venerdì 24 dicembre 2010

venerdì 17 dicembre 2010

Colleghi in T'



Appena rientrato da Lucca, oramai quasi due mesi fa, mi ero letto immediatamente "Octave" di David Chauvel e Alfred - cioè il libro che inaugura la nuova collana per ragazzi TipiTondi della Tunuè - e l'ho trovato B.E.L.L.I.S.S.I.M.O: quattro favole "marine" ambientate in un'isola immaginaria, dove un capodoglio, un'orata reale, un pinguino e un uccello insegnano al piccolo e insofferente Octave l'amore per il mare stesso, per la natura, per l'amicizia e la solidarietà, attraverso una lettura divertente (molto divertente) e delicata… della serie che non vedo l'ora che mia figlia sia in grado di leggere per poterle far leggere questo libro!!! :)
Ma parlare di un autore "quasi" straniero (che mi dicono vivere a Venezia) con cui avrò a malapena scambiato tre chiacchiere ed un saluto, e che comunque si presume non leggerà mai questo blog, è sin troppo facile.

Assai più difficile per me dire che "Il brigante Grossi e la sua miserabile banda" di Michele Petrucci - che poco più di un anno fa mi impressionò con il suo "Metauro" - non mi è piaciuto molto, e lo sostengo senza nulla togliere all'evidente talento dell'autore (che mi auguro non me ne voglia per questo mio personalissimo giudizio). Sia chiaro: non che sia rimasto insensibile alla poetica dell'opera, alla fascinazione dei suoi luoghi (raccontati attraverso una serie di straordinari disegni della natura marchigiana, dei suoi colori boschiferi, dei suoi sapori con tanto di ricette gastronomiche) e non ultimo al valore storico che possono rappresentare lavori del genere (in questo caso sul fenomeno del brigantaggio sociale ottocentesco)… ma - proprio nella frammentazione del racconto, nelle piccole ricostruzioni a tratti ermetiche - manca completamente di storytelling, che per quanto mi riguarda è elemento IMPRESCINDIBILE della narrazione, tantopiù nel fumetto. Come dire che se voglio osservare degli splendidi acquarelli di paesaggi naturistici (come li faceva Pratt?) vado ad una mostra e magari poi mi compro pure il catalogo, ma se acquisto un cosiddetto graphic novel vorrei leggere una storia!

Ben diverso invece il mio giudizio su "Cambio pelle" di Marina Novelli, che - sull'onda emozionale della vicenda di Alfredino nel giugno del 1981 a Vermicino (un'agghiacciante fatto di cronaca che tenne l'Italia intera incollata davanti alla televisione, che io pur se undicenne ho ancora impresso nella memoria) - ho trovato davvero commovente. La tragedia del bambino nel pozzo - un pozzo dal quale sappiamo non uscirà più! - così vivida e crudele, in netto contrasto con l'eleganza e la "leggerezza" di scrittura e di disegno dell'autrice, che stempera abilmente la narrazione ricorrendo dell'elemento surreale, quello dei suoi compagni di gioco che si trasformano in animali, muovendosi da protagonisti tra le pieghe del racconto, diventandone vera e propria chiave di lettura, facendo risultare la metafora di stampo fiabesco come unica scelta possibile (e sensata) per affrontare un tema di tale intensità.

Dovrei poi parlare di Luca Russo, il Maestro.
Dovrei parlare di "(In)certe stanze" e di "Guardami più forte", ma non lo farò oggi.
Perché quando allo stand ci sediamo uno accanto all'altro a fare sketch per i nostri lettori, la luce della sua arte proietta per sua stessa natura lunghe ombre su quei quattro scarabocchi che sto facendo io, il cialtrone di turno. E io, abbagliato da cotanto fuoco sacro, mi ritiro nel rassicurante cantuccio della mia umiliazione. Ammirandolo come si fa, per l'appunto, con i Maestri. Quindi qualsiasi "recensione" (?) ad un suo libro me la devo prima STUDIARE per bene, non sia mai! ;)

mercoledì 15 dicembre 2010

venerdì 3 dicembre 2010

Ci vediamo lì?



Da domani pomeriggio - cioè sabato 4 dicembre - e fino a domenica sera (fintanto che non chiude), mi trovate per firme e/o sketch al Palazzo dei Congressi dell'EUR (a Roma) alla 9° edizione di "Più libri, più liberi", la fiera nazionale della piccola e media editoria.
Allo stand della Tunuè, ovviamente.

Volendo, QUI potete leggere la lista dettagliata di tutti gli autori Tunuè presenti a suddetto stand (oltre a me, intendo) giorno per giorno, fino a martedì 8 dicembre. Aldilà dei fumetti (che li amiamo, si sa) veniteci comunque a fare un salto, che ne vale davvero la pena. E' una fiera che cresce anno dopo anno. Sempre più bella. Sempre più vivace. Sempre più valida.

mercoledì 1 dicembre 2010

"E ho difeso con fatica la mia dignità"



Escort e conti da pagare... Wikileaks e segreti di Pulcinella... studenti in riot e Roma armata... insoddisfazione e rabbia da tenere sotto controllo, a rischio esplosione... poi ascolti un pezzo come questo di Fossati, e fai pace con il mondo.

sabato 27 novembre 2010

Figli dell'anarchia • Terza stagione


Si, si, lo so, è da dopo Lucca Comics che sto trascurando un po' il blog, che ho avuto un mese che nemmeno ve lo racconto (anzi: una alla volta, ve le dirò tutte!) ma fate conto che... beh, fate conto che ieri notte - nonostante fossi distrutto dalla stanchezza, reduce da una giornata cominciata alle 6:00 di mattina per andare a Bologna e tornare - mi sono comunque visto in lingua originale la prima puntata della terza stagione di "Sons of Anarchy" e che dire?
Cosa devo dire che non abbia già detto?
Che ai titoli di coda non avevo le lacrime agli occhi, magari no.
Ma avevo i brividi addosso, ecco cosa.
E che se le guardino gli altri certe minchiate...

domenica 21 novembre 2010

R66BT

The "Roots" 66 Book Trailer



Avrei dovuto realizzarlo un anno fa, quando uscì in libreria. Non ci avevo pensato prima, peccato. Ci ho pensato nei giorni scorsi, in vista della serata al "Crossover" di Roma insieme a Fabrizio Gabrielli e Kento, dove - da programma - ci sarebbero state videoproiezioni.

Ora R66BT esiste. E' su Youtube. Presto anche in altri siti. Guardatelo, se vi va. Secondo me è venuto proprio bellino. Per chi non mastica propriamente l'hip hop, il pezzo - memorabile - scelto come soundtrack è "Tha crossroads" dei Bone Thugs'n'Harmony (tratto dall'album "E. 1999 Eternal" del 1995). Perfetto: rime durissime su una base estremamente melodica. E anche qui, le strade e gli "incroci" come metafora di un percorso umano...

giovedì 18 novembre 2010

L'hip hop. Sulla carta.

Sabato 20 dicembre 2010
dalle ore 20:30
@ "Crossover" • Via degli Equi, 22
San Lorenzo • Roma.



• clicca l'immagine per ingrandire

S3Keno che parla con lo scrittore Fabrizio Gabrielli del suo romanzo "Katacrash", che parla con il rapper Kento del suo album "Sacco o Vanzetti", che parla con S3Keno del suo graphic novel "Roots 66"...
... uhm, ma quanto si parla?!?
Tranquilli: meno di quanto possiate pensare!

In realtà è una serata SFIZIOSA di videoproiezioni, buona musica, giuste vibrazioni, readings su basi dal vivo per contrabbasso & campionatore (e dove mai avete ascoltato una cosa del genere?), rap/poesia e aperitivo bere/mangiare. Cos'altro potevate volere di più? L'abbiamo pure organizzata a San Lorenzo, così che poi - se avevate anche altro da fare - vi trovate già nel cuore pulsante della città. Quindi, non mancate.

P.S. = Per caso la grafica del flyer vi ricorda qualcosa? ;)

lunedì 15 novembre 2010

martedì 2 novembre 2010

After...



Sono andato e tornato in due giorni.
Troppa pioggia, troppa tachipirina.
Ero un po' sotto tono, se non s'era capito.
Poche spese ben mirate e tanta presenza allo stand, per i miei standard abituali. Ero stanco. Una session da un paio d'ore al giorno per spingere ancora qualche copia di R66 (in attesa del secondo libro), tanti sorrisi, tante chiacchiere e tanti caffè. Ma senza quella verve che ci metto quando sto davvero in forma (se pensate che di solito in piena atmosfera lucchese faccio le ore piccole e invece quest'anno a mezzanotte ero già in albergo sotto le pezze, con altra tachipirina, dormendo per quasi dieci ore filate!).
Nessuna visita alle mostre e/o agli incontri. Poche passeggiate. Quasi nessuna, in effetti. Sono stato praticamente FERMO due giorni in piazza Napoleone, allo stand e dintorni. Non sono andato più in là di piazza San Michele (e solo perché c'erano Planeta, Panini e Aurea), di quei soliti due o tre bar (anche se quest'anno il buon Alessio Danesi me ne ha fatto conoscere uno nuovo davvero molto carino e di qualità), della tabaccheria e dei bagni pubblici. Punto.

