venerdì 28 dicembre 2007

Anno nuovo...


Lo scorso 16 dicembre questo S3Kenoblog compiva un anno. Il mio primo post diceva: "Le Verità Assolute - mi auguro lo si capisca da subito - è volutamente ironico. Perchè queste presunte VERITA' saranno soltanto MIE, quindi del tutto soggettive. Nel bene e nel male, aldilà del loro cercare polemiche senza volerlo davvero, anche se è probabile che succederà. Perchè di certo saranno sempre SCHIERATE"...
Nei giorni successivi - fino a ridosso del Natale - me lo sono riletto un po', mese dopo mese: riflessioni personali, recensioni, cose divertenti e cose serie, qualche considerazione un po' polemica (è vero) ma soprattutto quel senso di "schieramento" che - così proprio del mio carattere - già prospettavo anche al lancio di questa avventura.

Probabilmente, il suo apice l'ha raggiunto a giugno, in quella che ormai scherzosamente chiamo la bagarre Katzyvari (lo "scontro" tra Bottero Edizioni ed Edizioni BD, o meglio tra Alessandro e Marco, cui hanno fatto seguito relative scelte e schieramenti degli autori/amici coinvolti); sono passati molti mesi, e ovviamente il fomento di qui giorni è bello che passato, ci mancherebbe! Toni e modi si sono placati, e - soprattutto dopo Lucca Comics - la posizione di ognuno di noi, nella sua stessa sedimentazione, si è quantomeno chiarificata/chiarita. Questo non vuol dire che, anche rileggendo oggi, io non pensi più o meno le stesse cose di allora, perchè - limite mio? - non ho MAI accettato da nessuno (nemmeno dai miei datori di lavoro) alcun atteggiamento di onnipotenza e/o prepotenza. E mai li accetterò.

Paradossalmente, però, la cosa che in assoluto ritengo più "grave" di tutto l'anno NON è successa su queste pagine (pur essendo accaduta nell'irrealtà del web). E' qualcosa che - giocoforza, checchè se ne voglia dire - è intrinsecamente legata a QUELLA bagarre, quasi come fosse una sorta di suo fastidioso residuo, una conseguenza. E' qualcosa di cui mi dispiaccio tutt'oggi, che mi rattrista molto. Eppure qualcosa in qualche modo anche giusta, inevitabile.

E dunque ora arriva il 2008.
Gli andrò incontro nei prossimi giorni, girando tra Gubbio, Città di Castello e Perugia.
E' un anno pieno di aspettative, per quanto mi riguarda. Un anno che sarà un grande anno. Lo sento. LO SO.
Nel 2008 mi sono prefissato di raggiungere quattro importanti obiettivi (che non mi piace chiamare semplicemente "progetti"); due di essi NON riguardano i fumetti. Uno di essi non riguarda nemmeno la sfera professionale.
Se entro la fine del prossimo dicembre li avrò raggiunti o meno... beh, mi auguro che saremo ancora QUI a parlarne.
Tireremo le somme. E solo allora vedremo se - come dico spesso - il tempo mi avrà dato ragione.

Auguri a tutti ;)
***HAPPY NEW YEAR***

domenica 23 dicembre 2007

giovedì 20 dicembre 2007

American Gangster.


Lo scorso 28 settembre (proprio QUI sul mio blog) parlavo del nuovo film di Ridley Scott, cioè "American Gangster", che uscirà nei cinema italiani il prossimo 18 gennaio 2008. Dicevo di non vedere l'ora di vederlo... bene: IERI POMERIGGIO L'HO VISTO!!! Yeeeah :)

Proiezione in anteprima per la stampa nella saletta privata della Universal.
E che dire? Che "me lo sentivo": un film S.P.L.E.N.D.I.D.O!!!
Un Ridley Scott in grande grandissima forma, finalmente. Che firma un gangster movie che può tranquillamente andare ad affiancarsi ai capolavori di De Palma e Scorsese (e chi mi conosce, sa che sono uno che non usa spesso la parola "capolavoro"); Denzel Washington e Russel Crowe in straordinarie prove d'attore, diretti magistralmente in un crescendo che li vede uno di fronte all'altro solo alla fine del film.
Tra le chicche del tutto personali, anche Common (uno dei fratelli del narcotrafficante Frank Lucas) e The RZA (uno degli uomini della task force del detective Richie Roberts). Per non parlare della colonna sonora: il grande soul degli anni '70 che accompagna tutta l'ascesa dell'impero criminale di Lucas... con il contrasto di un solo pezzo rap (dei Public Enemy) nella scena finale, quando un po' invecchiato esce di prigione, e siamo oramai nei primi anni '90. Non dico altro.

Beh, magari per farvi venire l'acquolina in bocca... beccatevi il (lungo) trailer IN ITALIANO del film!!!

> in Windows Media:
HIGHMIDLOW

> in Quicktime:
HIGHMIDLOW

> in Real Media:
HIGHMIDLOW

A very special THANX to my homeboy Kento and to all the "Way To Blue" staff ;)

mercoledì 19 dicembre 2007

S3Keno & Tere presents...


Le festività natalizie si avvicinano e quindi "jingle bells jingle bells jingle all the way"...
Ma se volete davvero spisciarvi con due sane risate guardatevi QUESTO!!!

S3Keno & Tere elfi di Natale, in esclusiva per tutti voi, yeah.
E poi - non fate i vaghi, su - grazie a questo Elf-Yourself via alla grande con il vostro filmatino personalizzato (cliccando - alla fine del balletto - su "make your own") che potrete spedire a parenti, amici, colleghi e chi-vi-pare... e ci andranno in fissa tutti!!!
Per ora: i primi AUGURI beccateveli da noi :)

lunedì 17 dicembre 2007

Di certe grandezze, di certi autori.


Me li ricordo bene, sotto al palco. Anche perchè spesso ero lì con loro. Me lo ricordo bene il loro atteggiamento alle jam, anche quando si esibivano per la stessa causa.
Se suonava lo Zoo di Roma, e tirava giù mezza Arena, tutto il pubblico si esaltava, ma loro no.
Non sarebbe stato abbastanza
cool. Quindi mani in tasca, o braccia incrociate, al massimo un movimento della testa, a tempo.
Ma guai ad applaudire. Quello non si faceva mai. Non era cosa.
B-boyz nudi e crudi. Attitudine da duri. Nessuna concessione.
Poi si davano il cambio, perchè su quel palco c'erano microfoni da passare in nome della causa.
E si ripeteva lo stesso copione: se suonava Robba Coatta, e tirava giù l'altra metà dell'Arena, guai a battere le mani se eri dello Zoo.
Il pubblico si esaltava ancora, ripeteva ogni rima a memoria, cantava, ballava e applaudiva.
Per gli uni come per gli altri: era una jam, era rap.
Ma tra loro no. Non era cosa. Non ci si concedeva nulla.
Anche quando vedevi che gli altri stavano spaccando...


Stacco.
DICEVAMO DANIJEL ZEZELJ.
Volevo infatti tornare su un argomento che affrontavo nell'intro del Massa n°4, sapendo bene che - altrimenti - lo avrebbero letto solo i quattro lettori di quell'albo. Parlandone anche qui, diventano almeno otto. Cioè il doppio ;)
• E se qualcuno capitasse su questo blog per puro caso, di semplice passaggio, sappia che mi sto riferendo alla sua storia "Limbo Inc." contenuta all'interno di QUESTO fumetto.

Bene.
Io amo questo autore da anni, da PRIMA di conoscerlo di persona. Non è un caso che nel '93 gli chiedemmo di collaborare a Katzyvari, così come non è un caso che nel '95 gli chiesi di realizzarmi un paio di copertine per la prima serie regolare del Massacratore. Ad ogni modo, credo di avere in casa TUTTI i suoi volumi, da quei primi anni '90 fino ai più recenti. Non lo trovo solamente un disegnatore eccezionale, dal grande talento grafico e pittorico, ma anche un narratore sensibile e poetico.
Mi è capitato spesso di sentirlo "criticare" per questo. Per le sue storie, intendo (mai per i disegni), che in alcune occasioni hanno sfiorato l'ermetismo. Un'idea rafforzata dal fatto che proprio a ridosso dell'ultima Lucca Comics - dove veniva presentato il suo ultimo libro "King of Nekropolis" (Hazard Edizioni, € 13,50) - ho avuto modo di leggere molti commenti di lettori che, apprezzandolo, dicevano cose del tipo: "Finalmente una bella storia dalla sceneggiatura solida, bella da leggere"...

Ad ogni modo, personalmente non l'ho MAI messo in discussione.
Anche da lontano, ho sempre continuato a seguirlo e leggerlo.
Dico "da lontano" perchè proprio nel '95 Danijel si trasferì negli Stati Uniti, dove poi si è spostato e dove vive tuttora.
In questi 12 anni, è anche diventato un autore della Madonna: fumetti per Marvel, DC e Vertigo, illustrazioni per il New York Times, per Harper's Magazine, per il San Francisco Guardian o il Washington Chronicle, campagne pubblicitarie di copertura mondiale per la Nike, oltre ad una marea di locandine per cinema ed eventi musicali, di copertine per libri e dischi, di mostre ed esposizioni personali in tante città del mondo.
Un autore - insomma - che possiamo certamente definire molto AFFERMATO.

Un autore che avrebbe tutti i motivi del mondo per camminare ad un metro da terra.
Tirandosela, se volesse, con molta più legittimità di tanti artisti nostrani. E che - proprio in virtù della sua affermazione professionale - potrebbe non avere tempo (e voglia) di stare appresso a piccoli progetti di editoria indipendente, tantopiù se considerassimo i compensi con i quali oramai è abituato a lavorare.
E invece è rimasto la persona più gentile del mondo.
Disponibile ed umile come pochi.
Come dire: LA MISURA DELLA GRANDEZZA.
• Ecco di cosa parlavo in quell'editoriale.

Di come spesso siano proprio i più grandi ad essere i più umili.
Di come spesso siano invece i più meschini a cedere al fascino di un'onnipotenza editoriale che peraltro nemmeno esiste.
Di come un autore affermato a livello internazionale ti DONI una sua storia inedita di dieci tavole, spedendotele dall'altra parte del mondo, dopo che magari tu gliene avevi chiesto (timidamente) una breve di quattro/sei.
Di come uno a quei livelli, forse proprio perchè la sua vita è lì a Brooklyn, se ne fotta delle nostre liti di provincia, delle nostre polemichette da web, di certe prepotenze da signorotto feudale, di chi fa la voce grossa, di chi dice "Io con quell'editore non pubblico", di chi parla alle spalle, di chi si fa i calcoli, sia in termini di strategia che in termini di denaro.

