tanto la povera Portolano, quanto le dinamiche (anche culturali) della fruizione media di internet. Ed ecco i risultati, che in linea dì massima avevo dato per scontati anche parlandone con Terera nel momento stesso in cui - giovedì scorso - ho pubblicato il post dedicato alla tipa… che peraltro oggi - esaurito il suo scopo - ho puntualmente cancellato, perché non mi va che quel video rimanga ad imbrattare le mie pagine!

Veniamo a questi risultati.
Che potete facilmente evincere dai due grafici che aprono questo post, l'uno del contatore interno di Blogger, l'altro di ShinyStat.
Il semplice aver linkato quel video, utilizzando nome e cognome della protagonista come titolo del post (così da essere listato sui motori di ricerca) ha di fatto DECUPLICATO le visite del blog!
Le statistiche di Blogger me lo indicano come il terzo post più letto di sempre, cioè dall'anno d'esordio del mio blog (mentre ShinyStat è attivo SOLO dallo scorso 9 ottobre); e tanto per dire, senza che fosse un esperimento, al primo posto risulta Cronache del mondo trans del novembre 2009… chiaro il concetto?

Se vado a leggere le "parole chiave per la ricerca" (tenendo conto la stragrande maggioranza del mio traffico è originata da Google) c'è davvero da farsi cascare i coglioni, per la mediocrità del navigatore italiano medio: martina portolano, efe, trans, fighe, nicole minetti… e dopo - soltanto DOPO - arrivano anche s3keno, stefano piccoli, cinghiamattanza, numero verde sky e via dicendo.

Da notare inoltre un altro fattore assai curioso, ma facilmente comprensibile nella dinamica dell'anonimato, non delle statistiche: sia il post che riguardava la Portolano, che quello che riguardava le trans, pur essendo tra i più letti in assoluto (quindi parliamo di migliaia di visite) hanno ZERO commenti! Alla faccia del lurking, eh? ;)

Fine della questione.
Perché esperimenti del genere, anche quando già sai che esito avranno, rischiano solamente di demoralizzarti. E francamente non ho la minima intenzione di demoralizzarmi proprio adesso, visto che il mio umore - per tanti motivi ESTERNI alla rete - viaggia in tutt'altra direzione :)

*** Ma sulla logica dei grandi numeri, in OGNI campo (che spesso accenno nei miei pezzi), tornerò a breve dedicandogli un apposito post.

venerdì 16 dicembre 2011

At last.

Che in effetti, stavolta, è stato proprio Dimitri a darmi l'idea. Chi l'avrebbe mai detto? Mi parla di "At last" nel suo commento al mio post di Beyoncè su Facebook, che quel crescendo di ottave in "Love on top" lascia a bocca aperta, mentre aspetti che non ce la faccia più. Mentre lei ce la fa. Ogni volta. Che poi, a dirla tutta, delle straordinarie capacità vocali (quando vuole) della signora Knowles ne avevo parlato anche QUI, ma tant'è. Allora andiamo a ripescare il pezzo originale della immensa Etta James, un vero e proprio standard del XX° secolo (scritta nel 1961). Ascoltiamola nuovamente, che non basta mai:



Solo a questo punto possiamo passare alla versione di Beyoncè, che in effetti la fa pienamente e intensamente sua! Cercandole in rete, esistono diverse live performance di questo pezzo (che oramai inserisce quasi sempre anche nelle scalette dei suoi concerti) ma credo che tutto nasca dal fatto che lei ha interpretato proprio il ruolo di Etta James nel film musicale "Cadillac Records" (2008) di Darnell Martin, nemmeno due anni dopo il sin troppo simile "Dreamgirls". Ad ogni modo: stesso brano, nuovi brividi...



Non da meno, per chiudere ascoltiamone ANCHE una versione dal vivo interpretata da Christina Aguilera, altra mia grande debolezza pop (lo sapete da un pezzo, su) il cui naturale talento vocale - così nero, così potente - sempre ho difeso e sempre difenderò, anche quando perde la strada del soul con pezzi B.R.U.T.T.I come quelli del suo ultimo album! Ma fintanto che sarà comunque in grado di offrirci esibizioni del genere, che altro le potrete dire?

martedì 13 dicembre 2011

Dal parterre...



Poi accadono dei fatti per i quali tutto diventa relativo, e il tuo sbattimento di un'intera giornata ti appare così sciocco ed effimero.
Ieri - proprio ieri, per ironia della sorte! - ho passato ore a cercare due biglietti per il concerto di Jovanotti del prossimo 26 dicembre qui a Roma. La mattina sono stato alla biglietteria della Romanina, dove mi dicevano che erano tutti esauriti (quantomeno per il parterre). Poi ho comunque provato sulle biglietterie elettroniche convenzionali, ma niente: SOLD OUT… nonostante fosse la terza data, quella "aggiunta" dopo perché le prime due - i primi di dicembre - avevano fatto anch'esse il tutto esaurito. E nonostante Lorenzo ci fosse già passato a Roma, solo lo scorso luglio, con LO STESSO TOUR, con due date all'Olimpico che - guarda un po' - avevano fatto il tutto esaurito pure loro!
Notevole, eh?
In effetti io e Teresa lo abbiamo visto proprio a luglio, quindi solo cinque mesi fa. Uno spettacolo impressionante, per l'energia che sprigiona, per il feedback che il Jova è capace di creare con il proprio pubblico. Ma che dal vivo mi colpisca sempre (molto più di quanto non mi accada ascoltando i suoi dischi) è qualcosa che ho già ribadito più volte.
Ad ogni modo era solo un sfizio, una SORPRESA che volevo fare a Tere, che sapevo avrebbe comunque gradito molto perché lei Jovanotti in concerto se lo vedrebbe ogni volta che suona! Qualcosa di assolutamente SUPERFLUO, lo so… in un momento economicamente "difficile" per l'Italia intera, ma che paradossalmente è proprio in questi piccoli sfizi superflui che ci concede attimi di tregua.
Fatto sta che non li ho trovati.
Nemmeno nel web, spendendo diverse ore negli annunci di chi solitamente compra/vende/scambia biglietti, nei forum appositi, nelle bacheche, nei blog. Non avendo nulla da perdere, io stesso ho postato un paio di annunci in cerca di 'sti due biglietti per il parterre, che ora rimarranno lì a galleggiare nel nulla.
Poi ieri pomeriggio è successo ciò che è successo.
In realtà io l'ho saputo soltanto ieri sera, guardando il telegiornale.
E francamente CREDO nel dolore di Lorenzo per quanto accaduto. Per come lo conosco, credo sia vero, genuino, non semplice retorica.
La vera retorica la stanno facendo i media, i giornalisti e i social network. Perché 40 euro al giorno sono una cifra abituale ed ACCETTABILE per i nostri primi lavori da pischelli, quando magari siamo ancora studenti/lavoratori. Non c'è nessuno "scandalo" e nessuna "vergogna" in questa retribuzione.
Quanto prendevate voi ai vostri primi lavori a diciotto o vent'anni?
Io prendevo esattamente 40mila lire al giorno, perché c'erano le lire. Le prendevo al bancone del bar, in cantiere o da allestitore. Sempre 40mila lire. E se in cantiere ci si infilava un chiodo arrugginito nel piede mentre spingevamo la carriola col cemento, il Mastro ci mandava al Pronto Soccorso dicendoci di dire che era successo al campetto di calcio, eppure nessuno di noi l'ha mai denunciato.
Perché?
Perché CI FACEVANO COMODO quelle 200mila lire alla settimana, che a luglio o ad agosto ce ne bastavano una paio per poi andare in vacanza coi "nostri" soldini in tasca!
Allora il punto non sono quei 5 euro all'ora, o morire per essi.
Le ragioni sarebbero da ricercare a monte, indipendentemente dai compensi che sono concordati a priori da ambo le parti, ricordiamocelo. Sarebbero da ricercare in una mala-abitudine radicata in Italia e nell'italiano, tanto in chi offre lavoro quanto in chi lo cerca e/o lo accetta. Capite? Da ambo le parti.
Nel frattempo, mentre la Procura di Trieste svolgerà le sue indagini, Lorenzo non ha solo annullato la data di ieri sera, ma ha deciso di "sospendere" tutto il resto del tour (quindi anche la data romana del 26); se sia una sua sospensione temporanea o l'annullamento vero e proprio è ancora da sapere, ma sono certo che questo grave incidente abbia realmente addolorato Lorenzo, e che qualsiasi decisione prenderà in merito sarà senz'altro frutto di lunghe riflessioni.
Staremo a vedere.
E io quei biglietti per Roma non li avevo trovati.
E oggi non sarebbero più serviti.
E dopo quanto accaduto, mi sembra che tutto quello sciocco sbattimento di ieri non abbia più alcun senso.