C'è solo una cosa che rimane da dire.
Che lo stand - e non solo perché lo sto ripetendo io - era oggettivamente il più bello di tutta Lucca Comics!!! Quindi?
… quindi POTERE ALLE STORIE :)

mercoledì 27 ottobre 2010

45506.


Tra mille pensieri e mille preparativi (non solo lucchesi) ottobre mi è quasi scivolato via senza accorgermene, e solo oggi mi accorgo che - a soli quattro giorni dal termine della campagna - non avevo ancora postato il mio abituale/puntuale sostegno ad Emergency sulla loro raccolta cominciata ad inizio mese, per tutto il mese.
Ma siamo ancora in tempo... che per spedire un SMS - su! - non ci vuole davvero niente, figuriamoci se non bastano quattro giorni. Quindi, nonostante da qui a domenica prossima saremo quasi tutti a Lucca Comics, non sarà una scusa valida per non partecipare. Anche perché il nostro cellulare sarà lì con noi, giusto?

E allora...

Manda un SMS al 45506
Dall'11 al 31 ottobre puoi donare 2 euro a Emergency inviando un SMS al numero 45506 dal tuo telefonino personale - per i clienti Tim, Vodafone, Wind, 3 e Coopvoce - o chiamando allo stesso numero da rete fissa Telcom Italia.
 
C'è un paese in Africa, la Sierra Leone, che ancora soffre gli effetti di una guerra combattuta oltre 10 anni fa, dove tre quarti della popolazione vivono con meno di 2 euro al giorno, la vita media è di 40 anni e un bambino su tre è denutrito. Qui 10 anni fa Emergency ha aperto un ospedale che ha offerto cure gratuite a più di 300.000 persone. I pazienti aumentano e ora l'ospedale ha bisogno di crescere con 3 nuove sale operatorie, un nuovo reparto di terapia intensiva, un nuovo pronto soccorso, una foresteria per i parenti dei pazienti lungodegenti.
 
Se vuoi che questa nostra storia continui, hai tutti i numeri per farlo: 45506


CLICCA QUI per saperne di più.

venerdì 22 ottobre 2010

Tunuè a Lucca Comics!


Meno sette a Lucca Comics & Games!!! :)
Anche quest'anno la Tunuè sarà presente con il suo affollatissimo e coloratissimo stand, nel Padiglione Editori a Piazza Napoleone…

Queste le numerose NOVITA' che presenta a Lucca.

Questi gli AUTORI presenti allo stand per firme e sketch.

Per quanto riguarda le mie sessions per R66, mi ci troverete sabato 30 dalle 12:00 alle 14:00 e dalle 15:00 alle 17:00 + domenica 31 agli stessi orari. Vi aspetto :)

lunedì 18 ottobre 2010

Intervallo.


Cocullo, L'Aquila.


Tocco da Casauria, Pescara.


Pieve d'Alpago, Belluno.


Camera mia, Roma. Ieri sera.

mercoledì 13 ottobre 2010

"In defense of Savannah"

… che non c'entra niente (essendo il titolo di un vero cult dell'hard-core del 1991) mentre qui casomai si "difendono" solo le virtù di Alessandro e Giovanni!!!



Stamattina, mentre stavo in macchina, ho beccato del tutto casualmente J. Ax e Neffa ospiti a Radio Deejay da Linus e Nicola Savino. Hanno parlato di un sacco di cose, di come le loro due rispettive storie umane e professionali - così differenti eppure così simili - li abbiano portati negli anni ad essere amici, poi rivali, poi nuovamente amici, fino alla loro attuale collaborazione. Una storia che risale ai primi anni '90, quando gli capitava di uscire insieme la sera per le strade di Milano. Fino agli Articolo 31 e ai Sangue Misto (anche se il percorso artistico di Neffa, di qualche anno più grande, ebbe inizio nella scena punk come batterista dei Negazione). Di come in un determinato momento storico, anche nella discografia che "scopriva" un genere mai sentito prima come il rap, le scelte differenti, gli stili differenti, gli entourage differenti, le città differenti (con le scuole di Milano e Bologna a contrapporsi l'una all'altra) li avessero portati ad "essersi tanto odiati". Sono partite le note di "Solo per te" (tratta dal primo album degli A31, cioè "Strade di città" del 1993, con 90mila copie vendute) e di "Cani sciolti" (tratta da "SXM" del 1994), fino al pop/rock di "Deca Dance" per Ax e alle raffinatezze di "Passione" (scritta per la colonna sonora del "Saturno Contro" di Ozpetek) per Neffa, per arrivare al 2010, all'attuale "Faccia come il cuore".

Hanno parlato di come entrambi abbiano conosciuto trionfi e sconfitte, di come ognuno dei due - per motivi diversi - abbia dovuto combattere i propri demoni. Per ritrovarsi più adulti, ancora musicisti. Poi la fatalità di un incontro recente, nel backstage di un concerto, durante il quale l'erba buona offerta dai comuni amici Sud Sound System ha portato pacificazione, fino all'idea di un pezzo da scrivere insieme. Che poi sono diventati due. Che poi sono diventati un intero mini-album, quello dei Due di Picche.

Di questo progetto ne avevo già parlato qui. Non molto bene, in effetti. Perché personalmente non mi convince molto. Ma non è della validità o meno di "C'eravamo tanto odiati" che volevo parlare, quanto di loro due: di J. Ax e Neffa!

So infatti che qualche settimana fa sono stati ospiti a "X-Factor", e chi segue un minimo questo blog sa quanto la mia posizione sia assai critica verso questo genere di talent show televisivi.
Il giorno dopo quella puntata, un altro caso volle che - chiacchierando con Ottokin - mi dicesse "quanto gli fanno vomitare quei due". Poco dopo, leggevo lo spassoso resoconto del buon Cajelli (perché nonostante tutto, le sue cronache di "X-Factor" sono divertentissime, come "la presenza della Tatangelo e della Pina nella stessa inquadratura fa morire i delfini a distanza"!!!) nel quale anche lui si scagliava contro 'sti maledetti Due di Picche nelle sue "cose che preferisco fare piuttosto che ascoltarli".
OK, d'accordo. Possono non piacere e lo capisco. Non è nemmeno questo il punto.

Il punto è che secondo me, nonostante i nostri gusti personali, la storia di J. Ax e Neffa parla per loro. Che entrambi sono sulla scena dai primi anni '90, che entrambi rappresentano un percorso (molto lungo) fatto di tenacia, di carisma, di crescita. Rappresentano l'artista/musicista che davvero comincia dalle cantine, dai piccoli locali, dai centri sociali e disco dopo disco, concerto dopo concerto, anno dopo anno, si guadagna UNO AD UNO i suoi ascoltatori - prima decine, poi centinaia, poi migliaia - con le proprie forze, le proprie capacità, i propri artigli… non si trova cioè 4 milioni di telespettatori preconfezionati, già pronti ad ascoltarlo, solo perché è stato selezionato da una giuria che lo infila DENTRO ad un format che quei 4 milioni di ascolti ce li avrebbe lo stesso, nonostante ci sia lui lì a cantare o meno. Capite cosa intendo?

Che se oggi J. Ax e Neffa vengono invitati ad "X-Factor" come OSPITI, è perché evidentemente se lo meritano.
Se lo sono guadagnato con le loro mani, indipendentemente dalla bontà del disco che hanno fatto insieme o da quanto antipatici possano risultarvi. E potrei aggiungere che se loro oggi sono diventati OSPITI - cioè personaggi che vengono invitati come esempio di una reale carriera musicale/discografica - è perché non hanno mai fatto i concorrenti di nessun talent show!!!
Perché tocca proprio vedere se chi vince oggi un "X-Factor" (e parlo solo dei vincitori, sia chiaro, tenendo conto che tutti gli altri concorrenti vengono praticamente dimenticati già alla fine dell'ultima puntata) verrà invitato come OSPITE tra 15 anni in un programma televisivo o in uno dei più importanti network radiofonici. Si, certo: tocca proprio vederlo.

martedì 12 ottobre 2010

Wake Up!


Dell'album vero e proprio (grandioso!) ve ne parlerò a breve. Io che non uso quasi mai certe definizioni, stavolta potrei sostenere che si tratta di un piccolo grande capolavoro. Ma entreremo nel dettaglio.