Lui è Danijel Zezelj.
Vive e lavora a New York.
Se gli va, ti regala una storia.
Lo fa per amicizia, per stima, per affetto ad un nome, ad un progetto, ad una storia che per qualche tempo - tanti anni fa - è stata anche la sua. Senza paranoie. Senza secondi fini. Senza rotture di coglioni.
Un vero grande, signori.

Stacco.
Dopodichè li vedo anche qui.
Subito pronti ad attaccare, a bocciare, a criticare, se pubblichi qualcosa che (secondo loro) è discutibile.
Ma se poco poco fai qualcosa di buono - e se coloro con cui la fai sono inattaccabili - allora il silenzio.
Non i complimenti (non sia mai). No: il silenzio.
I complimenti, casomai, arrivano numerosi da pubblico e lettori, che (metaforicamente) applaudono.
Ma loro no, i cari "colleghi" fumettari. Autori nudi e crudi.
Guai ad applaudire. Non è cosa.
Nessuna concessione.

Nella valle di Elah.


Anche io al cinema in questo freddissimo weekend, scegliendo questo film.
Non fosse bastata la tripletta formata da Tommy Lee Jones, Charlize Theron e Susan Sarandon, c'era il regista - Paul Haggis - ad attirarmi in sala, quasi sulla fiducia. Perchè (ho già avuto modo di dirlo più volte) credo che il suo "Crash" del 2004 - insieme ad "Inside Man" di Spike Lee - siano i due più bei film che ho visto negli ultimi cinque anni.

"Nella valle di Elah" non mi ha emozionato come "Crash". Non è a quel livello, e questo lo chiarisco da subito. Ma è comunque un bel film. Algido nei colori, asciutto nella trama. Tommy Lee Jones è magistrale; la Theron - film dopo film - è sempre più brava (anche se continua ad "imbruttirsi" per dimostrarlo); la Sarandon ha una piccola parte, ma da fuoriclasse.
E il regista LI USA al massimo del loro talento.

Una base militare nel midwest, con la classica cittadina di provincia che le è cresciuta attorno. Giovani soldati appena rientrati dalla guerra in Iraq e da quelle crudeltà che gli Usa ammettono a fatica. Un padre che - da veterano - crede ancora nell'onore militare. Un figlio che sembra scomparso. Una madre che non accetta una nuova perdita. Un'indagine durante la quale si sovrappongono differenti verità, quelle civili e quelle militari. La guerra intesa come errore, che smaschera ogni aspirazione ad essere "esportatori" di democrazia. I segni di uno squilibrio mentale di chi viene mandato giovanissimo a certi orrori e che - quando torna, da reduce - ne rimane segnato per sempre, irriconoscibile anche agli occhi di un genitore. La bandiera americana issata al contrario, come un resa, per urlare: "Abbiamo bisogno di aiuto".

Sarebbe sbagliato considerare "Nella valle di Elah" come un semplice film di denuncia (nel nel grande schermo si trasforma troppo spesso e troppo facilmente in retorica). E nemmeno come un film/inchiesta. C'è un omicidio senza senso, avvenuto in suolo americano; c'è un'accusa molto esplicita all'attuale amministrazione che governa il Paese, d'accordo. Ma è soprattutto un'indagine nei luoghi della mente, diretta con grande sensibilità e soprattutto con grande sobrietà.
Lo scontro biblico tra Davide e Golia (avvenuto proprio nella valle di Elah, da cui il titolo) è la metafora su cui Haggis costruisce questo percorso introspettivo teso alla ricerca della verità, anche se significa ammettere le proprie sconfitte. Che non sono belliche, ma umane.

giovedì 13 dicembre 2007

Poesia: Viva l'ODG.


Ogni dicembre - puntualissimo - mi arriva per posta il bollettino con la quota annuale da versare all'Ordine entro il 31 gennaio successivo. Ogni dicembre, la stessa rima mi frulla per la testa. E dunque...

Poesia.
Viva l'Ordine dei Giornalisti,
che solo quanno c'è da batte cassa,
se ricordano che esisti.


Recensione del critico letterario.
"Mortacci loro".

Nota dell'autore.
"Ecco. Mo' me radiano dall'albo!!!"

martedì 11 dicembre 2007

Giorno più, giorno meno.


Vado al Giaime 2007. Abbastanza triste. Poca gente. Pochi artisti di quelli che pensavo io (cioè quelli che con Giaime c'erano davvero amici). Tante facce nuove sul palco, che non conosco. E' il rap della nuova generazione, che sento già lontana. Tanti pischelletti sotto al palco, che mi fanno sentire un "vecchietto" (old school?); è la stessa sensazione che provano quei (pochi) superstiti dello Zoo di Roma lì presenti quella sera. Bevo solo un paio di birre. Vado via presto.

Vado alla mostra di Paul Gauguin al Vittoriano. Una serata speciale, con il museo aperto "fuori orario" solo per noi, e con tanto di guida privata (erano secoli che non seguivo una mostra con la guida). Non male. Io amo Gauguin. Ci sono pezzi dall’Ermitage di San Pietroburgo, dalla National Gallery of Art di Washington, dal Ny Carlsberg Glyptotek di Copenhagen, eppure mancano le tele più importanti. Come OGNI VOLTA che Roma prova ad organizzare qualcosa di importante. Alla fine del percorso, mega ricevimento/buffet nel roof garden della terrazza panoramica. Sfizioserie a go go, e ottimo vino. Mi affaccio dal balcone della terrazza, sui Fori Imperiali, con il Colosseo illuminato che troneggia sul fondo. E palazzi, cupole, ringhiere, sanpietrini, tetti a perdita d'occhio. Roma è davvero meravigliosa, anche di notte, quando è illuminata dal suo caratteristico arancione.

Vado al Da Bomb 2007. Incontro un botto di persone. Chiacchiero fumo e bevo (parecchio) con tutti. La nuova formazione degli Inquilini fa il suo esordio. Decisamente convincente. Quasi militante. Un'apologia alla lotta armata. O meglio: alla difesa armata. Muoio dalla curiosità - a questo punto - nel sentire anche i nuovi pezzi di Kento solista con il suo "Sacco o Vanzetti". Nel frattempo me la chiacchiero pure col Piotta, ma non di rap. Di certi editori e certi libri, anche perchè a gennaio esce il suo.
Dj Gruff, quando sale sul palco, è il più grande di tutti. Passano gli anni, ma lui resta il Numero Uno. Non c'è storia, nemmeno nei contest di livello mondiale. Fa uno show di turntablism e strofe (anche canticchiate in salentino) che manda a casa tutti; le sue dita scivolano leggere sui vinili, in una coreografia di lucidi movimenti tra mixer e ruote d'acciaio, con scratches che solo lui riesce ad inventare.
Gruff prima e dopo lo show fa tristezza. Nel backstage, completamente sfatto, completamente solo. Senza nessuno che ci chiacchiera, nonostante l'allegra caciara e il numeroso viavai di persone. Che non se lo cagano.

Trovo finalmente il tempo di leggere "Ilaria Alpi - Il prezzo della verità" di Marco Rizzo e Francesco Ripoli (Becco Giallo, € 15). Veramente molto bello, a tratti emozionante. Marco ha fatto una gran bel lavoro, sia di documentazione che di scrittura. Su questo non avevo dubbi. Mentre la vera "sorpresa" sono i disegni di Ripoli, che NON conoscevo. Ed è davvero assai bravo, accidenti.

Vado a Più Libri, Più Liberi la mostra mercato della piccola e media editoria al Palazzo dei Congressi dell'Eur che - anno dopo anno - sta CRESCENDO davvero bene. Ci passo diverse (piacevoli) ore dentro, che tanto fuori piove e fa freddo. Acquisto qualcosa. Ma soprattutto becco chi devo beccare. Chiacchiere che diventano fatti, che rimandano a nuovi appuntamenti. E vado via proprio con ciò che volevo prima di entrare.

Vado al mercatino di Natale di Emergency, dove Tere sta facendo i suoi turni da volontaria (per indirizzi, date e orari cliccate QUI). Ci vado pensando di trovare il solito mercatino un po' fricchettone, con le solite robe eque & soldiali, e invece rimango stupito dalla varietà/quantità di offerte, di prodotti, di idee regalo (infatti faccio compere). Ottima organizzazione. Altro che bancarelle: a Roma, l'hanno allestito all'interno del bel palazzo della ADN-Kronos di Trastevere. Fateci un salto, se ne avete modo.

lunedì 10 dicembre 2007

S3Keno interviù.


Comicsblog.it mi ha fatto una breve intervista.
Mi ha fatto piacere, son contento.
Se dovesse interessarvi, la trovate QUI.
Oh, yeah.

mercoledì 5 dicembre 2007

Fuori dal passato.


Gli spiegai che i romanzi migliori non sempre erano quelli che vendevano meglio; che gli stili complessi e le storie ambigue lasciavano perplessi molti lettori. Gli dissi che i miei libri, pur vendendosi molto bene, erano considerati troppo cupi, complicati nell'intreccio e implacabilmente violenti per salire in testa alle classifiche.

Lui mi chiese se ero disposto a cambiare il genere di libri che scrivo per aumentare le vendite. Io risposi:
"No". Mi domandò se avrei cambiato il genere di libri che scrivo se avessi saputo di portare un determinato stile o tema fin dove riuscivo ad arrivare. Risposi: "Si". Mi domandò se i personaggi dei miei libri tratti dalla vita reale riescano mai a sorprendermi. Io risposi: "No, perchè il rapporto che ho con loro è di sfruttamento".

martedì 4 dicembre 2007

Step.04: Katzyvari 2.1



E ora tocca al Massacratore, che mi sembra pure giusto.
Che Lucca Comics è finita un mese fa, ed è da prima di Lucca che dico "poi parliamo del Massacratore".
Che nel frattempo è arrivato in fumetteria. Quindi C'E'!!!
Che il 4° numero della nuova serie targata Bottero Edizioni è intitolato "Katzyvari 2.1" (e ora vi dico pure perchè) e che se in questo post c'è scritto STEP.04 è perchè - senza voler alimentare nuovamente alcuna polemica - prima erano venuti lo step.01, lo step.02 e lo step.03.