• UPDATE DELLE 16:17
Scopro solo ora che, se avete voglia di leggerlo, Lorenzo dice la sua QUI.
Mi sembrava giusto ascoltare le sue parole in merito.

domenica 11 dicembre 2011

Cos'è rimasto di quegli anni '80...



"Primi, perfetti, reali, razionali
oppure dispari, complessi, perduti, dimenticati.
Siamo numeri, siamo ricchi e poveri, ma siamo solo numeri.
Siamo donne e uomini, siamo numeri di tutti i generi,
espressi in indici, riassunti in medie,
sempre in numero un po' superiore a quello delle sedie!
Sessanta milioni di cui un terzo lavora,
uno su trenta sta a casa,
uno su mille non la trova.
Tu contane otto, il nono è povero
e per l'erario ogni mille di loro c'è un ultra-milionario.
Ma la gente che da i numeri, che fa i numeri
è frequente superi chi ha i numeri e due scrupoli.
Forse solo oggi lo sappiamo per davvero,
cos'è rimasto di quegli anni '80: lo zero"

giovedì 8 dicembre 2011

Street View.


• clicca per ingrandire

... e questa che roba è?
Un segmento di street view romana della nuova versione cartoon di Google Maps?
:|

sabato 3 dicembre 2011

The light of the sun.



Del primo singolo estratto dal nuovo album di Jill Scott ne avevo già parlato QUI. Fondamentalmente, considero lei ed Erykah Badu come le due maggiori esponenti contemporanee della grande tradizione soul; la prima in maniera più dolce e melodica, la seconda in termini più sperimentali. Due aspetti che concorrono in egual misura al mantenimento, e allo sviluppo, di questo genere sulle cui radici si basa anche la stessa cultura hip hop.

Quindi che i b.boys nudi e crudi (?) non mi vengano a raccontare balle: rispetto all'andazzo generale che sta prendendo la scena americana (Snoop che "canta" su basi dance di David Guetta, Kanye West che nei suoi voli ego-pindarici getta un talento naturale alle ortiche) diventa quasi paradossale che dentro un album come questo "The light of the sun" (meravigliosamente anni '70 in grafica a packaging, eppure modernissimo) dove non c'è rap*, si trovi più VERO HIP HOP - e vero amore per l'hip hop! - che nella maggior parte delle attuali produzioni che si propongono specificatamente nel segmento della doppia H.
Le basi di Dre, l'human beat box di Doug E. Fresh (straordinario!), su cui la Scott canta l'intera "All cried out Redux".
Poco altro da dire, se non che è uno dei migliori dischi acquistati/ascoltati da molto tempo a questa parte!

* beh, non è del tutto vero: ci sono Eve e Paul Wall che smollano le loro rime rispettivamente in "Shame" e "So gone"!!! ;)

martedì 29 novembre 2011

Senza titolo.



Un post POLEMICO su richiesta, eccolo.
Che poi non aspettava altro che essere scritto, visto che ce l'avevo sulla punta delle dita da diverso tempo. Anche se non ci sarà bisogno di nomi e cognomi, perché - solitamente - le code di paglia intuiscono benissimo quando si parla di loro!

Allora non stiamo nemmeno per parlare di bugie, no.
Chi è semplicemente bugiardo, in fondo ha solo un vizio. Assai discutibile, d'accordo, ma pur sempre un vizio.
E non è neanche una questione di voler vedere solo quello che vogliamo vedere (come l'amore quando è cieco) perché sarebbe addirittura buona fede.
Qui si tratta di credere e soprattutto di voler far credere agli altri cose che non sono vere. Punto. La questione è solo questa: grandi cazzate sparate pensando che gli altri se la bevano sempre e comunque. Che poi è come voler "intortare" qualcuno, ma senza un vero motivo, senza alcun fine. Non è qualcosa di assolutamente stupido ed infantile?

Allora ne ho viste e ne ho sentite troppe, e a questo punto della mia vita mi dispiace dirlo ma IO NON CREDO PIU' A NIENTE!!! E' quindi inutile che cerchiate di incartarmela, anche se ve la sentite calda: IO NON CREDO PIU' A NESSUNO!!!

Quelli che tu ogni volta "Come va?" e loro ogni volta "Tutto bene"… mentre ti raccontano continuamente della loro casa perfetta, della loro famiglia perfetta, di una comitiva perfetta dove tutti sono amici straordinari (mentre ti sottolinea ogni volta come invece tu stia sempre a discutere con quelli tuoi), di viaggi e vacanze perfette come se a loro la vita - si, proprio quella cosa in cui non esiste perfezione - li avesse esonerati da guai, imprevisti, sofferenze o altre amenità di varia natura quotidiana. Poi vieni a sapere che sono già sei mesi che si sono separati dalla moglie e son tornati a casa dai genitori.

