mercoledì 27 ottobre 2010

45506.


Tra mille pensieri e mille preparativi (non solo lucchesi) ottobre mi è quasi scivolato via senza accorgermene, e solo oggi mi accorgo che - a soli quattro giorni dal termine della campagna - non avevo ancora postato il mio abituale/puntuale sostegno ad Emergency sulla loro raccolta cominciata ad inizio mese, per tutto il mese.
Ma siamo ancora in tempo... che per spedire un SMS - su! - non ci vuole davvero niente, figuriamoci se non bastano quattro giorni. Quindi, nonostante da qui a domenica prossima saremo quasi tutti a Lucca Comics, non sarà una scusa valida per non partecipare. Anche perché il nostro cellulare sarà lì con noi, giusto?

E allora...

Manda un SMS al 45506
Dall'11 al 31 ottobre puoi donare 2 euro a Emergency inviando un SMS al numero 45506 dal tuo telefonino personale - per i clienti Tim, Vodafone, Wind, 3 e Coopvoce - o chiamando allo stesso numero da rete fissa Telcom Italia.
 
C'è un paese in Africa, la Sierra Leone, che ancora soffre gli effetti di una guerra combattuta oltre 10 anni fa, dove tre quarti della popolazione vivono con meno di 2 euro al giorno, la vita media è di 40 anni e un bambino su tre è denutrito. Qui 10 anni fa Emergency ha aperto un ospedale che ha offerto cure gratuite a più di 300.000 persone. I pazienti aumentano e ora l'ospedale ha bisogno di crescere con 3 nuove sale operatorie, un nuovo reparto di terapia intensiva, un nuovo pronto soccorso, una foresteria per i parenti dei pazienti lungodegenti.
 
Se vuoi che questa nostra storia continui, hai tutti i numeri per farlo: 45506


CLICCA QUI per saperne di più.

venerdì 22 ottobre 2010

Tunuè a Lucca Comics!


Meno sette a Lucca Comics & Games!!! :)
Anche quest'anno la Tunuè sarà presente con il suo affollatissimo e coloratissimo stand, nel Padiglione Editori a Piazza Napoleone…

Queste le numerose NOVITA' che presenta a Lucca.

Questi gli AUTORI presenti allo stand per firme e sketch.

Per quanto riguarda le mie sessions per R66, mi ci troverete sabato 30 dalle 12:00 alle 14:00 e dalle 15:00 alle 17:00 + domenica 31 agli stessi orari. Vi aspetto :)

lunedì 18 ottobre 2010

Intervallo.


Cocullo, L'Aquila.


Tocco da Casauria, Pescara.


Pieve d'Alpago, Belluno.


Camera mia, Roma. Ieri sera.

mercoledì 13 ottobre 2010

"In defense of Savannah"

… che non c'entra niente (essendo il titolo di un vero cult dell'hard-core del 1991) mentre qui casomai si "difendono" solo le virtù di Alessandro e Giovanni!!!



Stamattina, mentre stavo in macchina, ho beccato del tutto casualmente J. Ax e Neffa ospiti a Radio Deejay da Linus e Nicola Savino. Hanno parlato di un sacco di cose, di come le loro due rispettive storie umane e professionali - così differenti eppure così simili - li abbiano portati negli anni ad essere amici, poi rivali, poi nuovamente amici, fino alla loro attuale collaborazione. Una storia che risale ai primi anni '90, quando gli capitava di uscire insieme la sera per le strade di Milano. Fino agli Articolo 31 e ai Sangue Misto (anche se il percorso artistico di Neffa, di qualche anno più grande, ebbe inizio nella scena punk come batterista dei Negazione). Di come in un determinato momento storico, anche nella discografia che "scopriva" un genere mai sentito prima come il rap, le scelte differenti, gli stili differenti, gli entourage differenti, le città differenti (con le scuole di Milano e Bologna a contrapporsi l'una all'altra) li avessero portati ad "essersi tanto odiati". Sono partite le note di "Solo per te" (tratta dal primo album degli A31, cioè "Strade di città" del 1993, con 90mila copie vendute) e di "Cani sciolti" (tratta da "SXM" del 1994), fino al pop/rock di "Deca Dance" per Ax e alle raffinatezze di "Passione" (scritta per la colonna sonora del "Saturno Contro" di Ozpetek) per Neffa, per arrivare al 2010, all'attuale "Faccia come il cuore".