Dunque: "Katzyvari 2.1" nasce prima di tutto come un gioco.
Poi - ma solo POI (chiaro?) - anche come una leggera provocazione.
Nell'editoriale interno, io stesso lo definisco "una risposta armata".
Le armi non sono coltelli o pistole: sono matite, pennarelli, idee e artisti/amici che hanno partecipato al gioco.
E la risposta di cui parlo è rivolta solamente a chi attua certe prepotenze editoriali.

Detto questo, "Kaztyvari 2.1" è SOLO un titolo.
Un numero SPECIALE non solo nei contenuti, ma anche nelle 48 pagine (al posto delle solite 32) mantenendo però INVARIATO il prezzo di copertina, che resta di 4 euro.

Oltre alla mia storia del Massa (stavolta impegnato in un divertente "back to the basics" di vecchio stampo, contro il programma "Affari tuoi" di RaiUno) stavolta non c'è solo una semplice storia breve in appendice. No, stavolta a bordo è salito prima di tutti il grande Danijel Zezelj con una splendida storia INEDITA di 10 pagine, "Limbo Inc." (che a certi prepotenti di cui sopra non sarebbe costata meno di 2.000 dollari). Poi il noto scrittore Enrico Brizzi in coppia con Maurizio Manfredi, con il primo episodio di "SuperTognazzi";. Poi ancora Lorenzo "Lollo" Bartoli con un suo bel racconto ("La Faida") illustrato per la prima volta da Paolo "Ottokin" Campana. E se tutto ciò non bastasse, anche Ed! con il suo Bonny-Ed, anche il Mangiatore, anche un insolito incontro con la pornostar Jenna Jameson (che - per pura vanità personale - volendo potete leggere anche QUI).

Senza che vi ricordi che - insieme al Massacratore n°4 - arriva in fumetteria anche il secondo volume del suo REMIX.
Che ha 128 pagine, che costa 16 euro, che spacca!!! Oltre alla saga di "Italian Superiros" (con Berlusconi, Fini e D'Alema), a "Prendilo!" (con i Take That), a "Rappowa" (con Jovanotti), a "In Dub" (una delle mie storie preferite di sempre) e a "Rock Escalation" (con Piero Pelù/Litfiba, i Green Day e Bono/U2) ci trovate pure delle chicche come "Intervista impossibile" e "Virgo ama". Completano il volume le firme di Walter Venturi, Michele Ginevra, Cristiano Cucina, Marco Rizzo, Alessio Danesi, Luca Carta, Mauro Muroni e Saverio Tenuta.

Inoltre, nel nuovo aggiornamento del mio sito Liskaprod.it, in homepage trovate le prime 3 storie della nuova serie del Massa (cioè "Ama e difendi", "Pornophilia (cube)" e "Kouassi Story") disponibili in download GRATUITO per chiunque abbia voglia di leggerle!!!

Ovvio, infine, che vi inviti nuovamente a visitare la Classifica del Massacratore, che è già al suo 2° aggiornamento. Venite a farci un salto, VOTATE il personaggio che vorreste vedere massacrato (a fumetti) e divertitevi a leggere i commenti di tutti gli altri!!! ;)

sabato 1 dicembre 2007

Cuori da bar.


Ieri pomeriggio, con Roma mezza immobilizzata dallo sciopero dei mezzi, sono andato alla presentazione del libro "Cuori da bar" (Edizioni BD, € 10) dell'amico Lorenzo Bartoli, in una bella libreria al Testaccio.
C'era parecchia gente. Ho assistito a presentazioni di scrittori comunemente ritenuti "più famosi" con meno gente, giuro!!! Ovvio che molti fossero amici, colleghi e conoscenti vari. Ma tant'è. L'atmosfera era calda e - per l'appunto - assai amichevole. E poi c'era Remo Remotti.

Dopo una presentazione molto "ispirata" del Rrobe nazionale, Remotti ci ha deliziato con la lettura di tre racconti tratti da questo libro, che - a proposito - dovete acquistare per forza!!!
Remo Remotti è un grande personaggio della nostra Roma. Un grande, dico davvero. Schietto, genuino, bestemmiatore come pochi, molto più COLTO di come a volte lui stesso sembra voglia far apparire.
L'unico suo "limite" (se così lo vogliamo definire) è che gli piace da morire parlare di se stesso. Non solo ieri in quella libreria. Ogni volta che l'ho visto (fossero presentazioni analoghe, fosse in TV), ogni volta lui parla di se stesso, della sua vita, delle sue poesie, delle sue conoscenze, dei suoi libri, della sua storia, delle sue canzoni, della sua pittura, anche quando dovrebbe parlare di qualcun altro, per cui magari è stato invitato.
Comunque sia, ci ha fatto ridere parecchio.
Anche quando si rivolgeva a Bartoli e Recchioni come fossero due pischelletti al loro debutto sulla carta stampata, dicendo a Lollo che insomma è bravo, che insomma 'sto libro è un ottimo aperitivo in attesa di un primo romanzo vero e proprio, che insomma che cazzo li fa a fare i fumetti?!? ;)
Fatto sta che al momento della lettura dei brani, era il personaggio giusto nel momento giusto.

Prima di andare via, mi sono comprato una copia del libro. La seconda, se vogliamo dirla tutta (su suggerimento dello stesso Lollo, quando per mail ne parlava come possibile "regalo di Natale"), che infatti regalerò. Un qualcosa - questo gesto di aprire i portafogli - che vedo sempre far poco agli AUTORI, anche se amici, presi costantemente dal loro "ruolo" per cui o ti viene regalata oppure niente. Che poi è un argomento di cui parlai un annetto fa anche con Ottokin, quando uscii il suo "I racconti del campetto"...
Vabbe', ma questa è un'altra storia.

Il punto - ora - è che dovete veramente acquistare e leggere questo libro.
Perchè è semplicemente bello.
Perchè Lorenzo cammina su questa terra a braccetto con il talento.
Perchè davanti a cose come stima ed amicizia non ci sono "convenienze editoriali" che reggano. E il resto delle chiacchiere stanno a zero, capite a me.

giovedì 29 novembre 2007

Snobbin'


Stavo leggendo il nuovo numero di "XL", uscito stamattina.
C'è un bel pezzo di Roberto Saviano sul nuovo album dei Subsonica ("L'eclissi", che ho già, che recensirò a breve proprio qui) a cui è anche dedicata la copertina. Poi - sparsi qua è là, sia che si parli propriamente di loro, sia ad illustrare ALTRI pezzi - ci sono 'sti toys... che francamente ci hanno già rotto il cazzo, a furia di underground komix e mondiPOP!!!
Ed ecco che torno sul gruppo IUK.
Sul quale ho avuto già modo di dire la mia, esprimendo tutta la mia personale perplessità.
Anche dedicandogli 'sta cosa qui, in maniera divertente ;)

Dunque: stavolta parliamo della pagina della posta dei lettori (che su "XL" si chiama Feedback). Hanno scritto al magazine una serie di ragazzi/e infastiditi dall'atteggiamento SNOB degli autori IUK nel loro modo di trattare l'hip hop sul numero precedente, nello "specialino" a fumetti ad esso dedicato.
Definendolo snob, superficiale, se non addirittura un po' stupido.
Alcuni di loro glielo dicono con molta semplicità (come può farlo un pischello di 17 anni), altri tirando in ballo le parole di Pasolini, quando - dopo gli scontri a Valle Giulia - si schierò dalla parte dei poliziotti/proletari piuttosto che da quella degli studenti/borghesi.

Bene. Di fronte alle legittime argomentazioni di questi lettori, andatevi a leggere - se vi va - le risposte degli IUK (Staffa, Baronciani, Ratigher, Squaz e Vecchiato con 5 singole risposte individuali): spocchiose, piccate, saccenti, fastidiosamente sarcastiche... come dire che - se fosse possibile - sono stati ancora più snob dei loro stessi fumetti!!! Che schifo.
La didascalia sotto alla loro foto (tratta da quel ridicolo servizio fotografico da posers dello scorso numero) dice: "Osservateli bene, davvero vi sembrano snob?"
SI.

• A proposito del nuovo numero di "XL": sono d'accordo con Christian Zingales sul nuovo album di Kylie Minogue. Insomma, premesso che io la Minogue la stimo e la ammiro (si, si: stima e ammirazione... e quanto è gnocca? Mmmh) ha ragione quando dice che - nella collaudata commistione tra pop ed elettronica - questo nuovo disco "X" è molto più DEBOLE dei precedenti "Fever" e "Body Language". Oh, sia chiaro: resta inteso che Kylie, dall'alto dei suoi splendidi 39 anni, batte comunque mille a uno analoghi esperimenti pop/elettronici alla Britney Spears, oramai patetica ombra/parodia di se stessa!!!

martedì 27 novembre 2007

La "mia" Madrid.


Così come l'ho vista io.
Poi - è ovvio (come dicevo l'altra volta per Parigi) - ognuno ha il suo modo di vederla e di raccontarla.

• Se vuoi, clicca sull'immagine per ingrandirla.

• Al Prado, in mezzo ad una miriade di Velàzquez e Goya, c'è UN SOLO Caravaggio ("Davide vince Golia", vedi sotto) che se ne sta lì solo soletto... bah, secondo me starebbe meglio nel soggiorno di casa mia!!!

venerdì 23 novembre 2007

¡¡¡Madrid, olè!!!


Stacco la spina per qualche giorno.
Siamo in sei, i magnifici sei (se fossimo stati in quattro, eravamo fantastici).
E si va in Spagna, che ci piace tanto.
Non si torna a Barcellona nè a Velencia.
Stavolta è Madrid. Che non l'ho mai vista, che non ci sono mai stato, che tutti quelli che ci sono già stati (a cominciare da Michele, che è uno dei sei) mi dicono essere bellissima.
Ci si risente martedi prossimo.
Nel frattempo io me la girerò tutta in lungo e in largo, senza risparmiarmi. E finalmente, tra le molte cose che già so di voler vedere, andrò anche a visitare il Prado :)
Buon proseguimento...

P.S. = Non c'entra una cippa, ma ne approfitto per avvertirvi che è stato fatto un primo "aggiornamento" al blog della Classifica del Massacratore... fateci un salto :)

mercoledì 21 novembre 2007

Delle colpe, del rispetto.