Quelli che "Fratello nella notte, dove sei?"… e ore passate insieme al bar o al parco con i nostri bimbi, a parlare di arte, letteratura e cinema. Di quanto siamo "privilegiati" noi a vivere di cultura e creatività, riuscendo a crescerci dei figli con le nostre mani, le nostre matite sui fogli bianchi, i nostri videoclip, i nostri Macintosh. E che "prima o poi dobbiamo proprio fare qualcosa insieme, io e te"… noi che siamo LIBERI grazie alla la nostra professione, senza orari, senza padroni. Poi a distanza di anni - durante i quali hai sempre creduto di combattere nella stessa trincea - scopri per puro caso che mamma e papà non gli hanno solo dato l'anticipo, ma mese dopo mese gli stanno pagando il mutuo di casa.

O ancora quelli che vanno "alla grande"… la loro squadra del cuore alla grande, il lavoro alla grande, la casetta a tre piani con i giardini, la tartaruga e i pesci rossi alla grande. Allora poi tu ti stupisci quando - confidandosi - ti raccontano che sono rimasti al palo. Che ultimamente hanno avuto troppe spese, che sono rimasti con solo quattrocento euro in banca. E tu gli chiedi pure se hanno bisogno di un prestito, o comunque di un aiuto. Poi viene fuori che il mese dopo se ne vanno alle Maldive.

Potrei andare avanti con infiniti raccontini del genere.
O cambiare leggermente tono e rotta, parlando addirittura di solidarietà, entrando consapevolmente in un campo minato. Perché conosco bene quelle RARE eccezioni che hanno questo tipo di sensibilità. Ma, nella media, passano dieci ore al giorno scrivendo o disegnando nei loro studi superfighetti, riuscendo comunque ad assistere quella sera all'anteprima dell'ultimo blockbuster americano a cui sono stati invitati, e trovare anche il tempo - per il resto della notte - di giocare alla Play Station o in qualche immaginario mondo fantasy, per ore ed ore che si accumulano una sull'altra durante la settimana (senza nemmeno parlare di quelle passate sul web scazzando, lurkando e postando)... ma GUAI a dedicare una sola di queste ore, una sola della loro settimana agli altri, in prima persona, disinteressatamente, perché poverini GLI E' TOTALMENTE ESTRANEO IL CONCETTO DEL PROSSIMO, vivendo essi ancora intorno alla loro fase ombelicale (e qualsiasi vostra amica che ha studiato psicologia infantile ora potrebbe anche spiegarvi, meglio di me, la fase anale) basata esclusivamente sulle proprie esigenze e necessità. Per l'appunto, come i bambini piccoli.

Sono gli stessi capaci di spendere centinaia di euro per la perfetta riproduzione in ceramica in tiratura limitata di un personaggio dei fumetti (che alla fin fine so' pupazzi) o per l'ultima consolle lanciata sul mercato, ma GUAI a spenderne 20 per un serata molto concreta organizzata nel locale di colui che peraltro sostengono essere uno dei loro migliori amici!!!
Poi mille scuse, mille giustificazioni, mille modi per provare ad ammischiartela, per uscirne in maniera credibile. Lavandosi la coscienza - saltuariamente - "donando" (?) briciole del loro lavoro, ma calcolando sempre che effetto a ritorno ne avrà.

Ma io non vi credo più.
Colleghi, conoscenti, amici e fratelli.
Ognuno la racconta come meglio gli conviene, è solo questo il punto.
Nel tentativo di convincere te di qualcosa a cui devono convincersi loro stessi la sera quando si guardano allo specchio.
Eppure oramai siamo adulti. E siamo anche piuttosto stanchi.
Perciò BASTA con le cazzate.
Che qui non ci crede più nessuno.

venerdì 18 novembre 2011

4th preview • scrollin'

[dove ogni immagine è ingrandibile cliccandoci sopra]


• Matite: vignettona in dimensioni reali cm. 60x14


• Chine (che poi son pennarelli)...


• Semi-definitivo con tagli per l'effetto scroll


• Tavola definitiva. Suppongo.

mercoledì 16 novembre 2011

Kaos • Le 2 metà



Nuovo album del possente Kaos - "Post Scripta" (su etichetta indipendente K-Age) - che è uscito venerdi scorso. Che è "solo" il suo quarto album dal 1996. E che non a caso, nel suo lento distillare solo le parti migliori, realizza cose pregiate come questo pezzo...

lunedì 14 novembre 2011

la nostra amichevole Licia Troisi di quartiere...



Dunque, l'antefatto è questo: è da diversi anni che Teresa mi dice che quando erano bambine si conoscevano, ma io non le ho mai creduto. Non perché solitamente non le creda (ci mancherebbe!) ma solo perché pensavo si confondesse con qualcun'altra.

Non voglio dare per scontato che ogni mio/a amico/a al di fuori di questo pazzo pazzo mondo di nerdaioli segaioli debba necessariamente conoscere Licia Troisi (perché in effetti non so quante volte mi sia capitato di dover SPIEGARE chi sia) ma - nonostante il suo effettivo peso nell'editoria italiana in generale e nel fantasy in particolare - un paio di cose su questa giovane scrittrice potete leggerle qui, anche se potrebbe bastarvi pensare che ogni suo nuovo libro vende più copie di Camilleri o Lucarelli, tanto per dire!

Insomma.
Ieri pomeriggio abbiamo portato Giulia ad uno dei negozi della catena "La città del sole" per un laboratorio creativo domenicale dedicato agli animali e al disegno. Stavamo in via Marcantonio Colonna, che praticamente fa angolo con piazza Cola di Rienzo. Dalle 16:00, il laboratorio è durato un'oretta e mezza. Appena usciti, ci siamo allungati fino a Cola di Rienzo, che nemmeno trenta metri dopo c'è una grande libreria Mondadori. E per puro caso, proprio ieri pomeriggio alle 17:00 Licia Troisi incontrava i suoi lettori per firmare le copie del suo nuovo romanzo di cui nemmeno so il titolo.
Che facciamo?
Entriamo, ovviamente.

Abituato alle fiere di fumetto, pensavo di trovare il caos totale e una scrittrice BLINDATA dalla security del negozio dietro a transenne poste per incanalare la fila. Invece no: atmosfera tranquillissima (della serie che se non entravi nella stanza dove c'era lei, non avresti nemmeno detto che in quel momento ci fosse in corso l'incontro con un autore), lettori e lettrici ordinatamente in fila per conto proprio, con il nuovo libro già in mano e quelli precedenti nello zainetto pronti per altre firme, e lei - la Trosi - seduta ad un tavolino che chiacchierava gentilmente con i suoi fans, si faceva scattare foto abbracciata a loro, firmava copie e dispensava sorrisi.

Io, Tere e Giulia le arriviamo a fianco, accanto al tavolino.
Lei sorride alla piccola (tenete conto che ha un figlia quasi della stessa età) e io esordisco con un: "Ehi, Licia, ma te la ricordi Teresa?" sperando di farla sprofondare.
Loro si guardano, e Licia: "Ma ceeeEEEeeerto!!!"… par partire a parlare di Torre Angela, della casa delle suore in cui passavano interi pomeriggi estivi a fare il puntocroce anziché andare al mare, della cervicale di una di 'ste suore, dei ghiacciolini che le davano per merenda e via con altre carrambate del genere.