Hanno parlato di come entrambi abbiano conosciuto trionfi e sconfitte, di come ognuno dei due - per motivi diversi - abbia dovuto combattere i propri demoni. Per ritrovarsi più adulti, ancora musicisti. Poi la fatalità di un incontro recente, nel backstage di un concerto, durante il quale l'erba buona offerta dai comuni amici Sud Sound System ha portato pacificazione, fino all'idea di un pezzo da scrivere insieme. Che poi sono diventati due. Che poi sono diventati un intero mini-album, quello dei Due di Picche.

Di questo progetto ne avevo già parlato qui. Non molto bene, in effetti. Perché personalmente non mi convince molto. Ma non è della validità o meno di "C'eravamo tanto odiati" che volevo parlare, quanto di loro due: di J. Ax e Neffa!

So infatti che qualche settimana fa sono stati ospiti a "X-Factor", e chi segue un minimo questo blog sa quanto la mia posizione sia assai critica verso questo genere di talent show televisivi.
Il giorno dopo quella puntata, un altro caso volle che - chiacchierando con Ottokin - mi dicesse "quanto gli fanno vomitare quei due". Poco dopo, leggevo lo spassoso resoconto del buon Cajelli (perché nonostante tutto, le sue cronache di "X-Factor" sono divertentissime, come "la presenza della Tatangelo e della Pina nella stessa inquadratura fa morire i delfini a distanza"!!!) nel quale anche lui si scagliava contro 'sti maledetti Due di Picche nelle sue "cose che preferisco fare piuttosto che ascoltarli".
OK, d'accordo. Possono non piacere e lo capisco. Non è nemmeno questo il punto.

Il punto è che secondo me, nonostante i nostri gusti personali, la storia di J. Ax e Neffa parla per loro. Che entrambi sono sulla scena dai primi anni '90, che entrambi rappresentano un percorso (molto lungo) fatto di tenacia, di carisma, di crescita. Rappresentano l'artista/musicista che davvero comincia dalle cantine, dai piccoli locali, dai centri sociali e disco dopo disco, concerto dopo concerto, anno dopo anno, si guadagna UNO AD UNO i suoi ascoltatori - prima decine, poi centinaia, poi migliaia - con le proprie forze, le proprie capacità, i propri artigli… non si trova cioè 4 milioni di telespettatori preconfezionati, già pronti ad ascoltarlo, solo perché è stato selezionato da una giuria che lo infila DENTRO ad un format che quei 4 milioni di ascolti ce li avrebbe lo stesso, nonostante ci sia lui lì a cantare o meno. Capite cosa intendo?

Che se oggi J. Ax e Neffa vengono invitati ad "X-Factor" come OSPITI, è perché evidentemente se lo meritano.
Se lo sono guadagnato con le loro mani, indipendentemente dalla bontà del disco che hanno fatto insieme o da quanto antipatici possano risultarvi. E potrei aggiungere che se loro oggi sono diventati OSPITI - cioè personaggi che vengono invitati come esempio di una reale carriera musicale/discografica - è perché non hanno mai fatto i concorrenti di nessun talent show!!!
Perché tocca proprio vedere se chi vince oggi un "X-Factor" (e parlo solo dei vincitori, sia chiaro, tenendo conto che tutti gli altri concorrenti vengono praticamente dimenticati già alla fine dell'ultima puntata) verrà invitato come OSPITE tra 15 anni in un programma televisivo o in uno dei più importanti network radiofonici. Si, certo: tocca proprio vederlo.

martedì 12 ottobre 2010

Wake Up!


Dell'album vero e proprio (grandioso!) ve ne parlerò a breve. Io che non uso quasi mai certe definizioni, stavolta potrei sostenere che si tratta di un piccolo grande capolavoro. Ma entreremo nel dettaglio.

