lunedì 27 aprile 2009

Napoli adrenalitica.


Tra un'anteprima e l'altra, m'ero scordato di dirvi che sabato sono stato al Napoli Comicon, come ogni anno. Mi piace sempre andare a questa fiera del fumetto, perchè solo la cornice vale il viaggio, ma questa edizione è stata qualcosa di veramente abnorme (per eventuali reportages, foto e quant'altro vi basta leggere qualsiasi altro blog e/o sito specializzato). Io, di mio, avevo deciso di andarci "solo" sabato dalla mattina alla sera, in pieno stile "gita fuoriporta", anche perchè - in teoria - non avevo nessun nuovo albo da presentare. Che invece c'era. Pensavo di scendere a Napoli come semplice visitatore (anche se sul mio pass c'era scritto "artista") perchè - sempre in teoria - il settimo numero del Massacratore non sarebbe stato pronto in tempo. E invece era pronto. Ma lo sapevamo solamente io, il mio editore e il nostro distributore. In pratica il caro Bottero ha portato giù le scatole con le copie esatte da dare alla Alastor, quindi io me se sono stato a zonzo per tutta la fiera senza averne nemmeno una copia in mano!!! • (scusate dunque cari colleghi se non ne avevo da darne in omaggio)...

In realtà volevo parlare d'altro. Cioè di come le cose capitano proprio quando non le prepari, non le calcoli, non le aspetti. Sono entrato al Comicon con il solo scopo di salutare gente, acquistare fumetti, scroccare da bere in Area Pro e chiacchierare con chiunque capitasse. In totale relax, con quella tranquillità che hai solo quando non devi fare nulla di preciso. E invece, nel tardo pomeriggio, sono risalito in macchina verso Roma pieno di nuove possibilità. Devo dire che mai poche ore di presenza in fiera si sono rivelate così PRODUTTIVE, accidenti. Che bella sensazione adrenalitica. E' ora di rimettersi ai nastri di partenza, quindi - nei prossimi mesi - rimanete sintonizzati su queste frequenze...

venerdì 24 aprile 2009

Vecchio leone • Part 2

[o anche: "da Gloria a Michela"]...

Ogni tanto andiamo a fare colazione al bar di Paoletto a.k.a. il Socio (per chi era a Cuba con noi); 'sto Paoletto sarebbe il cugino di Tere, che - aldilà del suo storico lavoro di barman all'altrettanto storico PalaCavicchi (ovvero il Tempio della Coattaggine qui a Roma) - la mattina gestisce un bar di quelli all'interno di una scuola, che - detto tra noi - secondo me sono una miniera d'oro!
Beh, il caso vuole che il liceo in questione sia proprio vicino a casa nostra, così una volta ogni tanto passiamo a trovarlo. Non so nemmeo che liceo sia (forse un istituto tecnico di "qualcosa") ma so di certo che - per me - il momento migliore per andare e prendermi un caffè dal Socio è in coincidenza con la campanella della ricreazione.
E già capite dove voglio arrivare...

La storia è breve, raga: qui passano gli anni, ma a me le liceali continuano a piacere da morire!!!
Non a caso, anche a Tere dico sempre che se non vuole perdermi (?) le basta continuare a mantenere quell'aria da eterna adolescente... si, per noi della generazione che "la liceale" era Gloria Guida, corpo lolitico e viso angelico di colei che incarnava più di ogni altra un sogno tanto erotico quanto innocuo/innocente come potevano essere quei film, bella e maliziosa - rivendendola ancora oggi in sequenze di vent'anni fa - in maniera incredibilmente moderna.

Comunque sia, dentro questo liceo dove lavora Paolo c'è di tutto. Dalle bore più assurde alle gnocche più fashion, fino alle ragazzine sfiziose di quelle che tra quache anno finiranno in qualche programma di Sky del tipo "La più bella della classe": frangette, pancini nudi, jeans calati, piercing, occhialoni da sole, cinture, tatuaggi e chi più ne ha più ne metta.
A quel punto mi viene sempre in mente quello psudo-scrittore di Moccia, che nel suo primo film da psudo-regista - cioè "Scusa ma ti chiamo amore" con Michela Quattrociocche e Raoul Bova - ipotizza una storia d'amore tra una studentessa poco più che diciotenne ed un pubblicitario quarantenne. A questa storia della ragazzina (nei film sempre un po' pariolina) in qualche modo ATTRATTA dall'uomo più maturo io ci credo davvero, sapete?
Si, certo, come no.
Peccato che io arrivi nel parcheggio di quella scuola in Fiesta e non in Porsche.
E peccato che - aldilà della mia età - non assomigli nemmeno da lontano a Raoul Bova!!! ;)

martedì 21 aprile 2009

Che + Logan.


Nei prossimi giorni sono stato invitato alle anterprime stampa di due film completamente diversi l'uno dall'altro: il 24 al Cinema Nuovo Olimpia andrò a vedere "Che - Guerriglia", cioè il secondo film di Steven Soderbergh sulla vita di Ernesto "Che" Guevara (la recensione alla prima parte la trovate QUI); il 28 alla saletta dell'Anica sarà invece la volta di "X-Men Origins: Wolverine" di Gavin Hood, il tanto atteso film dedicato al nostro amatissimo Logan, nuovamente interpertato da Hugh Jackman. Io non vedo l'ora di vederli ENTRAMBI.

Da una parte un film d'autore, serissimo (dove si ripercorrono gli ultimi giorni del Che, fino a quelli che abbiamo letto sul suo "Diario in Bolivia"), che implica una soglia dell'attenzione altissima per seguire al meglio ogni vicenda, ogni dialogo, ogni singola inquadratura; dall'altra il più puro intrattenimento, con "sospensione dell'incredulità", effetti speciali a go go e cervello "spento" per un paio d'ore. Insomma, proprio ciò che io intendo per CINEMA: la perfetta convivenza di entrambi gli aspetti, senza che uno sia in qualche modo "superiore" all'altro, ma anzi luogo concettuale dove stili, generi (e finalità) differenti possano utilizzare questo straordinario media come mezzo di rappresentazione tanto dell'impegno quanto del divertimento.

• Il trailer in italiano di "Che - Guerriglia".


• Il trailer in italiano di "Wolverine":

lunedì 20 aprile 2009

E meno uno agli "anta".

[o anche: "Vecchio leone"].

Aumentano malanni ed acciacchi, e sto imparando ad accettarli come qualcosa di cui non mi libererò più. Mi sentivo imbattibile, è vero, ma - aldilà dell'orgoglio - sono consapevole di aver abusato del mio corpo per troppo tempo. Mi sento come un vecchio leone ferito ad una zampa, che nella giungla non troverà dottori che gliela fasceranno. Se fosse un osso rotto, non gliela ingesseranno come fanno per gli esseri umani. Magari soffrirà un po', d'accordo. Ma non avrà una vera coscienza del proprio dolore. Zoppicherà e basta. E nel migliore dei casi imparerà ad adattarsi a vivere zoppicando...

Non sono così colto da citare Boris Pasternak. Casomai cito Andrea Pazienza che cita Pasternak: "Ma la vecchiezza è una Roma, senza burle e senza ciance, che non prove esige dall'attore, ma una completa autentica rovina".

N.B. = Ehm, si prega di cogliere il senso OVVIAMENTE scherzoso del post!!! ;)

sabato 18 aprile 2009

mercoledì 15 aprile 2009

Hollywood Noir.