Intanto spendo due parole sul packaging, interamente in cartoncino, elegante e stilosissimo. Merito delle illustrazioni, del design e della grafica di Dave Bett, Chris Feldman e Michelle Holme, che firmano a nome Post Typography. Un vero piacere - tutto da sfogliare - per gli occhi, per il tatto... e anche per l'olfatto! ;)

Se vi va, per immergervi nel sound e nella straordinaria atmosfera soul deliziosamente retrò (anche nel videoclip) creata da John Legend & The Roots ascoltatevi il primo singolo "Wake Up Everybody" feat. Common (un altro fuoriclasse) & Melanie Fiona.
BIG UP!

lunedì 11 ottobre 2010

Oggi tocca a te.


Che non ci spreco nemmeno lo spazio che il testo occuperebbe sull'aspetto grafico del blog.
Quindi LEGGI QUI, coglione.

venerdì 8 ottobre 2010

Ed ora ar*RAP*iamoci

Uno perché Danno - anche quando è in versione extra-Colle (in questo caso insieme al bravissimo Mr. Phil) - è sempre e comunque POTENTE come pochi altri:



Inutile dire, per chi ne mastica qualcosa, che il pezzo è anche un grande omaggio ai Sangue Misto, alla loro indimenticabile Cani Sciolti, in particolare alle rime di Deda (che infatti viene anche campionato): "Le radiazioni han fatto danni / su chi e' cresciuto negli ultimi vent'anni" - ed era il 1994, cazzo! - Abbiamo avuto il piombo, il fango ed ogni giorno / la dose quotidiana di merda che ci cade attorno"…

Due perché Esa la sa lunga, che quando mi arrivò questo album per posta (nel 2005) non nego che lo sottovalutai. Invece il pezzo è ipnotico, ironico, molto acuto. Risentendolo e risentendolo, poi ti entra nella mente come un martello:



Come ripetevo scherzosamente anch'io alla scorsa Napoli Comicon: "Tu sei bravo!"
E stai in campana, che domani tocca a te.

giovedì 7 ottobre 2010

OUTING!


Un paio di giorni fa, mentre chattavo con questo Mauro qui (in un dialogo che non riporterò, essendo privato) mi sono fermato a riflettere un po'. Magari non MENTRE chattavo, d'accordo, ma subito dopo. Si, perché noialtri "40enni boriosi arroganti saccenti che vivono ancora di rendita da una semi-popolarità risalente agli anni '90" (ebbene si, qualcuno mi ha definito così) a volte, incredibilmente, ASCOLTIAMO ciò che ci stanno dicendo le persone, anche se/quando sono più giovani di noi. E le sue parole in particolare, che d'altronde vengono da una persona che stimo molto, mi hanno colpito. E sono stato a ripensarci per il resto della giornata...

Il mio post sul "dopo Romics" parlava principalmente dell'imminente tavola rotonda lucchese sui cosiddetti Stati Generali del Fumetto. Anche rileggendolo più volte, continuo a pensare che se casomai qualcuno si fosse potuto sentire "messo in mezzo" da un'ipotetica polemica, questi potevano essere i vari Claudio Stassi, Michele Petrucci, Luca Boschi e via dicendo. Il mio pezzo è stato anche riproposto subito dopo su Fumetto d'Autore, perché Giorgio Messina è proprio una delle persone (non l'unica) che mi aveva chiesto un'opinione in merito.
E qui potrei anche aprire una parentesi, perché in fondo so bene dove voleva portarmi il buon Giorgio: vista la loro posizione più che dichiarata (da mesi) sull'argomento, sapeva che - in questo caso - le mie idee avrebbero in qualche modo avallato le loro. Può capitare che, su certe cose, si abbiano le stesse sensazioni. Ma il nostro rapporto, oltre che sempre molto schietto, è sempre stato anche molto contraddittorio. Quindi il mio strano modo di pormi al fumetto a volte mi fa rientrare nella sua idea di autore, altre volte nella sua antitesi. Perché (approfittandone per leggere tanti articoli che non avevo letto) al contempo io rientro perfettamente nella sua definizione di "generazione-1000-copie-in-libreria-recensione-su-La-Repubblica"… curioso, no?
Chiusa parentesi. Anche perché le "polemiche" possono essere PERCEPITE in mille modi diversi, e - a giudicare dall'ultimo commento di quel post - esiste addirittura gente che non trova alcuna finalità polemica nelle mie parole.

Ma torniamo alle riflessioni a cui m'ha portato Mauro, che fondamentalmente riguardano solo le prime dieci righe di quel post.
Il punto è che ha ragione: magari a me non interessa passare ore a sparare con pistolone di plastica in giro per una fiera di fumetti, magari preferisco fare altro (così come magari a qualcun altro non interessa passare il tempo come lo passo io in fiera, sprecando tempo al bar o chiacchierando con STUPENDE traduttrici) ma fintanto che quel determinato gioco non diventa qualcosa di ossessivo/compulsivo, è soltanto un modo per divertirsi insieme. Tutto sommato lo scrivevo senza ironia: "Giocare è bello, a qualsiasi età". Ed è vero, ci credo veramente. Soprattutto da quando sono diventato un genitore, che sto riscoprendo giorno dopo giorno la dimensione (e l'importanza) del gioco, che per certi aspetti avevo DIMENTICATO.
Troppo occupato ad interpretare il copione del personaggio che io stesso mi sono creato, quello nudo e crudo, quello sempre e comunque "anti-nerd" che non gioca ai videogames o ai GDR, quello che non colleziona action figures introvabili o robot costosissimi, quello che "bla bla bla". Invece sono tutte cazzate, perché essere sempre "nudi e crudi" è faticoso, credetemi: alla lunga è un gran rottura di palle!
Allora non c'è davvero bisogno di entrare al Disney Store e comprare il giocattolo di Wall•E con la scusa che è per Giulia, che a malapena guarda la TV e non sa nemmeno cosa sia quella scatoletta gialla. Allora che problema c'è a MOSTRARE le mie statuette di Batman, di Wolverine e di Bone? Allora VIVA chi si diverte, in qualsiasi moniera, e lo fa in modo SANO, senza nessuna ossessione. VIVA le passioni, di qualsiasi natura esse siano!!!

Non ultimo, anche i cosplayers.
Si, perché continuo a pensare che moooOOOooolti di loro abbiano davvero seri problemi di dissociazione, ma è altrettanto vero che negli ultimi tempi HO FATTO PACE con il cosplayin' (e con il mio cervello!). Che al Romics, a Lucca Comics o al Napoli Comicon che sia, tutto sommato fanno parte del folklore (e dell'identità, anno dopo anno) di queste fiere già così caciarone e colorate per loro stessa natura. Alimentano quelle passioni di cui parlavo poco fa, stimolano la curiosità dei media e del pubblico occasionale. E attraggono molto più di noi fumettari: fanno numeri, fanno spettacolo, fanno allegria. E dunque - sempre che non mi colpiscano in pieno le palle con i loro spadoni - beh… lo ammetto pubblicamente: mi piacciono i cosplayers.

Uhm, mi piacciono soprattutto LE cosplayers.

Diciamo CERTE cosplayers ;)

E bòn, l'ho detto.

martedì 5 ottobre 2010

W99 • 1st preview


• Clicca l'immagine per ingrandire
® & ® 2010/11 Wasted99™


La fonte (oltre "Star Wars", ovviamente) è Old Red Jalopy.
L'idea me l'ha data il prode Ottokin, che lui pensa che io mi distragga e invece seguo SEMPRE il suo Bloggokin.
La preview è… uhm, una delle possibili ipotesi per la PE2011?
Partiamo con le licenze, su ;)

lunedì 4 ottobre 2010

dopo Romics, prima di Lucca.


Indipendentemente da ciò che è stata PER ME questa decima edizione di ROMICS (e cioè la data dello start-up ufficiale - o simbolico? - di due nuovi progetti che mi riguardano come autore) potrei nuovamente sparare a zero sui seri problemi di dissociazione dei cosplayers o su quelli (forse più gravi?) di ragazzotti ben oltre i trenta anche affermati professionisti del settore che si prendono a pistolettate con proiettili di gommapiuma… ma d'altronde "perchè tanto odio?" come diceva Edika... GIOCARE E' BELLO a qualsiasi età… quindi zero pipponi polemici per stavolta, che non ce n'è davvero nessun bisogno ;)

Stavolta, casomai, vorrei soffermarmi su un tema che sembra essere la più grande preoccupazione di TANTE persone con cui ho chiacchierato. Tema che - per motivi (suppongo) del tutto casuali - mi è stato sottoposto più volte, da più interlocutori (che in taluni casi nemmeno si conoscono tra loro), nell'arco degli stessi due giorni. Forse perché fino ad oggi non avevo mai espresso giudizi in merito, nè sul mio blog nè tantomeno commentando su quelli di altri.
Sto parlando di qualcosa che riguarda in gran parte la tavola rotonda che stanno organizzando in occasione dell'imminente LUCCA COMICS. Credo gli abbiano addirittura dato un nome: "Gli Stati Generali del fumetto e la coscienza collettiva". Che poi - questa estate (su blog, forum e siti specializzati) - si è focalizzato, anche animatamente, soprattutto su un argomento: i giusti compensi degli autori.