Intanto spendo due parole sul packaging, interamente in cartoncino, elegante e stilosissimo. Merito delle illustrazioni, del design e della grafica di Dave Bett, Chris Feldman e Michelle Holme, che firmano a nome Post Typography. Un vero piacere - tutto da sfogliare - per gli occhi, per il tatto... e anche per l'olfatto! ;)

Se vi va, per immergervi nel sound e nella straordinaria atmosfera soul deliziosamente retrò (anche nel videoclip) creata da John Legend & The Roots ascoltatevi il primo singolo "Wake Up Everybody" feat. Common (un altro fuoriclasse) & Melanie Fiona.
BIG UP!

lunedì 11 ottobre 2010

Oggi tocca a te.


Che non ci spreco nemmeno lo spazio che il testo occuperebbe sull'aspetto grafico del blog.
Quindi LEGGI QUI, coglione.

venerdì 8 ottobre 2010

Ed ora ar*RAP*iamoci

Uno perché Danno - anche quando è in versione extra-Colle (in questo caso insieme al bravissimo Mr. Phil) - è sempre e comunque POTENTE come pochi altri:



Inutile dire, per chi ne mastica qualcosa, che il pezzo è anche un grande omaggio ai Sangue Misto, alla loro indimenticabile Cani Sciolti, in particolare alle rime di Deda (che infatti viene anche campionato): "Le radiazioni han fatto danni / su chi e' cresciuto negli ultimi vent'anni" - ed era il 1994, cazzo! - Abbiamo avuto il piombo, il fango ed ogni giorno / la dose quotidiana di merda che ci cade attorno"…

Due perché Esa la sa lunga, che quando mi arrivò questo album per posta (nel 2005) non nego che lo sottovalutai. Invece il pezzo è ipnotico, ironico, molto acuto. Risentendolo e risentendolo, poi ti entra nella mente come un martello:



Come ripetevo scherzosamente anch'io alla scorsa Napoli Comicon: "Tu sei bravo!"
E stai in campana, che domani tocca a te.

giovedì 7 ottobre 2010

OUTING!


Un paio di giorni fa, mentre chattavo con questo Mauro qui (in un dialogo che non riporterò, essendo privato) mi sono fermato a riflettere un po'. Magari non MENTRE chattavo, d'accordo, ma subito dopo. Si, perché noialtri "40enni boriosi arroganti saccenti che vivono ancora di rendita da una semi-popolarità risalente agli anni '90" (ebbene si, qualcuno mi ha definito così) a volte, incredibilmente, ASCOLTIAMO ciò che ci stanno dicendo le persone, anche se/quando sono più giovani di noi. E le sue parole in particolare, che d'altronde vengono da una persona che stimo molto, mi hanno colpito. E sono stato a ripensarci per il resto della giornata...

Il mio post sul "dopo Romics" parlava principalmente dell'imminente tavola rotonda lucchese sui cosiddetti Stati Generali del Fumetto. Anche rileggendolo più volte, continuo a pensare che se casomai qualcuno si fosse potuto sentire "messo in mezzo" da un'ipotetica polemica, questi potevano essere i vari Claudio Stassi, Michele Petrucci, Luca Boschi e via dicendo. Il mio pezzo è stato anche riproposto subito dopo su Fumetto d'Autore, perché Giorgio Messina è proprio una delle persone (non l'unica) che mi aveva chiesto un'opinione in merito.
E qui potrei anche aprire una parentesi, perché in fondo so bene dove voleva portarmi il buon Giorgio: vista la loro posizione più che dichiarata (da mesi) sull'argomento, sapeva che - in questo caso - le mie idee avrebbero in qualche modo avallato le loro. Può capitare che, su certe cose, si abbiano le stesse sensazioni. Ma il nostro rapporto, oltre che sempre molto schietto, è sempre stato anche molto contraddittorio. Quindi il mio strano modo di pormi al fumetto a volte mi fa rientrare nella sua idea di autore, altre volte nella sua antitesi. Perché (approfittandone per leggere tanti articoli che non avevo letto) al contempo io rientro perfettamente nella sua definizione di "generazione-1000-copie-in-libreria-recensione-su-La-Repubblica"… curioso, no?
Chiusa parentesi. Anche perché le "polemiche" possono essere PERCEPITE in mille modi diversi, e - a giudicare dall'ultimo commento di quel post - esiste addirittura gente che non trova alcuna finalità polemica nelle mie parole.