01. I DETECTIVE
Interno. West Los Angeles. Agenzia investigativa Slade. Notte.
feat. Bruce Willis, Ben Affleck e Tobey Maguire

Lo scorso marzo, Diego Cajelli pubblicava sul suo blog un bel servizio fotografico tratto da "Vanity Fair", ispirato al cinema di Alfred Hitchcock. Nei commenti, rispondendo ad un suo lettore, scriveva scherzosamente "pensa a quello che viene pubblicato di solito su quel tipo di rivista!", quando in realtà - se uno conoscesse davvero VF (nel senso: se ne fosse un lettore regolare) - scoprirebbe che non è un semplice rotocalco femminile pieno di stronzate gossip, ma probabilmente il miglior settimanale presente nelle edicole italiane.
Può darsi che sia solo una questione di "pregiudizio" dipendente da una PERCEZIONE distorta che possiamo avere da "quel tipo di rivista", mentre in realtà questa celebre testata della Condè Nast si occupa solo in piccola parte di mode, v.i.p. e fashion (che sono temi più propri alla sua sorella maggiore "Vogue", il titolo n°1 dell'editore americano) a vantaggio di spettacolo & intrattenimento (cinema, musica, televisione), attualità, società e politica. Ottime interviste, ottimi reportages (spesso da zone di guerra, dai diversi sud del mondo, etc.) e soprattutto grandissimi firme della letteratura, della cultura e della fotografia. Ed ecco che torniamo a bomba, cioè agli SPETTACOLARI servizi fotografici che periodicamente vengono realizzati dalla redazione americana.

Su tutti, la fotografa che spicca maggiormente è sicuramente Anne Leibovitz, e - senza nulla togliere al servizio pubblicato da Diego - ce n'è un altro ancora più bello (pubblicato sul n°40 del 2007 dell'edizione italiana, che m'ero tenuto da parte) intitolato "The Hollywood Portfolio", che riunisce sotto il segno del cinema NOIR (quello che proprio noi fumettari amiamo da morire) i più grandi divi di Hollywood; una produzione alle dimensioni talmente titaniche che da noi sarebbe impensabile realizzare, in termini di budget, di costi e mezzi, di locations, di atmosfere, luci, scenografie e costumi. Pensato come un vero e proprio film, ha una "regia" firmata da Michael Roberts e una "sceneggiatura" di Nathaniel Rich, Jim Windolf e Bruce Handy (quindi con una trama da seguire).

E' un sacco di tempo che volevo postarlo per intero.
Passate le vacanze pasquali (in attesa di nuovi argomenti) colgo quindi l'occasione per condividerlo con tutti voi. Se non lo avevate mai visto fino ad oggi, godetevelo come io me lo sono goduto la prima volta che m'è capitato sotto agli occhi • So enjoy it :)


02. LA SCENA DEL CRIMINE
Esterno. Sunset Boulevard & Verdugo Road. Notte.
feat. Bruce Willis, Kirsten Dunst e James McAvoy


03. L'ULTIMO SALUTO
Esterno. Hollywood Memorial Park Cemetery. Giorno.
feat. Rinko Kikuchi, Bill Nighy, Abigail Breslin, Penèlope Cruz e Ben Affleck


04. LE SIGNORE DI L.A.
Interno. Stanza da trucco, Snyder's Restaurant. Notte.
feat. Sharon Stone, Anjelica Huston, e Diane Lane


05. L'INTERROGATORIO
Interno. Commissariato di Hollywood. Notte.
feat. Alec Baldwin, Jennifer Connelly e Aaron Eckhart


06. IL CLUB
Interno. El Havana. Notte.
feat. Jennifer Hudson, Jessica Biel, Patrick Wilson, Kerry Washington, Adam Beach, Amy Adams, Dereck Luke, James McAvoy e Evan Rachel Wood


07. IL CAMERINO
Interno. El Havana, backstage. Notte.
feat. Pedro Almodòvar e Penèlope Cruz


08. IL RING
Interno. Il Forum. Notte.
feat. Jessica Biel, Djimon Hounsou, Sylvester Stallone, Tobey Maguire, Robert Downey Jr. e Forest Whitaker


09. LA FICCANASO
Interno. Scuderie O'Hanlon, San Fernando Valley. Notte.
feat. Peter O'Toole e Naomi Watts


10. LA FUGA
Interno/esterno. Mulholland Drive. Notte.
feat. Judi Dench e Helen Mirren


11. LA LOBBY DEI DANNATI
Interno. Hotel La Brea. Notte.
feat. Edward Norton, Kate Winslet, Robert De Niro, Jennifer Connelly, Helen Mirren e Julianne Moore


12. FINE DELLA FESTA
Interno. Casa di Laura Lydeker a Beverly Hills. Alba.
feat. James Franco, Diane Lane, Jessica Alba, Tobey Maguire, Kirsten Dunst e Robert Downey Jr.


13. LA SPARATORIA
Esterno. Hotel La Brea, scale antincendio. Notte
feat. Kate Winslet e Helen Mirren


14. IL GRANDE FINALE
Esterno. da qualche parte a L.A. Tramonto.
feat. Jack Nicholson

© & ® 2007/09 Edizioni Condè Nast S.p.a.

giovedì 9 aprile 2009

Morgan e non solo.


E' in uscita il nuovo album di Morgan senza Bluvertigo ("Italian Songbook Vol.1" per la Sony Music). Ovviamente cominciano a fioccare interviste promozionali su riviste musicali e non, tra le quali quella firmata da Gianni Santoro su "XL" di Repubblica, che gli dedica anche una delle due copertine del numero di aprile (nell'altra c'è Gianna Nannini). Quindi ora notate bene, su ciò che leggerete in seguito: Morgan - che è uomo furbo et intelligente - SA BENE che lo spettatore medio di "X-Factor" coltiva la propria "cultura musicale" (?) attraverso la TV.. ma NON LEGGE riviste di musica!!!

Alla fine, è come ricostruire i pezzi di un puzzle (che poi è un po' quello che dicevo ad una simpatica lettrice quando la invitavo ad "accendere il cervello" nella sua fruizione passiva dei media). Riprendendo il passaggio di un mio lungo post su "X-Factor", sostenevo: "Simona Ventura, Mara Maionchi e Morgan BARANO. E con X-Factor MENTONO sapendo di mentire, soprattutto quando parlano alla gente di professionalità, carriera e discografia. Stanno lavorando (strapagati dalla Rai) ma sono i primi a NON CREDERE al telento di questa gente che fa la fila per i provini, presentandosi a migliaia. Sono i primi, proprio loro, a sapere che una carriera musicale si costruisce su altre basi, certamente non passando da qui"... "Ecco perchè Morgan è doppiamente ipocrita: perchè - aldilà dell'ingaggio che ha ricevuto - la pensa anche lui così".

A questo proposito, ecco un breve estratto dell'intervista di cui sopra.
• Morgan: "Il problema non sono gli artisti, sono i media, le radio, i giornali, che sono più indietro"...
• Santoro: "E X-Factor può aiutare?"
• Morgan: "Boh, non credo proprio".
• Santoro: "In una puntata hai detto che tu non avresti mai partecipato"...
• Morgan: "Io sarei andato fuori dagli studios a tirare i sassi! No, scherzo, ma non avevo bisogno della TV, non la guardavo e non la guardo adesso. Io suonavo nei centri sociali, nei circoli Arci o nei conservatori, dove c'era musica. Ora dai per scontato che devi essere famoso, devi apparire, c'è gente che non sa neanche che cazzo fa, canta, balla, boh... non sono preparati a nulla nella vita, eppure vogliono essere famosi, ma per cosa? Per la bella faccia? E i genitori gli danno corda, gli dicono che devono vincere, nessuno dice di stare a casa e studiare. Senza imparare qualcosa non puoi fare un cazzo nella vita".


Bene.

Nello stesso numero, curiosamente, c'è anche un lungo reportage realizzato dalla redazione raccogliendo le opinioni di un botto di gente che lavora nel mercato italiano (artisti, manager, conduttori radiofonici, giornalisti musicali, discografici, etc.) riguardo le differenze di trattamento e diffusione tra la musica "alternativa" e quella mainstream da parte di TV, radio e stampa specializzata.
Tra i numerosi interventi, riporto - NON A CASO - proprio quelli di Chicco Sfondrini (autore televisivo e direttore della scuola di "Amici" di Maria De Filippi) e di Mara Maionchi (discograffica e giudice di "X-Factor"), che rispettivamente ci dicono...