Ora, vuoi perché avevo altri pensieri per la testa (per esempio: in estate datemi una spiaggia e io sto a posto così) o vuoi perché l'argomento specifico "compensi degli autori" tutto sommato mi riguarda solo marginalmente, interessandomi poco… beh, fatto sta che solo oggi dico la mia, e solo perché la mia opinione - con grande incredulità di molti, lo so - mi è stata richiesta da più di una persona.

DUNQUE.
Premesso che io credo che l'unico compenso "giusto" sia quello che accordano editore ed autore al momento della firma di un contratto (sempre che uno dei due non abbia una pistola puntata alla tempia) e tralasciando per un momento la piccola editoria indipendente (che meriterebbe un discorso a parte sui suoi metodi produttivi e sui suoi piccoli accordi contrattuali tra piccoli editori e piccoli autori) cerco di riassumere veramente all'osso la questione, dopo aver letto/ascoltato di tutto e di più da parte di CHIUNQUE lavori nel settore.
E la conclusione, già ampiamente articolata da altri colleghi ben più illustri del sottoscritto, è che la scelta di fare fumetti oggi in Italia (per il mercato italiano) si riduca fondamentalmente ad un paio di opzioni:

1) O scegli di lavorare nel fumetto seriale/popolare, pagato "a tavola", ma ci campi SOLO se imposti la tua intera carriera in questa direzione (nel talento necessario, nella tecnica, nello stile, nelle pubbliche relazioni, nelle produzioni precedenti, nella costanza, nella pazienza) e il tuo traguardo è di pubblicare regolarmente per Bonelli, perché altrimenti - oggi in Italia - puoi pure arrivare a pubblicare serie/miniserie per qualsiasi altro editore, ma per campare devi necessariamente fare anche dell'altro.

2) O scegli di scrivere/disegnare romanzi a fumetti, pagati con la formula tipica dell'editoria di varia (cioè anticipo sui diritti d'autore + royalties sulle copie vendute, e sono d'accordissimo con chi sostiene che il graphic novel non debba essere pagato "a tavola") ma in questo caso devi mettere in conto che - ipotizzando che per vivere quantomeno dignitosamente siano necessari almeno 20.000 euro l'anno e se ti va di lusso, nel migliore dei casi, puoi sperare di pubblicare un libro all'anno - probabilmente anche se ti chiami Gipi e pubblichi per Rizzoli o Mondadori, per campare devi necessariamente fare anche dell'altro.

Ognuna delle due scelte ha i suoi pro ed i suoi contro, nelle libertà creative, nelle sperimentazioni o meno, nel lavorare sulle proprie idee o sui personaggi di altri, nelle aspettative economiche che uno si prefissa, etc.
Sono pronto ad argomentare con CHIUNQUE i due punti sopra elencati. Volendo, anche "conti alla mano" (che tanto ho una prima bozza di questo stesso post con la quale già entravo parecchio nel dettaglio, dilungandomi ancor più di quanto non stia facendo adesso).
Il resto sono solo chiacchiere e demagogia.
Anche tirare in ballo la Disney e chi lavora per la Francia o per le case editrici americane, che non a caso io parlavo di Italia e di mercato italiano, nel tentativo di un'analisi basata sulle nostre sole forze.

Allora che senso può avere riunirsi attorno ad una tavola rotonda per parlare di "giusti compensi degli autori"?
Bisogna scoprire l'acqua calda tutti insieme per una presa di coscienza collettiva?
O è solo un ennesimo pretesto per lamentarsi?
I metodi per lavorare davvero con i fumetti sono pochi. Pieni di limiti, anche (e soprattutto) di natura economica.
Allora tiriamo in ballo LA CRISI. Crisi o non crisi? "Va tutto bene", ci dicono certi autori. Ma che "va tutto bene" lo dice anche Berlusconi quando parla dell'Italia, del lavoro, della scuola e della sanità. E allora cosa penso, in sostanza?

Penso che fintanto che in Italia - tantopiù nei due segmenti descritti poc'anzi - non avverrà un radicale cambio di rotta da parte di TUTTI, cioè sia da parte degli editori (che dovrebbero fare scelte più coraggiose e lungimiranti) che da parte degli autori (che dovrebbero fare proposte più coraggiose ed innovative), fintanto che si continueranno a pubblicare fumetti già letti visti e rivisti mille volte, con generi che non sono altro che semplici variazioni sul tema fantasy, fantascienza, horror, vampiri, zombie e detective dell'occulto in tutte la salse possibili, senza avere le palle di proporre roba POTENTE e innovativa che - senza bisogno di scomodare i soliti supereroi (che culturalmente nemmeno ci appartengono) - potrebbe sfociare in cose originalissime come "Scalped" o "DMZ" (che peraltro al 50% sarebbe un made in Italy, ma perché non sembriamo in grado di farcelo da soli?) e fintanto che Dylan Dog non potrà esclamare un "cazzo!" e non potrà uscire dai ranghi di quello bravino che tutto sommato non ha mai fatto realmente male a nessuno e quindi un John Constantine se lo inculerà sempre e comunque… fintanto insomma che mancheranno coraggio lungimiranza e innovazione, tematiche più adulte, linguaggi più articolati e al contempo diretti (lezione che negli Usa hanno imparato decisamente bene, tanto nei comics quanto nei serial TV, e poi qui da noi tutti a gridare ai LORO capolavori!) e livelli di lettura più sofisticati, allora il nostro mercato RISTAGNERA' sempre.
E a valutare da certe serie e/o miniserie attualmente in edicola, il punto è che MERITA di ristagnare.
Quindi che non venissero a lamentarsi a Lucca o chissà dove altro.
Perché il fumetto italiano di oggi è esattamente ciò che vuole essere e che si merita di essere.

Le "crisi" nei molteplici aspetti del mondo del lavoro, oggi in Italia, sono ben altre. E sono roba assai più seria e più grave.
Quindi cari autori che vi lamentate e/o che vi riunite intorno alle vostre belle tavolate rotonde a farvi le seghe l'uno con l'altro, non rompeteci le palle e - se non vi sta più bene questo ambiente che voi stessi avete trasformato a vostra immagine e somiglianza - allora cambiate lavoro!!!

POST SCRIPTUM.
Tornando in chiusura al ROMICS, una piccola soddisfazione personale: domenica pomeriggio alla stand Tunuè sono FINITE le copie di "Roots 66"! Io, incredibilmente, stavolta sono stato lì a disegnare circa due ore, ma ciononostante qualche simpatico compagno di scuderia non m'ha esonerato dall'inevitabile frecciata: "Ti credo, ne avevano portate cinque copie!!!". OK, incasso (grazie, ragazzi!) ma sappiamo bene che non è così. Erano MOLTE di più… uhm, vero?
Ad ogni modo saranno pure piccole, ma son comunque soddisfazioni ;)

giovedì 30 settembre 2010

"Mia la strada, mie le regole!"


Oggi, 30 settembre 2010, esce il mio libro "The Shield - Strade violente, polizia corrotta" nelle librerie italiane. A me è arrivato il corriere con le mie copie qualche giorno fa, ma ho saputo la data precisa della sua release entrando in una libreria sulla Tuscolana e chiedendo di questo libro - come fossi un cliente qualsiasi - al punto informazioni: "Esce il 30 settembre, vuole ordinarlo?"…

Tenerlo in mano mi fa un certo effetto, talmente sono abituato a curarmi da solo l'editing della maggior parte delle cose che faccio. Stavolta io ho "solamente" scritto, quindi il mio lavoro si è "limitato" a consegnare una serie di documenti Word all'editore. Che altro dire, allora? Bella impaginazione, bella scelta dell'apparato fotografico (compreso un sedicesimo centrale tutto a colori), buona cura generale sia da parte del'editor Francesca Di Benedetto che da parte del grafico Sebastiano Barcaroli. Non da meno, buona anche la stampa. Insomma: sono decisamente soddisfatto del lavoro svolto da Coniglio Editore!