Dopodichè ci salutiamo.
Alla fine l'unico STUPITO sono io.
Mi limito a dirle un paio di cose sull'ultima Lucca e su CERTI fumetti che la riguardano.
E la mia Tere, nel congedarsi con la sua solita (e quasi innocente) schiettezza: "Guarda, sinceramente i tuoi libri non li ho mai letti, comunque complimenti per tutto!!!"… eh eh eh :)

domenica 13 novembre 2011

mercoledì 9 novembre 2011

Leo's TEX :)


"Oooooohhh"...

Se non consideriamo "La valle del terrore" di Magnus, che è un capitolo a sé, posso sostenere senza ombra di dubbio che in quarantun anni di vita questa è LA PRIMA VOLTA che compro "Tex"… che nel frattempo vedo essere giunto al n°613 anche senza di me!!!
Probabilmente non lo leggerò nemmeno (è una storia scritta da tale Mauro Boselli, che per me potrebbe pure chiamarsi Marco Rossi, visto che non ho idea di chi sia) e l'ho acquistato semplicemente come sentito riconoscimento verso lo straordinario lavoro di Leomacs, per sfogliarlo a poterne ammirare ad ogni sua singola tavola disegnata.
Dopodichè potrò prestarlo a mio suocero, che è davvero l'unica persona che conosco che legga Tex Willer…
Oh, insomma… il senso di questo post - che a differenza degli altri mi è pure costato due euro e settanta - è un altro, ed è molto semplice: GRANDE LEO!!!

venerdì 4 novembre 2011

"Com'è andata a Lucca?"



Qualunque amico io stia incontrando negli ultimi quattro giorni (e parlo di amici veri, che incontro di persona, non di "amicizie da Facebook" o di pseudo-conoscenze del web) mi sta chiedendo: "Beh, com'è andata a Lucca?"
Allora rispondo a tutti loro da qui, che so che mi leggono, anche quando non commentano perché quella è roba da inoltrati ;)

E' andata bene. Anzi: benissimo!
E' stata la più bella edizione che io ricordi da almeno quattro/cinque anni a questa parte! E tutto sommato credo dipenda anche dal fatto che è stata LA MIA PRIMA LUCCA CON GIULIA (vedere post precedente), per me che ci vado ogni anno dal 1990… cioè da ventuno anni!!!

Merito del tempo, con tre giornate di sole una più bella dell'altra. Merito del meraviglioso appartamento al centro che da stavolta non molliamo più (grande Michela!) e merito della compagnia che - oltre a Ottokin, signora e Fabio - ha annoverato amici venuti appositamente da Genova con la loro splendida Carola (che Giulia ha nel cuore). Merito della città stessa, che passano gli anni ed è sempre più bella e accogliente, come una seconda casa a cui tornare ogni fine ottobre. Merito del cibo sempre buonissimo, che in Toscana - ma soprattutto nel lucchese - si casca sempre bene; quest'anno da Gherardo in Piazza Anfiteatro sabato sera (specializzato in carni grigliate) e da Francesco in Corte Portici domenica sera (dritta dell'Uzzeo per una cena davvero squisita). Merito anche dei fumetti - perché no? - che stavolta ne sono usciti veramente di validissimi, di cui riparleremo presto. E merito infine di quell'isola di serenità, allegria e calore (in un mare dove galleggia parecchia merda) che risponde al nome di Tunuè, che anno dopo anno sta costruendo qualcosa di grande e importante, creando un'atmosfera e un feedback decisamente RARI tra editori, autori, addetti stampa, lettori e amici affidabili che li seguono in ogni dove… qualcosa che trasforma in un piacere anche stare dentro ad uno stand, anche dentro ad una fiera di fumetti.

La (ri)scoperta di quest'anno?
Che ve lo dico a fare: Lucca Junior!!!

E nel mio aver fatto pace con i cosplayers già da un annetto e mezzo, stavolta attraverso gli occhi dei nostri bimbi, attraverso il loro stupore, le loro risa (in alcuni casi anche la loro paura), passeggiando sulle mura o per le strade del centro, ritrovandosi proprio in quell'area cosplay che solitamente evitavo come la peste… beh, non so come altro spiegarlo: è stato come ritrovare l'innocenza, anche se quell'innocenza io non ce l'ho più da un pezzo!

E infatti, a proposito di cosplayin'…
… per sapere come finisce scrivete a info@liskaprod.it e riceverete per mail, privatamente, la chiusura di questo post. Così evitiamo qualsiasi possibile pubblico melodramma con buona pace di taluni, e lasciamo al blog la sua attuale serenità ;)

martedì 1 novembre 2011

Lucca: sketchin' in tha stand...






In realtà quello sketch era almeno il terzo, visto che se ne vedono altri due appoggiati lì sul tavolo (e senza contare il solito immancabile obolo per Alfonso!)... ma tant'è, ci ho fatto il callo, anche con tutti quelli che passano e mi dicono stupiti "anvedi Stefano che disegna!"... che anche quando mi faccio fotografare per testimoniare il momento, poi mi dicono comunque che ho tirato fuori i pennarelli e "faccio finta di disegnare" (?) solo per il tempo della foto!!!
Ahi ahi ahi ;)

giovedì 27 ottobre 2011

Paco Roca + David Rubìn



In atmosfera oramai quasi lucchese, segnalo il lancio dei due blog ufficiali - in italiano! - di Paco Roca e David Rubìn, entrambi miei "colleghi" in scuderia Tunué, con i quali avrò l'onore di dividere/condividere il tavolo dal disegno proprio in occasione di Lucca Comics :)
Beh, va da sè che da oggi li troverete anche tra i link sul blogroll alla vostra destra.

Sono peraltro diversi mesi che ho sul mio desktop una recensione de "L'inverno del disegnatore" (che ho letto da un pezzo, ormai) e che non ho mai completato, ma nella quale affermavo come - al di là del suo accaldatissimo "Rughe" (di cui proprio sul nuovo blog potete già ammirare il trailer del film d'animazione che ne è stato tratto) - questo ultimo volume di Roca sia in assoluto uno dei più bei libri a fumetti che io abbia letto nell'ultimo anno, per il suo tema (fumettisti, riviste e case editrici), per le sue dettagliate ricostruzioni storiche e sociali, per quell'atmosfera perfetta che permea tutto il romanzo anche nella colorazione, proiettandoci sin dalla splendida copertina in una Barcellona franchista così retrò.

Nonostante lo abbia preso a Narnia Fumetto, cioè ormai diversi mesi fa, devo invece ancora leggere "L'eroe" di Rubìn, che mi dicono tutti essere assai bello, ma che - mea culpa! - proprio per la mole della sue pagine è lì in attesa del momento più adatto alla lettura sul mio comodino. Ancora intonso, pronto per essere aperto e sfogliato.
Mmmh, credo sia comunque meglio che nei tre giorni che passerò a Lucca incrociandomi allo stand con lui, io eviti abilmente di parlare del contenuto del libro ;)

martedì 25 ottobre 2011

SOA.04 in progress

ancora su serie TV • pt.2



Un sempre più avido Clay, non contento del traffico di armi con gli irlandesi, trascina SAMCRO nel mercato della droga (da sempre vietato dal regolamento del club) accordandosi con il Cartello messicano. Nell'episodio S04E02 i Sons of Anarchy devono incontrare il loro uomo di riferimento in California e… salta fuori Machete!!!
La coattanza avanza.