• Sfondrini: "La TV modifica i contenuti artistici che trasmette e li rende omogenei a se stessa. Al contenuto alternativo la TV non fa bene, perchè pone la scelta solo tra modificarsi per essere trasmesso o essere trasmesso modificato"... "Perchè non si smette di pensare che il mondo sia tutto da vedere dentro la televisione? Proprio perchè lavoro in TV, ho ben chiaro che se voglio sentire la musica che adoro (Dream Dyndacate o meglio Steve Wynn, Baustelle, The National, Fleshstones, Kings of Leon, Ben Folds e altri) devo andarmela a sentire dal vivo, oppure con gli occhi chiusi in una stanza. Non pretendo certo che questa stessa musica la ascolti mia mamma il sabato sera nel programma dove lavoro".
• Maionchi: "Noi con X-Factor risuciamo a dare grande visibilità, ma finito quello tutto si azzera".


Interessante, nevvero?
Così come è interessante notare che Simona Ventura non l'hanno nemmeno chiamata a dire la sua ;)

martedì 7 aprile 2009

Dragonball: evolu[communica]tion 2.0

An original step by step "map" experiment.



Venerdi prossimo, cioè il 10 aprile, esce in tutte le sale italiane "Dragonball: Evolution", il live-action movie diretto da James Wong (già regista di "Final destination" e di "The One" con Jet Li) ispirato al manga di Akira Toriyama, che probabilmente è il fumetto più famoso del mondo, anche e soprattutto nella sua versione a cartoni animati. Per gli appassionati di comics, cartoons, serial TV e cinema "di genere" (anche over 35) le due maggiori attrattive del film saranno la presenza del mitico Chow Yun Fat (John Woo docet) e di James Marsters, che interpretava Spike, il miglior personaggio del sarial di culto "Buffy ammazzavampiri".

Tornando alla pellicola dedicata a Goku & company, è già circa da un mese che è stata innescata un'originalissima "operazione" di comunicazione trasversale (?) che ha coinvolto diversi blog di autori/fumettisti e siti specializzati in fumetto. Sarebbe stato molto più facile scrivere un comunicato stampa "virato", spedirlo alla canonica lista di testate e rimanere a contare quante di esse lo avrebbero pubblicato. Si, insomma: un metodo di lavoro sin troppo abituale per gli uffici stampa italiani.
Questa volta - invece - si è tentata un'operazione basata su IDEE e CONTENUTI ORIGINALI al fine di creare interesse e curiosità nella community, utilizzando al meglio le caratteristiche proprie del cosiddetto web 2.0. E utilizzando, soprattutto, un'attenzione particolare per far si che i post e/o i vari pezzi risultassero COERENTI con i contenuti, l'indole e la personalità delle realtà "di settore" che si andavano a coinvolgere di volta in volta. Utilizzando, insomma, una bella dose di CREATIVITA'!!!
Ora, se volessimo "rimappare" il tutto, passo dopo passo...

• Il vero e proprio start-up è avvenuto sul frequentatissimo blog di Roberto "Rrobe" Recchioni, a cui è stata fornita una video/featurette del film in esclusiva europea, alla quale sono immediatamente seguiti una miriade di "commenti" (avevate forse dei dubbi?) e un "rilancio" nelle news di siti di riferimento quali Comicus.it e Mangaforever.net, rispettivamente QUI e QUI. La stessa featurette è stata rilanciata anche dal caro Andrea Plazzi che - con la simpatia e lo spirito che lo contraddistinguono ("Non ho i capelli a scopa"?!?) - ha fatto eco dal suo blog su piattaforma Wordpress.

• Subito dopo, è partito un mini-contest sul raffinato blog di Paolo "Ottokin" Campana: in palio, una serie di locandine ufficiali del film in tiratura limitata, numerate una ad una... e i vincitori del contest si ritrovano adesso in mano un vero pezzo da collezione!!! ;)

• A seguire, Comicus.it con un'intervista esclusiva alla bella Emmy Rossum, che nel film interpreta Bulma. La potete leggere QUI.

• L'operazione è proseguita ancora su Comicsblog.it, con un'altra intervista (stavolta tutta "made in Italy") a Fabrizio Mazzotta, direttore del doppiaggio di "Dragonball: Evolution".

• Ancora Mangaforever.net, con un altro regalo in esclusiva per i propri lettori: una serie di screensavers originali (per cellulare) da potersi scaricare gratuitamente dal sito!!!

• Dopo il Rrobe nazionale, il blog di altro grande sceneggiatore - ovvero "Diegozilla" di Diego Cajelli a.k.a. lo scrittore atomico (peraltro OTTIMO per chi ama le teorie della cospirazione, le invasioni aliene ed "X-Factor"!!!) - che QUI rilancia l'imminente uscita del film con un videoclip inedito in cui appare, per l'appunto, una delle sue grandi passioni cinematografiche, cioè proprio quel Chow Yun Fat che interpeta il Maestro Muten (che "spiega" qualcosa, ma COSA?!?).

• Non bastasse ancora, a tre giorni dall'uscita nelle sale, Lo Spazio Bianco pubblica una nuova intervista (in esclusiva italiana) all'intero cast del film: il regista James Wong con gli attori Justin Chatwin (Goku), Joon Park (Yamcha), James Marsters (Lord Piccolo), Eriko Tomura (Mai) e Jamie Chung (Chi Chi).

Ci sono state anche alcune "defezioni", è ovvio. Autori che - nonostante un'amichevole adesione iniziale - hanno poi preferito non essere coinvolti attraverso i loro blog. Nessun problema, ci mancherebbe: quando si tentano metodi di comunicazione e/o promozione "diversi" dal solito, non tutti hanno quell'apertura mentale che in teoria dovrebbe essere parte integrante della propria presenza sul web. Per contro, ci sono ancora un paio di situazioni off-line (la cara vecchia carta stampata, eh?) che mancano all'appello, ma che preferiamo non nominare in attesa della conferma, quando cioè usciranno nere su bianco sulle loro rispettive testate.

A questo punto non resta che andare a vedere il film.
In TUTTA l'operazione non è mai stato dato un vero parere esplicito sul valore (o meno) della pellicola di Wong. Se ne è parlato attraverso le immagini, attraverso il gioco, attraverso le parole di chi ha trasportato i personaggi del manga sul grande schermo, dirigendoli o interpretandoli. Nella piena consapevolezza che Dragonball è un personaggio talmente amato dal suo pubblico che questo film "dal vivo" voluto dalla 20th Century Fox sarebbe stato "aspettato al varco" da tutti gli appassionati del mondo, con parecchio pregiudizio. Bene, ora l'attesa è praticamente terminata: l'operazione si conclude qui, è il momento del film... e l'unico, vero, insindacabile giudizio - adesso - è solo ed esclusivamente nelle mani degli spettatori!!! Buon divertimento.

Per saperne di più:
La pagina italiana di "Dragonball: Evolution" su Facebook
Il sito ufficiale italiano del film

lunedì 6 aprile 2009

Terremoto.


Liberi di crederci o no. Giulia non si addormentava, nonostante avessimo passato fuori (all'aria aperta) tutta la domenica e lei avesse dormito pochissimo. Io e Tere - soprattutto Tere - intorno alla mezzanotte su e giù per casa, cullando e ninnando. Io spesso fuori in terrazzo, fumandomi un'altra sigaretta per non sclerare.
Nelle stalle del maneggio sotto casa, i cavalli nitrivano e scalpitavano come non fanno mai. E io, rientrato dentro casa, rivolgendomi a Tere: "Stanotte ci sarà il terremoto"...

mercoledì 1 aprile 2009

Batman Ego.