Non essendo io un Andrea De Carlo, e non essendo il mio editore un colosso come Mondadori, è ovvio che potreste non trovarlo in TUTTE le librerie della Nazione. Ma se siete interessati all'acquisto, ricordate sempre che (1) è ordinabile on-line tramite il sito web della Coniglio e (2) per chi non fosse proprio avvezzo agli acquisti in rete, è sempre e comunque ordinabile "alla vecchia maniera" presso qualsiasi vostra libreria di fiducia, fornendo loro - se ce ne fosse bisogno - il nome dell'autore, quello dell'editore e il codice ISBN.

OK, giuro: non ve lo dico più!!! ;)

Stefano Piccoli
"The Shield - Strade violente, polizia corrotta"
Coniglio Editore
pagine: 192
formato: cm. 14x19
ISBN: 978-88-6063-226-5
prezzo: € 14,50




lunedì 27 settembre 2010

Grand taxonomy of RAP NAMES


• Clicca l'immagine per ingrandirla

Un gran lavoro di ricerca e di grafica. Una gran bella idea, anche come poster. Che - volendo - potete farvi da soli, se siete appassionati del genere (ma è comunque una figata anche solo da leggere). Grazie al sempre puntualissimo Ottokin per la segnalazione!
HIP HOP RULES :)

venerdì 24 settembre 2010

anche in Messico lo sanno...



In questi strani giorni in cui si fa un gran parlare di logo/logotipi e branding, tiro fuori dal cilindro l'immagine che vedete qui sopra. E' il simbolo dei Cañeros De Los Mochis, una squadra di baseball messicana (e fino a ieri, lo ammetto, nemmeno sapevo che il Messico avesse una regolare lega con un regolare campionato). Bene. Considerando ora l'abituale frequentazione di questo blog - cioè molti cosiddetti addetti al settore (grafici, fumettisti, illustratori) - vi chiederei di dare un'occhiata al pappagallo realizzato per rappresentare suddetto team sportivo: non sembra disegnato da un bambino delle scuole medie, tracciato "unendo i puntini" come fosse un gioco della Settimana Enigmistica attraverso Illustrator, che nemmeno le clip-art per i biglietti di auguri dei propri figli fatti col PC in ufficio?

Si, insomma: CHIUNQUE mastichi un minimo di grafica e/o disegno (ma anche di buon gusto) e ripeto CHIUNQUE, davanti ad un obbrobrio del genere - in termini di segno e di stile - non potrebbe che concluderne quanto sia banale, dozzinale, dilettantistico. Diciamo proprio brutto brutto, eh?
Nulla a che vedere, insomma, con le immagini coordinate delle squadre di baseball, di football, di basket o di hockey delle leghe professionistiche nordamericane, che in quanto a brand, comunicazione e merchandising hanno un impatto sull'immaginario collettivo mondiale di tale efficacia che chi opera in questi segmenti dovrebbe solamente imparare la lezione!

Dove voglio andare a parare, vi chiedete?
Che se proprio devi COPIARE qualcosa, vai almeno a rubare roba buona!!! Capisco che quella "troppo" buona è anche troppo riconoscibile. Ma se il tuo mestiere è lavorare con l'immagine, NON PUOI considerare valido un pappagallo come quello, cazzo! Non è possibile che tu - dopo tutti questi anni sul mercato - non abbia ancora gli strumenti per capirlo da solo!

Potrei dilungarmi, ma mi fermo.
Se vi interessa, la storia prosegue QUI
Fatevi due risate, va'…

martedì 21 settembre 2010

Finalmente! :)



Aspetta che t'aspetta, e aspetta che t'aspetta, finalmente esce il mio libro su "The Shield". La pubblicazione era inizialmente prevista per l'autunno 2009, poi rimandata a primavera 2010, poi quasi pensavo che non se ne facesse più nulla, e invece ecco che - infine - la Coniglio Editore ti sorprende ancora.
Che comunque sia (se proprio vogliamo dirlo) alla fine c'ha messo prima l'editore a pubblicare 'sto libro che la Sony a fare uscire il cofanetto della sesta stagione!

Ad ogni modo io son proprio contento.
Che dire? Centonovantadue dicasi centonovantadue pagine di protagonisti, guida episodi stagione per stagione, Los Angeles nella televisione, nel cinema e nella letteratura, Farmington, gangs, strade, musica latina e hip hop, un fan chapter con i controfiocchi (aneddoti, curiosità, fan-fictions, etc.) e - cosa UNICA nella sua collana - due interviste esclusive ed assolutamente inedite, ovviamente realizzate dal sottoscritto, con Shawn Ryan (creatore della serie) e Michael Chiklis (il protagonista Vic Mackey) nei "contenuti speciali" che chiudono il dvd… ehm, volevo dire il libro!!! ;)

The featurings • Con l'amichevole partecipazione (o meglio: il fondamentale contributo) di Francesco Cinquemani, di Kento e del The Shield Italian Forum, cui vanno i miei più sentiti ringraziamenti.

Stefano Piccoli
"The Shield - Strade violente, polizia corrotta"
Coniglio Editore
pagine: 192
formato: cm. 14x19
ISBN: 978-88-6063-226-5
prezzo: € 14,50

venerdì 17 settembre 2010

Er logo de' Roma!

o anche: della "mediocrità elevata a standard qualitativo e accolta con cerimoniali e fanfare"



Dunque, la storia è questa: ieri pomeriggio, giovedì 16 settembre 2010, è stato presentato ufficialmente il nuovo logo della città di Roma. Il suo brand, si. Lo vedete qui sopra, che una roba così col capitello nemmeno il vecchio logo di "Pastarito"
IO NON HO PAROLE.
E' per questo che lascio che siano quelle di Fabrizio Verrocchi a.k.a. Thomas Magnum a parlare per me; non poteva scrivere pezzo più completo (anche di nomi e cognomi), divertente, brillante ed ironico. LEGGETELO, che ne vale davvero la pena!
Peraltro - giusto per dirlo - lui stesso aveva regolarmente partecipato al concorso con questo logo qui, e non c'è nemmeno confronto. Ma "anche gli dei lottano invano contro la stupidità degli uomini", no?

Ovviamente, ne parla anche Ottokin sul suo blog; poteva forse astenersi? ;)

• • •

• Nota a margine.
Perché 'sta storia del logo di Roma per brandizzarla in termini di promozione, percezione, merchandising, etc. come già tante altre capitali del mondo, è già roba di diversi anni fa. Un concorso lanciato dal Comune nel 2005, in piena giunta Veltroni, con un bando rivolto "a tutti i giovani creativi romani" (di nascita e/o residenza) per dare voce, mezzi e opportunità alla nuova generazione. E fu la stessa grande presa per il culo: migliaia di partecipanti, con tanti elaborati freschi, innovativi, pieni di vere idee originali (che evidentemente i grandi studi sclerotizzati non hanno più la capacità di produrre). Mesi di selezioni, con addirittura una CONVOCAZIONE in Campidoglio per i 40 finalisti, 40 su migliaia. Teresa (non ancora mia moglie) era una di quei 40, e andò al Campidoglio.
Tanti complimenti a tutti per il lavoro profuso, per quella freschezza, per quella innovazione, per quelle idee. Tante strette di mano e pacche sulle spalle. Da lì, sarebbe dovuta cominciare la "seconda fase" del concorso, con le declinazioni del proprio logo e la realizzazione di una vera e propria style guide per il suo utilizzo su ogni supporto, con ogni tipo di colore e di stampa, di serigrafia e/o di incisione.
Invece arrivarono solo 40 raccomandate, nelle quali si annunciava la CANCELLAZIONE del concorso, accompagnata a tanti altri inutili complimenti, ma SENZA dare una vera spiegazione del motivo. Che per tutti - partecipanti, finalisti o "popolo del web" che fosse - furono semplicemente di natura economica/opportunistica. Si, insomma: perché dare 15.000 euro ad un giovane grafico realmente pieno di creatività ed entusiasmo, quando se ne potrebbero invece spendere decine e decine di migliaia in più con bandi rivolti a studi professionali amici de' amici, agenzie di comunicazione ammanicate, società fantasma messe su per l'occasione? Perché?

mercoledì 15 settembre 2010

DEXTER


E dire che me l'avevano detto in tanti - si, davvero in tanti - che 'sta serie spaccava. Ci sono cascato dentro con tutti e due i piedi, nel morboso vortice di "Dexter": nei suoi pensieri, nella sua testa. Nella vera natura della bestia che tiene nascosta, come me. Ho appena terminato la prima stagione. NOTEVOLE. Ne voglio ancora....
Ce ne ho per altre tre stagioni, credo (ma leggo che negli Usa ne sta per partire anche una quinta), bene.