Se non bastasse Danny Trejo nella parte del narcotrafficante Romeo Parada, nell'episodio S04E04 il nostro buon Kurt Sutter - con un colpo di scena decisamente più buffo - fa sbucare Michael Knight direttamente da Supercar… no, anzi: Mitch Buchannon da Baywatch… insomma: un David Hasselhoff tirato fuori dalla naftalina (e liftato come non mai) che interpreta l'ex pornodivo superdotato Dondo - Dondo?!? - ora diventato regista :)
E la quarta stagione non è ancora finita…

giovedì 20 ottobre 2011

THE WIRE

"the greatest television series ever made"



Diverso tempo fa ho scritto un libro su "The Shield"; se esistesse ancora la collana Entertainment Now! della Coniglio Editore, adesso gli proporrei un intero nuovo libro su "The Wire". Ma - ahimè - non è più tempo per farlo.

Ora, perché inizio questo post citando proprio "The Shield"?
Perché se non fosse già il mio serial preferito di sempre, al vertice della mia personale classifica ora svetterebbe "The Wire", che ho finalmente - o sfortunatamente? - terminato di vedere qualche sera fa.
Fine delle cinque stagioni.
Fine dei giochi.

Paragonato al grande affresco poliziesco della HBO, anche lo Scudo di Shawn Ryan - da sempre unanimemente riconosciuto come uno dei più crudi e realistici della televisione - sembra una fiction tutta azione e inseguimenti, con un protagonista (Vic Mackey) che, pur se assai carismatico, nella realtà dei sobborghi di Los Angeles (Compton, South Central e via dicendo) sarebbe tutt'altro che credibile. Allora, forse, anche la finzione del luogo (la fittizia Farmington) assume più senso in quest'ottica.

In "The Wire" no.
"The Wire" si svolge a Baltimora, che - insieme a Detroit - si spartisce la nomea di città con il più alto numero di omicidi degli Stati Uniti. I luoghi in cui si dipana il serial sono VERI, uno ad uno. Ogni quartiere, ogni strada, ogni incrocio. Così come la mappa del crimine organizzato - e delle sue dinamiche - che è stata dettagliatamente ricostruita da David Simon (creatore della serie ed ex giornalista di cronaca giudiziaria del "The Sun" di Baltimora, la cui redazione viene ben rappresentata nell'ultima stagione) e da Ed Burns (ex detective della Polizia di Baltimora ed ex insegnante della scuola pubblica). Non a caso, Simon e Burns hanno scritto insieme diversi libri polizieschi dove magistratura e Polizia interagiscono insieme, proprio come in "Law and Order".

"The Wire" è iper-realisitco anche nei tempi narrativi, sin dalla prima serie.
Le lungaggini burocratiche per ottenere i permessi di un'intercettazione telefonica e per allestire adeguatamente un'indagine durano almeno la metà della stagione. Seguono una logica reale, nelle lentezze reali che intercorrono tra le sezioni investigative e le loro amministrazioni di riferimento, quindi i budget che spesso vengono negati e le frustrazioni professionali che ne possono derivare. Elemento - questa lentezza - che può concorrere ad una certa difficoltà nell'entrare subito in sintonia con la serie, a cui va aggiunto anche l'intricato impianto corale su cui è costruita a livello di protagonisti (poliziotti, detective, ufficiali, criminali, politici, portuali, insegnanti, spacciatori, giudici e avvocati) che - per lo spettatore alle prime armi, o comunque abituato a telefilm di ben più facile lettura - può costituire un ulteriore ostacolo.

Superate queste difficoltà iniziali, ecco però che "The Wire" si dipana stagione dopo stagione - in sessanta episodi totali con uno sviluppo interamente orizzontale (quelli che io amo maggiormente) - alzandosi di livello ad ogni nuovo ciclo.
01. La prima serie affronta lo spaccio di strada nudo e crudo, con i suoi protagonisti e i suoi metodi.
02. La seconda serie si sposta nell'area portuale (tenete conto che quello di Baltimora è il porto più importante degli Usa) con le corruzioni doganali, i sindacati, le connessioni sia al traffico di droga della città che al crimine organizzato più elevato.
03. La terza serie - in diretta conseguenza allo slogan "segui i soldi" del detective Freamon - si concentra sull'amministrazione cittadina, quindi la politica locale, gli appalti edilizi, le primarie per la nuova carica di Sindaco, la peggior burocrazia, ma ipotizza anche la soluzione al problema della droga attraverso un piano impossibile (denominato Amsterdam) ideato da una polizia che brancola nel buio, messa sotto pressione proprio da quell'amministrazione che il problema lo pone solo in termini statistici per scopi propagandistici.
04. La quarta serie affronta il tema della pubblica istruzione: la scuola, ma anche la condizione dei ragazzini neri che vivono in stato di povertà, l'alternativa che offre loro lo spaccio agli angoli delle strade (l'affermazione territoriale, il denaro facile) con la rapida ascesa di nuovi leader e nuove organizzazioni non appena quelle precedenti finiscono in galera.
05. La quinta ed ultima serie analizza i media, il loro ruolo sia verso le problematiche sociali della città (la droga, i senzatetto) che verso le istituzioni politiche (il sindaco, ma anche la corruzione di altri livelli di Contea e Stato); analizza il ruolo di un quotidiano attraverso la sua credibilità e ciò che dovrebbe essere vero giornalismo, toccando anche il tema della crisi della carta stampata, il precariato, i licenziamenti.

Ogni serie sembra un unico grande film lungo dieci ore e passa.
Crudo, complicato, asciuttissimo, senza fronzoli di alcun tipo, con una delineazione dei personaggi (che sono davvero tanti) senza precedenti.
Solo ora capisco perché - nonostante in Italia sia passato quasi completamente inosservato e negli Usa non abbia mai goduto degli ascolti di tanti serial assai più famosi - in termini di qualità sia stato definito dalla critica come "la miglior serie televisiva di tutti i tempi"!!!