"Batman Ego" è una delizia. In un unico libro, TUTTA la produzione DC Comics legata a Batman & famiglia a firma di Darwin Cooke, che io adoro. Non a caso, ne parlavo anche per la sua serie "The Spirit" in questo post, che per l'appunto - non appena è stata lasciata da lui - è inevitabilmente crollata!
Ad ogni modo, "Batman Ego" contiene la storia omonima (gia pubblicata anni fa dalla Play Press, che io già avevo) e l'ancora più bella "Selina's big score" (anch'essa già pubblicata dalla Play, che io però NON avevo). Poi le due storie brevi "La città dei mostri" e "Il monumento", già precedentemente contenute in "Batman Black & White" (un altro straordinario volume, la cui recente versione integrale è da non perdere) e altri due corti inediti: "Cavaliere per una notte" (scritta da Cooke e disegnata dall'altrettanto insuperabile Tim Sale) e una vera chicca come "Deja Vu". A completare il cartonato, una copertina disegnata per l'occasione, qualche bella cover originale ed un paio di pin-up.

In effetti, per chi possiede già le edizioni della Play Press e "Batman Black & White", il materiale inedito è davvero poco. Però volete mettere il senso della raccolta, l'ottima stampa, la superba veste grafica di questo volume?
A tale prorosito, mi ha fatto sorridere un utente del forum di Comicus che - quando qualcuno ha chiesto se valesse la pena acquistare o meno questo libro - gli rispondeva che "non conveniva", e che lui con SOLO tre euro per "Ego" e SOLO un'altra decina di euro per "Il colpo grosso di Selina" trovati in qualche vecchio scaffale della sua fumetteria di fiducia, ha risparmiato!!!
Eh si, se pensate che ha speso 13 euro invece che 15,95 (che poi la maggior parte dei lettori che dispone di una propria "fumetteria di fiducia" generalmente ha la tessera con almeno il 10% di sconto, quindi in realtà il volume lo paga 14,35 euro); una vera volpe quell'utente, no? In pratica, per un euro e rotti di differenza, si è privato - risparmiando, però! - di un paio di inediti da paura e si ritrova con degli albi probabilmente ingialliti e spieghettati!!!

Io, se non s'era capito, lo consiglio sicuramente a chiunque ami Batman, Catwoman, Darwyn Cooke... o tutti e tre!!!



• Nel frattempo, uscendo decisamente dall'argomento del post, sono arrivato a metà della quarta stagione di "24". Ho seguito il consiglio di tutti coloro che me la caldeggiavano, ed in effetti non è niente male. Con tutto il tempo da passare in casa da quando è nata mia figlia (e soprattutto le uscite serali ridotte quasi a zero) da Natale ad oggi me ne sono sparate quattro serie una appresso all'altra. No, anzi: ho fatto solo un breve intervallo tra la terza e la quarta per vedermi la prima stagione dello sfiziosissimo "Dirty Sexy Money" che m'ero scaricato (passando, come fosse un curioso gioco del destino, da Sutherland figlio a Sutherland padre). Ad ogni modo, volevo solo dire che - ad oggi - nonostante sia Jack Bauer il protagonista indiscusso, è talmente imbattibile che io preferisco di gran lunga il suo collega Tony Almeida (sempre che non me lo stravolgano nelle serie successive). Tutto qui ;)

giovedì 26 marzo 2009

Special Unit Samples.


Ora che è stata pubblicata anche su "Mega", posso finalmente postare la copertina del prossimo numero del mio Massacratore... che - per la cronaca - è il 7° numero!!!
Verrà presentato in anteprima al Napoli Comicon e subito dopo a Torino Comics, per poi raggiungere le fumetterie di tutta Italia. Ma cosa contiene questo nuovo albo?

Innanzi tutto "Special Unit Samples".
Esistono buoni fumetti, ed esistono editori che pubblicano buoni fumetti polizieschi. Poi esistono anche editori che pubblicano fumetti sui Carabinieri, che invece starebbero meglio nelle barzellette. Anche perché lì almeno ci fanno ridere, mentre nella realtà - quella più dura, quella delle nostre cronache quotidiane - c'è ben poco da ridere quando ci son di mezzo loro, che certi eroismi non sono altro che retorica a buon mercato e buonismo adatto alle fiction di Rai e Mediaset.
Ma - senza alcuna vena polemica - il Massacratore in questo numero se la prende SOLO con dei personaggi di un fumetto, che saranno pure Carabinieri, d'accordo, ma solamente sulle pagine del loro bel giornalino propagandistico. Quindi tra finzione narrativa, puro non-sense, campionamenti, interpolazioni e la solita abbondante dose di sangue & ironia, stavolta l'obiettivo del nostro caro Massa è l'Unità Speciale più discussa d'Italia (quantomeno nelle edicole tra i fumetti, perché altrimenti non ti conosce nessuno, sei non sei un Distretto, una Squadra o un Ris della tivvù).
Ad ogni modo, cosa io pensi di questo tristissimo progetto mensile della Eura Editoriale ho già avuto modo di scriverlo proprio qui. Resta chiaro che "Special Unit Samples" non è una storia CONTRO i Carabinieri, ma casomai contro i personaggi (e gli autori?) di un fumetto sui Carabinieri.

Ehm.

Si, beh, insomma...

Anche un po' contro i caramba, essù!!!

Eh eh eh ;)

In appendice, troviamo come sempre la strip del Mangiatore di Paolo "Ottokin" Campana, oltre alla seconda ed ultima parte di "Storia d'amore senza Dylan Dog", scritta da Alessio Danesi e disegnata da Michele Duch.
E se ancora non bastasse, al centro dell'albo: il Massacratore Vs. BARACK OBAMA, ultimo vittorioso capitolo del ritorno della Classifica... ma su questo, per saperne di più, vi rimando qui.

Il Massacratore n°7: "Special Unit Samples"
aprile 2009 • 32 pagine B/N + copertina colore • spillato • € 4,00
LISKA Prod® + Bottero Edizioni.

martedì 24 marzo 2009

I miei U2 • 1984/88


Leggo dovunque recensioni entusiasmanti sul nuovo album degli U2, "No line on the horizion". Dicono che sia "il loro grande ritorno al rock", con una grande produzione di Brian Eno e Daniel Lanois, e con un Bono più in forma che mai (cit: "Al centro della scena la voce di Bono, recuperata dagli abissi dov'era andata a perdersi. Gli strumenti gli fanno aria intorno, lucine noise la decorano come una cometa e in più di un brano è un'emozione ritrovare quella intensità e struggimento da qualche parte tra la testa e il cuore").
Non saprei: dicevano quasi lo stesso per lo scorso "How to dismantle an atomic bomb" (2004) eppure dopo un po' di ascolti - per quanto mi riguarda - è passato nel dimenticatoio.
Io ho appena finito di scaricare illegalmente "No line on the horizon" e devo ancora ascoltarlo come si deve, quindi non posso azzardare giudizi che sarebbero prematuri. In qualsiasi caso - se fosse davvero valido come dicono - andrò a comprarmi il CD in un negozio, promesso.

Ma i "miei" U2 - quelli che ho amato davvero - hanno un periodo ben preciso, cioè da "The Unforgettable Fire" del 1984 a "Rattle and Hum" del 1988, con "The Joshua Tree" (del 1987) come apice della mia passione. Tutti rigorosamente in vinile, ovviamente (compreso il doppio "Rattle and Hum", la cui sola confezione mi mandava in un brodo di giuggiole!!!). Se includessi anche "War" dell'83 e il successivo live "Under a blood red sky" mentirei, perchè ero troppo piccolo, avevo tredici anni e - facendo due calcoli - chiunque della mia età vi dicesse una cosa del genere lo farebbe solo per atteggiarsi a rockettaro, quando probabilmente si ascoltava ancora le sigle dei cartoni animati (va da sè che quegli album, insieme a "Boy" e "October", casomai li ho "recuperati" in seguito).

