
Tra le mille cose ancora da leggere, ho una pila accumulata dei bei volumi cartonati
"Batman - La Leggenda" (quelli settimanali della
Planeta DeAgostini in collaborazione con
"Panorama"); in edicola siamo arrivati - mi pare - al 21° numero, e io ho appena finito di leggere il 9°, tanto per capirci.
Questa bella collana ha un solo unico difetto: le prefazioni di
Alessandro Di Nocera.
Rendendo pan per focaccia, forse dovrei scrivere che
"si dovrebbero debitamente strappare e incenerire le inutili e controproducenti prefazioni del Di Nocera, domandandosi quando imparerà che il silenzio vale più di mille parole", nevvero? Eh eh eh...
Dunque: io - quando capita - sono un autore di fumetti. Dico sempre che sono tutti più bravi di me a scrivere e disegnare, siamo d'accordo. Quindi sono oltremodo abituato (dal 1993) a critiche e/o recensioni negative, che sono parte integrante di un "gioco pubblico" che per sua stessa natura ci ESPONE al giudizio degli altri. Tanto dei lettori (che ritengo SEMPRE più importanti) quanto dei cosiddetti addetti al settore. E qui si intenderebbero critici, giornalisti, editor o - volendo - anche gli altri autori.
Da quando ho ricominciato con il nuovo
Massacratore per la
Bottero Edizioni (cioè marzo 2006), il caro Di Nocera - che ripeto spesso essere assai più affabile di persona di quanto non faccia intendere dai suoi testi - mi ha regolarmente bastonato in maniera sempre, puntualmente, sonora. Fossero state solo cattive recensioni, ci sarei pure stato. Ma non si è mai limitato ad una critica prettamente basata sul valore (o meno) dei miei fumetti: ha SEMPRE sforato sul personale, con regolari attacchi all'autore/persona, quindi alle mie caratteristiche personali, ai miei valori, alle mie convinzioni politiche o religiose, alle mie attitudini professionali.
Io però non voglio fare altrettanto. Non parlerò del Di Nocera come persona (di cui non mi frega nulla) ma del suo operato. Cioè i suoi articoli.
Perchè se scrivo del nuovo album di
John Legend, analizzo produzioni, arrangiamenti, testi... e non me ne frega un cazzo se beve e tira coca o di quante studentesse arrapate s'è portato a letto durante il tour!!!
Allora stavolta il gioco si ribalta.
Perchè quello ESPOSTO è lui, e io adesso non parlo da autore di fumetti. Casomai da lettore. E da giornalista.
Eh si, perchè (se lo dimentica sempre pure lui) io scrivo regolarmente per diverse testate nazionali. Scrivo interviste, articoli e recensioni. Tante recensioni (senza andare a recuperare i vari
"Rockstar" o
"Vanity Fair" che siano, moltissime - volendo - sono di dominio pubblico, facilmente reperibili in rete). Quindi, nonostante io scriva di musica e non di fumetto, in tanti anni di giornalismo sul campo credo di saperle un paio di cose sul come si scriva una recensione (nonchè di avere gli strumenti adeguati per poter leggere/analizzare quelle degli altri). Spesso in duemila battute - oltre alle proprie opinioni - bisogna saper dare il maggior numero possibile di informazioni e riferimenti al lettore, cercando al contempo di intrattenerlo con una scrittura scorrevole e frizzante.
Ed ecco che torniamo alle prefazioni dei volumi
"Batman - La Leggenda".
Che sono a dir poco IMBARAZZANTI: ovvie, approssimative, generaliste, prive di qualsiasi informazione utile, di qualche minima curiosità, di mordente.
Prendo a caso un passaggio dalla prefazione del 9° volume, quello che ho appena finito di leggere (ma gli esempi potrebbero essere molti altri). Parlando di
Barbara Gordon, Di Nocera scrive:
"Nelle vesti di Oracolo, coordina anche le Rapaci, un team di supereroine che di recente è anche approdato a una trasposizione sul piccolo schermo"...Se fosse stato un mio pezzo, avrei scritto la stessa frase in questo modo:
"Nelle vesti di Oracolo, Barbara Gordon coordina anche le Birds of Prey, un gruppo che - oltre a lei stessa - comprende la Cacciatrice e Black Canary, al quale nel 2002 la Warner Bros Television ha liberamente dedicato un serial TV interpretato da Ashley Scott, Dina Meyer e Rachel Skarsten, i cui 13 episodi della prima ed unica stagione sono stati trasmessi in Italia da Canal Jimmy"...Uhm?
Ora, sia chiaro: qualcun altro potrebbe a sua volta trovare da ridire pure sulla mia versione. Ma non è questo il punto.
Il gioco dei ruoli (ribaltati) può ripetersi all'infinito. Il punto è che forse non bastano un libro (mediocre) sui supereroi ed una rubrica su un portale di comics per potersi permettere di stabilire il buono ed il cattivo tempo nel fumetto italiano, specialmente con certi toni e con certe licenze. Forse ci vorrebbero meno saccenza, meno arroganza e meno sparate assolutamente gratuite. Forse ci vorrebbero più strumenti critici e più umiltà. Tanto nello scrivere sulle cose d'altri, da critico, quanto nel prepararsi maggiormente a scrivere la proprie, da autore (tantopiù se sono commissionate e ben retribuite). Si chiama professionismo, vero?