lunedì 20 aprile 2009

E meno uno agli "anta".

[o anche: "Vecchio leone"].

Aumentano malanni ed acciacchi, e sto imparando ad accettarli come qualcosa di cui non mi libererò più. Mi sentivo imbattibile, è vero, ma - aldilà dell'orgoglio - sono consapevole di aver abusato del mio corpo per troppo tempo. Mi sento come un vecchio leone ferito ad una zampa, che nella giungla non troverà dottori che gliela fasceranno. Se fosse un osso rotto, non gliela ingesseranno come fanno per gli esseri umani. Magari soffrirà un po', d'accordo. Ma non avrà una vera coscienza del proprio dolore. Zoppicherà e basta. E nel migliore dei casi imparerà ad adattarsi a vivere zoppicando...

Non sono così colto da citare Boris Pasternak. Casomai cito Andrea Pazienza che cita Pasternak: "Ma la vecchiezza è una Roma, senza burle e senza ciance, che non prove esige dall'attore, ma una completa autentica rovina".

N.B. = Ehm, si prega di cogliere il senso OVVIAMENTE scherzoso del post!!! ;)

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