martedì 15 aprile 2014

SON TUTTI F#### col C### DEGLI ALTRI?

O anche: di giornalismo, benefits e social networks per un post inconsapevolmente ISPIRATO dall'incipit di un "amico" giornalista in Rai e da un paio di selfie di troppo!!!


E' dal 1998, cioè da tipo sedici anni, che - vuoi per scherzare, vuoi per cagare il cazzo - periodicamente mi sono dovuto sorbire frecciate o perculate varie sul fatto che fossi "un giornalista".
In realtà anche da prima, perché le mie collaborazioni su Rumore (sia musicali che fumettistiche) risalgono agli anni precedenti, ma è nel '98 che - con la direzione di BIZ Magazine per la Magic Press - feci una scelta molto radicale, che mi portò a decidere di uscire dalla Factory per dedicarmi ad altro, sia perché non stavo comunque ottenendo i risultati che volevo e sia perché - non solo in termini economici - la scrittura mi stava motivando molto di più.
Dopdodiché 35mm.it, la Nexta, Rockstar, la Fox, Vanity Fair, le consulenze discografiche, gli uffici stampa, le agenzie di content providing, la direzione artistica (comunque in veste di giornalista) per concorsi ed eventi.
E anno dopo anno mi sono sentito dire di tutto!

Che facevo parte di una "casta" (come se scrivere di musica, culture giovanili o spettacolo ti equipari automaticamente a certi megaconduttori televisivi o superdirettori di quotidiani nazionali), che ero "un servo dei poteri forti" (?), che me la tiravo, che ero uno scroccone.
E intanto - mentre gli autori del settore da cui provenivo si affermavano e mentre la fruizione del web in Italia si allargava (prima dell'arrivo dei social networks, all'inizio soprattutto con i blog) - era tutto un continuo fiorire di facili slogan CONTRO il giornalismo, la stampa italiana, i giornalisti e tutti i loro fottuti privilegi. Era tutto una merda!!!
In alcuni casi erano solo prese in giro, lo so bene.
Ma i molti altri - credetemi - era veleno allo stato puro!

Perché se ricevevi la copia omaggio di un volume o di un CD, se venivi accreditato ad un concerto o a un'anteprima, se ti invitavano ad un festival tutto spesato, eri comunque un fottuto giornalista che godeva di determinati benefits senza motivo.
Poco importa se - nel mio personale percorso - magari sono anche uno di quelli che ad ognuno di questi singoli benefit ha sempre fatto corrispondere un pezzo (che fosse per il mensile specializzato, il settimanale patinato, il sito web o l'agenzia che piazza i tuoi contenuti senza nemmeno il tuo nome in calce all'articolo); poco importa se questo semplice concetto si chiama credibilità, e che grazie al Cielo la maggior parte degli uffici stampa oramai lo sa.

Non solo: se poco poco ne parlavi agli altri, raccontavi certe cose alle persone con cui avevi lavorato/collaborato fino a qualche anno prima (cioè in poche parole se esternavi, comunicavi e condividevi) improvvisamente tu eri quello che si stava solo vantando, che s'era montato la testa e «che due palle 'Ste»...
D'accordo, fino a qui mai stato un problema per me.

Fino all'arrivo (e all'onnipresenza) dei social networks.
Fino al conseguente concetto di "superstar" del web (a.k.a. colui che genera numeri, traffico, engagement), di opinion leader, di influencer.

E anche qui, volendo, prima di procedere faccio un passo indietro nel tempo.
Mercoledi 9 luglio 2008: anteprima esclusiva per fumettisti e bloggers di Hellboy II - The Golden Army per conto di Way To Blue e Universal, nella loro saletta privata di via Po.
Organizzata dal sottoscritto.
Una sorta di proto-esperimento (che negli Stati Uniti era già qualcosa all'ordine del giorno, ma che - per l'Italia - sfido chiunque a trovarmi un precedente analogo a quella data) per il quale venne compilata una LISTA di nomi e mail tra autori, bloggers e editors di case editrici specializzate.
Come appunto la stessa Magic Press, che peraltro stava pubblicando proprio quel personaggio, quindi anche l'amico che nel frattempo ne era diventato caporedattore con almeno altri suoi tre redattori. Che poi non è un caso se quello stesso amico poco tempo fa su Facebook abbia scritto come la gente dimentichi presto, o fatichi sempre a dire un «grazie». Ma sto divagando.