Ma torniamo alle riflessioni a cui m'ha portato Mauro, che fondamentalmente riguardano solo le prime dieci righe di quel post.
Il punto è che ha ragione: magari a me non interessa passare ore a sparare con pistolone di plastica in giro per una fiera di fumetti, magari preferisco fare altro (così come magari a qualcun altro non interessa passare il tempo come lo passo io in fiera, sprecando tempo al bar o chiacchierando con STUPENDE traduttrici) ma fintanto che quel determinato gioco non diventa qualcosa di ossessivo/compulsivo, è soltanto un modo per divertirsi insieme. Tutto sommato lo scrivevo senza ironia: "Giocare è bello, a qualsiasi età". Ed è vero, ci credo veramente. Soprattutto da quando sono diventato un genitore, che sto riscoprendo giorno dopo giorno la dimensione (e l'importanza) del gioco, che per certi aspetti avevo DIMENTICATO.
Troppo occupato ad interpretare il copione del personaggio che io stesso mi sono creato, quello nudo e crudo, quello sempre e comunque "anti-nerd" che non gioca ai videogames o ai GDR, quello che non colleziona action figures introvabili o robot costosissimi, quello che "bla bla bla". Invece sono tutte cazzate, perché essere sempre "nudi e crudi" è faticoso, credetemi: alla lunga è un gran rottura di palle!
Allora non c'è davvero bisogno di entrare al Disney Store e comprare il giocattolo di Wall•E con la scusa che è per Giulia, che a malapena guarda la TV e non sa nemmeno cosa sia quella scatoletta gialla. Allora che problema c'è a MOSTRARE le mie statuette di Batman, di Wolverine e di Bone? Allora VIVA chi si diverte, in qualsiasi moniera, e lo fa in modo SANO, senza nessuna ossessione. VIVA le passioni, di qualsiasi natura esse siano!!!

Non ultimo, anche i cosplayers.
Si, perché continuo a pensare che moooOOOooolti di loro abbiano davvero seri problemi di dissociazione, ma è altrettanto vero che negli ultimi tempi HO FATTO PACE con il cosplayin' (e con il mio cervello!). Che al Romics, a Lucca Comics o al Napoli Comicon che sia, tutto sommato fanno parte del folklore (e dell'identità, anno dopo anno) di queste fiere già così caciarone e colorate per loro stessa natura. Alimentano quelle passioni di cui parlavo poco fa, stimolano la curiosità dei media e del pubblico occasionale. E attraggono molto più di noi fumettari: fanno numeri, fanno spettacolo, fanno allegria. E dunque - sempre che non mi colpiscano in pieno le palle con i loro spadoni - beh… lo ammetto pubblicamente: mi piacciono i cosplayers.

Uhm, mi piacciono soprattutto LE cosplayers.

Diciamo CERTE cosplayers ;)

E bòn, l'ho detto.

martedì 5 ottobre 2010

W99 • 1st preview


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® & ® 2010/11 Wasted99™


La fonte (oltre "Star Wars", ovviamente) è Old Red Jalopy.
L'idea me l'ha data il prode Ottokin, che lui pensa che io mi distragga e invece seguo SEMPRE il suo Bloggokin.
La preview è… uhm, una delle possibili ipotesi per la PE2011?
Partiamo con le licenze, su ;)

lunedì 4 ottobre 2010

dopo Romics, prima di Lucca.