Fine del mystic moment. Del nonsense.
Sono molto serio.
E' quasi un anno che esiste il mio blog (nato ufficialmente il 16 dicembre 2006) e questo anno - per quanto mi riguarda - è stata una bella prova "sul campo" di comunicazione. Molto diretta, senza mediazioni. Assai diversa da precedenti esperienze con la rete, come la direzione editoriale di due testate web per conto della Nexta Media. In quel caso si trattava di giornalismo puro, di informazione e attualità, di produzione di contenuti editoriali e soprattutto del coordinamento e la supervisione di uno staff redazionale.
Il blog è diverso. Il blog sei tu, in prima persona, che ti metti in gioco. Con la tua faccia. Sei tu che - nel bene e nel male - da una parte spari, dall'altra esponi il fianco (soprattutto nel meccanismo dei commenti "liberi" da parte di CHIUNQUE). Ma tant'è.

Ci sono diverse cosucce che ho imparato.
Ho fatto molti sbagli negli scorsi anni. Veri e propri ERRORI di approccio e di comunicazione.
Prendetelo come una sorta di "Mea Culpa".
Ho detto e fatto cose che avrei potuto evitare di dire o di fare. Mi sono lasciato sedurre dalla mia stessa capacità di scrittura, convinto che con la mia dialettica avrei potuto affermare/sostenere/dibattere qualsiasi questione. E quanto non è vero, ahimè!!!
La rete ha meccanismi perversi, ha MODI e TEMPI tutti suoi. Ha una diversa percezione dei toni, delle sfumature, delle punteggiature, delle battute, dell'ironia. Trasforma tutto. Crea equivoci, malintesi, imbarazzi. E anche zuffe.
Bisogna imparare ad usarla. Giorno dopo giorno. Con la pratica.
Quindi Mea Culpa. Faccio un passo indietro. Ricomincio da uno. E cambio registro.
Nel tentativo di essere più pacato, più paziente.
Nello SFORZO di essere meno polemico.

C'è però un'altra cosa che ho imparato da questo gioco.
E cioè il RISPETTO per i frequentatori/lettori altrui.
Anche in questo caso è un errore in cui io stesso sono cascato, diverso tempo fa.
Andando in casa di altri (sui forum dell'Elite, di Comicus, nei blog di amici/conoscenti/colleghi) e finendo - senza volerlo - ad offendere i LORO lettori, magari per dare più forza alle mie ragioni. O tesi. O solo ipotesi. Li ho definiti "nerds" e "coorti applaudenti", quando non addirittura "leccaculo". E ho sbagliato.
Perchè è OVVIO, si... è NORMALE, che ogni persona (tantopiù quando è un autore, quindi un individuo che - per sua stessa natura professionale - ha un pubblico) abbia le proprie cerchie interne, i propri frequentatori abituali, i propri estimatori, qualche amico personale.
Se frequentate quotidianamente certi blog, vi accorgete che - a parte i commenti occasionali di chi passa, numerosi o meno che siano - esiste un numero di "commentatori" abituali. Che spesso e volentieri caldeggiano idee e metodi dell'autore del blog (il che è anche abbatsanza logico, perchè altrimenti non frequenterebbero così assiduamente quel lido). E vanno rispettati.
Come loro lettori, come loro amici, come singoli individui.

Ammettere, come primo passo del nostro cambiare.
Imparare, come primo passo del nostro migliorare.
Nell'augurio che certi cambi di registro (che - aldilà di tutto - sto comunque per applicare seriamente) non avvengano solo a senso unico.

martedì 20 novembre 2007

Outlawz.


Perchè siamo dei fuorilegge.
Ma per essere veri fuorilegge,
bisogna essere persone oneste.

venerdì 16 novembre 2007

Giuda.


"Signore sono Giuda il tuo vecchio amico
parlo dall'inferno non dal paradiso
scusa se disturbo... se ti cerco ancora
io ti sto aspettando oggi come allora.
Ero solo un uomo ora un uomo solo
e mi grido dentro tutto il mio dolore
l'ho pagata cara la mia presunzione
io volevo solo essere il migliore.
Ora sono qui ultimo tra gli uomini
a portare ancora tutte le spine della tua corona
perdonando me liberi anche te
dalla solitudine.
Ora devo andare nel buco nero spaziotemporale
nella certezza della dannazione
nel buio freddo dell'umiliazione
che sarà di me... che sarà di te
dimmi mio Signore
l'ho pagata cara la mia presunzione
io volevo solo essere il migliore."

giovedì 15 novembre 2007

Letture/opinioni after Lucca.


Tornato da Lucca Comics, mi sono letto parecchie cose. Non ancora tutte, ma parecchie.
In ambito majors (si può dire nei fumetti?), alla Panini ho preso solo il 100% Marvel dedicato ad "X-23" (la clone di Wolverine) che - senza alcuna pretesa - mi è piaciuto, sia nella trama avvincente di Craig Kyle & Christ Yost che nei bei disegni di Mike Choi.
In ambito Planeta DeAgostini, mi sono preso l'absolute edition di "Arkham Asylum" (che devo ancora rileggere, in verità) e il primo TP di "DMZ", che raccoglie i primi 5 episodi della serie Vertigo di Brian Wood (col quale ho avuto anche modo di chicchierare un po' durante la fiera) e Riccardo Burchielli.

Non è vero. Sto mentendo. "DMZ" l'ho preso da Forbidden Planet qui a Roma, visto che a Lucca la Alastor lo aveva esaurito, e visto che il caro Riccardone non me l'ha più dato (a proposito: ormai l'ho comprato, quindi considerati LIBERO da ogni "debito"... anche se - per quanto mi riguarda - io le mie scommesse le pago sempre!!!).
Gran bel cazzo di fumetto. L'ho divorato pagina dopo pagina. Una New York così non s'era mai vista, nemmeno nel famoso film di Carpenter in cui Manhattan invece che una zona demilitarizzata era un'unica grande isola/carcere. Ad ogni modo: davvero notevole. Da continuare a seguire.

Mi sono letto il primo albo di "Milano Criminale - La città esige vendetta" delle Edizioni BD (grazie Diego! Avrei aspettato l'uscita del TP completo, ma grazie lo stesso!). Sono rimasto molto colpito dai disegni di Giuseppe Ferrario, che - beata ignoranza mia! - io nemmeno conoscevo. Molto molto bravo, anche se sono curioso di sentire altri pareri riguardo il costante uso di fotografie "fuse" alle sue belle tavole a colori.
Su Cajelli che dire? Tra tutti noi (si, uso un plurale di appartenenza, anche perchè "Milano Criminale" nasceva in Factory) è quello che ho sempre ritenuto LO scrittore, uno che bada poco all'APPARENZA in favore della SOSTANZA. Uno da poco fumo e molto arrosto. You know what I mean, man?
Gran bella confezione, tra l'altro. Nella copertina, nella grafica... e nell'ODORE della carta, da impazzirci!!!
Restando in casa BD, ho letto anche "Battaglia - Le guerre di Pietro" (grazie Leo!). Cosa dire anche qui? Il volume vale l'acquisto anche fosse solo per i disegni di Leomacs. A livello di storie... beh, "Vota Antonio" sarà la terza o la quarta volta che viene riproposta (nasceva anche lei in Factory) e su "Caporetto" preferisco non esprimermi, così come non mi sono espresso - in tempi non sospetti - nemmeno per "Fuori tempo massimo". A buon intenditore poche parole.

Poi mi sono letto quasi tutto "Nixon" (grazie Alessio!) la bella rivista sperimentale ideata e diretta dal caro amicone Akab (che tra l'altro nemmeno so quanto costa). Spinto dalla curiosità e anche dal fatto che DENTRO ci sono comunque diversi autori che mi piacciono, come my homeboy Ottokin, lo stesso Alessio D'Uva, il sempre più bravo Alberto Ponticelli o Mastro Pagliaro.
Proprio Ponticelli nel suo blog, a proposito di questo progetto, diceva: "Chiunque amasse il fumetto dovrebbe guardarsi "Nixon", perchè c’è tanta sincerità e zero paraculate. E' piena di stimoli, capite? E' una parola rara nel fumetto, merce rara in tanto fumetto: vuol dire idee, ispirazione, ricerca. E il talento è presente in dosi massicce"... ma io l'ho letto "quasi tutto" e NON tutto perchè dopo un po' avevo un gran mal di testa. Roba da mediocri, lo so. Ma d'altronde che ci posso fare? Non tutti sono chiamati a salvare il mondo (e nemmeno la cheerleader!!!). Un lavoro ambizioso, qualitativamente assai elevato, eccessivamente incasinato, a tratti insensato. Ma vale la pena. Anche per l'ottima confezione (formato e stampa).

Passo poi a due albi presi allo stand Comicus/DTE: il primo è "Gizmo" di Andrea "Eightball" Gadaldi, davvero niente male (anche se in rete avevi postato solo le tavole migliori, vero furbacchione?); il secondo è "Comicus Magazine" n°1, finalmente anche su carta. Sicuramente da migliorare nei contenuti e nella grafica interna (che non rispecchia del tutto la validità della copertina) ma - per essere il primo numero - i ragazzi meritano solo complimenti. E avranno tutto il tempo per aggiustare il tiro.

Dal mio stesso stand, mi sono preso il primo volume del "Nexus" di Mike Baron & Steve Rude (grazie Bot!), e "Pounded" di Brian Wood & Steve Rolston (grazie Ale e Lorenzo!).
"Nexus" (che non ho mai letto in lingua originale) me lo ricordavo dai tempi di "Hyperion", e già allora mi aveva colpito molto. Rileggerlo oggi è un piacere. E' un fumetto ancora molto attuale nei contenuti, anche se - è ovvio - questi Archivi accusano un po' il passare degli anni, sia nel "metodo" di disegno che in quello dei dialoghi.
"Pounded" (che è una commedia) è molto carino. Non raggiunge certo il valore di "Demo" (che era drammatico) ma si legge tutto d'un fiato; la sensazione generale è di leggera superficialità, nonostante sia comunque divertente. Forse Wood poteva sviluppare maggiormente i dialoghi e l'interazione tra i personaggi, su un soggetto di stampo sentimantale/giovanile che aveva tutte le carte in regola per avvincere. La città "provinciale" rispetto a New York, la scena punk del luogo "dominata" dallo stronzetto alternativo leader di una band in realtà figlio di papà con attico e SUV, la studentella innamorata/tradita che va via, diventa figa, poi torna e si vuole vendicare... si, insomma: con lo stesso soggetto, quelli di "The O.C." ci avrebbero tirato avanti per 3 stagioni, non per 72 pagine!!! Ma sia chiaro, vale comunque l'acquisto ;)

Bene. Ho ancora diverse altre cosucce da leggere...
Magari dedicherò una seconda parte a questo post.

Forse.

mercoledì 14 novembre 2007

Alicia Keys: "As I am" (J Records/Sony/Bmg).


