lunedì 7 maggio 2012

Diario.02

Forza urbana e mediterranea.

Pochi mesi prima che BIZ chiudesse, quando cioè ancora NON SAPEVO che avrebbe chiuso (Antonio Natale ce lo avrebbe tristemente comunicato più in là) fui invitato ad una bellissima manifestazione dedicata alla cultura hip hop o comunque "di strada" (buskers compresi) in quel di Palermo, in quanto crocevia del Mediteranneo: si chiamava Made in Med, e - non a caso - per un'intera settimana ospitava mc's, writers, breakers e artisti vari dall'Italia, dalla Francia, dal Marocco, dalla Spagna, dalla Tunisia. etc. Qualcosa di veramente unico e straordinario, insomma.
Che purtroppo, però, non ebbe mai una seconda edizione.

Grazie all'artista Othello, che faceva parte integrante dell'organizzazione (patrocinata da Comune, Provincia, Regione, Università, ambasciate estere, etc.) fummo invitati io per BIZ e Silvia Volpato per "Aelle", la nostra storica rivista concorrente (che poi - diciamocelo! - gli "storici" erano solo loro). Io da Roma, lei da Milano: aereo A/R, navette, stesso albergo nel centro storico, colazioni pranzi e cene, presenza a tutte le performance di tutto il programma di tutti i giorni, da mattina a sera. Conoscere Silvia, la meravigliosa Silvia, significò per me ribaltare anche ogni idea che avevo fino a quel momento del giornale per cui lavorava, ma questa sarebbe un'altra storia ;)

La Urban Force era la crew "ufficiale" di breakers del Rome Zoo.
Una delle più potenti d'Italia (e di Europa) non solo a mio modesto giudizio.
La Urban Force - nelle persone di Andrea b.boy TIM e Simone b.boy SERIO - curava la sezione dedicata al breakin' all'interno di BIZ. Con tutta la simpatia che nutrivo nei loro confronti, e tutto il rispetto per il loro enorme talento (prerogativa dell'intero Rome Zoo, in ognuna delle quattro discipline) la comunicazione non era certo il loro forte! Parlo per esempio di scriversi una presentazione e spedire un fax. Cose così. Cose semplici. In poche parole, grazie all'accordo in corso su BIZ con la Broke Clothing, feci in modo di fargli ottenere una sponsorizzazione tecnica: tute, canotte, t-shirts, felpe, cappellini, polsini, accessori e via dicendo... 'na camionata de roba!!! Senza considerare l'accordo con Good Stuff (negozio/etichetta/distributore che ora non esiste più), che invece che pagarci la pagina pubblicitaria, la "scambiava" con un valore di un milione di lire di dischi per ogni numero. Poi i collaboratori più stretti - inclusi Andrea e Simone - ogni mese potevano scegliersi vinili e CD dal catalogo inviandomi una semplice lista. Bella storia.

Beh, pensate mi abbiano mai detto "Grazie"?
Ci arrivate da soli, anche se per me non è mai stato un problema.
Sapevo con chi avevo a che fare, ogni volta che si trattava dello Zoo di Roma. D'altro canto proprio questa mattina (parlando di tutt'altri argomenti) anche un vecchio saggio/smaliziato come Gianni Tarquini m'ha detto: "Lo sai bene anche tu, Ste', che la gratitudine non hai mai fatto parte di 'sto mondo!"

Per contro, non nascondo che dopo tutti i mesi in cui abbiamo collaborato, dopo tutti quei dischi rimediati, dopo lo sponsor che gli avevo trovato io, dopo intere serate passate insieme… cazzo, il gesto spontaneo di regalarmi almeno una loro t-shirt con il logo della Forza Urbana, di quelle che ci si stampa in proprio in serigrafia, avrebbero pure potuto farlo, no?
Ma tant'è. Mai detto niente nemmeno al riguardo.

Io, Silvia e il Rome Zoo - insolitamente presente a Palermo SENZA il Danno e Masito (c'erano dj Baro, Tim e Serio, Sparo, il Gufo, le Scimmie del Deserto e qualche altro) - pranzammo/cenammo insieme, nello stesso ristorante sul porto, per un'intera settimana, anche se una delle cose che mi sono rimaste più impresse di quella vacanza/lavoro in Sicilia furono certe chiacchierate con Next One, di cui ancora mi porto dentro alcune parole. Come tesori preziosi.

Ma la prima sera che arrivai a Palermo, tutti loro sarebbero ancora dovuti arrivare.
La passai quindi nel cuore di Palermo (mentre mi facevano assaggiare le loro specialità) proprio con Othello e i ragazzi della sua crew, la Right Combo Mastaz, che tra loro si chiamavano Gorilla. Mi regalarono una t-shirt nera - "di quelle che ci si stampa in proprio in serigrafia" - con scritto in giallo qualcosa tipo STO COI MIEI GORILLA! oltre ovviamente al logo.

La sera dopo, quando il Made in Med partiva con i suoi primi concerti (sempre aperti al pubblico, assolutamente gratuiti, nei punti più belli della città) la indossai non foss'altro che per ricambiare la cortesia che loro avevano avuto la notte precedente, nel portarmi a spasso e nel regalarmela.
Incrocio Tim e Serio nella tensostruttura montata alle spalle del palco in piazza Bologni, e non appena mi vedono - ridacchiandosela tra loro - mi dicono qualcosa che suona come: "Ma che cazzo te sei messo addosso, Ste? La maglietta di quello scrauso?" (ma tenete conto che, mediamente, per il Rome Zoo chiunque altro era "scrauso" all'infuori della loro compagine, per partito preso, e Othello non faceva eccezione).
Alchè io, sempre sorridendo, gli rispondo: "Beh, se me la metto è perché lui almeno una sua maglietta me l'ha regalata".
E loro due, romani sempre con la battuta pronta, sempre veloci nello sfottere e perculare, forse per la prima ed unica volta in cui io li abbia mai visti imbarazzati hanno smesso di ridere.
Senza rispondere nulla!

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