Indipendentemente da ciò che è stata PER ME questa decima edizione di ROMICS (e cioè la data dello start-up ufficiale - o simbolico? - di due nuovi progetti che mi riguardano come autore) potrei nuovamente sparare a zero sui seri problemi di dissociazione dei cosplayers o su quelli (forse più gravi?) di ragazzotti ben oltre i trenta anche affermati professionisti del settore che si prendono a pistolettate con proiettili di gommapiuma… ma d'altronde "perchè tanto odio?" come diceva Edika... GIOCARE E' BELLO a qualsiasi età… quindi zero pipponi polemici per stavolta, che non ce n'è davvero nessun bisogno ;)

Stavolta, casomai, vorrei soffermarmi su un tema che sembra essere la più grande preoccupazione di TANTE persone con cui ho chiacchierato. Tema che - per motivi (suppongo) del tutto casuali - mi è stato sottoposto più volte, da più interlocutori (che in taluni casi nemmeno si conoscono tra loro), nell'arco degli stessi due giorni. Forse perché fino ad oggi non avevo mai espresso giudizi in merito, nè sul mio blog nè tantomeno commentando su quelli di altri.
Sto parlando di qualcosa che riguarda in gran parte la tavola rotonda che stanno organizzando in occasione dell'imminente LUCCA COMICS. Credo gli abbiano addirittura dato un nome: "Gli Stati Generali del fumetto e la coscienza collettiva". Che poi - questa estate (su blog, forum e siti specializzati) - si è focalizzato, anche animatamente, soprattutto su un argomento: i giusti compensi degli autori.

Ora, vuoi perché avevo altri pensieri per la testa (per esempio: in estate datemi una spiaggia e io sto a posto così) o vuoi perché l'argomento specifico "compensi degli autori" tutto sommato mi riguarda solo marginalmente, interessandomi poco… beh, fatto sta che solo oggi dico la mia, e solo perché la mia opinione - con grande incredulità di molti, lo so - mi è stata richiesta da più di una persona.

DUNQUE.
Premesso che io credo che l'unico compenso "giusto" sia quello che accordano editore ed autore al momento della firma di un contratto (sempre che uno dei due non abbia una pistola puntata alla tempia) e tralasciando per un momento la piccola editoria indipendente (che meriterebbe un discorso a parte sui suoi metodi produttivi e sui suoi piccoli accordi contrattuali tra piccoli editori e piccoli autori) cerco di riassumere veramente all'osso la questione, dopo aver letto/ascoltato di tutto e di più da parte di CHIUNQUE lavori nel settore.
E la conclusione, già ampiamente articolata da altri colleghi ben più illustri del sottoscritto, è che la scelta di fare fumetti oggi in Italia (per il mercato italiano) si riduca fondamentalmente ad un paio di opzioni:

1) O scegli di lavorare nel fumetto seriale/popolare, pagato "a tavola", ma ci campi SOLO se imposti la tua intera carriera in questa direzione (nel talento necessario, nella tecnica, nello stile, nelle pubbliche relazioni, nelle produzioni precedenti, nella costanza, nella pazienza) e il tuo traguardo è di pubblicare regolarmente per Bonelli, perché altrimenti - oggi in Italia - puoi pure arrivare a pubblicare serie/miniserie per qualsiasi altro editore, ma per campare devi necessariamente fare anche dell'altro.

2) O scegli di scrivere/disegnare romanzi a fumetti, pagati con la formula tipica dell'editoria di varia (cioè anticipo sui diritti d'autore + royalties sulle copie vendute, e sono d'accordissimo con chi sostiene che il graphic novel non debba essere pagato "a tavola") ma in questo caso devi mettere in conto che - ipotizzando che per vivere quantomeno dignitosamente siano necessari almeno 20.000 euro l'anno e se ti va di lusso, nel migliore dei casi, puoi sperare di pubblicare un libro all'anno - probabilmente anche se ti chiami Gipi e pubblichi per Rizzoli o Mondadori, per campare devi necessariamente fare anche dell'altro.