Accomodetevi pure, signore e signorine, anche se vi chiamate Beyoncè, Ashanti, Brandy o Rihanna. L'R&B è morto. Quantomeno quello omologato che intendete voi. Alicia Keys - ora - è ad un altro livello. E vi manda tutte a casa!!!
A soli 27 anni, può sedersi accanto a Mary J. Blige o Erykah Badu.
E può considerare già suo il trono del nu-soul.

Che spinga sui pedali del suo pianoforte, o che tocchi leggera i tasti più bassi. Che esploda con tutta la potenza della sua voce, o che sussurri roca una strofa. Alicia è (super)naturale, è credibile, è convincente. E' tanto poliedrica quanto sorprendente. Chiunque abbia avuto la fortuna di vederla suonare e cantare dal vivo, sa bene di cosa parlo.
"As I am" è SOLO il suo terzo album (escludendo il live "Unplugged") e ci consegna un grande talento. Puro, indiscutibile, già dal titolo: così come è! La Keys scrive la sua musica, la interpreta e - se non bastasse - stavolta si produce tutto il disco, con una manciata di poche e fidate collaborazioni, tra le quali Linda Perry (la ex Four Non Blondes che abbiamo già trovato come autrice dietro agli ultimi lavori di Pink, Christina Aguilera, Courtney Love e Gwen Stefani), Jeff Robinson e Kerry "Krucial" Brothers.

Le emozioni cominciano subito, già dalla possente intro di piano. Non è un caso che con i tasti del suo magico strumento la cantautrice di Harlem riesca a fondere con abilità ogni genere musicale legato alla sua formazione, dal soul alla musica classica, dal jazz all'hip hop.
Il primo singolo "No one" (già in heavy rotation da diverse settimane in ogni network radiofonico) riassume bene l'identità dell'intero album, non solo nelle secche batterie allineate allo spartito del pianoforte, ma anche nei lievi "graffi" di disturbo in sottofondo, che ci riportano - in termini di sapore - ai cari vecchi vinili. Veramente straordinarie "Superwoman" (ecco subito la Perry!), "Lesson learned" in coppia con John Mayer, "Where do we go from here" e "Tell you something". Ma rimane comunque difficile selezionare alcuni brani piuttosto che altri, data la qualità assoluta di TUTTO il lavoro (composto da 14 tracce).
Il suono del soul più fresco e moderno (nell'uso delle parti elettroniche, nelle programmazioni, negli arrangiamenti) si lega alle suggestioni della migliore musica nera degli anni '60 e '70 (nella scrittura, negli strumenti, nel retaggio emozionale); Alicia Keys - se qualcuno aveva ancora dei dubbi - si conferma come una vera grande artista di caratura mondiale.

lunedì 12 novembre 2007

...


Muore un ragazzo di 28 anni sull'autostrada A1.
Muore ucciso da un colpo di pistola, non per una strage del sabato sera.
Muore ucciso dal colpo sparato da un agente di polizia.
Muore un dj romano, un tifoso della SS Lazio, non un ultrà.
Parata di giustificazioni, di imbarazzo, di coperture.
Esplodono le reazioni.
Esplodono le curve.
Esplode il dolore di parenti e amici.
Esplode la rabbia cieca degli ultras, quella insensata, che non vuole sentire ragioni.
Esplode la violenza a Roma.

In una sola domenica, è successo qualcosa di enormemente grave.
Se non facesse tutto così schifo, sarebbe tristissimo.
Perchè è morto un ragazzo di 28 anni sull'autostrada A1, ucciso da un colpo di pistola. Gabriele Sandri a.k.a. Gabbo Dj.

giovedì 8 novembre 2007

Di palo in frasca...


Poco prima di Lucca, mi erano arrivati due nuovi album: "Brave" (Sony/Bmg) di Jennifer Lopez e "Uno" (Universal) di Raiz. Che dire? Io la Lopez l'ho "giustificata" fino a che fosse possibile, inventandomi i draghi, arrampicandomi sugli specchi della dialettica, spiccando voli pindarici nella scrittura quantomeno verosimile di una recensione (se vi va, potete leggere voi stessi i miei pezzi sui suoi due ultimi album, che erano "Rebirth" del 2005 e "This is me, then" del 2002, se non consideriamo l'album in spagnolo uscito qualche mese fa, passato praticamente inosservato in ogni altro mercato che non fosse quello latino). Ma questa volta è IMBARAZZANTE.
Non c'è più nemmeno la minima traccia di R&B, quelle a cui potevo ancora aggrapparmi per parlarne su BLACKmag. E' pop/dance allo stato puro. Magari i suoi singoli in discoteca (o nelle palestre) spaccheranno, non so. Di certo il mio lettore CD difficilmente lo rivedrà. Non rientra più tra la roba di cui mi occupo io. Amen.

Per contro, il nuovo album solista di Raiz è davvero molto molto bello. Abbandonati (in)certi tentativi di canzone all'italiana del precedente "Wop" (Universal, 2004), si torna al profondo dub, al reggae e all'elettronica fusi con il dialetto e la tradizione napolatana. Come piace a noi.
Piacevole poi vedere che nei remix allegati alla confezione con un secondo CD, alcuni portano la firma di Boosta dei Subsonica, Max Brigante, Zion Train ma soprattutto degli stessi Almamegretta (su "Never forget U", non a caso proprio il pezzo dedicato al loro amico scomparso Stefano Facchinelli a.k.a. D.Rad, the dub-maker), che - sul presupposto di un bel rapporto ancora in corso - ci fa ben sperare in una prossima reunion del gruppo partenopeo. Come piace a noi.

Saltando di palo in frasca.
Tornato da Lucca, mi son letto per bene il nuovo numero di "XL" di Repubblica, che - guarda caso - è stato oggetto delle attenzioni del mio Massacratore (lo trovate QUI) proprio nell'albo che stavamo presentando in fiera. Io "XL" lo leggo ogni mese. Come un botto di altre riviste (di musica, cinema, attualità, etc.) che escono in edicola ogni settimana e/o mese.
Ma ora, davvero, 'sta storia degli IUK sta diventando RIDICOLA.
Un intero servizio fotografico, come fossero delle popstar, in cui in pratica si auto-intervistano, tutti "in posa" (quindi posers?) ad annunciare la RIVOLUZIONE del fumetto italiano!!!
La banda dei fumettiisti underground targati Gruppo Editoriale L'Espresso contro il segno/disegno commerciale, contro l'editoria convenzionale, contro i rappers al M.E.I., contro il mercato, contro l'Italia intera, a lanciare pupazzetti in vinile contro i nerds invece che sanpietrini contro la polizia. Venceremos adelante...
Cioè... ma ci credono veramente?
Ripijateve.

martedì 6 novembre 2007

Va tutto bene.


Ho passato il fine settimana in una bella cittadina toscana, dove credo fosse in corso una fiera di cartoni animati o roba del genere.
Al mio PRIMO MINUTO in questa fiera, quando ancora stavo ritirando il mio pass, ho sistemato - in modo discutibile - una questione che stava diventando parecchio fastidiosa (anche per mia moglie) e che, insomma, andava sistemata.
Dopodichè non mi ha dato più pensieri.
Mezz'ora dopo stavo mangiando pizza e bevendo birra.

Quella stessa sera cenavo da "Giulio in Pelleria": accidenti, era dal '98 che non ci cenavo più, son proprio contento.
Salumi, crostini toscani, minestre di farro di diverso tipo, pancetta al forno, abbondante ed ottimo vino rosso.
Dopodichè belli allegrotti invece che in piazza Ovale (che, non so per quale motivo, quest'anno era deserta!) si è stati in piazza San Martino a bere mojito... e - vi prego! - scusate se la mia presenza può aver "imbarazzato" qualcuno in qualche modo, mio malgrado.
Ma eravamo in piazza, all'aperto, in un luogo pubblico, c'era un botto di gente che continuava ad arrivare (compresa tutta la banda Bottero/Double Shot, per dire) con cui chiacchierare e cazzeggiare, e dunque non avevo motivo di andare altrove per bere, divertirmi e stare insieme a loro... no? ;)

La seconda cena invece l'ho fatta in un ristorante "nuovo", nel senso che esisteva già, ma l'hanno chiuso, rinnovato e riaperto solo una settimana fa. Si chiama "Pecora nera", si trova in piazza San Francesco n°1, e nel suo staff lavorano alcuni ragazzi/e disabili intellettivi. E' gestito dalla cooperativa sociale "Cose & Persone" e rappresenta il punto di arrivo di un progetto che ha coinvolto le istituzioni locali, a cui hanno partecipato alcuni ragazzi con sindrome di down, adesso impegnati ai fornelli e in sala.
Locale molto bello e ben curato, gestione quasi familiare, cucina molto buona, porzioni abbondanti, prezzi modici, atomosfera calda e amichevole.
Poi tutte le nostre signore a nanna (eh eh eh) e via a far le ore piccole alla festicciola fricchettona organizzata della Self Area!!!
Tanto per bersi insieme qualcosina...

E poi che altro?
Ah, si... avete presente quelle tensostrutture in metallo tela e plastica, suddivise nel loro interno da tanti pannelli e tavoli che delimitano aree di diversa misura che poi chiamano stand?
Bene. A piazza Napoleone, guarda caso proprio SOTTO al mio albergo, ce n'era una. E dentro c'era uno di questi stand dove ho passato parecchio tempo. Disegnando cose. Firmando cose. Chiacchierando e cazzeggiando pure lì. E rendendomi conto - quest'anno come non mai - che tutta la roba che presentavamo su quel lungo tavolo era davvero buona. Quasi inattaccabile, direi (anche la roba mia, e non solo perchè lo dico io)...
Ad ogni modo: grande Alessandro, grandi Alessio e Lorenzo, grande Simone a.k.a. il Firmatore (e grande pure Ed! anche se il suo stand era un altro), grande Mattia, grande Maurizio a.k.a. Manfro che - insieme al compare Bramucci - domenica pomeriggio ha regalato momenti di vero cabaret!!!
Grandi tutti. Anche pubblico e lettori.

Insomma... mi spiace davvero che Paoletto dica che stavolta non si è divertito come gli altri anni (troppi scazzi, troppe polemiche, e purtroppo è anche vero, solo che è probabile che io ci sia semplicemente più abituato) ma il punto è che io... se non s'era capito... beh, si... è che IO MI SONO DIVERTITO UNA CIFRA!!!
Dovunque sono andato, e con chiunque sono stato.