Quindi dopo il mio primo grande amore "The Shield", dopo "I Soprano" (che mi creò vera e propria dipendenza, e mi ci vollero mesi per disintossicarmi), dopo "Battlestar Galactica" (brividi e lacrime), dopo gioielli come "Sons of Anarchy" o puro intrattenimento come "24", dopo un sempre più debole "Prison Break", dopo piacevoli divagazioni come "Nip/Tuck", "True Blood" (slurp!), "Dirty Sexy Money" o le tredici splendide puntate di "Crash", dopo cose assolutamente INUTILI come "Flashforward" (e meno male che c'ho buttato via solo il tempo di una stagione, che mica mi ci hanno fregato come il povero pubblico di "Lost") e anche serie minori come "Life on Mars" o addirittura "October Road"… eccomi qui assuefatto di sangue e Dexter Morgan, in una Miami che nemmeno la CSI di Horatio Caine ha saputo descrivere meglio!

Mi sa che dovrò cominciare a scaricarmi pure "Six feet under".
Ma intanto NE VOGLIO ANCORA.

• Nel frattempo…
(quasi un Post Scriptum) dal suo bancone al mercato di Via Sannio, il fantomatico amico/blogger 21Tyson colpisce ancora: è davvero uno spasso ;)

lunedì 6 settembre 2010

Prima bordata.

The fine Art of T-shirting • Episode One


Si fa presto a dire t-shirt.
Così come si fa presto a parlare di grafica per abbigliamento, in un mondo in cui oramai sembrano diventati tutti grafici. Ma questa è un'altra storia.
Quello di cui andiamo a parlare è ben altra roba: è per chi della t-shirt ha una VERA passione, qualcosa che va aldilà della moda, che si basa sul gusto, sullo stile, su scelte estetiche e compositive, sulla vestibilità, sulla sua storia come capo imprescindibile (!) e sulle storie che raccontano ognuna di esse. Quando c'è devozione, dietro alla loro ideazione, alla loro realizzazione. Altrimenti è solo un ennesimo prodotto di consumo (che non sarebbe assolutamente sbagliato, se ben fatto) ma troppo spesso realizzato invece senza competenza.
E senza PASSIONE, per l'appunto.

Ridendo e scherzando, sono oramai davvero parecchi i brand "giovanili" a cui negli anni ho prestato la mia creatività: da grafico interno, da art director o da semplice consulente esterno, sono passato per Pickwick, Onyx, Hollister Company, MBC, JTB Bench, Broke, Lonsdale, Disney (sulle linee Winnie The Pooh, Mickey Mouse, Princess, Eeyore, 'Cuties, Camp Rock), Fiorucci, Dimensione Danza, Gecko, Monella Vagabonda, DC Comics (Supergirl), Puerco Espin, Yell, Rubacuori, Bambolita, Rams 23, Frankie Garage, Polly Pocket, Ruby Gloom, Guru e Catbalou… ma giusto per dire, eh?
Si, insomma: diciamo che un mimino di esperienza oramai potrei dire di essermela fatta. Ma giusto un minimo, eh?

Quindi alla base del mio lavoro (oltre alla suddetta "esperienza") c'è sempre stata - e c'è ancora - grande passione. E grande attenzione ai particolari, aggiungo. Altrimenti mi annoierei. Mi sembrerebbe di impaginare locandine di offerte per supermercati. Senza fantasia, senza interesse, senza curiosità, senza stimoli, senza cose da raccontare è meglio lasciar perdere la creatività. In ogni campo. Quantomeno io la penso così.

Per quanto riguarda l'abbigliamento, il mio METODO di lavoro è ben rodato da tempo, indipendentemente dal fatto che - di volta in volta - possa allinearsi o meno all'identità di un determinato marchio (soprattutto se collabori con un marchio che questa "identità" nemmeno ce l'ha). Può succedere che non piaccia il tuo stile, è ovvio. Ma se creare la grafica per una t-shirt significa solamente guardare il nuovo catalogo di un'altra marca modaiola che va per la maggiore, scaricarsi una .jpg dal loro sito, aprirla sulla parte sinistra dello schermo del Mac e ricomporne una pressoché UGUALE sul foglio di Illustrator aperto lì accanto alla sua destra... beh, allora scusate se preferisco lasciar perdere!

Preso atto che un creativo che lavora nell'abbigliamento debba necessariamente avere in testa una panoramica generale del mercato e di ciò che effettivamente fa sell-out nei negozi di vestiti, debba avere grande INTUIZIONE su temi, colori e tendenze che potrebbero funzionare da lì ad un anno (perché sulle collezioni si lavora con circa un anno di anticipo) e debba insomma "ipotizzare" stili e gusti che un potenziale consumatore potrebbe avere (e cambiare) nell'arco di due stagioni, io credo sempre (1) in una IDEA di base, un concept personale che non sia "copiare le cose degli altri" + (2) in una RICERCA di materiale originale, di linguaggio (anche e soprattutto quando si lavora in inglese), di riferimenti coerenti all'idea da cui si è partiti + (3) in una STORIA che la grafica stessa racconta al suo interno, un messaggio + (4) in una ESECUZIONE solida, asciutta, possibilmente elegante (o "stilosa") che miri ad una armonia delle forme, degli elementi utilizzati, degli spazi d'ingombro, delle linee di dinamicità, dei caratteri scelti.
Un'idea + una ricerca + una storia = SOLO GRAFICHE ORIGINALI

Ecco, veniamo al punto.
Che si fa presto anche a dire "grafiche originali".
Che ORIGINALITA' non indica qualcosa di "strano", di "nuovo" o di "mai visto prima", ma - in questo caso - qualcosa di assolutamente INEDITO ed ESCLUSIVO, che un creativo (che si consideri davvero tale) realizza per conto di chi lo ha ingaggiato fornendogli un prodotto UNICO… è chiaro il concetto?

Allora ecco come - pur facendo lo stesso lavoro per lo stesso brand - il retaggio di due creativi può portare a scelte ANTITETICHE di grafica. Non solo nel gusto, quindi (che è pur sempre soggettivo), ma nel metodo. Di che parlo esattamente?
Faccio due esempi estremamente CHIARI:

>>> da un lato del ring linkandovi il mio blog parallelo dove potete leggere QUESTO post su quale sia la mia idea di grafica originale.

>>> all'angolo opposto, ben due IPOTETICI esempi due - dal blog del mio indomabile amico 21Tyson, che ha un bancone a via Sannio - su cosa sia invece (1) riciclare una grafica fatta in precedenza per un altro datore di lavoro o anche (2) realizzare una grafica utilizzando loghi regolarmente registrati, di altrui proprietà.

Dopodichè chiunque di voi tragga pure liberamente le proprie conclusioni.
Lo scopo di questo post, oltre che COLPIRE chi deve essere colpito, è anche DIVERTIRE.
Quindi buona lettura e buon divertimento, bro.

mercoledì 1 settembre 2010

Re-opening.


S3Keno's back in town!!!
E S3Kenoblog riapre i battenti :)
Ma ancor prima di ripartire (col botto) facciamo un necessario incipit, da intendere come un'ode di rinnovata libertà.

Si, perché adesso sto decisamente bene: nuovamente LIBERO di scrivere e disegnare, LIBERO di raccontare e di farlo a modo mio, LIBERO negli orari quando mi alzo la mattina, quando vado al bar a prendermi un caffè, quando vado in edicola o da qualsiasi altra parte, anche a zonzo senza nessuna meta, LIBERO dal traffico, dalla inevitabile fila sul Raccordo Anulare, dalla Salaria, LIBERO di rimettermi sul tavolo da disegno o davanti al mio Mac quando ho davvero voglia di farlo, senza costrizioni, senza fiato sul collo, senza il peso dell'incompetenza (e della frustrazione) degli altri, quelli che vorrebbero esercitare il loro potere su di te perché altrimenti non hanno davvero nient'altro…
E ancora LIBERO di sorridere - non nego anche con un po' di malizia - ripensando alle bufere dello scorso luglio, già così lontane nel tempo, di chi pensava di trovare la propria salvezza nelle agognate ferie d'agosto, bramandole con il conto alla rovescia, e che ora - dopo tre settimane di "libertà" solo apparente - si trova nuovamente prigioniero dentro le mura grigie dello stalag, cominciando ciclicamente daccapo. Stagione dopo stagione: autunno/inverno... primavera/estate... autunno/inverno... primavera/estate... senza soluzione di continuità. Senza tregua. Senza vie d'uscita. Senza altra scelta possibile se non la rassegnazione.

Il mio futuro invece non è fatto di incertezze, ma di opportunità.
E - per l'appunto - di libertà.
Anche creativa.
Soprattutto creativa.
Detto questo, dal prossimo post si ricomincia col botto…

giovedì 5 agosto 2010

Ferie d'agosto.