Ognuna delle due scelte ha i suoi pro ed i suoi contro, nelle libertà creative, nelle sperimentazioni o meno, nel lavorare sulle proprie idee o sui personaggi di altri, nelle aspettative economiche che uno si prefissa, etc.
Sono pronto ad argomentare con CHIUNQUE i due punti sopra elencati. Volendo, anche "conti alla mano" (che tanto ho una prima bozza di questo stesso post con la quale già entravo parecchio nel dettaglio, dilungandomi ancor più di quanto non stia facendo adesso).
Il resto sono solo chiacchiere e demagogia.
Anche tirare in ballo la Disney e chi lavora per la Francia o per le case editrici americane, che non a caso io parlavo di Italia e di mercato italiano, nel tentativo di un'analisi basata sulle nostre sole forze.

Allora che senso può avere riunirsi attorno ad una tavola rotonda per parlare di "giusti compensi degli autori"?
Bisogna scoprire l'acqua calda tutti insieme per una presa di coscienza collettiva?
O è solo un ennesimo pretesto per lamentarsi?
I metodi per lavorare davvero con i fumetti sono pochi. Pieni di limiti, anche (e soprattutto) di natura economica.
Allora tiriamo in ballo LA CRISI. Crisi o non crisi? "Va tutto bene", ci dicono certi autori. Ma che "va tutto bene" lo dice anche Berlusconi quando parla dell'Italia, del lavoro, della scuola e della sanità. E allora cosa penso, in sostanza?

Penso che fintanto che in Italia - tantopiù nei due segmenti descritti poc'anzi - non avverrà un radicale cambio di rotta da parte di TUTTI, cioè sia da parte degli editori (che dovrebbero fare scelte più coraggiose e lungimiranti) che da parte degli autori (che dovrebbero fare proposte più coraggiose ed innovative), fintanto che si continueranno a pubblicare fumetti già letti visti e rivisti mille volte, con generi che non sono altro che semplici variazioni sul tema fantasy, fantascienza, horror, vampiri, zombie e detective dell'occulto in tutte la salse possibili, senza avere le palle di proporre roba POTENTE e innovativa che - senza bisogno di scomodare i soliti supereroi (che culturalmente nemmeno ci appartengono) - potrebbe sfociare in cose originalissime come "Scalped" o "DMZ" (che peraltro al 50% sarebbe un made in Italy, ma perché non sembriamo in grado di farcelo da soli?) e fintanto che Dylan Dog non potrà esclamare un "cazzo!" e non potrà uscire dai ranghi di quello bravino che tutto sommato non ha mai fatto realmente male a nessuno e quindi un John Constantine se lo inculerà sempre e comunque… fintanto insomma che mancheranno coraggio lungimiranza e innovazione, tematiche più adulte, linguaggi più articolati e al contempo diretti (lezione che negli Usa hanno imparato decisamente bene, tanto nei comics quanto nei serial TV, e poi qui da noi tutti a gridare ai LORO capolavori!) e livelli di lettura più sofisticati, allora il nostro mercato RISTAGNERA' sempre.
E a valutare da certe serie e/o miniserie attualmente in edicola, il punto è che MERITA di ristagnare.
Quindi che non venissero a lamentarsi a Lucca o chissà dove altro.
Perché il fumetto italiano di oggi è esattamente ciò che vuole essere e che si merita di essere.

Le "crisi" nei molteplici aspetti del mondo del lavoro, oggi in Italia, sono ben altre. E sono roba assai più seria e più grave.
Quindi cari autori che vi lamentate e/o che vi riunite intorno alle vostre belle tavolate rotonde a farvi le seghe l'uno con l'altro, non rompeteci le palle e - se non vi sta più bene questo ambiente che voi stessi avete trasformato a vostra immagine e somiglianza - allora cambiate lavoro!!!

POST SCRIPTUM.
Tornando in chiusura al ROMICS, una piccola soddisfazione personale: domenica pomeriggio alla stand Tunuè sono FINITE le copie di "Roots 66"! Io, incredibilmente, stavolta sono stato lì a disegnare circa due ore, ma ciononostante qualche simpatico compagno di scuderia non m'ha esonerato dall'inevitabile frecciata: "Ti credo, ne avevano portate cinque copie!!!". OK, incasso (grazie, ragazzi!) ma sappiamo bene che non è così. Erano MOLTE di più… uhm, vero?
Ad ogni modo saranno pure piccole, ma son comunque soddisfazioni ;)