Ma il periodo 1984/88 l'ho vissuto veramente, e quando gli U2 suonarono allo Stadio Flaminio con il loro tour di "The Joshua Tree" (a Roma, nel 1987) io ero lì. Un'emozione che non dimenticherò mai. In realtà li ho visti nuovamente al Flaminio anche nel '93, per il tour relativo a "Zooropa" (mi avevano regalato i biglietti Rebecca e Alessandra, me lo ricordo ancora) ma la band era già entrata nel periodo elettronico, che non ho mai amato particolarmente. Infatti i due concerti a cui ho assistito in quell'arco di anni erano completamente diversi l'uno dall'altro: il primo con un palco enorme ma sobrio, con chitarre, basso, batteria, tastiere, amplificatori e microfoni; il secondo un marasma confusionario di luci e schermi led, messaggi subliminali, computer e campionatori a profusione, un'apoteosi al limite della techno!!! (e ad aprire il loro concerto in veste di supporter, una band semi-sconosicuta che rispondeva al nome di Pearl Jam, eh eh eh)...

Ad ogni modo, quando sento dire che gli anni '80 dal punto di vista del rock non hanno dato nulla, io rispondo sempre: "Come no? E gli U2?"
Che poi, tra l'altro, non sono nemmeno gli unici.

martedì 17 marzo 2009

Che - L'argentino

>>> UPDATE 20.03.09

Tra la frenetica attesa per "Watchmen" (che paraltro si sta sorprendentemente rivelando un FLOP a livello di incassi in tutto il mondo) e la promozione web (?) di "Dragonball: Evolution" mi stavo quasi dimenticando un altro film che aspettavamo trepidanti da un sacco di tempo, cioè l'ambiziosissimo film biografico - in due parti - dedicato al comandante Ernesto "Che" Guevara De La Serna, che uscirà nella sale italiane il prossimo 10 aprile 2009. O meglio: "Che - L'argentino" il 10 aprile, mentre "Che - Guerriglia" (il secondo film) il 1° maggio successivo.

Che dire, per ora? Benicio Del Toro è un attore con le contropalle, e in questo progetto non interpreta il Che: è il Che!!! (sembra davvero di vedere lui, come mi capitò solo con Val Kilmer quando interpretò Jim Morrison nel lungometraggio sui Doors diretto da Oliver Stone, dove piano piano dimenticavi che quello sullo schermo fosse Kilmer). Alla regia, un altro fuoriclasse come Steven Soderbergh, la cui sola firma dovrebbe essere una garanzia di grande qualità. Insomma: ci sono tutte le carte in regola per supporre due film eccellenti (la celebre Variety - per esempio - lo definisce "il capolavoro assoluto di Soderbergh e Del Toro").

Giovedi sera avrò l'anteprima stampa, e vi saprò dire.
Nel frattempo, gustatevi i trailers in italiano:
• Quicktime 850k
• Windows Media Video 850k

• • •

>>> UPDATE 20.03.08

Che fosse un film ambizioso lo abbiamo già detto. Che fosse anche così straordinariamente credibile no. Bene, ora lo abbiamo visto. Se il cinema di Steven Soderbergh è sempre stato sobrio, raffinato ed essenziale, "Che - L'argentino" sublima questi suoi criteri stilistici: un film assolutamente asciutto, senza fronzoli, che non lascia alcuna concessione a libertà e/o necessità proprie del grande schermo. Le sequenze del Che a New York (quando andò a parlare all'Onu) in bianco e nero sgranato, con l'intervista di una giornalista americana che le accompagna, sembrano tratte da un documentario, nemmeno più scene girate e recitate. A fare da contraltare, il contrasto delle foreste cubane, rese in tutta la meraviglia della loro natura.

D'altronde, forse, era l'unico modo possibile per realizzare un grande film su un'icona come Che Guevara. Che viene raccontato esattamente per quello che è, grazie ad una documentazione del regista e degli sceneggiatori che è durata più di sette anni. Grazie alla quale - aldilà dei fatti storici/cronologici (lo sbarco a Cuba sul Granma, i primi due anni passati nelle montagne ad addestrare i soldati, le prime incursioni di guerriglia in Sierra Maestra, la presa di Santa Clara) - il Comandante ci viene raccontato e mostrato non come un granitico eroe da blockbuster, ma come un uomo (colto) con la sua umanità, limiti compresi.
Lo vediamo sfiancato dell'asma durante le lunghe marce (avendo paura dei suoi stessi colpi di tosse quando bisognava nascondersi tra la vegetazione dalle ronde dell'esercito regolare di Fulgencio Batista), scherzare con i suoi compagni di ventura, addestrare severamente le truppe, pretendendo da loro non solo il fucile ma anche la capacità di leggere e scrivere, bere rum e sbragarsi con il sigaro in bocca nei (pochi) momenti di riposo, curare i malati (che fossero combattenti feriti in battaglia o povera gente dei villaggi) e anche cedere alle lusinghe della sua stessa popolarità, quando il popolo cubano invocava il suo nome a gran voce.

Per Benicio Del Toro (che è anche produttore del film) è probabilmente la più grande interpretazione della carriera; nelle abili mani del regista, è immerso nel personaggio come fosse il ruolo della sua vita. Già premio Oscar come miglior attore non protagonista per "Traffic" (sempre di Soderbergh), vedrete che stavolta non lo vincerà solo per l'ovvio "imbarazzo" che potrebbe comportare sia in termini artistici che politici, visto che gli Oscar son pur sempre un premio americano (pensate ad esempio che, nonostante il doppiaggio in italiano, il film in lingua originale - a parte l'intervista newyorchese - è completamente recitato in spagnolo).

Insomma: promosso a pieni voti. Non solo per chi ama questo uomo e la sua storia, ma per chiunque ami il buon cinema e magari - abbandonando eventuali pregiudizi di parte (culturali o socio-politici) - abbia voglia di conoscerne il pensiero e le azioni, forse per la prima volta.

"Che - L'argentino" si conclude dopo la vittoria a Santa Clara (nell'unica parte realmente d'azione del film) e la colonna del Comandante che - subito dopo - si mette in viaggio verso l'Havana per ricongiungersi con le truppe di Fidel Castro (grande prova d'attore anche per Demiàn Bichir, che lo interpreta magistralmente). Non resta che aspettare il secondo film - "Che - Guerriglia" - per seguirlo fino ai suoi ultimi giorni in Bolivia.

domenica 15 marzo 2009

Massa guest stars.

La segnalazione del nuovo blog di Luca (nel post precedente) mi ha fatto venire in mente che sono in possesso di parecchie belle pin-up del Massacratore realizzate da altrettanti validi artisti per i tre volumi del REMIX.
Considerando che quei volumi se li sono letti/comprati in quattro, non mi sembrava giusto che venisse negata al resto del mondo la visione di suddette meraviglie, quindi le [ri]pubblico tutte in questa sede senza nemmeno bisogno di ringraziare nuovamente i loro autori, che tanto l'ho già fatto mesi fa!!! • (scherzi a parte: le loro illustrazioni parlando da sole, e qualsiasi altra mia parola sarebbe davvero inutile).
Se vi va, potete cliccarle per ingrandirle...


• David Vecchiato [Diavù] + Paolo Campana [Ottokin]


• Andrea Domestici + Niccolò Storai


• Cristiano Cucina + Walter Venturi


• Saverio Tenuta + Mauro Muroni


• Giuseppe Manunta + Fabrizio Verrocchi [Thomas Magnum]


• Maurizio Ribichini + Gabriele Di Benedetto [Akab]

BONUS TRACK:

• Riccardo Burchielli + Leomacs
Che non erano presenti propriamente sui REMIX, ma rispettivamente nel 1° e nel 2° numero della nuova serie del Massa... però valeva comunque la pena mostrarli, no? ;)

sabato 14 marzo 2009

Anche Luca con noi.


Apprendo da Diegozilla che - finalmente! - anche l'amico/collega/ex-socio Luca Bertelè s'è deciso ad aprire un suo blog personale. Non so come mai abbia preso questo decisione soltanto ora, ma - oltre che dargli il mio personale benvenuto in questa grande community di autori/bloggers - lo aggiungo moooOOOooolto volentieri tra le mie "connessioni" sul lato dx. Non solo per amicizia, ma anche in omaggio allo stile e all'eleganza che da sempre caratterizzano il suo disegno. Quindi fateci subito un salto.