Sia chiaro: non sto dicendo che sia merito di quella "lista" se si è innescato il meccanismo che poi - negli anni seguenti - ha portato a questa fantastica SINERGIA attualmente alla modissima tra agenzie stampa specializzate nel web che organizzano anteprime cinematografiche per conto di alcune majors invitando superstar del fumetto e bloggers come se non ci fosse un domani (e sia altrettanto chiaro: FANNO BENE, se il risultato è avere una striscia di Zerocalcare o del Panda, per dire due fenomeni che nel 2008 dovevano ancora arrivare).
No, sto dicendo un'altra cosa. Cioè che quella "lista" - integrata ed aggiornata nel tempo su dinamiche di successo che esulano da qualsiasi mio possibile intervento - ha comunque CONTRIBUITO ad un percorso, visto che sappiamo perfettamente che tutti gli attuali responsabili di tutte le attuali press agency che ben conosciamo provengono dalla Way To Blue!!!
#patti_chiari_amicizia_lunga

Bene. Torniamo al presente, era di social networks.
Dove con l'iPhone puoi farti un bel selfie davanti al Red Carpet allestito per l'anteprima o la premiere al cinema Adriano, puoi immediatamente postarla su Instagram, Pinterest o Flickr senza poi dimenticare di condividerla su Twitter e Facebook, "geolocalizzandoti" e mostrando subito a tutti DOVE sei di fighissimo, con CHI sei di famosissimo, COSA ti hanno appena regalato di fantastichissimo.
E poi appena finito il film subito i primi tweet a caldo (che quelli generalmente non sono sotto embargo) e ancora foto, status, post e recensioni più o meno calcolate.

E' tutto molto bello: #WE_ARE_SOCIAL!!! :)
E ci credo davvero, non sto scherzando. Visto che sui social media e sull'educazione alla cultura digitale ci sto costruendo un intero evento.

Insomma: anteprime, gadgets, omaggi, viaggi spesati, cene luculliane.
Cioè nient'altro che benefits che derivano dal tuo lavoro, no?
Cioè gli stessi per cui probabilmente per sedici anni hai rotto il cazzo agli altri?

Ma se LO MOSTRI e lo condividi con il mondo - oggi - fa figo, è trend, sei social & cool.
#mostrare #condividere #mostrare #condividere

Poco tempo fa il buon Damir Ivic (altro amico giornalista musicale, molto bravo) scriveva di un concerto a cui era stato la sera prima a Milano dove il pubblico era TUTTO con gli smartphone e i tablet in mano, pressochè per tutta la duranta dello show. Immaginava l'enorme condivisione sociale di quel concerto in rete. Ma, al contempo, poneva l'accento su come - di fatto - ci si potesse perdere la pura emozione della performance dal vivo solo per mostrare agli altri (?) DOVE fossero e COSA stessero facendo in quel momento!

Nel 1998 avevo 28 anni, ero giovane, spensierato, sciallato e senza responsabilità.
A quell'età, anche [fosse vero che] mi fossi montato un po' la testa, che male ci sarebbe stato? Poi si cresce, si cambia, ci si calma, si comincia a prendere tutto per ciò che è davvero, si modificano le scale dei valori e tutto sommato alla lunga CERTE COSE nemmeno ti stupiscono più.
Però tu le hai "scoperte" solo negli ultimi anni, posso capirlo: stai finalmente apprezzando i tuoi benefits e improvvisamente - quando tocca a te, che magari sei pure quarantenne - ti piacciono assai, eh? ;)

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Nota tecnica di chiusura.
Se sei un autore affermato le cui storie vengono lette e apprezzate ogni lunedi su due da decine di migliaia di persone, mi auguro per te che quella storia breve che ne farai (che sia "a solo" come per Londra, oppure a quattro e/o a sei mani) ti venga comunque retribuita OLTRE all'essere stato invitato a quell'anteprima o a quella cena.
Lo dico perché se sei uno dei più importanti autori italiani del momento, questo successo te lo sei guadagnato con il tuo talento, ma per le case cinematografiche è solo business (non beneficenza) e DEVONO considerare anche te come un costo della promozione di quel determinato film.
Lo dico perché - nonostante tutte le chiacchiere fatte fino a qui - molti di questi opinion-leaders/influencer dell'internette, per l'attuale concezione del web italiano te li compri con una cena gratis e un rimborso spese!!!
Mentre noialtri "scrocconi servi dei poteri forti", eravamo comunque dei poveri deficienti a considerare l'omaggio e/o la copertura costi per un viaggio come un benefit, ma poi essere comunque PAGATI per il lavoro che eravamo chiamati a fare… nevvero?
Anche per quella famosa anteprima di Hellboy ;)

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