S3Kenoblog riapre i battenti a fine agosto.
O giù di lì.
Nel frattempo buone vacanze a tutti :)

mercoledì 28 luglio 2010

Daniele Silvestri • live 27.07.10

feat. Orchestra di Piazza Vittorio


Scrivere nuovamente di un live di Daniele Silvestri (che torna all'Ippodromo di Capannelle all'interno della manifestazione estiva "Rock in Roma") non è facile, soprattutto tenendo conto che - nel frattempo - non è ancora uscito un suo vero e proprio nuovo album, e che di lui ho già detto di tutto e di più anche in questo blog.
Apre con "L'autostrada" e chiude con "Cohiba", come da copione; nel mezzo, due ore e un quarto di divertito divertimento, di strumenti di ogni tipo, di riflessioni e di viaggi, da "Strade di Francia" a "La paranza", da "Me fece mele a chepa" alla "Monetine" versione 2008, da "Occhi da orientale" ad "Aria" (in un'esecuzione davvero molto suggestiva) fino all'immancabile "Testardo", uno dei momenti topici dei suoi concerti romani.

Ma il vero VALORE AGGIUNTO, questa volta, lo ha determinato l'Orchestra di Piazza Vittorio, straordinaria, allegra, ritmata, coloratissima, multietnica. Un ensemble capitolino che al suo interno racchiude la Tunisia con Cuba, il Brasile con l'India, il Senegal con l'Argentina, passando anche dall'Ecuador, da New York, dall'Ungheria e - ovviamente - da Roma.
Silvestri concede loro ampio spazio: il sound è avvolgente, colmo di percussioni, di fiati e di archi. Africa e sudamerica che si incontrano "al centro esatto della musica", mani del numerosissimo pubblico che battono il tempo, che li seguono nelle loro performances sia come Orchestra (con brani propri) che nella loro FUSIONE con gli elementi abituali della band, per un totale di 23 musicisti presenti in scena (!), dai quali scaturiscono anche insoliti medley, al culmine di uno dei quali - approfittando della stessa base ritmica - partono le strofe e l'ironia di "Salirò". Applausi.

Meno siparietti comici del solito (per chi è abituato a partecipare ai live romani di Daniele, che - quando gioca in casa - si lascia andare con estrema disinvoltura) e meno pezzi "storici" in scaletta, a favore dell'Orchestra che condivide il palco con lui. Ma è proprio grazie ai suoi elementi, ai loro strumenti, che ne risultano nuovi ed inaspettati arrangiamenti: esemplare (e forse il momento migliore di tutto il concerto) l'esecuzione de "L'uomo col megafono", molto bella anche "Il mio nemico".

Come ho già avuto modo di scrivere in passato, Daniele Silvestri dal vivo (soprattutto a Roma) è una di quelle occasioni che - almeno una volta - nessuno dovrebbe lasciarsi sfuggire. Una grande esperienza sonora e comunicativa.

lunedì 26 luglio 2010

Pulse & Bionic.


Avrei voluto parlarvi di due album recentemente entrati nella S3Kenohouse, cioè "Pulse" di Toni Braxton e "Bionic" di Christina Aguilera. Avrei potuto dirvi quanto io ADORI la prima, da sempre, e di come - a 42 anni - abbia realizzato un disco semplice ed elegante, che però passerà inosservato. E di come la classe non è mai acqua, e ancora di come la stimi non solo artisticamente, ma anche come donna, nelle prove che la vita le ha posto, che lei ha sempre superato con una discrezione rara nello show business, senza urla, senza riflettori, senza conferenze stampa.
Avrei voluto scrivere di come l'ultimo album della Aguilera, nella sua svolta "elettronica", le abbia fatto fare ENORMI passi indietro come autrice e come performer. Proprio io, che - incurante di chi mi prendeva in giro per questa mia debolezza personale - ho sempre difeso ad oltranza questa "cantante pop" newyorchese (e non solo per lo spanking a cui la sottoporrei assai volentieri per intere giornate), la sua voce, la sua crescita artistica, le sue scelte stilistiche fino allo scorso "Back to basics" del 2006 (che secondo me era un grande disco, che superava il semplice R&B, sublimando la sua attitudine jazz/soul) e di come invece questa volta sia davvero INDIFENDIBILE…

Avrei voluto parlarvene a lungo.

Ma non mi va più.

;)

venerdì 23 luglio 2010

Ice One • Giorno dopo giorno



L'avevo quasi dimenticata (ma mi è tornata in mente qualche giorno fa, mentre la citavo - da cialtrone quale sono - ad un emerito buffone), eppure non potevo non mettere altro rap nella mia TOP 20 italiana degli ultimi vent'anni (1990/2010). Per quanto mi riguarda, questo pezzo del 1994 di Ice One resta ancora oggi una delle cose più belle mai scritte e prodotte dal nostro hip hop nazionale. L'album era "B-boy maniaco", che - per la cronaca - venne pubblicato ben PRIMA della pietra miliare "Odio Pieno" a firma Colle der Fomento (entrambi i dischi uscirono per Mandibola Records, una costola della Irma) con cui il nostro caro vecchio Funkadelico incrociava le strade di Danno e Masito (all'epoca Beffa), diventandone dj e produttore di tutte le basi, oltre che Maestro sulla via della doppia H.

Anni dopo, lo stesso testo (con una nuova base, più raffinata, che campiona anche la bellissima This is not America di Pat Metheny e David Bowie) venne inserito all'interno dell'album "Medicina Buona" de La Comitiva, per la Virgin. Album oramai introvabile, credo. La Comitiva era una sorta di collettivo creativo (durato poco, purtroppo), un progetto di crossover molto sperimentale (soprattutto in quel momento) che - oltre allo stesso Ice One - includeva Riccardo Sinigallia, David Nerattini e Dj Stile, ma anche altri personaggini del calibro di Frankie Hi-Nrg Mc, Elisa, Federico Zampaglione e Franco Califano! Potete ascoltarla QUI, volendo.
Il fatto stesso che "Giorno dopo giorno" fosse stata inclusa nella tracklist in un album di soli brani inediti, la dice lunga sul valore intrinseco del pezzo non solo a detta del suo autore, ma anche dal resto degli altri artisti/musicasti, tutti decisamente cazzuti. Insomma: roba spessa.
Che - non a caso - utilizzai anche per le brochure promozionali del Massacratore versione Play Press...

"Perciò sarò la voce del bambino che hai seviziato,

sarò la rabbia del negro che hai bruciato,

sarò la disperazione del malato emarginato,

sarò lo sdegno dell'ebreo che hai insultato,

sarò le lacrime dell'operaio licenziato,

sarò il sangue della donna che hai violentato,

sarò le parole dell'uomo che non hai mai ascoltato,

sarò il nemico che tu hai voluto!"


Vedi anche:
01. Meganoidi • "Zeta Reticoli"
02. Subsonica feat. Bluvertigo • "Discolabirinto"
03. Almamegretta • "Figli di Annibale"
04. Neffa • "Aspettando il sole"
05. Üstmamò • "Piano con l'affetto"
06. Niccolò Fabi • "Lasciarsi un giorno a Roma"

giovedì 22 luglio 2010

24 8x08 sub ita.


Stanotte sono arrivato all'ottava puntata dell'ottava stagione di "24", cioè praticamente ad un terzo della giornata (che da Giulia in poi, col cavolo che riesco a vedermi i serial TV come prima, al ritmo di una puntata al giorno). Ad ogni modo, vuoi per l'ambientazione a New York City, vuoi perché esiste nuovamente un CTU, vuoi per chissà cos'altro, fino a qui mi sembra ASSAI meglio della settima (ambientata a Washington) che - lo avevo già scritto - mi aveva annoiato parecchio.

Ora, sia chiaro, su Jack Bauer & soci c'è gente in giro per blog moooOOOooolto più preparata di me (eh si, quelli che studiano "24" e telefilmologia all'università, no?) che potrebbe spiegarvi mille motivi per cui questa ottava stagione non funziona, o funziona male, ma a me basta poco… basta già la sola presenza di Katee Sackoff direttamente da "Battlestar Galactica" (che poi m'era spuntata fuori nel ruolo dell'anestesista Theodora Rowe anche nella quinta stagione di "Nip/Tuck", che sfizio) per farmelo seguire con molto più piacere.
E dirò di più: non sono affatto infastidito dalla presenza (peraltro poco invadente) di Freddie Prinze Jr., che personalmente - anche televisivamente/cinematograficamente - non mi ha mai fatto niente, anche perché ora come ora non ricordo nemmeno in quali altri film possa aver visto! Ma la comunità mondiale dei serial geeks lo odia. Lo odia profondamente. Uhm, credo dipenda dal fatto che il tipo si scopa la loro cara Buffy, di cui in fondo sono tutti profondamente innamorati. Che tenerezza ;)

mercoledì 21 luglio 2010

Roma nel mondo.