Ma, lo so bene, è anche vero che avevo un valido motivo in più.
Uno motivo che - da solo - ha più palle di tutti quei leoni là fuori!!!
Che mi cazzia se c'è da cazziarmi. Che dice la sua, anche se significa finire a litigare. Che mi riprende, se non pensa stia dicendo/facendo qualcosa in modo corretto. Ma che poi - comunque la mettiate - C'E'!!! Pronto a intervenire. A sostenere. A coprire le spalle. A schierarsi senza nessun secondo fine. E anche a far caciara insieme, come si presenta l'occasione.
Se penso al volo ai primi 9 amici/colleghi/ex-soci che posso avere nel mondo del fumetto, vedo solo figli unici o (al massimo) sorelle.
E mi dispiace, veramente, che non abbiano idea di cosa voglia dire avere UN FRATELLO al proprio fianco.

"Quando cresci insieme,
capita di essere crudele...
Va tutto bene
la strada divide, prendo la mia direzione...
Se scoppio questo è un ciao,
non è un addio,
se hai un fratello che ti vuole bene
quello sono io
"...


da "Va tutto bene" degli Assalti Frontali,
tratta dall'album "Banditi" (Bmg, 1999).

mercoledì 31 ottobre 2007

"Quanno gioca l'AS Roma"...



La magggica vince il derby e manda a casa la SS Lazio per 3 a 2.
Vucinic, Mancini, Perrotta.
Tre giorni fa, Roma batteva Milano 1 a 0 giocando fuori casa (e non solo a San Siro, tra l'altro).
Aria de festa, in città.
Niente di meglio che il pezzo di Brusco.
Che spesso il ragamuffin' - con la sua ironia, con la sua allegria - è pure mejo del rep.
E chi lo canta, sicuramente, meno sfigato di tanti mc's dall'aria perennemente incazzata e triste!!!
Yeah.

P.S. = Nelle versioni live che Brusco ripropone ai suoi concerti (e GUAI se non lo fa, se lo magnano!!!) la formazione viene ovviamente "aggiornata" anno per anno. Il pezzo originale - questo che ascoltate - è del 2000/2001.

lunedì 29 ottobre 2007

KATZ teaser.


Dopo la focosa bagarre relativa a "Katzyvari 2.0" scoppiata lo scorso giugno - in modo trasversale - su alcuni forum di fumetti e sui blog personali dei diversi autori coinvolti, s'era detto che KATZYVARI non si sarebbe fatto più.
Ed infatti è vero. KATZYVARI non si farà più.

Eppure, eppure...
A Lucca Comics... cercandolo, lo troverete.
Com'è possibile?
Morto KATZ, viva KATZ!!! ;)

sabato 27 ottobre 2007

Domandina per i miei 4 lettori.


Se sto discutendo (animatamente) con te, e ad un certo punto ti do del "figlio di papà", secondo te la mia OFFESA è rivolta a te o a quel povero cristo di tuo padre che ha avuto la disgrazia di averti come figlio, e magari s'è pure spezzato la schiena per darti ciò che hai?

La domanda, ovviamente, è retorica.
Solo un IDIOTA potrebbe interpretarla nel modo sbagliato.

venerdì 26 ottobre 2007

Torno un momento su Emergency.


Un po' di giorni fa ho accompagnato mia moglie ad una delle "sue" riunioni dei volontari di Emergency, nella loro sede romana a due passi da Campo de' fiori.
Oramai so praticamente tutto che c'è da sapere su questa associazione... eppure non si finisce mai di imparare, quanto è vero. Durante quella riunione (un po' troppo lunga), ho infatti "scoperto" una cosa che non sapevo, e che - se ancora ce ne fosse bisogno - mi ha colpito molto positivamente, alimentando una stima di base che è già forte di suo.
Se andaste a leggere il loro "programma", dice (copio & incollo dal loro sito):

• Emergency decide i suoi interventi basandosi soprattutto su due criteri: l’effettivo bisogno della popolazione di assistenza medico-chirurgica specializzata e la scarsità o la mancanza di altri interventi umanitari analoghi nel paese.

• Emergency costruisce e gestisce:
- ospedali per i feriti di guerra e per le emergenze chirurgiche.

- centri per la riabilitazione fisica e sociale delle vittime delle mine antiuomo e di altri traumi di guerra.
- posti di primo soccorso (FAP, First Aid Post) per il trattamento immediato dei feriti.
- centri sanitari per l'assistenza medica di base.

• Emergency
- forma il personale locale secondo criteri e standard di alto livello professionale.
- attua interventi umanitari di assistenza ai prigionieri in contesti connessi a situazioni di conflitto.
- realizza progetti di sviluppo nei paesi in cui opera.


Ma fa anche un'altra cosa, notevole.
Nei paesi in cui costruisce e opera (tipo Afganistan, Cambogia, Iraq, Sierra Leone, Sri Lanka e Sudan, ma non solo), che sia essa una "missione" annuale, biennale, quinquennale e/o altro, alla fine LASCIA le proprie strutture all'amministrazione locale (quella con cui - di volta in volta - firma i protocolli per poter agire territorialmente nella completa legalità, anche quando risulta "scomodo" a governi e autorità sanitarie locali).
Cioé: dopo aver costruito A PROPRIE SPESE le strutture, dopo aver formato gratuitamente il personale locale, dopo averlo reso indipendente al 100% in termini professionali di prima assistenza/medicina/chirurgia, Emergency "chiude" il programma e lascia loro gestione e PROPRIETA'... ma vi rendete conto?
Lo HA GIA' FATTO in Cambogia, per esempio.
Roba che non s'è MAI sentita da nessun altro.
Sono proprio ad un altro livello!!!

A proposito: mancano ancora 5 giorni alla fine di ottobre.
E' ancora in corso la campagna Diritto al cuore: un euro da donare via sms al 48587 per sostenere le (immense) spese dell'ospedale cardiochirurgico "Salam" in Sudan... eddai, che vi costa? Beh, si... un euro!!! ;)

martedì 23 ottobre 2007

Piccoli editori crescono...


... e Lucca Comics si avvicina!!!

Un paio di anni fa, dopo otto anni di "pausa" nei fumetti, cominciavo una nuova avventura con un editore piccolo piccolo che tutti quelli che avevo intorno in quel momento (colleghi fumettari, amici e/o presunti tali) più o meno mi dicevano: "Lascia perdere Ste', ma che lo fai a fare con lui?"...

Qualche mese fa - prima che scoppiasse la bagarre relativa all'ipotesi del nuovo Katzyvari 2.0 - scrivevo ad alcuni di loro (quelli che avrebbero dovuto partecipare) che stavo vedendo una effettiva CRESCITA di questa etichetta indipendente, e che io stesso - in parte - mi sentivo anche uno dei fattori che ne concorrevano. Solo uno dei tanti, sia chiaro.
Ribadendo la LIBERTA' editoriale e creativa che gli è propria (a partire dai miei prodotti, che gli vengono consegnati FINITI in grafica e contenuti), sottolineando questa sua crescita tanto in termini di autori e produzioni quanto in quelli di confezione... anche grazie all'ottimo lavoro della Double Shot (perchè va dato merito anche alla scelta di una buona sinergia).
Sostenevo che il seme piantato da questo "editore" (spesso criticato, anche per sue presunte alleanze con presunti editori di destra, che ridere!) con il tempo avrebbe portato buoni frutti a tutti coloro che ci collaborano/lavorano insieme.
Per motivi che esulano (e superano) le pure finalità economiche e/o certe strategie commerciali.

Alessandro Bottero ha avuto fiducia in me.
Io ho avuto fiducia in lui. Anche la scorsa estate, quando - tornando a casa in macchina da un incontro che avevo avuto con lui ad un bar - sentivo che stavo sbagliando qualcosa, e che avrei dovuto ribadire questa mia fiducia in lui, con le mie scelte, restandogli accanto.
Oltre che il mio attuale editore, Bottero è una brava persona. Buona ed onesta.
Che a volte (come tutti, come me) può sbagliare nel dire e/o nel fare qualcosa, ma senza mai tradire quella bontà e quell'onestà di cui sopra.

Ora Lucca si avvicina.
E quest'anno sono davvero ORGOGLIOSO di far parte di questa squadra.
Che - per la cronaca - troverete nel padiglione Napoleone allo stand E7-E8.
Uno stand grande, 6x3, con tante belle novità, tra le quali il "Nexus" di Mike Baron e Steve Rude, "Little Star" di Andi Watson, "Pounded" di Brian Wood e Steve Rolston, "Rock Bottom" di Joe Casey e Charlie Adlard... oltre a diverse altre belle cosette.
So che ci saranno pannelli decorativi con tutti i nostri personaggi, so che ci sarà lo stesso Brian Wood presente come OSPITE nel nostro stand, so che passerò dentro questi 18 metri quadrati un weekend con tante belle persone (a cominciare da Lorenzo e Alessio)... e so anche che l'alcool scorrerà a fiumi!!! ;)
Sono proprio contento.
Delle sue scelte.
Delle mie.
Della Bottero Edizioni.

Del nuovo Massacratore, invece, ne riparliamo da domenica prossima in poi...

venerdì 19 ottobre 2007

Gli Eterni.


Neil Gaiman & John Romita Jr.:
"Gli Eterni - Olympia"
Panini Comics, collezione 100% Marvel, € 16,00.


Grande Neil Gaiman (non avevamo dubbi) che riesce a prendere in mano dei personaggi "scomodi" come gli Eterni - che solo Kirby nella sua geniale/delirante creatività poteva immaginare e raccontare - e a scriverne una storia bella e CREDIBILE, perfettamente inserita nel Marvel Universe di oggi, senza stravolgerne la loro natura e la loro possenza assoluta.
Il pretesto narrativo della mancanza di ogni ricordo del proprio passato eroico e/o mitico dei protagonisti ha un leggero sapore di dèja vu (anche nella prima serie del "Sentry" di Jenkins, per dirne una), ma poi sono trama e dialoghi che fanno la differenza.

Tenete conto che questi Eterni erano stati creati in un momento in cui non c'era la continuity di oggi (con guerre civili in corso, supereroi registrati dal governo, mutanti quasi estinti), quindi era molto più facile raccontare storie un po' assurde come le coorti dei Celestiali che giungono sulla Terra, la razza dei Devianti e il loro dominio su di essa, la loro caduta, Lemuria, etc. etc. e riuscire ad inserirle con coerenza (e sense of wonder magari anche un po' ingenuo) accanto alle altre collane mensili.
Era un momento in cui i fumetti supereroistici - aldilà della sospensione dell'incredulità relativa ai superpoteri stessi - non avevano elementi di attualità, politica e/o problematiche sociali tali da renderli "realistici" come quelli di oggi.