Mi fa inoltre piacere che tra i primi post che ha pubblicato, ci ha messo una sua bellissima illustrazione del Massacratore. Con l'occasione pubblico anch'io la stessa pin-up (sempre meglio che una foto del Bertelè, no?) che Luca aveva realizzato da "ospite" per il primo volume del Massacratore REMIX.

• Tra l'altro al ragazzo (e alla sua dolce metà Manu) - come per alcuni di noi ultimamente - sta per arrivare un di quelle BOTTE DI VITA VERA che nemmeno se l'immagina, che lo trascinerà a forza FUORI da qualsiasi universo virtuale (che sia videoludico o a vignette). Non posso quindi che rivolgergli i miei più sinceri auguri... e anche un po' della mia solidarietà!!! Ah ah ah ;)

martedì 10 marzo 2009

[anche] la mia su Watchmen.


Finalmente sono riuscito a vederlo anche io, e dico "finalmente" perchè - oltre alla trepidante attesa durata mesi - ne valeva davvero la pena. Accidenti, un gran bel film, dinamico, spettacolare, di spessore (tanto narrativo quanto politico), di quelli che non vedi l'ora di gustarteli di nuovo. Ma stavolta la mia non sarà una recensione. Saranno piuttosto pareri "a caldo" (anche perchè altrimenti scriverei una recensione talmente entusiasta che sembrerei pagato dalla Warner!!!).

Una sigla iniziale fantastica (e già da quella capisci che stai per vedere una pellicola unica). Regia sapiente, fotografia impeccabile, atmosfere e colori azzeccatissimi, colonna sonora "non originale" di prima qualità (non a caso autori come Bob Dylan erano citati anche nell'opera originale), grande cura nei particolari e nelle ricostruzioni (le insegne, le locandine, i luoghi), così come tutto il contesto fanta-politico di metà anni '80 (gli Usa che hanno vinto la guerra in Vietnam, Nixon ancora Presidente nel suo terzo mandato, la guerra fredda in pieno atto con una Russia pronta a sferrare l'olocausto nucleare). L'unico vero "obolo" da versare al media cinema (della serie: "Altrimenti i produttori non sganciano un dollaro!!!") sono i costumi - comunque belli - da supereroi ipertrofici e le scene di combattimento in stile "Matrix", che oramai - a livello iconografico - abbiamo già visto e rivisto. Ma tant'è, è un prezzo che siamo disposti a pagare volentieri: tutto il resto fila via liscio come l'olio. Alla grande. Trama compresa.

Eh, si, anche la trama... perchè a me quei PURISTI che restano indignati se qualcuno osa "cambiare il finale" al loro Sacro Maestro Guru Alan Moore* stanno davvero un po' sulle palle, e qui lo dico una volta per tutte. Innanzi tutto perchè quel "qualcuno" si chiama Zack Snyder, e film dopo film sta dimostrando di essere uno davvero in gamba, altro che chiacchiere!!! In secondo luogo perchè Moore (a cui qualsiasi lettore di fumetti sano di mente riconosce un ENORME talento, ci mancherebbe) la mattina caga come qualsiasi altro essere umano, e - come chiunque altro su questa Terra - può addirittura essere migliorato. Incredibile, vero? Senza nulla togliere al fatto che il suo "Watchmen" del 1986 resti un capolavoro assoluto e indiscutibile.
* [che poi Moore, nella sua ipocrisia, non voglia vedere il proprio nome nei titoli - così come già fece per "V for Vendetta" - rinunciando di fatto ai diritti come autore in virtù della sua immagine di oscuro eremita inglese geniale e scorbutico non ci credo nemmeno se lo vedo, come se - fosse anche sottobanco - non gli arrivassero fiumi di denaro da Hollywood per questi film tratti dai suoi fumetti]...

Quindi alla faccia di qualsiasi purismo/integralismo, il finale diretto da Snyder (che qui non svelo) è addirittura più funzionale di quello di Moore, pur rispettando pienamente il fumetto originale. Perchè il punto è proprio questo, signori miei, che - a sentir tutte le voci che circolavano in rete - sembrava avessero CAMBIATO 'sto famoso finale, ma (calamari alieni giganti a parte) il senso finale del film è ESATTAMENTE LO STESSO del fumetto.
E su, dai, possibile che nessuno sembri volerlo scrivere? Non solo (alzo il tiro): è addirittura migliore, trasportato al cinema, ai fini della scorrevolezza e della comprensione della storia, tantopiù per quelle milionate di spettatori che "Watchmen" non l'hanno nemmeno mai letto.
E ora non voglio nemmeno entrare nel discorso di chi si indigna per un finale cambiato (?) solo "per sentito dire", nel senso che magari una copia di "Watchmen" ce l'ha pure in casa, ma sono anni che lo sfoglia senza averlo mai letto (perchè non lo invoglia, è troppo voluminoso, troppo lungo) eppure è pronto a sparare a zero dal proprio blog sui cambiamenti apportati dal regista... e - tanto per non smentire la propria imbecillità - magari anche PRIMA di aver visto il film!!! Roba da pazzi, eh?

Ci sono intere sequenze (e interi dialoghi) di questo "Watchmen" cinematografico che sono IDENTICHE al fumetto, con un mucchio di omaggi e citazioni che trasudano amore e devozione per questa opera da parte del regista. Ci sono altre parti del film in cui Snyder si prende alcune libertà, è vero, ma sono realizzate con mestiere, intelligenza e soprattutto COERENZA, al fine di rendere una visione fluida ed intrigante. Gli UNICI cambiamenti sono nell'estetica, o casomai nello stile, mai nel contenuto vero e proprio. Come nel finale di cui sopra, per l'appunto.

Per quanto mi riguarda, non aspetto altro che l'uscita del dvd, per potermelo vedere e rivedere scena dopo scena (magari dopo aver letto nuovamente il fumetto, per l'ennesima volta, dato che NON L'HO FATTO prima di andare al cinema). Dicono che nei negozi arriverà anche un'edizione in due dischi, il secondo del quale è il cartone animato tratto da "I racconti del Vascello Nero" (cioè il fumetto che leggeva un ragazzo DENTRO al fumetto di "Watchmen") che non è stato possibile inserire nel film, già troppo lungo con la sola storyline principale. Bene. Benissimo. Ce ne fossero di più di comic-movies ai livelli di quelli di Snyder.

• P.S. = E visto che alla fine io non l'ho scritta, allora - se vi va - leggetevi QUESTA ottima recensione firmata da Thomas Magnum ;)

mercoledì 4 marzo 2009

C'è posta per te...


Davvero una sorpresa (o meglio, un flash) rientrare a casa e trovare nella cassetta della posta - per la prima volta - la prima lettera* indirizzata a Giulia Piccoli... eh si, che strano effetto!!! :)

* [non l'ho ancora aperta, ma credo si tratti semplicemente della sua tessera sanitaria].

lunedì 2 marzo 2009

Roma 28.02.09 • Caparezza live


Sabato scorso, approfittando per la prima volta in due mesi di una VERA serata "libera" da biberon e cullate (che Tere è andata a dormire da sua mamma, portandosi Giulia) me ne sono andato al concerto di Caparezza organizzato da Radio Rock all'Atlantico Live, che poi sarebbe l'ex PalaCisalfa all'Eur. Non sono andato propriamente a fare il ggiovane con due G, dato che - nonostante la mia età e nonostante non fossi lì in veste di "papà" - ero perlomeno una specie di "zio", perchè ci sono andato col mio amico/testimone Roberto e i suoi due figli di 11 e 13 anni (roba che io alla loro età non ero ancora MAI andato ad un concerto, eh?). Di fatto, è stata un'improvvisata, perchè fino a quella mattina non sapevo nemmeno che Caparezza suonasse a Roma, ma poi Robi all'ora di pranzo mi ha proposto di andare con loro. Solo che io non avevo il biglietto, e ovviamente non avevo nemmeno fatto la richiesta per un accredito stampa nei giorni precedenti...