Merito certamente di David Simon e degli autori di cui si è circondato. Siamo d'accordo.
Ma - in questo caso più che mai - merito anche (e soprattutto) di una serie di attori straordinari e azzeccatissimi… di cui nemmeno uno "famoso" in senso hollywoodiano! Sarebbe troppo facile esaltare l'aspetto fascinoso del crimine, che trova nelle due fazioni più importanti i suoi protagonisti: Avon Barksdale (interpretato da Wood Harris) e Marlo Stanfield (l'attore Jamie Hector). Sarebbe facile e sciocco, perché "The Wire" ha ALTRI personaggi/attori che lo rendono ciò che è.
Su tutti, sicuramente brillano Stringer Bell (il braccio destro di Barksdsale, che pur provenendo dalla strada intuisce un futuro imprenditoriale, interpretato da Idris Elba), il barbone tossicodipendente Bubbles (il bravissimo Andre Royo), il portuale Frank Sobotka (Chris Bauer, presente solo nella seconda serie, che il pubblico italiano conosce per il suo ruolo dello sceriffio Bellefleur in "True Blood"), il ladro e assassino di criminali Omar Little (gay in un ambiente che fa del machismo uno delle sue connotazioni più forti e riconoscibili, interpretato da un solidissimo Michael K. Williams, probabilmente nella miglior caratterizzazione di tutta la serie insieme a Bubbles) e ancora tante altre perle come l'anticonformista Maggiore Howard "Bunny" Colvin, il retto Tenente-poi-Colonnello-poi-Commissario Cedric Daniels, il zelante detective Freamon, il sindaco Tommy Carcetti, la capace PM Rhonda Pearlman, i detective Bunk Moreland (sempre elegantissimo) e Kima Greggs (altro elemento omosessuale della serie)… senza contare i ragazzini neri della quarta serie o la numerosa compagine di mogli/ex-mogli/figli/amanti che riportano l'elemento umano - e quotidiano - su entrambi i lati della barricata, che siano sbirri o gangsta!

Il primo nome della sigla è però quello di Dominic West, interprete del detective Jimmy NcNulty, che - a prima vista - potrebbe sembrare il protagonista del serial. Vero che sin dalla prima stagione è proprio lui (con il suo caratteraccio insofferente alle gerarchie) ad innescare un meccanismo che culmina nell'ultima stagione, con qualcosa di IMPENSABILE anche per un poliziotto. Ma vero anche che per esempio - nella quarta serie, quella "scolastica" - NcNulty appare solo una manciata di volte, in un ruolo assolutamente secondario. Insolito, nevvero?

Ah, dimenticavo che nelle due stagioni conclusive c'è anche Method Man, con una parte non propriamente brillante: veste infatti i panni di Calvin "Cheese" Wagstaff, un infame che avrà la fine che merita!

Mille altri motivi, oltre ai miei, per non perdersi "The Wire".
Per non perdersi un tale livello di qualità raggiunto dalla televisione.
E io ora, come sempre, andrò in crisi di astinenza rimanendone senza...
Poi mi abituerò. Così come per "The Shield" o per "Sons of Anarchy". Ecco: che con "The Wire" oramai occupano il podio delle prime tre posizioni del mio gradimento (quindi soltanto DOPO vengono i Soprano, Battlestar Galactica, Dexter, Game of Thrones o qualsiasi altra serie ora non mi venga in mente).
Ma prima che mi prenda la scimmia, buona sorte vuole che sia appena iniziata la quarta stagione dei Figli dell'Anarchia.
Meno male, so come disintossicarmi ;)

martedì 18 ottobre 2011

cara Apple, ti scrivo...



… ti scrivo non in veste di giornalista, ma stavolta semplicemente come consumatore. Mettendoti in copia alle redazioni del Corriere della Sera, di Repubblica, del Messaggero e di Altro Consumo, nonché - pubblicamente - sul mio blog personale e su Facebook.

Ti scrivo perché da qualche giorno l'alimentatore del mio MacBook Pro 17'' - cioè un 85 W MagSafe Power Adapter - stava dando dei primi segni di malfunzionamento, e ieri sera ha ceduto! Quindi, quando anche la batteria si è scaricata del tutto, senza alimentazione non potevo più nemmeno accendere il mio Macintosh.

Il problema?
Semplice: i "dentini" metallici dello spinotto magnetico si sono inevitabilmente compromessi per via dell'usura e del tempo, e - credimi - posso capirlo (anche se non capisco come mai tutte le tue macchine sembrino tarate per danneggiarsi esattamente DOPO i tre anni di garanzia della tua Apple Care Protection Plan, ma sono certo che mi perdonerai questa innocua battuta).

La tua soluzione?
Acquistare un nuovo alimentatore per soli € 79.
Questa mattina mi sono recato al tuo rinomato Apple Store del centro commerciale Roma Est, dove i tuoi preparati dipendenti dell'assistenza tecnica mi hanno spiegato che - pur trattandosi di uno spinotto poco più grande di un centimetro e mezzo - non si poteva sostituire e/o riparare, ma bisognava necessariamente acquistare l'intero MagSafe Power Adapter nuovo. Anche se tutto il resto (cavi, corpo, adattatore europeo e presa Siemens) funzionano ancora perfettamente. In poche parole: non concedi l'opzione di acquistare il singolo spinotto magnetico!

Ora, chi ha un minimo di cognizioni elettriche, sa bene che se si rompe la spina del cavo di alimentazione di un qualsiasi elettrodomestico, basta sostituirla tagliando i fili e riconnettendoli con le apposite vitarelle (nelle prese in sicurezza) o unendoli tra loro intrecciando il rame e proteggendo il tutto con un po' di nastro isolante. Ed il gioco è fatto. In caso di spinotti più elaborati (come per certi impianti HI FI audio o video) può essere necessaria una saldatura professionale, siamo d'accordo.

Ma il punto è che una volta SE QUALCOSA SI ROMPEVA, si cercava di RIPARARLA!!! Prima di gettarla via per acquistarne una nuova, si tentava di AGGIUSTARLA!!!
Su, non hai anche tu dei nonni che ti hanno insegnato nozioni basilari come questa?

Non sono propriamente un Apple addicted come va tanto di moda oggi, ma - forse più di molti di loro - uso i tuoi Macintosh da quasi diciotto anni. Non sono ancora cascato nella tua trappola tutta fashionista del'iPhone o del'iPad, ma ho lavorato sul Macintosh LC II, sul Power Mac G3, sul'iMac G4 e G5 e sui tuoi MacBook (tenendo conto che questo da cui ti scrivo è già il terzo)... quindi dove voglio arrivare?

Alle tue attuali politiche economiche ed eco-ambientali.
Perché per farmi acquistare un nuovo MagSafe Power Adapter nel suo bellissimo box nero di grande appeal e design (altra plastica, altro metallo, altro cartone, altri inchiostri tipografici) anziché riparare quello vecchio sostituendo solamente lo spinotto, tu concorri ad almeno tre cose assai deplorevoli:

01. Aumenti a dismisura la produzione della plastica per i pezzi di ricambio nuovi.
02. In maniera direttamente proporzionale, aumenti la produzione di rifiuti solidi (non biodegradabili) sia per i pezzi sostituiti, che per quelli che in realtà funzionano ancora benissimo.
03. Fai pagare tutto questo a noi, non solo in termini di denaro.


P.E.S.S.I.M.O.
Veramente pessimo.