Grande John Romita Jr., in pieno stato di grazia.
Probabilmente il miglior disegnatore che può attualmente vantare la Casa delle idee. Così classico eppure così moderno. Dal tratto tanto plastico quanto dinamico, tanto dettagliato quanto sintetico. Capace di descrivere, come pochi altri, un meraviglioso scorcio di New York in una sola vignetta, e poi stupire con una doppia splash page con enormi creature fantascientifiche che arrivano dallo spazio e che la pagina sembra non riuscire a contenere.

Probabilmente il miglior libro pubblicato dalla Panini nell'ultimo anno.
Assolutamente da avere.

lunedì 15 ottobre 2007

BLACKmag again.


• FUNDAMENTALS •
10 hip hop albums best ever


Mi scrivono spesso all'indirizzo mail qui accanto. Mi chiedono pareri e opinioni sui nuovi dischi, sui rappers, sulla scena, sui miei gusti personali. E ogni tanto mi chiedono l'immancabile LISTA dei miei album preferiti... che tanto ad una domanda del genere non si sfugge mai!!!

Generalmente mi stanno abbastanza sulla palle le liste del tipo "i migliori 10 album hip hop di sempre" (figuriamoci se fossero i migliori 5!!!), ma stavolta mi sbilancio, anche per via di una recente chiacchierata tra hiphoppettari in birreria, fatta tanto per cazzeggiare.
Non apprezzo questo genere di classifiche perchè escludono metodicamente un sacco di cose che in realtà amo molto, che sono tante, ma che sarebbe impossibile far rientrare in sole 10 posizioni.

Giocoforza, ho escluso il soul (altrimenti non sarebbe stato difficile, ma IMPOSSIBILE). Dopodichè ho adottato due criteri: quello della validità, quindi dell'importanza che secondo me determinati dischi hanno avuto in tutta la cultura hip hop... e in secondo luogo quello dell'affetto, quindi del valore che hanno avuto per me in determinati momenti, legandosi indissolubilmente ad essi.
Ne è uscito quanto segue (in semplice ordine di date di pubblicazione):

A Tribe Called Quest "The low end theory" (Jive, 1991)
Nas "Illmatic" (Columbia, 1994)
2Pac Shakur "All eyez on me" (Death Row/Interscope, 1996)
Dj Shadow "Endtroducing" (Mo' Wax, 1996)
Wu Tang Clan "Wu Tang Forever" (Loud/Bmg, 1997)
Jurassic 5 "Lp" (Pias, 1998)
Lauryn Hill "The miseducation of" (Sony, 1998)
R. Kelly "R" (Jive, 1998)
Mos Def "Black on both sides" (Rawkus, 1999)
Guru's Jazzmatazz "Streetsoul" (Virgin, 2000)


Si, sono i miei preferiti, quelli che ho FUSO a furia di ascoltarli, che ho letteralmente consumato.
Certo che mancano troppe cose, dai miei primi ascolti (Public Enemy, RUN Dmc, KRS One) fino ad Eminem, dai De La Soul ai The Roots (o allo stesso Common), da Notorious B.I.G. agli Outkast, dai Gangstarr a Talib Kweli, etc. etc...
Ma rimane il fatto che sono davvero quelli lì sopra i 10 album FONDAMENTALI che porterei con me nella famosa isola deserta. Sempre a patto che abbia con me un lettore CD, o ancor meglio un Technics 1200!!! ;)

giovedì 11 ottobre 2007

Ancora in tempo. Con la Birmania. Con il Darfur. Diritto al cuore.


Con ingiustificabile ritardo, da parte mia.
OLTRE Blackamagzine e OLTRE i fumetti, recita il mio sottotitolo.
E anche OLTRE le minchiate che io stesso scrivo spesso, su argomenti a volte così futili.
Per non dimenticarci MAI di essere uomini e donne CIVILI, con una coscienza.

Con la Birmania, con Aung San Suu Kyi, con i monaci buddisti. Un paese sotto dittatura militare, dove la parola "democrazia" equivale a "repressione" (anche armata, e stavolta abbiamo potuto vederlo pure noi). Una vergogna per l'intero genere umano, dove ogni diritto basilare è stato calpestato, beffandosene di ogni sanzione occidentale.

Con il Darfur. Un genocidio che continua (oltre 300.000 morti, 2 milioni di sfollati e 300.000 rifugiati) pressochè ignorato dai media di tutto il mondo. Condizioni di vita, e di violenza, inaccettabili. Un crimine in atto contro l'umanità.

Con "Diritto al cuore", aldilà della nostra appartenenza politica, perchè non ci sono nè destre nè sinistre nè tanomeno nessun "anti-stradismo" possibile per giustificare la nostra superficialità, o il nostro disimpegno. Senza rendercene conto, spendiamo soldi ogni volta che usciamo da casa, per un pacchetto di sigarette, per un caffè, per delle mentine, per un quotidiano in edicola, per un biglietto della metro. Non sarà un euro in più a sbilanciare il nostro budget mensile.
Dal 1° al 31 ottobre, un euro via SMS al 48587 per sostenere un ospedale di cardiochirurgia in Sudan, a Soba (un villaggio a circa 20 km. da Khartoum).

Ero in ritardo, è vero.
Ma sono ancora in tempo.

Links per approfondimenti:
Aung San Suu Kyi
Birmaniademocratica.org
Amnesty Italia: Birmania/Darfur
Italian blogs for Darfur
Conflitto del Darfur
S.O.S. Darfur
Emergency: Diritto al cuore
Repubblica.it: Diritto al cuore

lunedì 8 ottobre 2007

Common + Kanye West


C'è qualcosa che stavolta lega più che mai Common a Kanye West.
Eppure il primo - al secolo Lonnie Rashid Lynn da Chicago - è di tutt'altra estrazione, fa parte di quel lato "colto" che tanto amo (e di cui così poco è rimasto) nel rap contemporaneo, con la profondità dei suoi testi, con il suo stile che supera il senso estetico per quello poetico. Amore e spiritualità. Non a caso è uno dei pochi che continua a coltivare ed alimentare il manifesto ideologico della Native Tongue Posse (quella dei De La Soul, degli A Tribe Called Quest, dei Jungle Brothers), una sorta di "collettivo" che celebra le radici africane dell'hip hop e ne rivendica l'identità come cultura non violenta. Tra gli altri, ne fanno parte anche la divina Erykah Badu (che guarda caso è la moglie di Common), Talib Kweli e il mio adorato Mos Def. Tutti artisti che "appoggiano" le proprie metriche (con un flow assai rilassato) a basi molto strumentali e molto soul, per una scuola di pensiero decisamente intellettuale ed introspettiva. Cioè l'antitesi del gangsta rap.

L'altro - Kanye Omari West da Atalanta - è quanto di più modaiolo ed egocentirco possa presentare l'attuale scena statunitense della black music. Un vero e proprio "Re Mida" della scena, che trasforma in oro tutto ciò che tocca. Un artista dalla presunzione infinita, che però se lo può permettere. Perchè INFINITO è anche il suo talento.

Due artisti diversi. Due dischi diversi.
Eppure Kanye West firma 8 brani su 12 del settimo album di Common, "Finding forever" (Geffen/Universal). Gli produce dei tappeti sonori su misura, raffinati ed impeccabili, perfetti per lo stile del suo amico. Lo fa con un sampling ricercato e sofisticato: Gil Scott Heron per "The people", Stevie Wonder per "U, black maybe" (che conta anche la voce di Bilal, anche se non appare nei featurings), Nina Simone per "Misunderstood", Paul Simon per "Forever begins".
Common pensa al resto: rappa sul rock e sul jazz, duetta con lo stesso West nella splendida "Southside" e con un altro mostro sacro come D'Angelo in "So far to go" (che al suo interno cita gli Isley Brothers di "Don't say good night"), ci regala due gioielli come "The people" e "The game", con gli abili scratches di Dj Premier.

Dal canto suo, Kanye West con "Graduation" (Roc-A-Fella/Universal), il suo terzo album a solo, GIOCA come sanno fare in pochi, sin dal primo singolo "Stronger"; se tenete conto che i Daft Punk - nonostante siano delle star in Europa - negli Usa non se li fila praticamente nessuno, lui (insieme al grande Timbaland, non scordiamolo) è riuscito ugualmente a trasformare questo pezzo in una delle più potenti hit dell'anno!!!
West non è un rapper nudo e crudo, e non gli interessano nemmeno certi "approfondimenti" dell'amico Common o del resto della posse. Quella di West è musica POPolare, è hip hop prodotto egregiamente, eclettico, ma comunque più leggero, più "pop" (in senso assolutamente positivo) che non si pone alcun problema: campiona Michael Jackson in "Good life" (feat. T-Pain) ma anche i migliori Public Enemy in "Everything I am" (dove - tra gli autori - risulta anche la leggenda George Clinton, oltre - anche qui - agli scratches di Dj Premier), poi scrive e canta con Chris Martin dei Coldplay in "Homecoming", ma rappa insieme a Mos Def (eccolo di nuovo!) in "Drunk and hot girls".
Se c'era davvero un sfida tra Kanye West e 50 Cent per l'uscita dei loro nuovi rispettivi album (ma sappiamo bene tutti che questa presunta rivalità è stata solo una mossa di marketing), beh... West l'ha vinta a mani basse, sbaragliando l'avversario!!!

Due artisti diversi. Due dischi con "poche" tracce (12 quello di Common, 13 quello di Kanye West).
Due album da avere/ascoltare assolutamente.
In questi tempi di magra per il rap americano, questa è veramente roba buona.

After "Romics" gossip...


Ieri a Romics una certa persona (diciamo solo un "nostro collega", un operatore del settore solitamente piuttosto SERIO) mi ha detto che - a dispetto dell'immagine che ne stiamo recependo - la Coconino di Igort è sull'orlo del fallimento, che sta lì lì per chiudere baracca e burattini.
Sapete se c'è qualcosa di vero?
Qualcuno di voi lì fuori ne sa qualcosa di più?

sabato 6 ottobre 2007

"Fables" covers.


Stamattina ho finito di leggere l'ultimo volume (finora pubblicato) dello splendido "Fables" di Bill Willingham, ossia "Fiabe d'Arabia" (Vertigo/Planeta DeAgostini, € 11,95).