Com'è, come non è, sono entrato lo stesso ;)
Vi spiego meglio: ho provato a giocarmela lì per lì direttamente con il tesserino da giornalista (cosa che non andrebbe mai fatta) ma alla cassa accrediti non m'hanno cagato. D'altro canto avevano pure ragione. In effetti la serata (con mia grande sorpresa) era completamente SOLD OUT, quindi le ragazze dell'ufficio stampa di Radio Rock mi hanno spiegato con molta gentilezza che non avevano nemmeno più quel po' di biglietti omaggio che solitamente si tengono da parte per gli smemorati dell'ultimo minuto come me. Io a quel punto mi sarei pure comprato il biglietto, ma erano DAVVERO finiti tutti. Quindi niente biglietto.
Il trucco, allora, sono state le chiacchiere + la presenza di Gabriele e Tommaso, i due figli di Robi. Arrivati all'ingresso vero e proprio, quello con i ragazzi dell'organizzazione che strappavano i biglietti e i Carabinieri che controllavano gli zainetti, abbiamo detto al tipo: "Guarda, avevamo comprato 3 biglietti per noi, ma lui (indicando Tommaso, il più piccolo) alla fine è voluto venire per forza e non ci sono più biglietti. Che ce lo fai entrare lo stesso, per favore?"... si, insomma, come se fosse Tommi quello senza biglietto, non io. E il tipo alla sbarra, una volta consultato il suo responsabile, ci ha fatti entrare in quattro, suggerendoci pure di andare in una delle due piccole platee laterali, che sono rialzate, non nel parterre... che per dei bambini sarebbe stato un gran casino. Un VERO casino, non posso che confermarlo. Una marea di gente colorata, allegra, fricchettona, fumata e bevuta, pogante e rockeggiante. Metà di loro, secondo me, non era nemmeno il pubblico di Caparezza, ma il popolo di Radio Rock sempre presente ad ogni appello. Comunque sia, anche non fossero stati lì propriamente per lui, li ho visti con i miei occhi TUTTI entusiasti!!!

Che dire? Caparezza dal vivo l'avevo già visto qualche anno fa al Villaggio Globale, ma nel frattempo il ragazzo è cresciuto, sia come persona che come artista. E ha fatto un concerto con i controcazzi, credetemi: potente, coinvolgente, ritmatissimo e divertente. Si, divertente. Con tutta una serie di "siparietti" sarcastici, politici e comici tra un pezzo e l'altro (travestimenti, luci, battute, mille oggetti di scena: chitarre di gomma, cappelli, maschere, pupazzi, stronzi gonfiabili volanti); con un feedback E.N.O.R.M.E da parte di tutto il pubblico presente in sala, che urlava, batteva la mani, saltava, pogava, rispondeva alle domande, rideva, cantava pezzo dopo pezzo. C'era tanta gente, davvero tanta. Non avevo mai visto il PalaCisalfa così pieno, nemmeno ai concerti dei Subsonica o di Method Man (The Original Wu Tang). Ad ogni modo: bello e spassoso. A tratti anche emozionante (nel senso che sentire dal vivo "Storia di Luigi delle Bicocche" con lui che cantava con un cappio al collo, mi ha nuovamente/sinceramente emozionato). Complimenti.

C'è solo un unico appunto che farei a Caparezza: d'accordo la scaletta (che in linea di massima comprendeva quasi interamente l'ultimo album "Le dimensioni del mio caos" e la maggior parte dei suoi singoli precedenti) e d'accordo dimenticare una volta per tutte l'ombra di MikiMix... ma - anche fosse un pezzo che in qualche modo vuole rinnegare (perchè mai?) - secondo me NON HA SENSO non eseguire "Fuori dal tunnel", tantopiù considerando che probabilmente la maggior parte delle persone che sono venute e vederti (pagandoti) vorrebbero ascoltarla. E magari pensavano pure che l'avessi tenuta per ultima, un po' come "Albachiara" per Vasco. Invece alla fine, anche dopo la presentazione della band, la classica finta uscita dal palco, il rientro e i bis... niente "Fuori dal tunnel".
PERCHE'?

sabato 28 febbraio 2009

Ancora su musica [che palle!!!]

SANREMO 2009 & MARCO CARTA



Ora che finalmente m'è tornata la connessione internet a casa (maledetta Telecom, maledetta Alice!!!) posso finalmente postare il pezzo su Sanremo 2009, che è da domenica scorsa che aspettavo di farlo. Non è passata nemmeno una settimana, e sembra già un botto di tempo fa.

Dunque: Marco Carta.
Ha vinto lui la 59° edizione del Festival della Canzone Italiana. Roba da non credere. Che poi a me Marco Carta non mi ha mai fatto niente di male, e anzi personalmente - a pelle - mi sta pure simpatico (e sta simpatico a Fiorello a "Viva Radio 2", e sta simpatico a Pippo Baudo a "Domenica In", e sta simpatico a Linus a "Deejay chiama Italia", e bla bla bla). Ma non è un cantante. Non ha tecnica, non ha estensione vocale, non ha stile, a malapena ricorda le parole delle canzoni che interpreta, anche tralasciando per un attimo la pronuncia stessa della lingua italiana. Eppure ha vinto Sanremo.

Facciamo allora un passo indietro. Perchè Marco Carta (che ripeto e sottoscrivo: durerà poco) era anche il vincitore della scorsa edizione di "Amici" (ed è l'unico motivo per cui è stato inserito nella categoaira "big" di Sanremo anzichè nelle "giovani proposte"); ma non è questo che mi interessa, visto che ho già sostenuto che anche ad "Amici" si trovano ragazzi con talento, quindi non sto attaccando la trasmissione in alcun modo. Il punto è che Marco Carta non avrebbe nemmeno dovuto vincere "Amici", perchè nella stessa edizione in cui partaecipava lui c'erano almeno una mezza dozzina di persone con dieci, venti, cento volte più capacità, voce e carisma di lui.
Come la stessa Karima, per fare un esempio. Che era presente anche lei a questo Festival secondo Bonolis, e che ha portato un pezzo infinitamente più valido di quello del suo ex-compagno di scuola (d'altro canto la classe non è acqua, e il pezzo di Karima era firmato da Burt Bacharach), interpretandolo - peraltro - infinitamente meglio di lui. Ma tant'è: lei dietro le spalle non ha la Sardegna, non ha il fan-club di Marco Carta, non ha decine di migliaia di ragazzine deliranti.

Ecco che ci avviciniamo alla questione.
Nonostante la F.I.M.I. siano diversi anni che cerca di convincere la Rai a NON utilizzare il televoto per Sanremo, il famigerato televoto continua imperterrito la sua corsa. E Marco Carta (buon per lui, sia chiaro) ha sfruttato PERFETTAMENTE questo meccanismo, applicando a Sanremo la stessa tecnica utilizzata per vincere "Amici". Come dire che - in un certo senso - li ha fottuti tutti!!!
Roba che i funzionari Rai - quei vecchi dinosauri incollati alle proprie poltrone, se non gli fosse basato invitare Maria De Filippi alla serata finale del Festival e trovarsi Marco Carta vincitore e quindi, di fatto, REGALARE una promozione senza eguali ad "Amici" (per un mega-spot che, pagato, sarebbe costato miliardi a Mediaset) - molto probabilmente nemmeno si sono resi conto di COME questo Marco Carta abbia vinto Sanremo sotto ai loro occhi!!!
Tra l'altro, se proprio non si poteva fare a meno di spendere denaro pubblico (che poi sarebbe il nostro) allora tanto valeva invitare Simona Ventura e Giusy Ferreri e fare questa mega-marchetta ad "X-Factor", che quantomeno è un programma Rai!!! Bah.