Sabato scorso qui a Roma manifestavo nella parte pacifica del corteo degli Indignados. Mi appare sempre più chiaro che manifestavo anche CONTRO di te, cara Apple. Contro le tue logiche di mercato, la tua politica imprenditoriale, la tua totale assenza di rispetto per l'ambiente.

sabato 15 ottobre 2011

Roma 15.10.11 • Indignados!

a.k.a. piccole RRRIOT GIRLS crescono...

... che, al di là dello scherzoso sottotitolo, non è successo SOLO quello che continuano a mostrare tutti i telegiornali. C'è stata anche UN'ALTRA manifestazione a Roma. Quella a cui - in tutta coscienza e responsabilità (tenendo gli occhi ben aperti, posizionandosi verso la coda del corteo) - si potevano portare le nostre bimbe di nemmeno tre anni, visto che la nostra indignazione riguarda soprattutto il loro futuro. Quella pacifica e multicolore delle foto che seguono:



















giovedì 13 ottobre 2011

con Emergency alla Caffarella.


• clicca l'immagine per ingrandire

Doppio appuntamento con Emergency in zona appio/tuscolano, quest'anno.
Lo scorso maggio al Parco degli Acquedotti, domenica prossima al Parco della Caffarella (vedere locandina per programma & info).
Il meteo dice che sarà una bella giornata di sole, quindi organizzatevi a mo' di pic-nic e portate amici e bimbi di tutte le età :)
Insomma: noi siamo lì... vi aspettiamo!!!

martedì 11 ottobre 2011

KNN+BDR • 3th preview


The Original One Love Crew

domenica 9 ottobre 2011

Domenica mattina.



"Tranquillo come domenica mattina, quando mi sveglio e a fianco c'è la mia bambina"...

giovedì 6 ottobre 2011

Sign o' the times


Steve Jobs, 24.02.1955 / 5.10.2011

mercoledì 5 ottobre 2011

Greetings from Mostar.



a.k.a. la città che NON sono riuscito a raggiungere :(

venerdì 30 settembre 2011

Il tennis, il nuoto, l'amore comune per lo sport, la passione, l'agonismo e tu.



Bene, stavolta parlo con te. Io che in questo blog non uso MAI la seconda personale al singolare rivolgendomi a chi legge. Ma si, proprio tu.
Tu che in più luoghi e più occasioni - vuoi con altri, vuoi con me - continui a reiterare un concetto che ha senso solo se interpretato dal tuo punto di vista, senza nemmeno considerare l'idea che ce ne possa essere un altro.
Allora proverò a chiarirtelo UNA VOLTA PER TUTTE e te lo spiegherò come se lo stessi spiegando a mia figlia, che non ha nemmeno compiuto tre anni.

Immagina due amici d'infanzia. Stessa scuola, stesso muretto, stessa comitiva: li chiameremo Mario e Sandrino.
Immaginateli pischelli nei primi anni novanta, pieni di entusiasmo, energia, voglia di fare e dimostrare. Entrambi grandi amanti dello sport.
Spesso giocano a pallone insieme; a volte dalla stessa parte, altre volte schierati nelle due squadre contrapposte, ma sempre nello stesso campetto. Amano le attività sportive all'aria aperta, amano tenersi in forma, ma - nonostante le loro partitelle - non necessariamente il calcio: Mario ha una grande passione personale per il tennis. Sandrino per il nuoto.
Capita che Sandrino possa scambiare due racchettate con Mario. Così, per stare un po' insieme, anche se non gli piace il tennis.
O che Mario vada in acqua con Sandrino. Così, per il semplice piacere della compagnia, anche se non gli piace nuotare.
Ma comunque sia, resta sempre chiaro ai due amici che uno ama il tennis e l'altro il nuoto.
Ed entrambi amano lo sport.
Lo amano molto.

Mario vuole diventare tennista, vuole praticare il suo sport preferito a livello agonistico.
Sandrino invece vuole nuotare liberamente, che sia in piscina o al mare.
Un amore comune per l'attività sportiva, ma due approcci differenti ad essa.

Passa il tempo, ed è oggi.
Il Mario adulto - con passione, tenacia e sacrificio - ha giocato e vinto le provinciali, le regionali, le nazionali. Ha partecipato ai migliori tornei internazionali, vincendone qualcuno. E' diventato un atleta di altissimo livello, considerato uno dei dieci tennisti migliori del mondo!
Il Sandrino adulto invece - con la stessa passione, la stessa tenacia e lo stesso sacrificio - ha costruito altro. Non è diventato un nuotatore professionista, non ha partecipato a nessun grande evento sportivo e non è andato alle Olimpiadi. Ma non ha mai smesso di nuotare.
Sono passati tanti anni, ed entrambi amano ancora lo sport.
Lo amano molto.

Mario è un campione riconosciuto, e l'attività amatoriale di Sandrino generalmente lo fa sorridere. Ovviamente per lui - per la carriera sportiva professionistica che ha scelto - esiste solo il tennis: solo e nient'altro che il tennis. Se va in piscina o al mare, lo fa per prendere il sole o giocare a racchettoni in spiaggia.
Allo stesso modo, Sandrino il tennis se lo guarda raramente pure in televisione, che quelle lunghe partite lo annoiano e finisce sempre che si appisola. Conosce quei quattro o cinque campioni di cui parlano tutti, tra i quali il suo amico Mario.

Che, fondamentalmente, continua a non capacitarsi di come sia possibile che Sandrino possa non essere interessato allo sport in cui lui eccelle.

S. "Non posso farci niente, Mario. E' che il tennis non mi appassiona più di tanto. Ma lo hai sempre saputo, no?"

M. "Certo, ma è solo perché non lo conosci e non vuoi capirlo. Cosa vuoi che sia nuotare, al confronto? Il tennis è concentrazione, è rigore, è disciplina"…

S. "D'accordo. Cioè, no, in effetti non sono affatto d'accordo col tuo confronto tra i due sport. Ma è che non mi interessa, tutto qui"

M. "Eddai, Sandrino: in fondo lo dici solo perché non ti va di guardare le mie partite… e forse solo perché tu nuotando non sei mai arrivato ai livelli che io ho raggiunto con il tennis!"

S. "Non mi interessa il tennis"

M. "Si, come no! Tipica risposta di uno che in realtà sta rosicando, di uno che vorrebbe essere al mio posto tra i dieci migliori tennisti del mondo. La tua è solamente INVIDIA… vorrei proprio vedere se avendone la possibilità non vorresti essere al posto mio"…

S. "Oh, Mario… ma non ci vuoi proprio sentire da quell'orecchio? A me il tennis MI FA CAGARE!!!"

• • •

Detto questo, oggi parto per la Bosnia per cercare di fare "qualcosa" (?) che difficilmente un campione di tennis farebbe mai. Temendo - che so? - di potersi lesionare un muscolo o un tendine del braccio che gli dona quel favoloso rovescio!
Ma ora non sto più nemmeno parlando di te, tranquillo ;)

martedì 27 settembre 2011

Eron • Forever and ever.

Nei secoli dei secoli.