Aldilà dei due archi narrativi contenuti in questo nuovo TP, mi hanno colpito molto due copertine di James Jean, che sono QUASI CERTO non abbiano notato in molti: parlo delle covers dei numeri 44 e 45... dove l'autore utilizza lo STESSO punto d'osservazione, la STESSA identica costruzione, le STESSE pose, per rappresentare la Baghdad reale (quella del "nostro" mondo, sotto assedio militare) e la Baghdad delle fiabe.

Notate i bambini: nella prima SCAPPANO, uno di loro - vicino alla madre - piange disperato. Nella seconda GIOCANO, e quello vicino alla madre ride.
In questo caso, le due copertine NON si rifanno al contenuto dell'albo (come accade per le altre covers di questa serie) ma "raccontano" una storia a sè, con la semplice forza delle loro due immagini.
Straordinarie, non è vero?

venerdì 5 ottobre 2007

Shy.


Sono timido con le ragazze.
Non riesco mai a dire no.
;)

lunedì 1 ottobre 2007

Iperbole (o "Sul fallimento").


Lo scorso 11 settembre sono stato a Pomezia con Tere a vedere uno spettacolo in piazza di Ascanio Celestini, che sia io che lei consideriamo un grande!!! In effetti anche questo suo monologo ("La fine del mondo") non ha deluso le nostre aspettative, e mentre ce ne tornavamo a casa in macchina sulla Pontina tutti belli contenti, tra le varie chiacchiere lei mi diceva: "Stamattina al lavoro, quando ho detto che stasera saremmo andati a vedere Ascanio Celestini, non c'era un solo collega che sapesse chi fosse!!!".
In effetti, credo che se esco per un attimo da quello che potrebbe essere il mio "ambiente abituale" (intendo gente che opera nella comunicazione, autori di varia natura, artisti, giornalisti, etc.) Celestini - pur rimanendo un grande - non gode di una oggettiva notorietà popolare.
E' un artista piuttosto "di nicchia", amato dalla critica e dal SUO pubblico, che non sto dicendo sia poco. Ma se in questo stesso momento voi vi alzaste da davanti al vostro computer, scendeste sotto casa, fermaste le prime dieci persone che passano, e chiedeste loro se conoscono Ascanio Celestini, probabilmente vi risponderebbero di "si" un paio di persone al massimo (un paio proprio a voler essere ottimisti). Se invece chiedeste loro se conoscono Fiorello, vi risponderebbero di "si" in dieci su dieci.
Tra l'altro chissà se lo stesso Fiorello sa chi sia Ascanio Celestini?
Così come chissà se Tom Cruise sappia chi è Fiorello?

Ad ogni modo, Celestini fa un tipo di teatro molto particolare, vive con semplicità a Morena (una zona fuori Raccordo vicina a Ciampino, quartiere dove è nato e cresciuto), sul suo sito pubblica il suo numero personale di cellulare per i contatti, e solo questo può darvi una chiara idea del tipo di persona che è.
Teresa si domandava anche: "Ma secondo te lui riesce a vivere di teatro?".
Io le rispondevo che tra la messa in scena di uno spettacolo, la direzione artistica di un teatro, l'organizzazione di un festival, qualche ospitata qua è là, un testo, una lettura, un libro, un premio, etc. etc. alla fine del mese certamente i suoi soldi per campare se li porta a casa, senza necessariamente essere "ricco" e/o "famoso".
Ma comunque VIVENDO DI TEATRO.
Che, di per sè, è già una bella soddisfazione.
Bene. Fine Capitolo Uno.

Iperbole.
Proprio in quegli stessi giorni, i primi di settembre, un noto/affermato autore di fumetti italiano mi dava del "fumettaro fallito".
Letteralmente, senza altre possibilità di interpretazione.
Forse avrebbe anche ragione, se lui fosse Tom Cruise e io fossi Ascanio Celestini.
Ma il problema è che io NON SONO Ascanio Celestini!!!
Bacio le mani, Maestro... :)

Scherzi a parte, il punto è questo: quando/come è possibile definire un FALLIMENTO?
E quindi - fallendo - l'essere dei FALLITI?

In linea di massima, credo si possa affermare che il "fallimento" sia il NON RAGGIUNGIMENTO di un obiettivo.
OK, siamo d'accordo: ma quale era l'OBIETTIVO da raggiungere?
Diventare "famosi"?
Guadagnare un sacco di soldi coi fumetti?
Entrare in Bonelli?
Diventare un "impiegato del fumetto"? (per citare un termine recentemente utilizzato da Ausonia, e con tutto il rispetto per tali impiegati).

No, qui rischiamo davvero di entrare in quei DELICATI territori sulle differenze tra commerciale e autoriale, tra riscontro popolare e nicchia, tra intrattenimento ed arte, etc. etc... e NON ERA MIA INTENZIONE - ora - far prendere questa piega a quanto sto esponendo (anche se ne è strettamente collegato).
Il punto focale era un altro.

E' tutta la vita che - a fasi alterne - scrivo e disegno fumetti, sin da pischello.
E in tutta la mia vita, non ho MAI - ripeto: MAI!!! - mandato "prove" a case editrici (Bonelli e/o altro che siano).
Già questo, di per sè, dichiara apertamente una mia precisa scelta professionale, che ESCLUDE a priori un bel po' di possibilità.
E aldilà dell'eventuale talento, intendo.
Per contro, ho SEMPRE scritto e disegnato le mie cose, che possono piacere o meno (e questo sarebbe un altro discorso).
Sapendo che le potevano leggere in mille (come in effetti è accaduto spesso) ma anche in quattro.
Sapendo bene che NON c'era la fila di editori ad aspettarmi là fuori.
Eppure - vuoi o non vuoi - qualcuno comunque c'è sempre stato.

Io non campo con i fumetti. Pago mutuo di casa e/o viaggi in giro per il mondo con altre attività.
Però i fumetti li faccio. Continuo a farli.
Se questa sia una mia "purezza" o una mia "ingenuità" che lo stabiliscano gli altri.
Vado alle fiere, vedo con i miei occhi centinaia se non migliaia di aspiranti autori: cartelline sotto braccio, colloqui con editors ed editori, portfolii, idee, entusiasmo, tavole di prova con i personaggi che pubblicano le diverse case editrici.
Sono davvero tanti. Li trovi anche in rete a dire la loro, sui forum, sulle chat, sui blog...
Spesso qualcuno - tirandosela un po' - li chiama wannabe.
Sono davvero tanti.
E - lo sappiamo - ce la faranno in pochi.
Sono anche loro una fila infinita di fumettari falliti?
E lo sono anche tutti quelli che presentano quel botto di albi autoprodotti di cui è piena ogni fiera?
Supereroi italiani, detective, cavalieri fantasy, agenti segreti, vampiri, fighe magiche, guerrieri...

Non saprei.
Dipenderà dal loro obiettivo, suppongo.
Io scrivo e disegno le storie che sento la necessità di raccontare.
Ecco: LA NECESSITA'... qualcosa di cui ho bisogno A PRIORI.
Raccontare senza star lì a pensare chi sarà l'editore che mi pubblicherà, se ne faranno delle action cards o un videogioco.
Raccontare per la necessità di comunicare.
Di stabilire - se possibile - un feedback con chi legge (e nel bene e nel male - tra complimenti, critiche e polemiche - guarda caso lo stabilisco sempre!!!).

Se poi ogni tanto ci guadagno anche due lire, tanto meglio.
Se poi trovo anche un editore che crede in ciò che racconto, tanto meglio.
Vuol dire che - da "autore" - non dovrò preoccuparmi di tipografie, distribuzione, stands, contrattualità e amenità varie.
Se c'è un editore che investe su di me, vorrà dire che ritiene valido ciò che faccio. Nonostante ci sia sempre qualcuno/a che potrà dirgli (e lo fa puntualmente, lo so): "Ma perchè pubblichi Piccoli? Perchè spendi soldi su di lui? Ce ne sono mille meglio di lui"...
E intanto però pubblica me.
E in fiera a disegnare per il pubblico che mi chiede uno sketch ci sono io, non lui/lei!!!

Ho delle idee che diventano progetti.
Basati sulla loro eventuale forza comunicativa, non sulle regole del mercato.
Se avessi realmente fallito questo mio obiettivo, dovrei essere stato tagliato fuori da questo mercato da un bel pezzo.
E invece, nel mio piccolo, sono ancora qui.
A scrivere e disegnare storie.
Listate da "Mega" e "Anteprima" con tanto di copertine.
Che poi si trovano regolarmente in fumetteria.
Spesso citate, spesso recensite, spesso acquistate.
Con la piena consapevolezza di non avere 20.000 o più lettori mensili.
Ma è qualcosa che l'autore noto/affermato non comprende: per lui, evidentemente, è "fallito" chiunque stia al di sotto di certe cifre.
Ne fa una questione di numeri.
Ne fa una semplice equazione di: SUCCESSO = numeri.
Perchè - lo capisco - era il SUO obiettivo originale.
Ma questa allora è la teoria di Gigi D'Alessio: non importa che tu possa tentare di proporre una musica ALTRA come fa Vinicio Capossela (tanto per dirne uno), conta solo che tu sia il cantante che vende di più in Italia, con le tue centomila e più copie del nuovo disco, con i tuoi stadi pieni all'inverosimile, contano solo i numeri... quindi D'Alessio batte Capossela venti ad uno!!!
Eppure - di riflesso - quell'autore noto/affermato da del fallito a metà (in realtà molti di più) della gente e degli autori che conosce!!!
Anche a quelli a cui ha scritto l'introduzione del loro coraggioso albetto autoprodotto, anche a quelli che gli chiedono consigli, anche a quelli che gli spediscono le proprie prove o che pubblicano vivendo dei suoi favori, delle sue briciole: alle fiere si siede a tavola con loro, ci si mischia, stringe le loro mani, ci ride e ci scherza ma sotto sotto - sorridendo gongolante - pensa che siano tutti dei falliti!!!

Quando andrete alla prossima fiera di fumetti, se fermaste le prime dieci persone che passano e chiedeste loro se conoscono Tiziano Sclavi, vi risponderebbero di "si" dieci persone su dieci. Se chiedeste invece se conoscono Stefano Piccoli e il suo Massacratore, vi risponderebbero di "si" (forse) uno su dieci, a voler essere proprio ottimisti.
Eh si... devo proprio essere un "fumettaro fallito"!!!
Cazzo, ha ragione quell'autore famoso!!!
Allora meno male che in questo duro mondo dell'editoria a fumetti ce la fanno in pochi, così saranno sempre in pochi a dispensarci il loro verbo e ricordarci la nostra fallacità.