Ma torniamo al discorso principale.
La vittoria di Marco Carta a Sanremo è una sorta di bluff.
Non posso dire una TRUFFA, perchè la meccanica della votazione - discutibile o meno che sia - si è comunque svolta in modo (presumibilmente) legale... ma QUASI una truffa, quantomeno a livello di percezione di "me medesimo" come "fruitore di musica": Marco Carta è stato votato da un TOT di milioni di telespettatori, come quando vinse "Amici", ma se andassimo ad analizzare quella cifra, scopriremmo che circa il 90% di quei voti arrivava dal sesso femminile, che circa la stessa percentuale di quel sesso apparteneva ad una fascia d'età compresa tra i 13 e i 18 anni, che almeno la metà di essi arrivavano dalla Sardegna, ma soprattutto che il totale di quei voti non corrispondeva ad altrettanti numeri telefonici, ma è una cifra raggiunta grazie a voti che arrivavano dagli STESSI numeri telefonici... capite?
Esistono sondaggi/votazioni in rete dove, una volta votato, non si può votare nuovamente perchè dall'altra parte riconoscono il nostro IP (si, lo so, anche in questo caso esitono modi per aggirare il problema). Nelle televotazioni televisive invece questo non succede, non esiste nessun tipo di filtro (sarà perchè dietro ci sono gestori telefonici che ci guadagnano una barca di denaro, che dite?). Tu puoi votare - al costo di circa un euro - quante volte vuoi. Quindi se le 500mila ragazzine infoiate del tuo fan-club (agguerritissime, organizzatissime, cellular-dipendenti come tutta la generazione cui appartengono) si comprano una ricarica telefonica da 20 euro e votano 20 volte l'una, ecco che improvvisamente fioccano 10 MILIONI DI VOTI... cifre che nemmeno il più valido dei cantanti/cantautori in gara riuscirebbe mai a raggiungere, anche per un tipo di pubblico differente, più adulto, più composto, che al massimo ti da' un voto dal telefono di casa, sempre che ti dia quello (a me per esempio piace molto Dolcenera, ma in vita mia non alzerei mai la cornetta di un telefono per dare un televoto a chicchessia!!!).

Forse da qualche parte avete già letto cose simili a quelle che sto sostenendo. Forse le leggerete tra qualche settimana, quando (forse) si farà un po' di dietrologia. Non saprei. Di certo la maggior parte dei media, soprattutto quelli di maggiore visibilità nazionale (da Vincenzo Mollica sul TG1 a Mario Luzzato Fegis sul "Corriere della Sera") si guardano bene dal fare analisi di questo tipo (cioè scomode), tantopiù quando sono in qualche modo legati/collegati alla Rai. Che per prima non ammetterebbe mai una DISTORSIONE del genere.

In qualsiasi caso sono dieci milioni di voti LEGALI, come dicevo poco fa.
Che personalmente trovo comunque "scorretti", o meglio non equi, non rappresentativi di un bel niente.
Un'analisi analoga potrebbe essere fatta anche sulla quantità di voti "territoriali" (immaginate una Sardegna combattiva, campanilistica ed orgogliosa, così come può esserlo una Napoli alla stessa maniera, vedi il caso Sal Da Vinci, che proviene da una specie di micro-universo musicale come quello napoletano dove certi loro artisti locali vendono più copie del proprio album di quante non ne vendano altri noti cantanti nazionali in tutta Italia), che sulla quantità di voti "familiari" (non a caso, anche durante la scorsa edizione di "Amici" vennero fuori diverse polemiche di questo tipo proprio tra gli studenti, che si accusavano l'un l'altro di ricevere voti dalle proprie famiglie che arrivavano a spendere anche 7.000 euro in televotazioni).

E la musica, come sempre, non c'entra più niente.
Lo stesso Marco Carta, dopo la vittoria (nelle numerose ospitate dei giorni seguenti) a chiunque gli chiedesse come mai - secondo lui - così tanta gente lo aveva votato, rispondeva che probabilmente è "perchè sono un ragazzo semplice, simpatico, sempre sorridente". Se lo chiedevano alle fans accorse in massa ad ogni trasmissione nella quale lui fosse presente, urlavano "perchè è trooooooppo cariiinoooooo!!!"...
Cioè, chiariamo un po' la cosa: questo prende milioni di voti perchè è carino, simpatico e sorridente?
Ma non si trattava di una gara canora?
Allora forse non avrebbe dovuto partecipare ad "Amici" o al Festival di Sanremo, quanto piuttosto alle selezioni per la pubblicità della Durban's, o a qualche concorso per Mister Simpatia, Mister Dolciotto o Mister Carino-come-una-paperella... no?!?

Marco Carta, insomma, già "prodotto della televsione", già esempio perfetto di quella (nuova) generazione di artisti dello show-biz la cui "gavetta" sono i reality, ha vinto Sanremo 2009 utilizzando al 100% le regole di un talent-show. Che in fondo non è nemmeno una colpa, perchè egli stesso è un segno del suo tempo, un figlio di questo modo di fare spettacolo e intrattenimento. L'unico modo che conosce, l'unico che gli hanno insegnato.

Concludendo...
Ci sono canzoni la cui vita dura esattamente il tempo di un Festival di Sanremo: cinque giorni.
Questi sono artisti che salgono sul palco, cantano, scendono e dei quali non sentirete più la loro canzone, perchè non verrà nemmeno passata dalle radio.
Ci sono canzoni che vivono anche DOPO il Festival, che hanno riscontro, che vendono qualche disco, che godono di airplay radiofonico. Il feedback positivo in certi casi scema velocemente, in altri dura diverso tempo. In realtà bisognerebbe tirare le somme almeno dieci mesi dopo (cioè anche con un'estate di mezzo ed un eventuale tour) per capire se è stato un fuoco di paglia o qualcosa che ha realmente attecchito (ricordate "Salirò" di Silvestri? Ecco).
Ci sono poi canzoni e artisti che durano per sempre.
Le cui vite lasceranno una traccia indelebile nella musica italiana, indipendentemente dai propri gusti personali.
Perchè per quanto mi riguarda Marco Carta avrà pure vinto Sanremo, d'accordo, ma rimarrò seduto in riva al fiume per vedere se tra dieci anni qualcuno si ricorderà ancora di lui (come Tiziana Rivale? Come i Jalisse?). O c'è davvero qualcuno che crede ad un domani in cui il suo nome potrà affiancarsi a quelli di Zucchero Fornaciari, Vasco Rossi, Laura Pausini o Eros Ramazzotti?!?

Bene: e ora che le Sara Rossini di tutta la nazione (brrr) mi sparino pure addosso!!! ;)

martedì 24 febbraio 2009

Wired + Riccardo.


E' da domenica che sono senza collegamento internet a casa ('fanculo Alice) quindi - anche approfittando di questo wi-fi - non so se gli altri amici e/o colleghi fumettari abbiano già segnalato quanto sto per postare...

E' finalmente uscito in edicola il primo numero della versione italiana della prestigiosissima "Wired", per conto della Condè-Nast (guarda un po' il mio stesso editore di "Vanity Fair") e - sfogliandolo - tra stupore e incredulità, trovo il nostro Burchiellone nazionale tra "i 24 personaggi italiani da tenere d'occhio: 24 mondi, mestieri, saperi, per scoprire un Paese che ha il coraggio (e l'orgoglio) di cambiare", un lungo reportage firmato da Silvia Ballestra e Luca Sofri.

Ventiquattro, su - quanti? - tipo sessanta milioni di italiani.
Dentro ci sono l'oggi e il domani; ci sono scuola, robotica, archeologia, biologia, alimentazione, software, salute, volontariato, chimica, televisione, cinema, editoria, filosofia, informazione, musica, ecologia, economia e... fumetto!!! ;)
Che figata...
Bella, Riccardo, sei un grande!!!