Senza parole!!!

sabato 24 settembre 2011

Jill Scott.



"So in Love" featuring Anthony Hamilton, estratta dal quarto album di Jill Scott "The light of the sun", rilasciato lo scorso giugno (in versione CD, su etichetta Blue Babe/Warner solo attraverso l'import).
Quattro album in undici anni.
Quattro perle nere.

giovedì 22 settembre 2011

L'alba del Pianeta delle Scimmie.

• il film e la colonna sonora



Visto che io stesso ero molto scettico al riguardo, al di là di qualsiasi pregiudizio si possa avere nell'entrare in sala per vedere il lungometraggio del quasi/esordiente Rupert Wyatt (che ricordo solo per "The Escapist" del 2008) "L'alba del Pianeta delle Scimmie" è sorprendentemente un film davvero molto valido, soprattutto in termini narrativi, che oggi come oggi sembrano davvero carenti nella maggior parte degli ultimi kolossal hollywoodiani.

Piuttosto che calcare la mano sull'aspetto estetico del film o comunque su quegli effetti speciali necessari in pellicole del genere, Wyatt costruisce un solido impianto narrativo lavorando su sceneggiatura, dialoghi e interazioni tra i personaggi per un crescendo emozionale che in alcuni passaggi risulta anche piuttosto commovente. Sicuramente un merito che va conferito anche al bravissimo Andy Serkis (già straordinario Gollum nella trilogia de "Il Signore degli Anelli") che con la sua mimica, le sue espressioni, i suoi abili movimenti e i suoi sguardi fusi ad una tecnica di motion capture sempre più avanzata, ci restituisce lo scimpanzé Cesare - vero protagonista del film - come il più umano tra gli umani, anche nel suo cambiamento, nella sua trasformazione senziente.

Ecco: "L'alba del Pianeta delle Scimmie" non è un film d'azione, nè propriamente di fantascienza. E' piuttosto un percorso di crescita nel quale lo spettatore si riflette a livello empatico.

Ovvio che sul finale acceleri il ritmo (esagerando con qualche scena spettacolare di troppo), perché - facendo comunque parte di una saga - deve portarci ad una inevitabile fuga e ad un'altrettanto inevitabile "ribellione" delle scimmie verso il genere umano. Ma lo fa con una logica conseguenziale.

Coscienza e intelligenza animale contro crudeltà ma soprattutto avidità dell'uomo. Fino ad un finale che svela, anche nei titoli di coda, come sarà possibile che un Pianeta delle Scimmie possa realmente prendere il sopravvento sull'umanità, lì dove anche coscienza e intelligenza non dovessero bastare!
Da qui, tutto ciò che verrà è aperto ad ogni possibile interpretazione, anche volendo riallacciarsi alla saga vera e propria e all'immaginario (cinematografico) che suscita in ognuno di noi.

Di pari passo, il possente original music score del film - firmato del Maestro Patrick Doyle - accompagna ogni passaggio visivo e narrativo con le stesse vibrazioni, con lo stesso crescendo emotivo della pellicola.
Il compositore scozzese (forse meno popolare di altri qui in Italia, ma comunque uno dei più apprezzati dall'industria cinematografica) ha scritto decine di colonne sonore, collaborando molto con Kenneth Branagh, passando da film considerati di culto come "Carlito's Way" o "Donnie Brasco", fino al recentissimo "Thor" della Marvel o all'imminente "Brave" della Disney/Pixar, peraltro di ambientazione celtica.

"Rise of the Planet of the Apes - Original Motion Picture Soundtrack" sono dunque ventiquattro tracce interamente strumentali - pubblicate da Varèse Sarabande/Universal - e interamente eseguite dalla Hollywwod Studio Symphony (con il supporto corale dell'African Choir) per un'ora di musica adattissima tanto agli estimatori che avrà il film, quanto a chi ama le colonne sonore di respiro epico e le grandi composizioni orchestrali.

mercoledì 21 settembre 2011

Smokin' €uro bling bling



Ed ecco che sono aumentate nuovamente le sigarette, di 20 centesimi. Che - se fate un rapido calcolo - non corrispondono di certo all'un per cento di € 4,30… nevvero? Per quanto mi riguarda, significa un ennesimo aumento del costo della mia vita (di fumatore da un pacchetto al giorno) di circa 6 euro al mese, ovverosia di 72 euro all'anno.
Che poi un vero fumatore incallito certi calcoli sarebbe pure meglio che non se li faccia. Ma tant'è.

Facciamo conto che - come me - in Italia ci siano altri dieci fumatori da un pacchetto al giorno. Per lo Stato sono già 720 euro in più all'anno. Ma potrebbero essercene altri cento, e allora sarebbero 7.200 euro in più. Potrebbero addirittura essercene altri mille, e allora sarebbero 72mila euro. Supponiamo siano diecimila, comincerebbero ad essere 720mila euro, accidenti!
Ipotizziamo invece ce ne fossero altri centomila, allora inizierebbe ad essere la considerevole cifra di 7 milioni e 200mila euro all'anno. E se in tutta Italia fossero un milione i fumatori da un pacchetto al giorno? Cazzo… sarebbero 72 milioni di euro in più!!!
Vere cifre da manovra finanziaria, eh?

Ora, è ovvio che si sta giocando.
Sappiamo bene che sono MOLTI di più di un milione.
Ma per fare l'esempio andava bene anche così. Perché comunque ce la vogliono imbastire, alla fine della fiera SIAMO SEMPRE NOI a fare i numeri, non certo quella ristretta elite di 35mila italiani che superano i 300mila euro di reddito annuo, di cui però si stanno preoccupando così tanto. Poverini.

"Non fumare più", direte voi.
Alla fine è solamente un vizio, un aumento del costo della tua vita relativo a qualcosa di superfluo, a differenza di tanti altri problemi molto più seri (la casa, il cibo, i servizi, la benzina, i pannolini o quant'altro) a cui gli italiani devono fare fronte. E' vero, avete ragione.
Ma infatti non vi sto mica chiedendo di pagarmi le mie sigarette.
E' un vizio mio, che mi pago con i soldi che faticosamente mi guadagno.
Non come taluni che si caricano una decina di mignotte su un aereo di Stato e FANNO PAGARE A VOI i loro vizi!!!
Che poi "a voi" come dire a tutti noi, come dire anche a me.
Che già mi pago le sigarette.

Dovrei smettere non per evitarmi un cancro, ma SOLO per fargli dispetto, tiè ;)
Li' mortacci loro.

sabato 17 settembre 2011

Black LEGENDS


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Coming soon in stores • Spring/Summer 2012
Powered by IMPURE Urbanwear

So... WHAT'S GOING ON?

mercoledì 14 settembre 2011

The Art of Justin Bua.

For those who loves hip hop and street art, the urban artist Justin Bua is a must!!!


• THE BLOCK


• 1981


• THE POPPER


• NOCHE DE MUSICA


• THE DJ


• GREEN STREET

If you like them, see also:
Justin Bua Official website