Poi uno dice le caratterizzazioni, no?
Altro che Veroniche del "Grande Fratello" o Jessiche dei film di Verdone. E' tutto vero. Nascono qui. Crescono. Si moltiplicano. Ci rappresentano nel mondo. Contenti?

P.S. = Notate i sottotitoli, la cosa migliore ;)

venerdì 16 luglio 2010

C'eravamo tanto odiati.


Prima di sparare sin troppo facilmente a zero sulla sola "Faccia come il cuore" ho aspettato che mi arrivasse il CD dei Due di Picche - al secolo J. Ax e Neffa - e solo dopo averlo ascoltato per intero mi sento di poterlo onestamente giudicare. Il titolo di questo disco, oltre che citare/parafrasare palesemente la celebre pellicola del '74 di Ettore Scola con Gassman, Manfredi e la Sandrelli, fa riferimento all'antica rivalità (primi anni '90) tra Articolo 31 e Sangue Misto, rivalità che le leggende narrano essere arrivate addirittura ad imboscate con picchiatori prezzolati. Io c'ero già, a quell'epoca; alcune cose sono vere, altre no. Ma restano storia i dissing tra Dj Gruff e lo stesso Ax.
Ad ogni modo il titolo è bello assai, ma è poca roba rispetto al salvabile (ad esempio, già logo e grafica sono orribili).

Dunque: d'accordo che - nonostante io non sia mai stato un grande amante degli Articolo 31 (casomai il lato più strictly hip hop dei due era il caro vecchio Dj Jad) e tantopiù degli album solisti di J. Ax - ho sempre conferito al caro Alessandro grande carisma, grandissime capacità di linguaggio e di comunicazione e - perché no? - anche una certa spudorata simpatia, ed ho altresì apprezzato la sua volontà di imporre il prezzo non più alto di € 9,90 ai suoi ultimi album… e d'accordo che - sul versante opposto - ho invece amato visceralmente il percorso dei Sangue Misto e non da meno tutti i percorsi solisti dei suoi singoli elementi (intendendo per lo più Gruff e Neffa) anche quando il cantante Giovanni Pellino ha "tradito" il rap, i b-boys italiani non glielo hanno mai perdonato, ed io ho comunque continuato ad acquistare/ascoltare i suoi dischi (che in molti casi contenevano gran belle canzoni) anche se di fatto non ho mai capito fino in fondo come si possa scegliere di passare dall'essere il n° 1 del rap italiano a - che so? - il n° 47bis della musica leggera italiana… insomma, d'accordo un sacco di cose… ma i due fratelli di Picche stavolta hanno "sgravato", ideando a tavolino un progetto talmente/esageratamente commerciale da risultare FASTIDIOSO. Nel nome del facile ascolto, la sensazione (piuttosto netta) è che abbiano realizzato il più grande marchettone di questa estete 2010!!!
Io vi rispetto, ragazzi. Ma - cazzarola! - stavolta non vi siete davvero regolati.
Che le "canzonette" le cantava Bennato nel 1980, non voi due trent'anni dopo.

Nove tracce in tutto (includendo anche il remix del brano d'apertura ad opera di DonJoe dei Club Dogo, assolutamente INUTILE) delle quali, dopo ripetuti ascolti, l'innato talento dei due - che non poteva non generare anche qualcosa di buono, non foss'altro che per probabilità matematica - si esprime solo in un paio di pezzi, cioè "La ballata dei Picche" (gran bella base, per un pezzo incalzante che ripercorre metaforicamente la loro storia) e "I love you baby" (che teneroni, in fondo, questi fratelli Johnny & Willy di Picche). Vabbè, sarò clemente e includerò per il rotto della cuffia anche "Treni a perdere", che tutto sommato un brivido ce lo stacca. Ma il resto è tutta fuffa, vera fuffa. Che nemmeno la più spensierata delle canzoncine di Neffa risultava tanto banale.
Avete 81 anni in due, belli miei. Ancora a scrivere elogi del THC? OK, fatene pure buon uso, ma l'erba l'hanno già cantata/rappata in tutte le salse (peraltro ben prima di "Ohi, Maria" e "La mia signorina"). Ancora ad inventare ardite metafore sulla televisione che è cattiva cattiva? OK, spegnetela, cambiate canale, imparate a scaricarvi solo roba buona dal web!

Tornando al singolo, che tra ritornello, videoclip e balletto annesso sembrava candidarsi come il tormentone estivo (e non posso non credere che anche loro due non l'avessero pensata per diventarlo) lì per lì, al suo rilascio, ho avuto davvero timore che potesse accadere. I numeri c'erano tutti (anche in senso critico). Ma nonostante "dentro le palestre balleranno le signore, i pollicioni in alto, gli indici puntati al cuore, una mano a destra una a sinistra come due pistole, poi tira su le mani esce il segno dell'amore", la cosa - fortunatamente - a luglio inoltrato s'è SGONFIATA quasi del tutto. Non mi pare di vedere in giro gente che balla questa cretinata, l'airplay radiofonico comincia già a scemare, la stampa specializzata sembra non essersi bevuta la finta conferenza stampa che hanno fatto girare in rete alla data di pubblicazione, producendo poca notizia, poche recensioni, poco feedback (ma davvero i discografici credono di poter fregare chi usa abitualmente il web con trovate di questo tipo?).
Insomma: il tentativo del tormentone sembrerebbe fallito. E il mini-album non contiene altri pezzi così potenzialmente "pericolosi".

Concludendo: a parte il buon titolo e il buon prezzo con il quale è venduto al pubblico (diamo a Cesare ciò che è di Cesare) l'acquisto è assolutamente poco consigliato.
E, credetemi, mi dispiace dirlo. Perché (soprattutto per quanto riguarda Neffa) non sono abituato a delusioni di tale portata.

lunedì 12 luglio 2010

IL PAGELLONE 2010.


In un'annata di "ritardi" reiterati, prima che il nostro mister torni dalla Grecia e io mi becchi l'ennesima cazziata, ecco che finalmente - come da tradizione oramai consolidata - pubblico il PAGELLONE 2010, oh yeah!!! Ad illustrare il post, uso inoltre la locandina ufficiale della quarta edizione di "E… state al parco con Emergency", che ovviamente avrei dovuto pubblicare almeno una settimana PRIMA della manifestazione dello scorso 23 maggio, ma che in quel momento mi dimenticai preso da altre stupidaggini (e in quel caso la cazziata me la sono presa tutta!).

Dunque, che dire? Ad un mese e mezzo dal torneo di calcetto, nonostante non ne avessi parlato, posso solo dire che quest'anno abbiamo vinto!!! Si, siamo arrivati davvero primi, noialtri vecchietti sempre più prossimi agli "anta" (ehm, io ci sono già). Da un terzo posto di due anni fa, alla vincita "morale" dell'anno scorso, all'effettiva vittoria di quest'anno. Una strada tutta in salita, per un team che a questo punto - dopo aver sbaragliato qualsiasi avversario - forse deve giocare contro se stesso, ipotizzando una "scissione interna" in due squadre che il prossimo anno si ritrovino una di fronte all'altra, per rinvigorire la sfida!!!

Dai, Robi, sto scherzando...
Ma è perché sono POLEMICO, no? ;)
Bando alle ciance, ad uso e consumo delle cerchia interna degli amici più cari, ecco a voi il PAGELLONE 2010 in tutto il suo splendore!!!

lunedì 5 luglio 2010

Niccolò Fabi • Lasciarsi un giorno a Roma



Le persone che mi sono più vicine sanno bene quanto io ami questo brano, e non a caso qualche tempo fa intitolavo un mio post: "Qual'è il grado di dolore che riesci a sopportare prima di fermare l'esecuzione?"...
Il fatto che questa sera sarei dovuto andare a vedere il concerto di Niccolò Fabi a Villa Ada, annullato per il tragico lutto che lo ha colpito in modo così improvviso e devastante, non ha fatto altro che ricordarmi la mia personale TOP 20 delle più belle canzoni [italiane] degli ultimi 20 anni. Si, perché "Lasciarsi un giorno a Roma" lo è, punto e basta.
Pezzo del 1998, contenuto nell'album "Niccolò Fabi" (prodotto da Riccardo Sinigallia per la Virgin).

Musica (e parole) come unica ragione possibile per tentare di dare un senso a qualcosa che non ne ha, come manifestazione della nostra vicinanza, in un momento così straziante. Solo un pensiero, costante, presente, anche attraverso un semplice (ed inutile?) post come questo...

Vedi anche:
01. Meganoidi • "Zeta Reticoli"
02. Subsonica feat. Bluvertigo • "Discolabirinto"
03. Almamegretta • "Figli di Annibale"
04. Neffa • "Aspettando il sole"
05. Üstmamò • "Piano con l'affetto"